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Scienza

Sacerdote cattolico: «quella del vaccino è una nuova religione»

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Renovatio 21 riprende questo articolo da La Scure di Elia.

 

 

 

«Per loro è un rito di iniziazione. La febbre fino a quaranta gradi, i dolori muscolari, la stanchezza, i brividi che si hanno nelle prime ventiquattro/quarantotto ore, poi scompaiono: ed è la rinascita, con la consapevolezza di essere entrati a far parte di un nuovo ordine».

 

«L’aver superato la prova del vaccino è il passaggio all’uomo nuovo, che si è messo sotto l’ala protettrice della scienza, al riparo dai pericoli e dalle malattie del mondo».

 

«Per loro è un rito di iniziazione. La febbre fino a quaranta gradi, i dolori muscolari, la stanchezza, i brividi che si hanno nelle prime ventiquattro/quarantotto ore, poi scompaiono: ed è la rinascita, con la consapevolezza di essere entrati a far parte di un nuovo ordine»

«I loro volti esprimono una rinnovata fiducia: in chi, d’ora in poi, li guiderà ad ogni loro passo. È la consegna del corpo, marchiato, sicuro, protetto, al nuovo padrone» (da una lettrice).

 

Quella del «vaccino», per molti, è una sorta di nuova religione, con il suo rito di incorporazione, i suoi sacerdoti, le sue promesse di salvezza e i suoi comandamenti: pochi, elementari e puramente esteriori, come nell’Islam.

 

Molti dei suoi fedeli sono però rubati alla vera religione, come quelli convinti che, per essere cattolici, si debba obbedire incondizionatamente a qualsiasi esternazione del papa.

 

Quei cattolici non muoveranno un passo senza che il papa dica loro come farlo; viceversa, non appena si sarà espresso in qualunque forma, su qualunque argomento, con qualunque esito, si precipiteranno a eseguire. Se, per esempio, affermasse in un’intervista che tutti i romani devono buttarsi nel Tevere, sarebbe un’ecatombe… se non fosse che la maggior parte di loro gli replicherebbe: «Ecché so’ scemo?».

 

«I loro volti esprimono una rinnovata fiducia: in chi, d’ora in poi, li guiderà ad ogni loro passo. È la consegna del corpo, marchiato, sicuro, protetto, al nuovo padrone»

In duemila anni, purtroppo, cattivi papi ce ne son sempre stati, alcuni anche pessimi. Chi si rendeva conto del problema non si poneva certo per questo automaticamente fuori della Chiesa; anche grandi Santi criticarono il papa del momento per i suoi comportamenti, eppure sono stati poi canonizzati.

 

San Pier Damiani inveì con formidabile irruenza contro Benedetto IX, uno dei peggiori papi della storia; ma al peggio non c’è mai fine. Nel dire la verità non bisogna aver paura delle conseguenze: solo il giudizio divino va temuto.

 

Chi non teme Dio finisce inevitabilmente col temere gli uomini. Chi invece riconosce il Suo assoluto primato Gli obbedisce senza riserve, sapendo che prima o poi sarà da Lui premiato e che quanti vorrebbero impaurirlo potrebbero esser travolti da un momento all’altro dalla rivelazione di abusi sessuali insabbiati.

 

Quella del «vaccino», per molti, è una sorta di nuova religione, con il suo rito di incorporazione, i suoi sacerdoti, le sue promesse di salvezza e i suoi comandamenti: pochi, elementari e puramente esteriori

Che succede, dunque, a prender per dogma di fede ciò che un papa afferma in un’intervista, cosa che non appartiene di certo al Magistero né impegna minimamente la coscienza?

 

La prima volta, apparentemente, può pure andar bene: quanti chierici votatisi alla sodomia si son sentiti di colpo sollevati del peso che avevan giustamente sul cuore, quando udirono quelle cinque parole con cui fu raso al suolo ogni principio morale: «Chi sono io per giudicare?». Mai motto fu più devastante per chi persegue il bene e, al contempo, liberatorio per chi è sceso a patti col peccato: le checche del mondo intero, che fossero conservatrici o progressiste, tradizionaliste o moderniste, si ritrovarono insperatamente assolte e vieppiù affratellate, oltre che dal culto del fallo (nel senso di errore), anche da quello del nuovo profeta, rifondatore del cristianesimo.

