Spirito
Putin: Dio è con noi
Dio è con la Russia, ha affermato il presidente Vladimir Putin, esprimendo fiducia che Mosca prevarrà nel conflitto con l’Ucraina.
Putin ha parlato con i giornalisti giovedì dopo una riunione del Consiglio economico eurasiatico supremo (SEEC) a San Pietroburgo. Alla domanda se crede che il conflitto in Ucraina finirà nel 2025 con una vittoria russa, ha detto: «Credo in Dio. E Dio è con noi».
Il presidente ha liquidato le notizie secondo cui gli Stati Uniti starebbero progettando di proporre il congelamento del conflitto lungo l’attuale linea del fronte in cambio di un rinvio dell’adesione dell’Ucraina alla NATO.
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Putin ha affermato che la proposta di rinvio era stata avanzata per la prima volta dal presidente uscente Joe Biden nel 2021, aggiungendo che all’epoca agli Stati Uniti era stato comunicato che ciò sarebbe stato inaccettabile per Mosca.
«Ci stiamo anche impegnando per porre fine al conflitto», ha detto Putin, sottolineando che «l’obiettivo numero uno» della Russia per il 2025 è ottenere vittorie sul campo di battaglia.
«Crediamo che avremo successo in prima linea e raggiungeremo i nostri obiettivi nel campo dell’economia, così come risolveremo i problemi sociali, i problemi di sicurezza militare e la sicurezza nel senso più ampio», ha affermato il presidente. «Continueremo a muoverci in conformità con i nostri piani».
Putin non ha fatto mistero della sua considerazione della Russia come polo spirituale a livello mondiale, in ispecie nel momento di decadenza e degenerazione dell’Occidente. Tale pensiero è particolarmente visibile negli annuali discorsi che Putin tiene al Club Valdai.
Come riportato da Renovatio 21, in materia di religione la settimana scorsa il presidente russo aveva dichiarato che ebrei etnici» senza fede stanno facendo a pezzi la chiesa cristiana in Ucraina.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
Spirito
Due nuovi «santi» venezuelani riaccendono le tensioni tra Chiesa e Stato
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Spirito
Omelia relativista di Papa Leone XIII: «nessuno possiede tutta la verità»
Papa Leone XIV ha dichiarato che «nessuno possiede la verità assoluta» e che «nessuno è escluso» dalla Chiesa, durante la sua omelia domenicale del 26 ottobre, pronunciata in occasione della messa giubilare per i gruppi sinodali e gli organismi partecipativi.
Le sue parole, che potrebbero essere interpretate come relativistiche rispetto alla proclamazione della fede unica della Chiesa cattolica, hanno sconvolto moltissimi.
L’amore è la «regola suprema della Chiesa». «Nessuno è chiamato a comandare», ma «tutti sono chiamati a servire»; nessuno deve «imporre le proprie idee», tutti sono invitati all’ascolto reciproco; e «nessuno è escluso» poiché «tutti siamo chiamati a partecipare».
«Nessuno possiede la verità tutta intera, tutti dobbiamo umilmente cercarla, e cercarla insieme»: un’affermazione scioccante per chi è il vicario di colui che è la Via, la Verità e la Vita..
Essere Chiesa sinodale significa riconoscere che la verità non si possiede, ma si cerca insieme, lasciandosi guidare da un cuore inquieto e innamorato dell’Amore.
Leone ha enfatizzato il concetto di Chiesa «sinodale», termine spesso usato dal suo predecessore, Papa Francesco, pur rimanendo vago nel significato. «Le équipe sinodali e gli organi di partecipazione sono immagine di questa Chiesa che vive nella comunione», ha aggiunto oscuramente il romano pontefice.
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«Dobbiamo sognare e costruire una Chiesa umile. Una Chiesa che non sta dritta in piedi come il fariseo, trionfante e gonfia di sé stessa, ma si abbassa per lavare i piedi dell’umanità; una Chiesa che non giudica come fa il fariseo col pubblicano, ma si fa luogo ospitale per tutti e per ciascuno; una Chiesa che non si chiude in sé stessa, ma resta in ascolto di Dio per poter allo stesso modo ascoltare tutti».
«Impegniamoci a costruire una Chiesa tutta sinodale, tutta ministeriale, tutta attratta da Cristo e perciò protesa al servizio del mondo» ha esortato il sommo pontefice con linguaggio sempre più tecnico e cervellotico.
Sebbene nessun individuo possegga la pienezza della verità, la Chiesa cattolica, in quanto Corpo mistico di Cristo guidato dallo Spirito Santo, ha sempre sostenuto di essere la custode del deposito della fede, ossia la verità rivelata da Dio.
I commenti di papa Leone appaiono ambigui e potenzialmente relativistici, poiché non ha chiarito la distinzione tra i membri fallibili della Chiesa, che possono errare nella comprensione della verità, e la Chiesa stessa, che custodisce e proclama l’unica vera fede.
Le parole di Prevost sembrano andare contro il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Il Magistero della Chiesa si avvale in pienezza dell’autorità che gli viene da Cristo quando definisce qualche dogma, cioè quando, in una forma che obbliga il popolo cristiano ad un’irrevocabile adesione di fede, propone verità contenute nella rivelazione divina, o anche quando propone in modo definitivo verità che hanno con quelle una necessaria connessione» (CCC, I dogmi della fede, 88).
La Sacra Scrittura parla della «casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e base della verità» (1Tim 3,15).
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Immagine di Edgar Beltrán via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Pensiero
Miseria dell’ora legale, contro Dio e la legge naturale
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