Politica
Rivolta del Campidoglio di Washington, erano tutte bugie

L’intera vulgata di quanto accaduta al Campidoglio di Washington il 6 gennaio 2021, quando un’immane quantità di americani protestava per elezioni che riteneva rubate, è falsa, basata su manipolazioni, censure e occultamento di video di sorveglianza – che sono stati tenuti secretati fino a ieri, e non concessi nemmeno agli avvocati delle centinaia di persone che oggi ancora languono in galera per aver partecipato alla protesta nel Campidoglio.
Il giornalista TV Tucker Carlson ha ottenuto dal nuovo speaker della Camera Kevin McCarthy decine di migliaia di ore di video di sorveglianza di quel giorno. Ora Carlson, dopo circa un mese di studio, sta cominciando a mostrare i filmati – mai visti prima, se non tagliati, manipolati, etc. – nel suo programma televisivo, che è il più seguito della TV via cavo statunitense.
«I nastri mostrano che la polizia del Campidoglio non ha mai fermato Jacob Chansley», ha detto Carlson, riferendosi a Jake Angeli, noto al mondo come «QAnon Shaman», il tizio che è entrato nel Palazzo a petto nudo, il volto dipinto e un copricapo peloso con le corna, divenuto immagine della protesta. «L’hanno aiutato. Hanno agito come le sue guide turistiche».
Tucker just started dropping Jan 6 footage…
It shows Capitol Police escorting the Shaman through the Capitol on Jan 6
Our corrupt DOJ threw him in prison for 5 YEARS over this
He should be immediately released pic.twitter.com/ulFQr5OXuj
— Hodgetwins (@hodgetwins) March 7, 2023
Chansley, un veterano della Marina USA, è stato condannato a 41 mesi di prigione federale per «aver ostacolato un procedimento ufficiale». Il video di Chansley è sorprendentemente incoerente con la caratterizzazione di sinistra del 6 gennaio come «insurrezione». Lungi dal contrastare l’ambizione di Chansley di raggiungere la camera del Senato, due agenti di polizia del Campidoglio lo hanno scortato lì. Nel filmato si vede il trio che supera un folto gruppo di agenti di polizia del Campidoglio, i quali sembrano disinteressati a Chansley, nonostante la sua mise impossibile da non notare.
Nel video mostrato in TV Chansley-QAnon Shaman e la sua scorta di polizia si avvicinano a varie porte della camera, con un agente di polizia che le spinge e le tira per vedere se sono aperte.
Nel novembre 2021, un comunicato del Dipartimento di Giustizia USA che celebrava la condanna alla galera di QAnon Shaman scriveva che «Chansley è entrato nell’edificio attraverso una porta rotta verso le 14:14. Ha continuato a muoversi, raggiungendo la Galleria del Senato e poi l’aula del Senato». Tale comunicato può apparire ora come disinformazione di Stato.
«Abbiamo contato almeno nove agenti che si trovavano a breve distanza da Jacob Chansley disarmato», ha dichiarato lunedì Carlson. «Nessuno di loro ha nemmeno provato a rallentarlo».
Il 33enne Chansley, messo alla gogna, lo aveva poi capito: «l’unico rimpianto molto serio che ho è stato credere che quando siamo stati accolti dagli agenti di polizia fosse accettabile», ha detto il QAnon Shaman in un’intervista trasmessa da Carlson.
Carlson ha quindi rivelato che l’agitatore non indagato Ray Epps – l’uomo filmato a sobillare le folle per farle entrare nel Campidoglio già la sera prima (ottenendo in risposta il coro «sei dell’FBI») – ha mentito durante la sua testimonianza giurata dinanzi alla Commissione sul 6 gennaio, condotta da democratici e repubblicani simpatizzanti (i cosiddetti RINO, «repubblicani solo di nome»).
«Epps ha testimoniato che quando ha inviato i messaggi di testo a suo nipote, aveva già lasciato i terreni del Campidoglio per tornare nella sua camera d’albergo. Non è vero», ha detto Carlson, mostrando un video dove lo si vede tra la folla almeno mezzora dopo il momento in cui ha testimoniato di essere rientrato nella sua camera d’albergo.
