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Preludio alla guerra totale: gli USA vogliono schierare missili ipersonici Dark Eagle in Europa

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La Casa Bianca ha annunciato la scorsa settimana l’intenzione di schierare tre tipi di missili strategici in Germania, le cui nuove capacità dovrebbero includere:

 

1) Missili da crociera Tomahawk lanciati da terra, divenuti disponibili al Pentagono dopo che gli Stati Uniti hanno unilateralmente smantellato il Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF) con la Russia nel 2019. I missili prodotti da Raytheon hanno una gittata compresa tra 460 e 2.500 km e possono essere armati con testate nucleari convenzionali o a bassa o media potenza.

 

2) SM-6, un sistema missilistico terra-aria a lungo raggio che può essere lanciato dal nuovo sistema missilistico Typhon Mid-Range Capability (MRC) dell’esercito statunitense o dai sistemi di difesa aerea e missilistica Aegis Ashore che gli Stati Uniti hanno schierato in Romania e Polonia. Prodotto da Raytheon. Gittata di tiro di 240-460 km.

 

3) Vettori «ipersonici» ancora senza nome, ampiamente ipotizzate essere l’arma ipersonica a lungo raggio Dark Eagle (LRHW) dell’esercito USA, l’unica tra la mezza dozzina di programmi ipersonici statunitensi vicina allo stato operativo. I Dark Eagle («aquila oscura») sono sviluppati da Lockheed Martin ed hanno una ortata segnalata fino a 3.000 km. I dati relativi al loro carico utile sono ad oggi sconosciuti.

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«È il Dark Eagle che è forse il più destabilizzante», ha detto alla testata governativa russa Sputnik l’ex ispettore delle armi e ufficiale dell’intelligence del corpo dei Marines degli Stati Uniti Scott Ritter. «Sebbene non sia un missile con capacità nucleare, è un sistema che ha la capacità di colpire in profondità la Russia con testate ipersoniche di precisione che sono praticamente impossibili da intercettare».

 

Con un sistema del genere, ha osservato Ritter – ex ispettore delle armi delle Nazioni Unite diventato osservatore per gli affari internazionali e che negli anni ’80 ha letteralmente scritto il libro sul controllo degli armamenti in Europa – gli strateghi del Pentagono e i falchi a Washington potrebbero essere tentati di lanciare un’aggressione contro obiettivi militari e di leadership russi. Ciò sarebbe in linea con l’iniziativa di lunga data Conventional Prompt Strike (formalmente Prompt Global Strike) del dipartimento della Difesa USA, un programma in lavorazione dagli anni 2000.

 

«Questo è uno sviluppo straordinariamente destabilizzante e la Russia ha affermato che risponderà», ha affermato Ritter, osservando che mentre «i dettagli di una risposta russa non sono noti», è possibile che possa includere la ripresa dello sviluppo dell’RS-26 Rubezh, un missile balistico a propellente solido a raggio intermedio con un carico utile nucleare multiplo indipendente (MIRV) o manovrabile (MaRV).

 

«Si ritiene che la Russia potrebbe rimettere in funzione questo sistema e dispiegarlo in tempi brevi. L’RS-26 è un sistema mobile su strada che ha la capacità di trasportare tre testate ipersoniche Avangard [un veicolo planante, ndr] con capacità nucleare», ha affermato Ritter.

 

L’ex ispettore delle armi, che ha scritto un libro sulle sue esperienze di lavoro con l’On-Site Inspection Agency alla fine degli anni Ottanta per verificare la conformità dell’URSS al Trattato INF, allora ratificato di recente, concepito per ridurre drasticamente le tensioni nucleari in Europa eliminando tutti i missili lanciati da terra dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica con una gittata compresa tra i 500 e i 5.500 km, ha dichiarato a Sputnik che i piani di Washington di schierare nuovamente missili in Germania gli risultano inquietantemente familiari.

 

«Siamo tornati indietro nel tempo. Siamo tornati agli anni Ottanta, tornati a una situazione in cui gli Stati Uniti, la NATO e la Russia si scontrano ancora una volta con armi intrinsecamente destabilizzanti. Un errore, un calcolo sbagliato, un giudizio sbagliato potrebbero portare a una situazione in cui questi missili vengono lanciati con rabbia, e questo porterebbe al potenziale di uno scambio nucleare generale tra Stati Uniti e Russia», ha avvertito Ritter.

 

«La decisione americana e tedesca di schierare in Europa sistemi a raggio intermedio è una delle decisioni più pericolose che siano mai state prese dagli USA e dalla NATO in una stagione di decisioni pericolose. È un’escalation irresponsabile che, a meno che non venga invertita, può portare solo a conclusioni molto tragiche».

