Bioetica
Perché hanno ammazzato Vincent Lambert

I giornali titolano tutti, senza eccezione, che è morto Vincent Lambert.
Sbagliano tutti profondamente. La verità è che Vincent Lambert è stato ammazzato.
E non si dica che sono sottigliezze. A nessuno sarebbe saltato in mente, quando assassinarono Kennedy, di uscire col titolo: morto Kennedy. Oppure, dopo l’attentato a Falcone: deceduto Falcone. Oppure, ancora, dopo che Alì Agca ha sparato a Woytila: il papa ricoverato.
Non è una semplice morte, quella di Vincent. È un assassinio, aggravato dalla circostanza della particolare crudeltà verso la vittima. Un assassinio politico, se volete. Un assassinio di Stato, certamente
Si tratta di dire la verità, oppure di nasconderla, in religioso ossequio alla propaganda che vuole imporre il paradigma della dipartita obbligatoria per i soggetti non abbastanza produttivi. La stessa propaganda che vuole farci credere all’inganno della morte munita del prefisso «dolce», quella graziosamente concessa al sofferente per motivi umanitari.
Vincent Lambert, come Eluana, come Terry Schiavo, come tutti gli innocenti sacrificati sull’altare della democrazia del terzo millennio, frutto maturo della triade rivoluzionaria (liberté, egalité, fraternité) hanno patito un’agonia atroce sotto gli occhi impotenti di chi implorava pietà. Sono stati barbaramente uccisi dai mostri in uniforme che popolano ospedali, aule di «giustizia», stanze della politica, e sagrestie, pontificie accademie, sacri palazzi.
Un assassinio compiuto con il placet corale della nuova generazione cresciuta inconsapevolemente nel modello utilitarista ed edonista che pretende di eliminare il dolore: sei malato, meglio che tu muoia
Non è una semplice morte, quella di Vincent. È un assassinio, aggravato dalla circostanza della particolare crudeltà verso la vittima. Un assassinio politico, se volete. Un assassinio di Stato, certamente. Un assassinio di Stato combinato con la spinta prepotente della cosiddetta medicina moderna, che ha pervertito Ippocrate sino a divenire il suo contrario e si è fatta, senza resistenze, distributrice non più di cura, ma di morte a volontà.
Un assassinio compiuto con il placet corale della nuova generazione cresciuta inconsapevolemente nel modello utilitarista ed edonista che pretende di eliminare il dolore: sei malato, meglio che tu muoia. La moglie che chiede la morte per Vincent è la fotocopia del marito di Terry Schiavo. Poveretti – pensano oggi i ben-pensanti – meritano di guardare avanti, di rifarsi una vita: di ottenere lo scioglimento del vincolo matrimoniale via eutanasia. Un’alternativa come un’altra alla Sacra Rota, nel tempo dell’amoris laetitia.
Un assassinio compiuto grazie alla «giustizia» francese, non diversa da quella di qualsiasi altro Paese, che ha ballato il suo valzer intorno al «problema», in pilatesca attesa che arrivassero tutti gli altri, i medici, la politica, l’opinione pubblica, per pronunciare in coro la condanna a morte dell’innocente indifeso.
Quando non lanciano spot promozionali per il programma massonico,gli impiegati della chiesa o tacciono obbedienti o apparecchiano l’ormai consueto siparietto di opposizione sintetica
Un assassinio compiuto, soprattutto, grazie al silenzio della chiesa. Quando non lanciano spot promozionali per il programma massonico, i suoi impiegati o tacciono obbedienti o apparecchiano l’ormai consueto siparietto di opposizione sintetica: tre modalità diverse per un identico obiettivo, giusto per rimestare un po’ le acque e tenere al guinzaglio i papisti irriducibili.
Bergoglio, che si spende per negri, pagani e musulmani con una ostinazione probabilmente inimmaginabile allo stesso conte Kalergi, voleva che andasse esattamente come è andata, cioè come comandano i suoi veri padroni. E del resto, la disintegrazione della civiltà cristiana passa per la sostituzione etnica e culturale così come per l’eutanasia. L’Europa va ridotta a una banlieue violenta, ad un caos totale senza più alcun punto di riferimento dove la vita umana – del feto, del bambino, del malato, dell’anziano, di chiunque – non vale più niente ed è consegnata all’arbitrio dei potenti affinché ne dispongano secondo i propri interessi.