Watching the Jan6 footage and all I keep thinking is
Will their release change anything at all…?pic.twitter.com/3aIZGkvup2
— The Baboon Scrolls (@BaboonScrolls) March 7, 2023
Come noto, nonostante il suo ruolo nella rivolta, Epps non è stato accusato di nulla, è stato portato davanti alla Commissione solo dopo enormi pressioni, e la Commissione stessa – che oramai appare svergognata come una enorme, impudica farsa – non ha avuto nulla da rimproverargli. Epps, una volta che il suo nome ha preso a circolare, ha goduto del massimo sostegno della stampa: un lungo articolo sul New York Times lo descriveva come vittima di teorie del complotto.
Un’altra menzogna saltata fuori è quella riguardo al senatore trumpiano Josh Hawley, che era stato accusato di essere un «codardo» dopo che era stato mostrato un filmato di sorveglianza dove lo si vedeva brevemente correre all’interno del Campidoglio.
«Il vero filmato mostra che Hawley era uno dei tanti legislatori che venivano fatti uscire dall’edificio dagli agenti di polizia di Capitol Hill, e in effetti, Josh Hawley era in fondo al gruppo. Il video del codardo era una bugia – una delle tante dal Comitato 6 gennaio». In pratica, il filmato mostrato fino a ieri era stato ritagliato e montato per obbiettivi politici, mentre la versione integrale non era consultabile.
The Josh Hawley Coward Tape Proves to Be a Lie After Further Review from the @TuckerCarlson Team
"The surveillance footage we reviewed shows that famous clip was a sham, edited deceptively by the January 6th Committee. The clip was propaganda, not evidence. The actual videotape… https://t.co/vbrGyz9hi3 pic.twitter.com/DDf4j1rEwx
— The Vigilant Fox 🦊 (@VigilantFox) March 7, 2023
Un’altra rivelazione riguarda la morte dell’agente Brian Sicknick, poliziotto ritenuto a lungo un «martire» trucidato dai rivoltosi. Invece, il video mostra Sicknick camminare tranquillamente dentro l’edificio dopo il momento in cui la vulgata ufficiale sostiene fosse stato ucciso.
🚨BREAKING: Never before seen January 6 footage shows Capitol Police Officer Brian Sicknick walking around the building after the time media outlets claimed he was killed by protesters.
The J6 Committee had access to this tape but refused to release it. pic.twitter.com/817TIQvV0Z
— Greg Price (@greg_price11) March 7, 2023
«La Commissione del 6 gennaio sapeva perfettamente che Brian Sicknick stava camminando normalmente attraverso il Campidoglio dopo essere stato presumibilmente assassinato dai sostenitori di Trump. E lo sanno perché hanno visto questo nastro. Possiamo esserne sicuri perché il filmato contiene un indicatore temporale elettronico che è ancora archiviato nel sistema informatico del Campidoglio», ha detto Carlson.
BREAKING – TAPE 2: @TuckerCarlson Tonight begins releasing Capitol surveillance footage from the Jan. 6 protests showing that most protesters were very peaceful, were even helped by the police. Here is the lie about the death of Officer Brian Sicknick. WATCH pic.twitter.com/a2GQlh70vv
— Simon Ateba (@simonateba) March 7, 2023
Nella serata di ieri Carlson ha continuato a mostrare video e casi inerenti al 6 gennaio, aprendo con un collage delle reazioni dei media mainstream e soprattutto dei politici di ambo i partiti.
Tucker Carlson laughs at a montage of the media panicking about his Jan. 6 coverage:
"The leaders of the democratic party and their allies in the media had a complete monopoly on what you were allowed to know on what actually happened in the capitol on Jan 6th… So the moment… https://t.co/6ByZEXP1R3 pic.twitter.com/gdRhEOJEuo
— kanekoa.substack.com (@KanekoaTheGreat) March 8, 2023
Il democratico Chuck Schumer, leader della maggioranza, ha preso parola in Campidoglio per chiedere la censura immediata del programma di Carlson. Il leader della minoranza, il repubblicano Mitch McConnell, sarebbe d’accordo.