 

«È daccapo tutto un déjà vu. Ci siamo liberati di queste armi una volta. Abbiamo reso il mondo più sicuro. La domanda è: possiamo farlo di nuovo? E direi che con l’attuale leadership americana ed europea, l’attuale leadership americana e tedesca, non ho molte speranze», ha riassunto il Ritterro.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo scorso marzo il presidente russo Vladimiro Putin aveva dichiarato che le armi ipersoniche promesse sei anni fa sono ora in servizio.

 

Le truppe russe hanno già utilizzato i missili ipersonici Kinzhal e Tsirkon in combattimento, colpendo obiettivi militari ucraini di alto valore, ha detto Putin in un discorso all’Assemblea federale. Gli alianti ipersonici strategici Avangard e il sistema laser Peresvet sono già in servizio, ha continato il leader russo. Un aliante ipersonico è un veicolo solitamente progettato per trasportare un ordigno nucleare. Può viaggiare nell’atmosfera ad alta quota e a grande velocità e può manovrare per evitare l’intercettazione.

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«Questi sistemi hanno confermato le loro elevate – uniche, potrei dire senza esagerare – specifiche», aveva detto Putin dei sistemi d’arma. L’anno scorso lo stesso vertice del Cremlino aveva annunziato armi basate su «nuovi principi della fisica».

 

Tutte le nuove armi, ad eccezione del missile Tsirkon, erano state rivelate per la prima volta dal presidente russo durante un discorso del marzo 2018 all’Assemblea federale.

 

Come riportato da Renovatio 21, mesi fa gli USA avevano cancellato alcuni test sulla tecnologia missilistica supersonica. A settembre era emerso che lo schieramento del Dark Eagle è stato ritardato a causa di un test critico del suo veicolo planante.

 

Al ritardo degli USA nel settore ipersonico si aggiunge una beffa emersa con uno scoop del Washington Post: i sistemi ipersonici della Cina Popolare, che sarebbero praticamente pronti, sarebbero stati sviluppati con tecnologia tranquillamente venduta e trasferita da società americane.

 

Le armi ipersoniche sarebbero però già disponibili ad una schiera di Paesi tradizionalmente ostili a Washington come RussiaNord CoreaIran. Anche gli Houthi yemeniti di recente hanno comunicato, non si sa con quale livello di verità, di disporre di missili ipersonici.

 

A fine 2022 l’ammiraglio Charles Richard, il comandante uscente del Comando Strategico degli Stati Uniti, aveva lasciato trasparire la sua preoccupazione riguardo il fatto che l’attuale costrutto di deterrenza nucleare degli Stati Uniti possa non funzionare sia contro la Russia che contro la Cina, che descrive come potenze nucleari «quasi pari» con cui gli Stati Uniti sono in concorrenza.

 

La tecnologia missilistica ipersonica ha fatto saltare l’equilibrio tra superpotenze atomiche e il concetto di deterrenza.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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La Polonia invoca l’Articolo 4 della NATO

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La Polonia ha attivato l’articolo 4 del trattato NATO, che consente consultazioni quando un membro ritiene la propria sicurezza minacciata, in risposta a quello che ha definito un «atto di aggressione» russo.   Il primo ministro Donald Tusk ha annunciato la richiesta dopo aver informato i legislatori delle presunte violazioni dello spazio aereo.  Tusk ha riferito che l’esercito polacco ha rilevato 19 violazioni dello spazio aereo in sette ore, con tre o quattro droni abbattuti, provenienti dalla Bielorussia e non dall’Ucraina, definendo l’incidente una «provocazione» russa.   In precedenza, l’esercito bielorusso aveva comunicato di aver avvisato la Polonia riguardo a droni russi e ucraini, disorientati da contromisure elettroniche, permettendo una risposta rapida. Il generale Pavel Muraveiko, capo di stato maggiore bielorusso, ha confermato che le difese aeree di Minsk hanno intercettato alcuni droni e che tali comunicazioni con la Polonia sono parte di scambi regolari sulle minacce aeree.