La disintegrazione della civiltà cristiana passa per la sostituzione etnica e culturale così come per l’eutanasia
Doveva morire, Vincent, senza fastidiose interferenze. Da Santa Marta in giù, sono stati tutti zitti per lasciare che la macchina della morte compisse indisturbata la sua marcia. Solo quando la clessidra era agli sgoccioli, dopo otto giorni di agonia senza nutrimento e senz’acqua, ma guarda che tempismo, Bergoglio ha cinguettato. Lo ha fatto in incertam personam – «preghiamo per i malati che sono abbandonati e lasciati morire», senza nemmeno nominare il figlio di Dio che in quelle ore veniva finito sotto la nuova ghigliottina.
A sacrificio avvenuto, qualche prefica si è battuta il petto, ad pompam, come si usa. E il cinguettatore ha di nuovo cantato, per la seconda volta, battendo un telegramma di condoglianze con nome e cognome. Tanto ormai, tutto era compiuto.
L’Europa va ridotta a una banlieue violenta, ad un caos totale senza più alcun punto di riferimento dove la vita umana – del feto, del bambino, del malato, dell’anziano, di chiunque – non vale più niente ed è consegnata all’arbitrio dei potenti affinché ne dispongano secondo i propri interessi
Nel frattempo il ventriloquo Paglia, plenipotenziario vaticano sui temi della vita e della famiglia, spiega con misericordia dal pulpito di Famiglia Cristiana che «nel dramma il conflitto non aiuta» e che «la Conferenza episcopale francese ha sottolineato di non avere la competenza per esprimersi sul caso specifico, evitando di sostituirsi alla coscienza di coloro cui spetta la decisione, ma fornendo piuttosto il proprio contributo per istruire il cammino che conduce al giudizio».
Essa «si è pertanto limitata ad alcune considerazioni generali, senza la pretesa di entrare nella valutazione del caso concreto, anche per l’impossibilità di disporre di tutta l’informazione necessaria. Il doloroso conflitto familiare circa l’ipotesi di sospendere alimentazione e idratazione artificiali, essendo precluso l’accesso alla volontà del paziente – elemento indispensabile per la valutazione della proporzionalità delle cure –, ha condotto a una situazione di stallo che dura ormai da anni».
Ricorda, il presidente della Pontificia Accademia per la vita (?) le parole del suo superiore, secondo cui «occorre evitare un indiscriminato prolungamento delle funzioni biologiche, perdendo di vista il bene integrale della persona (Discorso al Convegno sul suicidio assistito della Associazione medica mondiale, 16 novembre 2017)». E conclude dicendo che «davanti a queste drammatiche lacerazioni, si tratta di assumere anzitutto un atteggiamento di raccoglimento e di preghiera vicendevole, perché si possano trovare vie di comunicazione che favoriscano la riconciliazione più che la controversia, sul piano familiare e sociale».
Non abbiamo commenti, né per i cinguettii, né per gli sproloqui di contorno. Non ci rimane che il disprezzo. Puro e semplice.
Nel giorno dedicato a San Benedetto, patrono dell’Europa, un suo figlio prediletto, sacrificato agli idoli della tecnoplutocrazia massonico-ecclesiastica, è accolto tra le braccia del Padre. Altri pagheranno per averlo ucciso o abbandonato.
Roberto Dal Bosco
Elisabetta Frezza
Bioetica
Europarlamentare polacco entra in ospedale e cerca di arrestare un medico abortista

Il politico di destra polacco e membro del Parlamento europeo (MEP) Grzegorz Braun ha fatto irruzione in un ospedale il 17 aprile per tentare l’arresto di un medico che aveva eseguito un aborto tardivo in un ospedale della città di Oleśnica, nella Polonia sud-occidentale.