You completely lied on the Senate floor this morning about how Brian Sicknick died and then called for journalists to be censored for telling the truth. pic.twitter.com/58MR8S8xwW
— Greg Price (@greg_price11) March 8, 2023
Una risposta netta, e di segno opposto, è venuta invece dall’ex presidente Donald Trump, che ha chiesto l’immediata liberazione dei prigionieri politici del 6 gennaio.
«Liberate i prigionieri del 6 gennaio» ha scritto Trump su Truth Social. «Sono stati condannati, o sono in attesa di giudizio, sulla base di una grande truffa della sinistra radicale (…) i nuovi filmati sono irrefutabili».
In un altro messaggio, il Trump parla di un «quadro nuovo, e completamente opposto, di quello che era indelebilmente dipinto. La Commissione non selezionata, ha mentito, e dovrebbe essere perseguita per le sue azioni».
Sulla questione della Commissione è entrato diretto pure Elon Musk: «oltre a fuorviare il pubblico, hanno nascosto le prove per motivi politici di parte che hanno mandato le persone in prigione per crimini molto più gravi di quelli che hanno commesso. Questo è profondamente sbagliato, legalmente e moralmente».
Besides misleading the public, they withheld evidence for partisan political reasons that sent people to prison for far more serious crimes than they committed.
That is deeply wrong, legally and morally.
— Elon Musk (@elonmusk) March 7, 2023
Come riportato da Renovatio 21, la rivolta del 6 gennaio potrebbe essere parte di un’operazione di ampio respiro che aveva come obiettivo, più che il popolo in rivolta per la bizzarra elezioni di Biden ai danni di Trump, l’esercito USA, che andava testato ed eventualmente «purgato» di elementi che potevano rimanere fedeli al potere precedente, magari seguendo figure come quelle del generale Flynn.
Secondo sempre il Carlson, che fece una serie di tre documentari due anni fa, si sarebbe quindi trattata di una «purga dei patrioti». Viene ipotizzato che il fine più immediato dell’operazione 6 gennaio fosse un subitaneo riallineamento dell’esercito: i soldati che supportavano i golpisti (e quindi, il «loro» presidente) potevano essere così individuati, filtrati, allontanati – o peggio.
In pratica, sarebbe stata un’operazione preordinata, con un fine preciso, creare «un nuovo 11 settembre» (espressione ripetuta mille volte dai media dell’establishment) con l’ulteriore obiettivo di determinare un nuovo nemico da abbattere: non più il terrorista islamico delle Due Torri, ma il «terrorista domestico», cioè il razzista bianco, cioè – per la folle proprietà transitiva ripetuta goebbelsianamente dai media mainstream – l’elettore trumpiano
Il 6 gennaio, quindi, è il casus belli di una nuova «guerra al terrore», come lo fu il mega-attentato al World Trade Center per l’Islam. Solo che stavolta l’obbiettivo non è fuori dal Paese, è dentro al Paese.
Immagine screenshot da YouTube
Politica
Trump incriminato dal gran giurì di Manhattan: USA in fase Berlusconi

L’ex presidente americano Trump è stato incriminato da un gran giurì di Manhattan per il presunto pagamento di danaro all’ex porno star Stormy Daniels. Lo riporta il New York Times, che ha fonti in una vicenda di cui non ci sono ancora, da parte della Giustizia, comunicazioni ufficiali. L’accusa infatti è ancora sigillata.
L’incriminazione arriva a campagna elettorale per le elezioni presidenziali 2024 praticamente avviata, con Trump che si presenta come vero contendente alla Casa Bianca, avendo ora più di 30 punti di distacco sul rivale «interno» più quotato, il governatore della Florida Ron De Santis, proponendosi quindi come vera minaccia all’establishment democratico.
Le accuse esatte emesse dal gran giurì non sono ancora note, ma il NYT si aspetta che vengano annunciate nei prossimi giorni dall’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan. I pubblici ministeri che lavorano per il procuratore distrettuale Alvin L. Bragg chiederanno a Trump di costituirsi per affrontare le accuse – i capi di imputazione sarebbero 34 – in tribunale.
