Animali
Sequestrato ed eutanatizzato dallo Stato scoiattolo star dei social media
Uno scoiattolo orfano di nome Peanut, divenuto un’amatissima star del web, è stato sequestrato dalla casa del suo custode e soppresso per ordine dello Stato di Nuova York.
Peanut lo scoiattolo è diventato una star dei social media dopo che il creatore di contenuti Mark Longo lo ha preso con sé e lo ha cresciuto per 7 anni, condividendo video divertenti e sani e arrivando a vantare 534.000 follower su Instagram.
This squirrel named Peanut was inseparable from his beloved owner, who rescued him 7 years ago.
Peanut became a viral internet star over his tame nature and quirky personality before New York authorized seized him and EUTHANIZED him.
— Oli London (@OliLondonTV) November 2, 2024
Squirrel named Peanut was euthanised by American authority because it is illegal to have squirrels as pets.
Sign of mature democrazy?pic.twitter.com/uh9hZOGysH pic.twitter.com/xi4PwxXqZa— JJohnnymeitei (@JohnnyMeetei) November 3, 2024
Chiaramente indignato e devastato, Longo ha spiegato alla testata di gossip TMZ come la sua casa di Pine City sia stata perquisita mercoledì dal Dipartimento per la tutela ambientale di New York alla ricerca del suo scoiattolo e del suo procione, in seguito a denunce anonime, e che alla fine gli sono stati confiscati.
«Gli agenti hanno fatto irruzione in casa mia come se fossi uno spacciatore. Sono rimasto seduto fuori casa per cinque ore. Ho dovuto farmi scortare dalla polizia fino al bagno», ha detto il Longo venerdì, aggiungendo che anche sua moglie è stata interrogata sul suo status di immigrazione.
The owners of #Peanut the squirrel are going nuclear on government officials in New York, accusing the state of abusing power and wasting taxpayer funds to seize and kill their pet. Watch their full interview on @TMZLive here: https://t.co/1rXzVTABx1 pic.twitter.com/rtHpBOl14x
— TMZ (@TMZ) November 1, 2024
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«Non mi era nemmeno permesso di dare da mangiare ai miei cavalli, né colazione né pranzo. Ero seduto, seduto lì come un criminale dopo che avevano interrogato mia moglie per verificare il suo status di immigrazione».
«Poi ha continuato a chiedermi se avevo delle telecamere in casa. Poi ha continuato a rovistare in ogni mobile, angolo e fessura della mia casa alla ricerca di uno scoiattolo e un procione», ha continuato.
«Hanno ottenuto un mandato di perquisizione per i dipartimenti e un giudice ha firmato un mandato di perquisizione per uno scoiattolo in un procione. E poi li hanno presi e uccisi», ha aggiunto Longo.
In più di 1.400 post condivisi su Instagram, si può vedere Peanut, che vive con Longo da 7 anni, mentre sgranocchia waffle, salta nei cerchi, indossa buffi cappelli e saluta Longo mentre torna a casa dal lavoro.
Dopo il raid, Longo è andato su Instagram per dare la sconvolgente notizia e ha spiegato come la fama di Peanut lo abbia aiutato a dare il via al P’Nuts Freedom Farm Animal Sanctuary, che ha salvato 350 animali grazie alle donazioni online.
«Bene, Internet, HAI VINTO. Mi hai portato via uno degli animali più incredibili a causa del tuo egoismo. Al gruppo di persone che ha chiamato DEC, c’è un posto speciale all’inferno per voi. Oggi alle 10 di mattina di mercoledì 30 ottobre 2024… Il DEC dello Stato di New York si è presentato a casa mia e ha preso Peanut».
«È stato PORTATO all’EUTANIZAZIONE. Sono sotto shock, incredulo e disgustato dalle persone che hanno fatto questo a PNUT. Negli ultimi 7 anni, Peanut è stato il mio migliore amico. È stato il centro del mio mondo e di molti dei vostri per così tanto tempo, che non so come elaborare questo, emotivamente».
Successivamente un messaggio video fake e un comunicato falso da parte di Trump sono apparsi in rete. La campagna ha negato di aver pubblicato alcunché riguardo al caso Peanut, tuttavia varie figure legate al candidato presidente, come il figlio Don jr. e il candidato vicepresidente JD Vance, hanno fatto riferimento al drammatico caso dello squirrello.
Sul caso è intervenuto anche Elone Musk, che ha sottolineato come
Government overreach kidnapped an orphan squirrel and executed him … https://t.co/YKoOCJWLMv
— Elon Musk (@elonmusk) November 2, 2024
Alcuni si riferiscono al Peanut come al «MAGA squirrell», lo «scoiattolo trumpiano».
In vari stanno scrivendo che il caso rappresentato, davvero, l’intromissione draconiana dello Stato negli affari privati – e, aggiungiamo noi, l’ascesa inarrestabile dell’eutanasia, inflitta alle famiglie pure contro la loro volontà.
Nelle ultime ore prima del voto, il sacrificio squirrello Peanut potrebbe divenire un evento rivelatore e catalizzatore.
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Orca bombarda turisti del parco acquatico con feci liquide
Un’orca tenuta in cattività ha riservato una sorpresa incredibile al pubblico del SeaWorld San Antonio, in California, alcuni dei quali ora si pentono con estrema amarezza dei loro posti in prima fila.