Braun, candidato del partito nazionalista Konfederacja alle prossime elezioni presidenziali polacche di maggio, ha accusato la dottoressa abortista di aver commesso omicidio, trasmettendo in diretta streaming l’intera scena.
Nel video, il Braun entrava in ospedale con il suo distintivo del Parlamento Europeo. Proclamando che avrebbe disposto un «arresto di cittadino» per il «reato di togliere una vita», Braun chiedeva agli altri uomini che lo accompagnavano di chiamare la polizia.
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Secondo quanto riportato da Politico, la dottoressa ha dichiarato che «stava firmando alcuni documenti amministrativi quando una folla di circa 30 uomini, guidata da Braun, ha fatto irruzione nell’ospedale intorno alle 11 del mattino. Ha affermato che gli uomini l’hanno circondata, le hanno impedito di uscire e le hanno detto che avrebbe dovuto essere arrestata».
Il Braun «continuava a ripetere che ero un assassino e che la polizia avrebbe dovuto arrestarmi perché ero una persona pericolosa», ha dichiarato la dottoressa, in dichiarazioni citate dalla BBC. «Mi ha afferrato, spintonato e bloccato».
Da parte sua, Braun ha dichiarato in un video di essersi recato all’ospedale distrettuale di Oleśnica per arrestare la dottoressa dopo che quest’ultima aveva praticato un aborto su un feto affetto da una rara displasia scheletrica.
In risposta, la Procura regionale di Breslavia ha dichiarato che avrebbe avviato un’indagine sull’episodio in questione.
L’aborto è legale in Polonia solo in due circostanze: se la gravidanza (fino a 12 settimane) è il risultato di stupro o incesto, oppure se la gravidanza mette in pericolo la vita o la salute della donna. Nel 2020, un tribunale costituzionale ha decretato che un altro motivo per l’aborto nel Paese a maggioranza cattolica – gravi anomalie fetali – non era costituzionale.
Prima del 2020, l’eccezione consentiva ai medici di raccomandare ed eseguire aborti nei casi in cui vi era «un’alta probabilità di grave e irreversibile compromissione del feto o di una malattia incurabile che ne minacciava la vita», come riportato dalla Catholic News Agency (CNA).
La sentenza del 2020 ha di fatto salvato la vita di molti bambini non ancora nati, poiché il numero di aborti eseguiti negli ospedali è diminuito di un impressionante 90%.
Le elezioni presidenziali polacche si terranno il 18 maggio. L’attuale Presidente della Polonia, Andrzej Duda, ricopre la carica dall’agosto 2015 e non è più eleggibile. Duda è stato un fermo sostenitore delle politiche pro-vita e pro-famiglia in Polonia.
Come riportato d Renovatio 21, nel dicembre 2023 il Braun aveva usato un estintore per spegnere le candele della menorah – il noto candelabro ebraico –durante una cerimonia ufficiale di Hanukkah, una festività giudaica di fine anno.
Recentemente il Braun è finito nelle cronache per aver rimosso una bandiera europea da un ufficio pubblico, e per avere bruciato il drappo UE.
Polish politician Grzegorz Braun tore down the European Union flag, wiped his shoes with it, and burned it.
He stated that Poland would not display the symbols of what he called a hostile organization.
“This is Poland, not Brussels.”
Globalism is losing. pic.twitter.com/qTt5rGuCyF
— The British Patriot (@TheBritLad) May 7, 2025
The future president of Poland 🇵🇱 Grzegorz Braun, burned the EU 🇪🇺 flag today.
Well done! 👏 pic.twitter.com/aEcQbFc6xm
— Based Serbia (@SerbiaBased) May 6, 2025
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Immagine di Sejm RP via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Bioetica
Deputata AfD suscita scalpore con un discorso antiaborto: ma non può dire «sopravvissuti» perché il termine ricorda l’Olocausto

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Bioetica
La manna finanziaria dell’UE per l’agenda woke

Nel 2025, il contributo francese al bilancio annuale dell’Unione europea (UE) ammonta a circa 23,3 miliardi di euro, rispetto ai 21,6 miliardi del 2024. Somme spese principalmente per infrastrutture, cibo e salute degli europei, dei dipendenti pubblici dell’UE e anche per programmi molto meno consensuali come l’agenda woke.
