Politica
Raid FBI a casa di 35 alleati di Trump, dice Steve Bannon

L’FBI ha fatto irruzione nelle case di 35 alleati di Donald Trump. Lo ha rivelato l’ex consigliere senior di Trump Steve Bannon.
L’accusa arriva nel momento in cui il presidente Biden attacca senza più remora alcuna i «repubblicani del MAGA» definendoli come «una minaccia» alle fondamenta del Paese.
Parlando con il fondatore di Turning Point USA Charlie Kirk su Real America’s Voice, Bannon ha detto venerdì scorso che «trentacinque membri anziani, repubblicani MAGA, sostenitori di Donald Trump», sono stati sottoposti a raid dell’FBI nelle loro case il giorno precedente.
Notando che le incursioni non sono state riportate nei principali organi di stampa, Kirk ha chiesto a Bannon di ripetere l’accusa. Bannon ha dichiarato che stava «dando la notizia proprio qui» che i raid erano effettivamente avvenuti.
BREAKING: Steve Bannon drops BOMBSHELL revealing 35 senior Trump allies were raided by Regime FBI yesterday
— Benny Johnson (@bennyjohnson) September 9, 2022
«Tutte queste persone hanno avvocati, sanno tutti chi sono gli avvocati, [l’FBI] non ha servito queste citazioni agli avvocati», ha detto, come riportato da Lifesitenews. «Volevano farne un grande show, volevano prendere un sacco di loro dispositivi. Questo è l’FBI che cerca di entrare e cercare di usare i muscoli».
«Questa è una tattica della Gestapo», ha detto il Bannon. «Si tratta di intimidazioni».
In un tweet di venerdì in risposta all’accusa di bomba di Bannon, la fondatrice del Liberty Center avvocato Harmeet Dhillon ha dichiarato che «questo è successo anche a molti alleati di Trump che conosco anch’io».
Dhillon ha dato una conferma più completa durante un’intervista di venerdì sera con il conduttore di Fox News Tucker Carlson, in cui ha affermato che fino a 50 mandati di perquisizione o citazioni sono stati emessi per i sostenitori di Trump. Secondo la Dhillon, le citazioni in giudizio erano «estremamente ampie» e richiedevano tutte le comunicazioni che andavano da un mese prima a due mesi dopo le elezioni del 2020.
The Purge Of MAGA Continues@pnjaban Joins Tucker Carlson To Confirm That The DOJ And FBI Are Continuing To Raid Trump Supporters And Tipping Off The Media Ahead Of The Raids pic.twitter.com/qYvpFafhLj
— The Columbia Bugle 🇺🇸 (@ColumbiaBugle) September 10, 2022
I raid segnalati arrivano poche settimane dopo che l’FBI ha eseguito una perquisizione senza precedenti nella casa di Trump a Mar-a-Lago a Palm Beach, in Florida, all’inizio del mese scorso. La notizia il tetro discorso di Philadelphia dove Biden in sostanza dichiara guerra ai «repubblicani MAGA» come nemici dello Stato.
Lo stesso Bannon è nel mezzo di una battaglia legale in corso dopo essere stato dichiarato colpevole di due accuse di oltraggio al Congresso da un tribunale federale a luglio. Il verdetto è stato emesso dopo che Bannon non ha rispettato un mandato di comparizione emesso dal comitato della Camera guidato dai Democratici che indagava sugli eventi del 6 gennaio.
Bannon si è dichiarato non colpevole, ma rischia da 60 giorni a due anni di carcere e una multa fino a 2.000 dollari.
L’FBI è oramai considerata da una vasta porzione di americani come la guardia pretoriana di Biden e dell’establishment, cioè del Deep State. Si stanno moltiplicando gli appelli ad addirittura dissolvere del tutto la forza di polizia federale.
La Seconda Guerra Civile americana è sempre più vicina?
Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0);
Politica
L’architetto delle sanzioni americane anti-Russia accusato di corruzione