Trump la settimana scorsa avrebbe già fatto sapere che vorrà essere ammanettato.
Il testimone principale dell’accusa nel caso è l’ex avvocato di Trump Michael Cohen, che ha pagato Stormy Daniels 130 dollari per farla tacere su una notte di sesso con Trump mentre era ospite ad un evento golfistico. Cohen ha affermato che Trump gli ha ordinato di acquistare il suo silenzio (contrariamente a una lettera del 2018 del suo avvocato che affermava il contrario) e afferma che l’organizzazione Trump ha contribuito a insabbiarlo.
Commentatori politici fanno notare che, anche qualora Trump lo avesse fatto, si tratterebbe di misdeamenor, ossia un «reato minore» che il procuratore distrettuale Bragg vuole però innalzare a «felony», ossia reato penale grave. Il procuratore Bragg aveva dapprima rifiutato il caso, come avevano fatto i suoi predecessori, incluso il procuratore Cyrus Vance jr., figlio dell’ex segretario di Stato Cyrus Vance.
Si tratta di una vicenda unica: Trump è il primo ex presidente nella storia degli Stati Uniti ad affrontare accuse penali. Non è ancora chiaro cosa potrebbe succedere: i presidenti e gli ex presidenti USA sono protetti dai cosiddetti Secret Services, un ente armato la cui unica funzione è la protezione degli inquilini della Casa Bianca. Cosa succederà, se andassero ad arrestare Trump in casa (come nel caso del raid FBI a Mar-a-Lago), nessuno lo sa. Così come non è chiaro cosa può accadere quando De Santis, governatore della Florida, rifiuterà (come pare) di estradare Trump nella sua Nuova York.
Tutta la situazione è per gli USA davvero terra incognita. Tuttavia, non lo è per l’Italia. Silvio Berlusconi, ricordiamo, subì la continua pressione della magistratura per almeno due decadi. Come in America ora, anche in Italia i media mainstream erano tutti a fare un tifo sfegatato per qualsiasi inchiesta contro Berlusconi, da quelle legate al fisco a quelle di sapore ben più boccaccesco della storia di Stormy Daniels, che per il facitore delle «cene eleganti» è davvero robetta (lì Trump ha davvero tanto da imparare).
Come in America ora, anche in Italia c’era una grande fetta della popolazione contro il tycoon dato alla politica, che veniva demonizzato sino all’isteria più parossistica – grazie all’industria culturale fatta di giornali, editori, comici che esprimevano fantasie sempre più volonte, nella chiara volontà di azzerare il personaggio. In USA chiamano questa forma di psicosi Trump Derangement Syndrome (Sindrome da disturbo Trump), in Italia, forse per mancanza di acume a destra, non abbiamo mai trovato un’espressione così efficace.
I ricordi della storie delle Olgettine, con le forze dell’Ordine che entrano dal contabile per vedere quanti soldi Berlusconi pagava le sue ospiti, ci fa capire che in Italia siamo andati in fondo a questo processo istituzionale di character assasination in cui è incappato Trump. (Per inciso: Trump aveva invitato Berlusconi al ballo di inizio presidenza, nel gannio 2017. Berlusconi, malgrado sia riconosciuto come una sorta di «maestro», ossia di «precedente» di Trump, non andò: le malelingue dicono che a Silvio Donald non piaccia… che forse dietro possa esserci una storia di femmine?)
L’uso della Giustizia per fini politici l’abbiamo visto, e non ce lo siamo dimenticati – noi. Forse l’attuale governo, fatto di alleati di Berlusconi, forse sì: non vi è una minima vera riforma della magistratura ora in discussione.
Tuttavia, in America potrebbero superarci, e mettere Trump in galera con gli assassini, dopo averlo umiliato con le manette e la perp walk, la camminata del reo davanti ai flash dei fotografi portata ad arte da Rudolph Giuliani negli anni Ottanta quando distrusse le famiglie mafiose.