 

Vai a pensare che, qualche anno dopo, il medesimo oracolo sentenzia che tutti devono farsi inoculare un intruglio preparato con cellule di feti umani abortiti e dagli effetti collaterali sconosciuti… o, per esser veritieri, sicuramente molto gravi, da quel che già si è ampiamente costatato.

tutti devono farsi inoculare un intruglio preparato con cellule di feti umani abortiti e dagli effetti collaterali sconosciuti… o, per esser veritieri, sicuramente molto grave (…) Provate a farlo notare a un chierico omofilo: sarà perfettamente inutile. «L’ha detto il Papa»

 

Provate a farlo notare a un chierico omofilo: sarà perfettamente inutile. Di fronte a qualunque avvertimento, l’unica risposta di cui sarà capace è la seguente: «L’ha detto il Papa».

 

Il grande profeta, che gli ha sgravato la coscienza di un enorme macigno, non può assolutamente sbagliarsi, perché – come non ebbe tema di insinuare l’inossidabile Predicatore della Casa Pontificia – egli è più avanti di Gesù Cristo, nemmeno fosse un’ulteriore incarnazione del Verbo… Per i nostri papolatri, costui promulga nuovi articoli del Credo ogni volta che starnutisce.

 

Chi ha piegato la mente e la schiena al peccato più abominevole che si possa commettere, d’altra parte, ha dovuto rinunciare al raziocinio per giustificare la propria condotta; di conseguenza, non è soltanto esposto a terribili malattie sul piano fisico, ma pure seriamente compromesso su quello intellettuale.

 

Anche in questo caso, ovviamente, la Provvidenza saprà trarre un bene dal male

Può accadere, per esempio, che dei docenti di università pontificie, pur potendo sapere senza difficoltà che obbligare i dipendenti a un trattamento sanitario è del tutto illegale, accettino la «vaccinazione» senza colpo ferire con il pretesto che sono a contatto con il pubblico… quando la loro attività si svolge unicamente in linea, sia i corsi che gli esami. Ciò che fa più specie è che nessuno rilevi la lampante incongruenza né levi una pur flebile voce di protesta contro tale inaudito abuso di potere perpetrato per ordine del Misericordioso; anzi, per loro (fra i primi a ricevere la magica pozione) è un «privilegio».

 

Anche in questo caso, ovviamente, la Provvidenza saprà trarre un bene dal male.

Per quanto sia doloroso riconoscerlo per riguardo alle persone, si può tuttavia arguire che il Signore, esaurito il tempo della pazienza, si stia servendo dei Suoi stessi nemici per sbarazzarsi di una casta clericale che Lo disonora da decenni e non porta più alcun frutto

 

Per quanto sia doloroso riconoscerlo per riguardo alle persone, si può tuttavia arguire che il Signore, esaurito il tempo della pazienza, si stia servendo dei Suoi stessi nemici per sbarazzarsi di una casta clericale che Lo disonora da decenni e non porta più alcun frutto.

 

Le gravi patologie cui i vaccinati vanno incontro, d’altro canto, saranno per loro occasione di ravvedimento e di espiazione, così che possano salvarsi almeno l’anima, che è la cosa più importante; in tal modo il castigo tornerà altresì a loro beneficio, oltre che a vantaggio della Chiesa. Si può ragionevolmente prevedere che la falcidie sarà tale che i preti attualmente tenuti in disparte a causa della loro fedeltà a Cristo saran sommersi di lavoro; autentiche comunità cristiane rinasceranno allora intorno a ministri genuinamente cattolici e la Chiesa terrena, una volta liberata dalla cappa che la soffoca, rifiorirà rigogliosamente.

 

Il cedimento alla tentazione di porsi in una situazione irregolare per poter operare liberamente, senza le pastoie dell’attuale dittatura modernista, farebbe perdere ai sacerdoti fedeli l’opportunità di esser presenti all’appello nel momento in cui ce ne sarà bisogno.

 

Perciò l’imperativo inderogabile resta invariato: resistere dentro la piaga purulenta fino all’eroismo dell’umanamente impossibile, con l’immancabile aiuto della grazia.