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Diversi leader dell’UE hanno espresso solidarietà alla Polonia, attribuendo la responsabilità alla Russia. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, ha citato l’incidente nel suo discorso sullo «stato dell’Unione», chiedendo di continuare il supporto militare all’Ucraina.   Kaja Kallas, Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, ha definito l’episodio «la più grave violazione dello spazio aereo europeo» da parte russa dal 2022, suggerendo un’azione intenzionale.   Come riportato da Renovatio 21, la settimana scorsa, l’ex presidente polacco Andrzej Duda ha richiamato un episodio del novembre 2022, quando un missile ucraino ha colpito il territorio polacco, causando una vittima.  Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj aveva allora sostenuto che fosse un attacco russo, spingendo per una risposta NATO. Duda ha sottolineato che l’Ucraina cercava “chiaramente” di coinvolgere la NATO in un conflitto diretto con la Russia, uno scenario considerato un «sogno» per Kiev, ma inaccettabile per la Polonia.   Come riportato da Renovatio 21, il missile ucraino caduto in territorio polacco oramai un anno fa uccise due agricoltori e scatenò l’ira di politici locali, che arrivarono a chiedersi cosa davvero stesse facendo Kiev.   Come riportato da Renovatio 21, ancora a marzo 2022, agli albori della guerra ucraina, si parlò in consultazioni NATO della possibilità di far scattare l’articolo 4. Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia avevano allora avviato la consultazione dell’articolo 4 in seguito all’incursione russa in Ucraina.   «In primo luogo, invocando l’articolo 4, la NATO si stava posizionando per una potenziale azione militare offensiva; i suoi precedenti interventi militari contro la Serbia nel 1999, l’Afghanistan nel 2001, l’Iraq nel 2004 e la Libia nel 2011 sono stati tutti effettuati ai sensi dell’articolo 4 della Carta della NATO» aveva commentato l’esperto in armamenti Scott Ritter. «Vista in questa luce, la premessa che la NATO sia un’organizzazione esclusivamente difensiva, impegnata nella promessa di un’autodifesa collettiva, è infondata».   «In secondo luogo, mentre le protezioni dell’articolo 5 (difesa collettiva) si estendono solo ai membri effettivi della NATO, cosa che l’Ucraina non è, l’articolo 4 consente di estendere l’ombrello della protezione della NATO a quei membri non NATO che l’alleanza considera un alleato», una categoria dove l’allora segretario NATO Jens Stoltenberg aveva «chiaramente inserito l’Ucraina».  

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Immagine NATO North Atlantic Treaty Organisation via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
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Attacco russo danneggia la sede del governo ucraino

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Il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko, ha annunciato domenica che un drone russo ha colpito la sede del governo ucraino nella capitale. Al momento, il Ministero della Difesa russo non ha commentato l’accaduto.

 

Le autorità ucraine hanno riferito che ci sono stati attacchi anche in altre zone di Kiev e in diverse città, tra cui Odessa, Krivoy Rog, Dnipro e Kremenchuk. Klitschko ha comunicato su Telegram che «un edificio governativo ha preso fuoco in seguito all’apparente abbattimento di un drone».

 

Nel frattempo, l’agenzia di stampa ucraina UNIAN ha diffuso un video che mostra del fumo alzarsi da un edificio situato nei pressi di Piazza Indipendenza.

 

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Il primo ministro ucraino, Yulia Sviridenko, ha poi confermato che l’edificio governativo è stato danneggiato, sottolineando che si tratta del primo episodio simile. Secondo quanto riferito, le parti colpite sono il tetto e i piani superiori. «I soccorritori stanno spegnendo l’incendio», ha dichiarato, pubblicando una foto di un elicottero impegnato nello spegnimento dell’incendio, insieme a immagini che mostrano gravi danni all’interno della struttura.

 

Il deputato Yaroslav Zheleznyak ha dichiarato che l’ufficio del primo ministro si trovava non lontano dal punto colpito, precisando che nella stessa area erano presenti anche alcune strutture tecniche.

 

Stando alle autorità locali, l’attacco su Kiev ha provocato la morte di almeno due persone e il ferimento di altre quindici.

 

Negli ultimi mesi, la Russia ha effettuato numerosi attacchi a lungo raggio con missili e droni contro l’Ucraina, prendendo di mira installazioni militari e impianti industriali legati al settore della difesa.

 

Le autorità russe affermano di non aver mai intenzionalmente colpito civili.

 

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Immagine screenshot da Youtube

 

 

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F-16 venezuelani sorvolano nave da guerra USA

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Giovedì due caccia F-16 venezuelani hanno sorvolato una nave da guerra statunitense nei Caraibi, scatenando l’allarme degli Stati Uniti contro l’interferenza del regime di Maduro nelle operazioni statunitensi nella regione.   Il sorvolo è avvenuto due giorni dopo che un attacco statunitense ha ucciso 11 presunti narcoterroristi a bordo di un’imbarcazione venezuelana in acque internazionali.   «Oggi, due aerei militari del regime di Maduro hanno sorvolato una nave della Marina statunitense in acque internazionali», ha affermato il Pentagono in una nota, definendo l’accaduto «una mossa altamente provocatoria».    

