Predazione degli organi
Predazione degli organi, in Australia discutono di mollare la regola del «donatore morto» e la possibile eutanasia del donatore

Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge. Ricordiamo che la posizione di Renovatio 21 è sempre contraria alla «donazione» degli organi, che in verità è predazione degli organi, in quanto avviene (con la sola eccezione delle cornee) quando il cuore dell’individuo batte ancora, quindi quando è ancora vivo – la morte cerebrale è solo una convenzione variabile per permettere l’espianto e i commerci che ne derivano.
Nello stato di Victoria, in Australia, sono iniziate le pressioni per eliminare la regola del donatore morto e persino per rendere possibile l’eutanasia del donatore di organi.
Un recente articolo su The Age ha evidenziato il tragico caso di Angus Catt, un ragazzo di 26 anni gravemente danneggiato a seguito di un incidente in Corea del Sud. La sua famiglia ha scoperto che era un donatore di organi registrato e voleva donare i suoi organi dopo che il supporto vitale era stato rimosso. Tuttavia, gli organi sono stati danneggiati durante il periodo di attesa.
Sua madre, la professoressa associata Sally Catt, embriologa alla Monash University, ha chiesto al Parlamento dello Stato di raccomandare la legalizzazione della chirurgia per recuperare organi da donatori registrati, con l’approvazione della famiglia, prima che si verifichi la morte circolatoria. Ha detto a un’inchiesta sull’aumento del numero di donatori registrati che l’osservanza della regola dei donatori morti significava che «i quattro potenziali destinatari hanno perso il dono della vita di cui avevano un disperato bisogno. Ad Angus è stato negato il desiderio di donare i suoi organi».
Il dottor Simon Longstaff, del The Ethics Centre, a Sydney, ha detto a The Age di nutrire dubbi sulla proposta. Il principio fondamentale per la donazione di organi vitali è che il donatore deve essere morto.
«O sei vivo o sei morto in questo sistema [ma] staresti effettivamente stabilendo un precedente in cui a una persona incapace di acconsentire verrebbero rimossi gli organi», ha detto.
Anche se il donatore si fosse iscritto al registro dei donatori di organi, presume che sarà morto quando avverrà la donazione.
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Morte cerebrale
Donna «cerebralmente morta» partorisce un bambino

Una donna della Georgia dichiarata in «morte cerebrale» ha dato alla luce un maschietto di circa mezzo chilo dopo essere stata attaccata al respiratore quattro mesi. Lo riporta LifeSite.
Il 13 giugno, Adriana Smith, 31 anni, un’infermiera di Atlanta dichiarata «cerebralmente morta» – un termine infondato utilizzato per giustificare la predazione degli organi – a febbraio mentre era incinta, è stata sottoposta a un taglio cesareo d’urgenza alla 29ª settimana, dando alla luce un bambino maschio di una libbra e 13 once, cioè circa mezzo chilo, secondo quanto riportato dal quotidiano locale 11Alive.
«Ci aspettiamo che stia bene», ha detto la madre di Adriana, April Newkirk. «Sta solo lottando. Vogliamo solo preghiere per lui. Continuate a pregare per lui. Ora è qui».
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Il neonato, di nome Chance, è attualmente ricoverato in terapia intensiva neonatale. A febbraio, Adriana era stata ricoverata in ospedale dopo un’emergenza medica legata a coaguli di sangue nel cervello. All’epoca, era incinta di otto settimane. Durante il ricovero, Adriana è stata dichiarata «morte cerebrale».
Mentre la maggior parte dei pazienti cosiddetti «cerebralmente morti» vengono staccati dal supporto vitale subito dopo la diagnosi, nonostante molti si siano ripresi naturalmente, Adriana è stata tenuta in vita negli ultimi quattro mesi in modo che il suo bambino non ancora nato potesse nascere.
Il LIFE Act dello Stato americano della Georgia, in vigore dal 2022, riconosce come persona un feto con battito cardiaco rilevabile. La legge vieta l’aborto una volta rilevato il battito cardiaco fetale, di solito intorno alla sesta settimana di gravidanza.
La legge non impone esplicitamente agli ospedali di tenere in vita le madri per il parto. Tuttavia, l’Emory University Hospital di Atlanta ha dichiarato che Adriana sarebbe stata tenuta in vita con il supporto vitale, consentendo al suo bambino di nascere.
Questa decisione, resa pubblica in un’intervista rilasciata a April a maggio, ha scatenato l’ira degli attivisti pro-aborto che sostengono che la legge pro-life contraddice l’autonomia personale di Adriana, in altre parole, viola i suoi «diritti» non consentendone la morte.
Il 17 giugno, pochi giorni dopo la nascita di Chance, Adriana è stata staccata dal supporto vitale, secondo 11 Alive. Non è noto se Adriana sia deceduta.
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Tuttavia, mentre gli attivisti pro-aborto infuriano, non riescono a riconoscere che, sebbene Adriana abbia perso la vita, al suo bambino è stato concesso il dono della vita.
Alla memoria del lettore di Renovatio 21, non può non riaffiorare il ricordo degli attacchi feroci e sconvolti che arrivarono contro l’allora premier italiano Silvio Berlusconi quando questi disse che Eluana Englaro non poteva essere lasciata morire in quanto ancora in grado di generare figli.
Il caso della Georgia dimostra che ciò era la pura, incontrovertibile verità.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Morte cerebrale
La Littizzetto all’anagrafe per convincere i cittadini a farsi espiantare gli organi

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Predazione degli organi
Aumentano le opposizioni all’espianto degli organi. Gli italiani stanno comprendendo la realtà della predazione?