 

Perciò l’imperativo inderogabile resta invariato: resistere dentro la piaga purulenta fino all’eroismo dell’umanamente impossibile, con l’immancabile aiuto della grazia

Per il momento, continuiamo tutti a respingere il lavaggio del cervello portato avanti dal regime con la sua propaganda sfacciatamente menzognera. Per mantenere l’indipendenza di giudizio e sfuggire all’accecamento dell’intelletto, spegnete il televisore e ragionate con la vostra testa, sulla base della realtà oggettiva. Appellandovi al diritto, reagite a ordini tanto assurdi quanto illegittimi e disobbedite pacificamente sulla base del buon senso.

 

Di fronte a minacce che dovessero superare le vostre possibilità, poi, affidatevi alla potenza di Dio, che mai abbandona chi ripone in Lui la propria fiducia: «La salvezza dei giusti viene dal Signore; egli li protegge nel tempo della tribolazione. Il Signore li aiuterà e li libererà, li scamperà dai peccatori e li salverà, perché hanno sperato in lui» (Sal 36, 39-40).

 

Si avvicina il giorno in cui il castello di carte innalzato da un potere apparentemente invincibile crollerà in un attimo per un semplice soffio: Fiant tamquam pulvis ante faciem venti, et Angelus Domini coarctans eos (Siano come polvere di fronte al vento e l’Angelo del Signore li incalzi; Sal 34, 5).

Per mantenere l’indipendenza di giudizio e sfuggire all’accecamento dell’intelletto, spegnete il televisore e ragionate con la vostra testa, sulla base della realtà oggettiva

 

Chi resterà in piedi prenderà allora il timone e riporterà la nave sulla giusta rotta. Prima di allora, non abbattiamoci per nessun motivo al mondo: «Chi è che vi nuocerà, se sarete zelanti nel bene? Ma se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi!» (1 Pt 3, 13-14). L’ha detto un papa.

 

N.B.: il 21 aprile prossimo (mercoledì della seconda settimana dopo l’Ottava di Pasqua) ricorre la festa del Patrocinio di San Giuseppe, istituita in seno all’Ordine carmelitano e poi estesa a tutta la Chiesa, nel 1847, dal beato Pio IX, lo stesso Papa che, l’8 dicembre 1870, Lo proclamerà Patrono della Chiesa universale.

 

Quanti han già fatto la consacrazione il 20 marzo la rinnovino quel giorno e tutti elevino speciali preghiere a Lui per la pronta liberazione della Chiesa, dell’Italia e del mondo.

 

Si avvicina il giorno in cui il castello di carte innalzato da un potere apparentemente invincibile crollerà in un attimo per un semplice soffio

«Non abbiate paura di loro e non turbatevi, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a dar conto a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi, ma con mansuetudine e timore, avendo una buona coscienza, così che, nell’atto stesso in cui siete contraddetti, siano svergognati quelli che calunniano la vostra buona condotta in Cristo. È meglio infatti, se lo vuole la volontà di Dio, soffrire operando il bene che facendo il male, poiché anche Cristo è morto una sola volta per i peccati, giusto per gli ingiusti, per offrirvi a Dio, ucciso sì nella carne, ma reso vivo nello spirito» (1 Pt 3, 14-18).

 

 

 

 

 

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Salute

Scimmie immortali o quasi: scienziati rovesciano l’invecchiamento con super-cellule staminali

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Un gruppo di ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze ha compiuto una svolta senza precedenti nel campo della biologia dell’invecchiamento, riuscendo a invertire alcuni dei principali segni dell’età in primati anziani.

 

Lo studio, pubblicato lo scorso mese sulla rivista Cell, apre scenari fino a poco tempo fa ritenuti fantascientifici: è possibile riportare un organismo anziano a uno stato biologicamente più giovane, almeno nei macachi.

 

Alla base della ricerca ci sono le cellule progenitrici mesenchimali (MPC), cellule staminali presenti nel midollo osseo e nei tessuti connettivi, con la capacità di rigenerare ossa, cartilagini, muscoli e grasso, oltre a secernere fattori riparativi. Tuttavia, con l’avanzare dell’età, anche queste cellule invecchiano e vanno incontro alla senescenza: smettono di dividersi e iniziano a produrre molecole tossiche e infiammatorie, contribuendo al degrado generale dell’organismo.

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Per contrastare questo processo, gli scienziati si sono concentrati su una proteina chiamata FoxO3, nota per essere un regolatore genetico della longevità. In organismi giovani, FoxO3 attiva la riparazione del DNA, le difese contro lo stress ossidativo e altri meccanismi protettivi. Ma con l’età, la sua attività diminuisce, rendendo le cellule più vulnerabili ai danni.