Secondo alcuni, potrebbe essere una manovra per scatenare una reazione dei supporter trumpiani – quei MAGA definiti oramai terroristi, attaccati in modo virulento dai discorsi allucinati e minacciosi di Biden – di modo da far scattare la repressione. Esattamente la manovra che fu il 6 gennaio 2021.
Come scritto da Renovatio 21, tuttavia, i moti conseguenti all’arresto di Trump potrebbero essere una via per la pace mondiale.
Politica
Per vincere le elezioni Erdogan abbraccia l’estremismo islamico

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il fronte unito delle opposizioni, con il possibile sostegno del più importante partito curdo, apre la partita elettorale. In risposta la coalizione di governo accoglie l’Yrp e l’Huda-Par, due partiti che raggiungono a fatica l’1% dei consensi. Nell’accordo elettorale l’abrogazione della legge che punisce la violenza sulle donne e i minori. Nel mirino anche i diritti LGBTQ+.
Per allargare l’alleanza e allontanare l’ipotesi di una sconfitta alle elezioni presidenziali del 14 maggio, anche in considerazione della ritrovata alleanza dei partiti di opposizione che puntano anche al voto dei curdi, Recep Tayyip Erdogan imbarca l’ala (radicale) islamica. In questi ultimi giorni, due nuove formazioni politiche si sono alleate alla coalizione governativa, il New Welfare Party (YRP) e l’Huda-Par. Un matrimonio di interessi per l’Alleanza popolare che rischia però di affossare i diritti di donne e minoranze (oltre ai rifugiati siriani) e sposta sempre più a destra l’asse di un futuro esecutivo guidato dall’AKP.
Analisti ed esperti concordano nel ritenere che le elezioni presidenziali e legislative in programma fra poche settimane si presentano come le più incerte e combattute degli ultimi 20 anni, in cui ha dominato il Partito della Giustizia e dello Sviluppo e il suo leader Erdogan. Da qui la scelta del «sultano» di inglobare anche alleati un tempo scomodi, a conferma di un panico crescente negli ambienti governativi per la presenza di una opposizione sempre più unita e con un seguito nel Paese.
Corteggiare due formazioni politiche che, a stento, superano l’1% dei consensi alle urne non è segno di grande salute, anche se risulta in linea con la progressiva radicalizzazione delle politiche di Erdogan, improntate a colpi di nazionalismo e islam. Fatih Erbakan, leader YRP, ha rinnovato nel 2018 il partito fondato dal padre nel 1983 conservandone la linea religiosa e anti-laica che aveva già ispirato il movimento Milli Gurus, ben radicato nella diaspora soprattutto in Europa grazie a una rete capillare di scuole e moschee. Di recente, un membro del gruppo giovanile ha sollevato aspre polemiche augurandosi una introduzione «a breve» della sharia in Turchia.
Il sostegno dei movimenti estremisti ha, come ovvio, un prezzo: i due schieramenti hanno presentato almeno 30 richieste, fra le quali emerge la cancellazione della legge 6248 del 2012 che contrasta e punisce la violenza contro donne e bambini. Una posizione folle, secondo l’avvocato Gokcecicek Ayata interpellata da al-Monitor, in una nazione in cui ogni giorno vengono uccise almeno tre donne per violenze che si consumano fra le pareti domestiche.
Una condizione definita «linea rossa» persino da una parte dell’AKP, partito che nel luglio 2021 – dietro esplicito sostegno del suo leader Erdogan – ha sancito il ritiro del Paese dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza di genere e domestica. Un’altra richiesta non negoziabile per il leader del New Welfare Party è la chiusura di tutte le associazioni e gruppi che difendono i diritti LGBTQ+ o si battono per la parità in società. «Il nostro presidente – spiega una nota di partito – è estremamente meticoloso al riguardo».
(…)
Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne.
Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Immagini di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Politica
QAnon Shaman è libero!

Jacob Chansley, conosciuto anche come Jake Angeli, ma soprattutto noto al mondo come «QAnon Shaman» è uscito di prigione.
Secondo quanto riferito, l’uomo – che è veterano della Marina USA – è stato trasferito in una struttura di «gestione di rientro residenziale» a Phoenix, in Arizona.