La legge italiana ha stabilito il principio del consenso o dissenso esplicito, sulla base di cui ad ogni persona maggiorenne viene data la possibilità di dichiarare validamente la propria volontà in merito alla cosidetta donazione degli organi.
La mens del legislatore non era certo quella di rispettare sic et simpliciter la volontà dei cittadini, figuriamoci, bensì quella di ridurre la percentuale delle opposizioni ai trapianti. Infatti, in presenza di una esplicita dichiarazione espressa in vita da parte del «defunto» gli aventi diritto non possono opporsi al prelievo.
In realtà, la legge 91/99 agli articoli 4 e 5 ha stabilito il principio del silenzio-assenso in base a cui la mancata dichiarazione di volontà viene considerata come consenso alla donazione. Tuttavia, tale enunciato non può essere applicato, in quanto, come previsto dalla legge stessa, non è stata ancora costituita un’anagrafe informatizzata che consenta la notifica ad ogni cittadino, da parte di un Pubblico Ufficiale, di un modulo per la dichiarazione di volontà.
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Pertanto, il principale ostacolo da superare al fine di ottenere un numero sempre crescente di organi freschi è la percentuale delle opposizioni da parte dei familiari dei comatosi, che tende a rimanere stabile nel tempo intorno al 30%. La speranza del legislatore era di raccogliere dai cittadini un elevato numero di consensi che consentisse di abbattere in maniera significativa la suddetta soglia, bypassando le dichiarazioni di volontà dei soggetti terzi.
Tale stratagemma però non ha funzionato e si è trasformato in un clamoroso boomerang: nei primi mesi del 2025 ben il 40% delle persone che hanno rinnovato la carta d’identità si è esplicitamente opposto al trapianto degli organi (la percentuale più alta registrata negli ultimi dieci anni), mentre nel 2024 tale percentuale si era attestata intorno al 37%. Complessivamente, nel sistema informativo dei trapianti sono stati depositati 22,3 milioni di dichiarazioni: 15,5 milioni di consensi e 6,8 milioni di opposizioni.
Il centro nazionale trapianti, che coordina la distribuzione degli organi in tutti gli ospedali italiani, giudica questo andamento molto preoccupante.
Vista la malaparata, già da qualche anno la macchina della predazione degli organi ha tirato fuori dal cilindro magico nuove tecniche di accertamento della morte finalizzate ad allargare la platea dei potenziali donatori, come la donazione di organi a cuore fermo (DCD).Inoltre, comincia a filtrare attraverso i media l’ipotesi che la cosiddetta «donazione degli organi» possa un giorno diventare un obbligo.
C’è da tenere presente che in questi ultimi anni è stata organizzata dalle istituzioni una massiccia campagna di (dis)informazione mirata a convincere la popolazione a cedere i propri organi. Ovviamente, trattasi di pura propaganda che si guarda bene dall’informare correttamente il cittadino, tendendo essenzialmente a far leva sull’emotività (la cultura del dono) e sul senso di colpa.
Sembra però che una consistente parte degli italiani non sia caduta nella trappola psicologica e abbia declinato l’invito ad acconsentire di essere trattata come carne da macello.
Del resto, quello della morte cerebrale può apparire un argomento complesso, da addetti ai lavori, quando invece la sua apparente difficoltà deriva unicamente dal fatto che si tratta di un costrutto artificiale, studiato a tavolino, il cui unico fine è consentire l’eliminazione del comatoso e la predazione degli organi.
In effetti, chiunque è in grado di distinguere un cadavere da una persona ancora in vita, anche se non ha mai sfogliato una sola pagina di un libro di medicina o di anatomia. L’inganno della morte cerebrale sta proprio in questo: trasformare la vita e la morte da eventi naturali ed osservabili a eventi artificiali che possono essere accertati solamente tramite l’ausilio di complessi macchinari e da una commissione medica istituita ad hoc.
Ad ogni modo, il sensibile aumento delle opposizioni ai trapianti lascia ben sperare: il buon senso delle persone tende ancora a prevalere sulla menzogna e sull’artificio, almeno fintantoché le sarà concesso di esprimere la loro volontà.
Abbiamo già avuto modo di sperimentare infatti come i valori liberal democratici su cui si fondano gli Stati moderni possono diventare elementi di intralcio per le élite dominanti, soprattutto quando i loro piani non coincidono esattamente con quelli della popolazione generale.
Alfredo De Matteo
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Immagine di Fruehaufsteher2 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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