 

Gli scienziati cinesi hanno quindi modificato geneticamente le cellule MPC affinché FoxO3 restasse costantemente attivo nel nucleo, dando così vita a cellule resistenti alla senescenza (SRC), potenziate anche nei geni legati alla funzione mitocondriale e alla risposta allo stress.

 

Queste cellule sono state trapiantate in macachi anziani — l’equivalente di un essere umano di circa 60 o 70 anni. I risultati sono stati sorprendenti. Le scimmie hanno mostrato un rallentamento, e in alcuni casi una vera e propria inversione, del declino osseo. Dove normalmente si osserva una perdita di densità simile all’osteoporosi umana, gli animali trattati hanno mantenuto o addirittura migliorato la robustezza dello scheletro.

 

Anche a livello cognitivo, i miglioramenti sono stati notevoli: i test di memoria e apprendimento hanno evidenziato un netto vantaggio nei soggetti trattati, capaci di riconoscere oggetti e orientarsi nei labirinti con maggiore efficienza rispetto ai coetanei non trattati.

 

Gli esami del sangue hanno rilevato una forte riduzione dei marcatori infiammatori, un fenomeno significativo se si considera che l’infiammazione cronica (o inflammaging) è uno dei principali motori delle malattie legate all’età. Scansioni e biopsie, infine, hanno rivelato un generale ringiovanimento di numerosi organi, tra cui il cervello e gli apparati riproduttivi.

 

Secondo i ricercatori, questo effetto sistemico sarebbe mediato dagli esosomi, minuscole vescicole rilasciate dalle SRC che trasportano segnali molecolari capaci di stimolare la rigenerazione anche nelle cellule vicine. Come ha spiegato Si Wang, uno degli scienziati a capo del progetto, «vediamo prove evidenti di ringiovanimento».

 

Il valore della scoperta risiede anche nel modello animale scelto. Finora, molte delle terapie anti-invecchiamento testate, come la rapamicina o i mimetici del digiuno, avevano dato risultati convincenti solo nei roditori. I macachi, però, hanno una fisiologia molto più simile a quella umana e una vita più lunga, rendendo i risultati di questo studio particolarmente promettenti.

 

Secondo i ricercatori, l’invecchiamento non sarebbe solo una lenta usura, ma anche un processo in parte programmabile, quindi potenzialmente reversibile. Le MPC rappresentano in questo scenario l’hardware, mentre FoxO3 è il software aggiornato che le mantiene giovani.

 

Restano ancora molte incognite. Le cellule resistenti alla senescenza potrebbero comportarsi in modo imprevedibile nell’organismo umano. È ancora ignoto se i benefici osservati siano duraturi nel tempo, e non è chiaro se la produzione su larga scala di queste cellule sia possibile senza rischi di rigetto immunitario.

 

Inoltre, si aprono interrogativi etici tipici della questione transumanista: come verranno testate queste terapie sull’uomo? Chi potrà accedervi? Quali saranno le implicazioni sociali?

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Un gerontologo indipendente ha commentato così la ricerca: «È una pietra miliare, ma non dobbiamo saltare subito ai titoli sull’immortalità. Il dato veramente rivoluzionario è che l’invecchiamento sistemico nei primati può essere modulato. E questo, di per sé, è un fatto straordinario».

 

Per ora, i macachi continuano a essere monitorati, i loro organismi raccontano con silenziosa eloquenza gli effetti del trattamento. Se in futuro approcci simili si rivelassero sicuri anche per l’uomo, la medicina potrebbe compiere un cambio di paradigma: non più curare le malattie una per una, ma agire alla radice comune dell’invecchiamento.

 

Una possibilità che, fino a ieri, sembrava solo un’ipotesi da narrativa sci-fi. Ma che oggi, per la prima volta, inizia a prendere la forma della realtà.

 

Le conseguenze sociali, e spirituali, di una tale evenienza non sono ancora state ponderate, se non, appunto in romanzi di fantascienza più o meno distopica.