Il rilascio del prigioniero politico, colpevole di essere parte della protesta del 6 gennaio 2021 presso il Campidoglio, avviene ben 14 mesi prima la fine della pena che gli è stata comminata, che era di 41 mesi, da scontare in un complesso carcerario federale americano. L’uomo ha scontato ad ora in tutto in 27 mesi.
«Dopo aver scontato undici mesi di isolamento prima dell’imposizione della sua condanna, e solo 16 mesi della sua condanna in seguito, è opportuno che a questo giovane gentile e intelligente sia permesso di andare avanti con la fase successiva di quella che senza dubbio sarà una vita ricca e rispettosa della legge» ha dichiarato l’avvocato Albert S. Watkin. «Applaudo la decisione del Bureau of Prison degli Stati Uniti a questo proposito».
Non è stata data ancora una spiegazione dell’improvviso rilascio del Chansley. Tuttavia pare evidente una correlazione con la pubblicazione degli inediti video di sorveglianza ottenuti dal giornalista Tucker Carlson tramite lo speaker della Camera Kevin McCarthy.
Nei filmati era possibile vedere QAnon Shaman che, lungi dall’essere l’intruso scalmanato e violento che hanno dipinto i media (con commentatori goscisti a chiedersi in diretta perché la polizia non lo avesse ucciso lì al momento, visto che poteva farlo), ma, al contrario, si era mosso in maniera ordinata e rispettosa fra gli agenti della polizia, che pure lo hanno scortato per il palazzo aprendo per lui le porte.
Here's the video of Capitol police escorting Jacob Chansley through the Capitol that freed him 14 months early.
Thank you Tucker Carlson for telling the truth Democrats desperately tried to hide. pic.twitter.com/KmYUCBXxWv
— Cassandra (@CassyWearsHeels) March 30, 2023
Giunto alla camera, Chansley aveva esortato gli altri manifestanti a rispettare il luogo, e aveva proferito ad alta voce una preghiera a Dio per ringraziarlo anche della cortesia dei poliziotti.
Tutto questo, ovviamente, non era stato mostrato fino a poche settimane fa: il Partito Democratico e i canali degli oligarchi (media e social media) avevano bisogno di creare la narrativa del 6 gennaio-Pearl Harbor, 6 gennaio-11 settembre, così da mandare avanti la trasformazione dei sostenitori di Trump, i genitori contrari all’indottrinamento dei figli, i no-vax , i fedeli della messa in Latino in «terroristi domestici», legittimo obiettivo, quindi, della repressione dell’FBI, ridotto a guardia pretoriana del potere del senile Biden e dei suoi pupari.
Dopo la visione dei video mandati in onda da Carlson, la liberazione era stata chiesta a gran voce da varie parti, incluso Elon Musk: «Chansley è stato falsamente descritto dai media come un criminale violento che ha cercato di rovesciare lo stato e che ha esortato gli altri a commettere violenza. Ma qui sta esortando le persone a essere pacifiche e tornare a casa» ha detto il padrone di Tesla, SpaceX e Twitter.
Che l’aria stia cambiando?
Nel frattempo, nel Campidoglio del Kentucky, a protestare contro la messa al bando alle mutilazioni genitali infantili della chirurgia gender, è comparso un personaggio osceno, subito definito il QAnon Shaman Trans. Ovviamente, ha le corna, ed un aspetto apertamente demoniaco – oltre che essere sovrappeso, come tantissimi del giro di drag queen e simili.
Trans protesters storming the Kentucky Capitol have their very own Shaman, and he’s dressed like a demon. pic.twitter.com/lmvFvOvdGq
— Ian Miles Cheong (@stillgray) March 30, 2023
In realtà, di QAnon Shaman ce ne è uno solo. Ed ora è libero!
Viva il popolo americano. Viva MAGA. Viva mega MAGA. Viva Ultra MAGA. Viva ultra mega MAGA, e tutto il folclore possibile.
In attesa del Ritorno del Re, l’unico che – rebus sic stantibus – può davvero riportare la pace sul pianeta.
Immagine screenshot da YouTube
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