L’eminente senatore democratico americano Robert Menendez è stato accusato per la sua presunta relazione di corruzione con tre uomini d’affari. L’atto d’accusa, aperto venerdì davanti alla corte federale di Manhattan, nomina anche sua moglie Nadine, così come altri tre sospettati, presumibilmente coinvolti nel piano.
Secondo il documento, il deputato e sua moglie, almeno dal 2018 al 2022, hanno ricevuto «centinaia di migliaia di dollari in tangenti in cambio dell’uso del potere e dell’influenza di Menendez come senatore» per servire gli interessi dei tre uomini d’affari, così come uno Stato straniero, vale a dire l’Egitto.
«Tali tangenti includevano contanti, oro, pagamenti per un mutuo sulla casa, compensi per un lavoro basso o per mancata presentazione, un veicolo di lusso e altre cose di valore», si legge nell’accusa contro il celebre senatore democrat.
Secondo i pubblici ministeri statunitensi, una perquisizione nella casa di Menendez ha portato alla luce lingotti d’oro per un valore di circa 100.000 dollari, oltre a quasi 500.000 dollari in contanti nascosti.
La nuova accusa rappresenta il secondo scandalo di corruzione per Menendez mentre era in carica. Nel 2015, il senatore è stato incriminato nel New Jersey con l’accusa di corruzione in un complotto tra lui e un ricco oculista. Il medico avrebbe scambiato vari «doni» del valore di quasi 1 milione di dollari con favori politici del senatore. Il caso si è concluso alla fine del 2017, quando una giuria non è riuscita a raggiungere un verdetto.
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Menendez è presidente della commissione per le relazioni estere del Senato USA dall’inizio del 2021.
È stato un attivo sostenitore delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti alla Russia dall’inizio del conflitto in Ucraina, sostenendo ripetutamente che le misure erano fondamentali per «limitare la capacità della Russia di partecipare all’economia globale, limitare le esportazioni critiche e… imporre costi alle élite russe», riporta RT.
Il caso potrebbe dunque gettare una luce sinistra sull’intero impianto di sanzioni contro Mosca, che si sono rivelate totalmente fallimentari.
In un editoriale a inizio anno, l’Economist aveva ammesso il fallimento delle sanzioni contro Mosca. «Attualmente, il sistema economico russo è in una forma migliore del previsto» scriveva la testata britannica, che si rendeva conto, di colpo, del danno invece procurato ai sanzionatori: «nel frattempo l’Europa, appesantita dai prezzi dell’energia alle stelle, sta cadendo in recessione».
Come riportato da Renovatio 21, i profitti di aziende russe come il colosso petrolifero Rosneft sono saliti nonostante le sanzioni. Le sanzioni, in realtà, sono state devastanti più per le economie dei Paesi che le hanno imposte – e la follia delle bollette sta a dimostrarlo.
L’economia russa, a differenza di quella occidentale, è tutt’altro che devastata. Di fatto, le sanzioni non hanno ferito la struttura economica di Mosca, e ciò era vero mesi fa come lo è ora. Come aveva dichiarato lo stesso Putin, le sanzioni non separano la Russia dal resto del mondo, anzi: la Russia ora lavora con altri Paesi per la creazione di valute alternative per il commercio globale.
Come riportato da Renovatio 21, i dati di questa primavera, riportati dall’agenzia Reuters, segnalano che l’economia in Russia continua a crescere. Mentre in Europa e nei singoli Paesi si parla di «economia di guerra». Orban, unico leader europeo a mantenere la ragione, ha dichiarato varie volte che le sanzioni uccideranno l’economia europea.
Nonostante i continui round di sanzioni indetti da Bruxelles contro la Russia, in Austria l’FPO, il partito anti-immigrati e anti-sanzioni, è primo nei sondaggi. In Germania invece oltre la metà della popolazione ha ammesso di essere più povera rispetto a quando nel 2021 le sanzioni non erano in atto.
In settimana il presidente russo Vladimir Putin aveva annunciato che la Russia si è di fatto ripresa dalla pressione delle sanzioni.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Politica
Uomo armato tenta di infiltrarsi al comizio di Kennedy. La Casa Bianca ha negato al candidato la protezione dei Servizi Segreti

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Politica
«Sta dalla parte delle dittature sanguinarie»: il candidato presidenziale argentino attacca papa Francesco

Nell’intervista di Tucker Carlson con Javier Milei – ad oggi, uno dei video più visti nella storia del nuovo Twitter, con oltre 350 milioni di visualizzazioni, più dell’intervista di Carlson con Donald Trump – il candidato presidenziale argentino, dato dai sondaggi come favorito, ha attaccato con durezza papa Francesco.
A seguito di una domanda sull’aborto, al quale Milei aveva risposto articolatamente affermando la sua totale opposizione, Carlson chiede il perché della mancanza di appoggio da parte del papa nei suoi confronti.
«Lei ha detto di essere cattolico» dice Tucker. «Lei sta difendendo davvero il principio della vita cattolico. L’attuale papa viene dall’Argentina. Penserei che lui dovrebbe sostenerla, invece [il papa] la ha criticato, e lei lo ha chiamato “comunista”. Perché questa disconnessione?»
«Bene… per prima cosa, perché il papa gioca politicamente» risponde Milei. «È stato un papa con forte ingerenza politica».
Il papa «ha dimostrato una grande affinità con dittatori come Castro o come Maduro. Ciò vuol dire che sta dalla parte delle dittature sanguinarie».
Carlson interrompe: «Raoul Castro è un assassino».
«Sì, e Fidel Castro era pure lui un assassino» risponde il candidato.
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«Lei crede che il papa ha affinità con Raoul Castro?» torna a chiedere l’intervistatore.
«Sì, è così. Ha affinità con i comunisti assassini. Di fatto non li condanna. È piuttosto condiscendente con la dittatura venezuelana. È condiscendente con tutti quelli di sinistra, anche quando sono veri criminali. Questo è un problema».
Milei quindi procede con una tirata contro la giustizia sociale, considerata «centrale nella visione» del papa ma ritenuta «un furto» dal Milei. Sono qui sensibili gli echi ultraliberisti dell’economista, portiere e cantante rock. Egli infatti si è formato sui libri di Milton Friedman ed altri pensatori economici che predicano la totale deregulation dell’economia nella società, avversando con ogni mezzo il socialismo, al quale, durante l’intervista, ascrive le colpe della decadenza argentina, indicando che esso è stato abbracciato dalla classe politica corrotta di Buenos Aires da più di cento anni.
Più avanti nell’incontro con Carlson, parlando dell’isteria del Cambiamento Climatico e le sue radici «socialiste», e del collegamento di esso con l’aborto e il controllo della popolazione, il Milei è tornato a parlare del pontefice suo conterraneo.
«Tornando a papa Francesco: perché difende un’agenda che promuove l’assassinio, la rapina, l’invidia? È strano, no?».
«Ma perché allora lo fa?» domanda Carlson riferendosi a Bergoglio.
«Io credo che dovrebbe chiederlo a lui. Alla luce del dibattito, alla luce dell’evidenza empirica, lui è quello che deve dare spiegazioni del perché difende un sistema economico che conduce alla povertà, alla miseria, alla violenza, alla decadenza. E se saranno lasciati fare, distruggeranno il mondo… che lo spieghi lui»
Immagine screenshot da Twitter
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