 

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Immagine di Daisuke tashiro via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic

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Scienza

Qualcosa di impossibile sta accadendo nello spazio profondo: segnali di collisione tra buchi neri captati dagli scienziati

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Alcuni scienziati hanno scoperto un qualcosa in più sui misteriosi buchi neri spaziali che amplia ulteriormente i confini sia della fisica che della credibilità: una collisione titanica di due buchi neri già enormi, così estrema da far domandare agli scienziati se l’evento rilevato sia possibile.   Come descritto in un nuovo articolo di un consorzio di fisici, ancora in fase di revisione paritaria, il buco nero risultante, il cui segnale è stato designato GW231123, vanta una massa sorprendente, circa 225 volte quella del nostro Sole, il che lo rende la più grande fusione di buchi neri mai rilevata. In precedenza, il record apparteneva a una fusione che aveva formato un buco nero di circa 140 masse solari.   «I modelli standard di evoluzione stellare proibiscono buchi neri di queste dimensioni», ha dichiarato Mark Hannam del Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory (LIGO), che ha effettuato la rilevazione. «Questo è il sistema binario di buchi neri più massiccio che abbiamo osservato tramite onde gravitazionali e rappresenta una vera sfida per la nostra comprensione della formazione dei buchi neri».

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Questi fenomeni cosmici possono produrre enormi increspature nello spaziotempo, chiamate onde gravitazionali, già previste da Einstein nel 1916. Quasi cento anni dopo, LIGO, composto da due osservatori situati agli angoli opposti degli Stati Uniti, ha rilevato per la prima volta queste vibrazioni cosmiche.   La fusione è stata individuata nel novembre 2023 in un’onda gravitazionale, GW231123, che è durata solo una frazione di secondo. Ciononostante, è stata sufficiente per dedurre le proprietà dei buchi neri originali. Uno aveva una massa pari a circa 137 volte quella del Sole, e l’altro a circa 103 masse solari. Durante il periodo precedente la fusione, i due buchi neri si sono rinchiusi come combattenti in un anello, prima di scontrarsi definitivamente per formarne uno solo.   Questi buchi neri sono fisicamente problematici perché è probabile che uno, se non entrambi, rientri in un «gap di massa superiore» dell’evoluzione stellare. A tali dimensioni, si prevede che le stelle che li hanno formati siano morte in un tipo di esplosione particolarmente violenta chiamata supernova a instabilità di coppia, che provoca la completa distruzione della stella, senza lasciare alcun residuo, nemmeno un buco nero.   Alcuni astronomi sostengono che il «gap di massa» sia in realtà una lacuna nelle nostre osservazioni e non la causa di una fisica curiosa. Ciononostante, l’idea è che «alcune persone siano state disposte a farsi ferire, se non addirittura a morire», ha dichiarato a ScienceNews Cole Miller dell’Università del Maryland, non coinvolto nella ricerca.   Ma forse i buchi neri non sono nati da una singola stella. «Una possibilità è che i due buchi neri in questo sistema binario si siano formati attraverso fusioni precedenti di buchi neri più piccoli», ha affermato lo Hannam nella sua dichiarazione.   Altrettanto estreme delle loro classi di peso sono le loro rotazioni incredibilmente veloci, con il più grande che ruota al 90% della sua velocità massima possibile e l’altro all’80%, entrambe pari a frazioni molto significative della velocità della luce. In termini terrestri, si tratta di circa 400.000 volte la velocità di rotazione del nostro pianeta, stando a quanto dichiarato dalla scienza.   «I buchi neri sembrano ruotare molto rapidamente, quasi al limite consentito dalla teoria della relatività generale di Einstein», ha affermato Charlie Hoy, membro della LIGO Scientific Collaboration presso l’Università di Portsmouth. «Questo rende il segnale difficile da modellare e interpretare. È un eccellente caso di studio per accelerare lo sviluppo dei nostri strumenti teorici».   «Ci vorranno anni prima che la comunità sveli completamente questo intricato schema di segnali e tutte le sue implicazioni», secondo Gregorio Carullo, membro del LIGO presso l’Università di Birmingham. Quindi, è probabile che stiamo solo scalfendo la superficie di questo mistero.   Lo studio di questi fenomeni cosmici non finisce mai di stupire.

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Come riportato da Renovatio 21, qualche mese fa alcuni astronomi hanno individuato un buco nero risalente a 1,5 miliardi di anni dopo il Big Bango e si sono accorti che sta divorando materia a una velocità impressionante.   In un’altra recente scoperta spaventosa, si è visto un buco nero bulimico che mastica stelle e sputa gli avanzi verso il pianeta Terra.   Vi è poi il caso del team di scienziati della Ohio State University (OSU) afferma di aver trovato il buco nero più vicino alla Terra mai scoperto. L’oscuro corpo celeste sarebbe ad una distanza di «soli» 1.500 anni luce di distanza.   I buchi neri sono fra noi, appena fuori dall’uscio di casa.