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«Si consiglia vivamente al cartello che gestisce il Venezuela di non intraprendere ulteriori azioni volte a ostacolare, scoraggiare o interferire con le operazioni antidroga e antiterrorismo condotte dall’esercito statunitense».   Un funzionario statunitense, parlando con Reuters in condizione di anonimato, ha affermato che gli aerei erano F-16 e che hanno sorvolato la USS Jason Dunham.   La Dunham è una delle almeno sette navi da guerra statunitensi dispiegate nei Caraibi, con a bordo oltre 4.500 marinai e marines, in un rafforzamento militare che ha suscitato preoccupazione a Caracas.   Anche i marines statunitensi e i marinai della 22nd Marine Expeditionary Unit hanno svolto addestramento anfibio e operazioni di volo nel sud di Porto Rico.   Il presidente Trump ha confermato l’attacco di martedì contro l’imbarcazione venezuelana poco dopo che è avvenuto.   «Stamattina presto, su mio ordine, le forze armate statunitensi hanno condotto un attacco cinetico contro i narcoterroristi del Tren de Aragua, identificati con certezza, nell’area di responsabilità del SOUTHCOM. Il TDA è un’organizzazione terroristica straniera designata, che opera sotto il controllo di Nicolas Maduro, responsabile di omicidi di massa, traffico di droga, traffico sessuale e atti di violenza e terrorismo negli Stati Uniti e nell’emisfero occidentale”, ha dichiarato il Presidente».   «L’attacco è avvenuto mentre i terroristi si trovavano in mare in acque internazionali, impegnati a trasportare stupefacenti illegali diretti negli Stati Uniti. L’attacco ha causato la morte di 11 terroristi. Nessun membro delle forze armate statunitensi è rimasto ferito durante l’attacco. Vi preghiamo di far sì che questo serva da avviso a chiunque pensi anche solo di introdurre droga negli Stati Uniti d’America. ATTENZIONE!»   Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha difeso lo sciopero nei commenti ai giornalisti e ha promesso che tali attività continueranno, citando la minaccia che gli stupefacenti illegali rappresentano per la salute pubblica negli Stati Uniti.   «L’avvelenamento del popolo americano è finito», ha affermato Hegseth.   Il mese scorso, il presidente Trump aveva deciso di inviare altri 4.000 marines statunitensi nelle acque latinoamericane per combattere i cartelli della droga.   Secondo due funzionari della difesa che hanno parlato con la CNN, la mossa fa parte di una strategia più ampia per preparare l’esercito a colpire i cartelli, ed era in preparazione da settimane.   Una terza fonte ha affermato che lo spiegamento era «mirato a far fronte alle minacce alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti provenienti da organizzazioni narco-terroristiche appositamente designate nella regione».   Il dispiegamento comprende il Jima Amphibious Ready Group (ARG) e la 22nd Marine Expeditionary Unit, che rispondono al Comando meridionale degli Stati Uniti.   Uno dei funzionari che ha parlato con la CNN ha affermato che l’intenzione era quella di dimostrare la propria forza, ma che ciò consentirà anche agli Stati Uniti di avere più opzioni se il presidente Trump decidesse di colpire i cartelli.   Il New York Times ha rivelato che il presidente Trump ha autorizzato segretamente l’esercito statunitense a prendere di mira i cartelli.   «L’ordine fornisce una base ufficiale per la possibilità di operazioni militari dirette in mare e su suolo straniero contro i cartelli», ha spiegato il NYT.

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«I funzionari militari statunitensi hanno iniziato a elaborare opzioni su come l’esercito potrebbe perseguire i gruppi», hanno affermato persone a conoscenza delle conversazioni, che hanno voluto mantenere l’anonimato per discutere delle delicate deliberazioni interne.   Gli sviluppi recenti si inseriscono nel contesto delle annunciate operazioni cinetiche programmate dal presidente americano contro il narcotraffico. Ad inizio mandato era trapelata l’ipotesi di un utilizzo delle forze speciali contro i narcocartelli messicani. La prospettiva, respinta dal presidente messicano Claudia Sheinbaum, ha scatenato una rissa al Senato di Città del Messico la scorsa settimana.   Le tensioni tra Stati Uniti e Venezuela sono in aumento. Secondo quanto riferito, sette navi da guerra statunitensi e un sottomarino d’attacco rapido a propulsione nucleare stanno già pattugliando i Caraibi meridionali o lo faranno presto, insieme a più di 4.500 marinai e marine. Maduro ha risposto visitando un grande spiegamento militare ritratto in video e mandato in rete nelle scorse ore.   La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma.

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  Immagine di Rob Schleiffert via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic   
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