Come si vede nel video, la balena assassina stava nuotando proprio sul bordo della sua vasca trasparente durante uno spettacolo. Per lo stupore dei presenti, l’animale ha regalato al pubblico uno spettacolo a dir poco imbarazzante: ha emesso una disgustosa poltiglia di escrementi color marrone-verdastro, che fluttuava dall’acqua azzurra della grande piscina. Poi, il colpo da maestro: l’acqua mista alla merda cetacea viene spinta dalla creatura fuori dalla vasca, a lavare quantità di uomini, donne e bambini sconvolti.
Insomma, avete capito: l’orca ha fatto la cacca addosso a diecine di esseri umani. Il messaggio, per quanto ci riguarda, è chiarissimo.
Whale takes a shit at Sea World San Antonio, crowd gets splashed right after pic.twitter.com/vw3kjoG89U
— Dallas Texas TV (@DallasTexasTV) October 19, 2024
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Potete constatarlo dalle immagini, e notare la sequenza, che non può che essere programmata dalla diabolica bestia acquatica. L’orca si tuffa e la folla, inconsapevole, ride. Pochi istanti dopo, il cetaceo salta fuori dall’acqua e atterra con un enorme tonfo, inondando completamente le prime fila del pubblico pagante con una deiezione dal suo mastodontico sistema digerente.
Alcuni ora speculano secondo il solito, estenuante senso di colpa animalista oramai installatosi nella psiche collettiva: è una piccola vendetta per aver tenuto in cattività, dice il piccolo antispecista che è in noi (non in tutti). Ecco giustificato l’odioso atto vandalico: dopotutto queste sono creature molto intelligenti e sociali che hanno capito come distruggere e forse questo è il suo modo di reagire agli spettatori fastidiosi, che sono umani, quindi cancro del pianeta, esseri squilibrati e schiavisti.
Nel tempo c’è chi ha fatto di peggio: non sono poche le persone che arrivano persino a giustificare gli omicidi compiuti dalle orche assassine nei parchi acquatici: vi sono stati numerosi episodi, infatti, dei cetacei che uccidono il loro istruttore. Il documentario Blackfish (2013), mostrato e premiato in tutto il mondo, riportava la storia di Tilikum, un’orca del parco SeaWorld coinvolta nella morte di tre persone. Nel film è narrato che l’aggressività dell’animale potrebbe essere data, oltre che dalla cattura nelle acque islandesi nel 1983, anche dal bullismo subito da altre orche una volta arrivato nel parco acquatico.
Delle 18 orche catturate negli Stati Uniti, tutte sono tenute tra tre parchi SeaWorld, dove sono protagoniste di spettacoli. Tuttavia, di show memorabili le orche lo danno anche in mare in natura.
Come riportato da Renovatio 21 qualche mese fa, nelle acque al largo di Mossel Bay, in Sudafrica, un’orca assassina ha cacciato e ucciso un grande squalo bianco. In una sequenza incredibile della durata di meno di due minuti, l’orca Starboard ha attaccato il povero pescecane, riuscendo a strappargli il fegato: vi è il dubbio che lo spettacolino sia stato fatto solo per gli spettatori umani, di cui l’orca potrebbe aver notato la presenza: tale agghiacciante evento è infatti avvenuto di fronte a un gruppo di turisti a bordo di una barca, che ha assistito con occhi increduli.
Parimenti, due mesi fa è emerso il video di una malvagia gang di orche che caccia e divora vivo un delfino. Renovatio 21 vuole rammentare che non si tratta nemmeno del primo atto di boriosa aggressione che le killer whale praticano contro i loro cugini delfini. A inizio anno venne pubblicato su Instagram un drammatico filmato in cui, in un atto di barbaro e vile teppismo marino, un’orca attaccava un delfino scagliandolo per aria neanche fosse un birillo.
Come noto, e ripetuto ad nauseam da Renovatio 21, il problema maggiore oggi è costituito dall’orrenda mafia delle orche di Gibilterra, che si divertono ad attaccare imbarcazioni da diporto staccando il timone: parliamo di qualcosa come un attacco al giorno.
Come sempre, Renovatio 21, torna a chiedere: quousque tandem. Fino a quando dovremo tollerare l’estrema nequizia di questi mostri marini? Quanto ancora sopportare la belluina malvagità di questi pericolosi pachidermi pinnati?
Sarebbe il caso di cominciare a mettere le cose a posto: per esempio ricordando al cetaceo l’esistenza di quel ristorante a Yokohama che sembra – secondo una testimonianza che Renovatio 21 ha pubblicato senza poterne confermare la veridicità – in grado di portare le orche in tavola, e non per condividere con loro il pasto.
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Oppure ricordare che, qualora il re Maori re Tuheitia Potatau te Wherowhero VII dovesse riuscire con la «Dichiarazione per l’Oceano» ad ottenere che sia concessa la personalità giuridica alle balene, a quel punto scatterebbero querele a più non posso, anche per lo scherzo diarroico di San Antonio e tanti altri atti di stupida crudeltà perpetrati dai leviatani bianconeri.
Arrivati a quel punto, care orche assassine e stronze, altro che SeaWorld: prigioni sarebbero costruite per voi in tutto il pianeta, e tanti saluti ai bambini che vi vengono ad applaudire, agli istruttori che si lasciano ammazzare, ai film Disney e alle campagne antispeciste. Soprattutto, addio al pesce aggratis.
L’ora della vendetta contro lo spregevole cetaceo, lo sentiamo, si avvicina. Vendetta vera, orche in galera!
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