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Quantum

Viaggio nel tempo con esperimento quantistico?

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La meccanica quantistica è il regno della scienza in cui nulla è normale e tutto sembra minare le basi della nostra comune comprensione della realtà. Tuttavia i fisici quantistici, che si vantano di scrutare l’abisso e carpirne i segreti inquietanti, hanno scoperto un altro fenomeno sconcertante: il «tempo negativo».

 

Come descritto in uno studio ancora in fase di revisione paritaria pubblicato da Scientific American, un team di ricercatori afferma di aver osservato fotoni che presentano questo bizzarro comportamento temporale come risultato di quella che è nota come eccitazione atomica.

 

Ciò che è successo in sostanza, come spiega Scientific American, è che quando i fotoni sono stati irradiati in una nube di atomi, sembravano uscire dal mezzo prima di entrarvi.

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«Un ritardo temporale negativo può sembrare paradossale, ma significa che se si costruisse un orologio “quantistico” per misurare quanto tempo gli atomi trascorrono nello stato eccitato, la lancetta dell’orologio, in determinate circostanze, si sposterebbe all’indietro anziché in avanti», ha spiegato alla rivista Josiah Sinclair dell’Università di Toronto, i cui primi esperimenti hanno costituito la base dello studio, anche se non è stato direttamente coinvolto.

 

I fotoni – particelle prive di massa che formano quella che conosciamo come luce visibile – possono essere assorbiti dagli atomi che attraversano. Quando ciò accade, l’energia che trasportano fa sì che gli elettroni degli atomi saltino a uno stato energetico superiore. Questa è l’eccitazione atomica a cui abbiamo accennato prima.

 

Ma gli atomi possono anche de-eccitarsi, tornando allo stato fondamentale. Uno dei modi in cui ciò accade è che l’energia viene riemessa sotto forma di fotoni. A un osservatore, questo sembra come se la luce che ha attraversato il mezzo fosse ritardata.

 

I ricercatori erano sconcertati dal fatto che non ci fosse un «consenso tra gli esperti» su cosa accadesse realmente a un singolo fotone durante tale ritardo. «All’epoca non eravamo sicuri di quale fosse la risposta e pensavamo che una domanda così elementare su qualcosa di così fondamentale dovesse essere facile da rispondere», ha detto il Sinclair a Scientific American.

 

Negli esperimenti condotti, impulsi di fotoni venivano sparati attraverso una nube di atomi a temperature prossime allo zero assoluto. Ed è qui che è successo il fenomeno più strano: nei casi in cui i fotoni li attraversavano senza essere assorbiti, si è scoperto che gli atomi ultrafreddi rimanevano eccitati per l’esatto periodo di tempo in cui li avevano effettivamente assorbiti.

 

Al contrario, nei casi in cui i fotoni venissero assorbiti, verrebbero riemessi senza ritardo, o prima che gli atomi ultrafreddi potessero diseccitarsi.

 

Ciò che accade realmente è che i fotoni viaggiano in qualche modo attraverso la nube atomica più velocemente quando eccitano gli atomi – o quando dovrebbero essere assorbiti da essi – rispetto a quando gli atomi rimangono inalterati. Poiché i fotoni non trasportano informazione, la causalità rimane intatta, si legge nella rivista scientifica.

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Le incertezze intrinseche a livello quantistico hanno l’effetto di confondere l’intero processo. In particolare il fenomeno della sovrapposizione, in cui particelle quantistiche come i fotoni possono trovarsi in due stati diversi contemporaneamente. Per un rivelatore che misura quando entrano ed escono da un mezzo, questo significa che i fotoni possono produrre un valore positivo così come uno negativo. E quindi, un tempo negativo.

 

Questo non cambia la nostra comprensione del tempo, affermano i ricercatori. D’altra parte, almeno per quanto riguarda il campo dell’ottica, che il tempo negativo abbia «un significato fisico più profondo di quanto si sia generalmente ritenuto» per quanto riguarda la trasmissione dei fotoni, hanno poi scritto nello studio.

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