Tutti i dati contenuti nel presente articolo, che riassume un testo del Centro europeo per il diritto e la giustizia (ECJL), sono pubblicati ufficialmente dalla Commissione europea.
Tre cause attiviste sono particolarmente supportate
Promozione dell’aborto
Nel 2024 l’UE ha erogato sovvenzioni all’IPPF European Network, la sezione europea dell’International Planned Parenthood Federation: 919.000 euro su un budget totale di 1,1 milioni di euro. Una cifra che continua ad aumentare, visto che nel 2023 ha ricevuto 875.987 euro e nel 2022 599.000 euro. Nel 2024, l’IPPF aveva un budget annuale di 125 milioni di dollari e Planned Parenthood aveva, sotto la presidenza Biden, un budget di circa due miliardi di dollari.
L’UE finanzia altri progetti che promuovono l’aborto. Sono stati donati 342.000 euro al progetto Aborto, Diritto e Natura (ALaN). Il progetto Donne che viaggiano per cercare assistenza per l’aborto in Europa è costato 1,4 milioni di euro e ha previsto lo studio dell’impatto delle restrizioni legali e degli ostacoli pratici all’aborto nei paesi europei e l’analisi delle strategie delle donne per affrontarli.
Promozione del wokeismo trans
L’UE finanzia anche progetti e organizzazioni che promuovono l’ideologia transgender. Così, un progetto intitolato «L’inchiostro invisibile delle donne: la scrittura transgender e la sessualizzazione del valore intellettuale nella prima modernità» ha ricevuto 1,5 milioni di euro di finanziamenti, con il notevole obiettivo di analizzare la «misoginia testuale».
L’associazione Transgender Europe, che fa lobbying presso la Commissione Europea, ha ricevuto finanziamenti tra il 2019 e il 2021 pari all’80% del suo bilancio, ovvero circa 350.000 euro all’anno. Si tratta di un caso emblematico di una pratica molto diffusa: un’istituzione pubblica finanzia un attore privato per creare artificialmente un interlocutore «della società civile» e legittimare così la propria azione attraverso questo mezzo.
Lotta contro il populismo
Il progetto «Ascesa e caduta del populismo e dell’estremismo», finanziato con 1,46 milioni di euro, analizza le «cause del populismo» studiando i CV di 40 milioni di americani in cerca di lavoro. Oltre ai documenti del Regno Unito che spiegano come le punizioni corporali abbiano influenzato il rendimento scolastico, il comportamento antisociale e il voto sulla Brexit…
L’UE ha finanziato un progetto da 193.000 euro, intitolato «Il nazionalismo populista nell’India occidentale “globale”», 1920-1939, per esplorare i legami tra l’emergente nazionalismo indù e il fascismo europeo negli anni ’20 e ’30, al fine di comprendere meglio la natura transnazionale dell’estrema destra radicale.
Un altro progetto, dal valore modesto di 172.000 euro, intitolato «Le micro-fondamenta delle macro-istituzioni: un’indagine empirica sulla co-evoluzione della retorica e delle organizzazioni populiste», mira ad analizzare le basi microeconomiche del populismo studiando l’evoluzione del discorso populista e il suo impatto sulle istituzioni e sulle organizzazioni multinazionali.
Infine, per citare un ultimo esempio, sono stati spesi 257.000 euro per studiare l’evoluzione del consenso liberale transatlantico tra Europa e Stati Uniti attraverso un’analisi letteraria e culturale del populismo e del nazionalismo, Approcci transatlantici alla letteratura contemporanea nell’era di Trump.
Promozione dell’Islam in Europa
L’UE finanzia anche la promozione dell’Islam in Europa. È il caso, ad esempio, del progetto allo stesso tempo woke e islamico «Spazi di asilo musulmani queer: tra correttezza e ingiustizia nel sistema di asilo eteronormativo e omonormativo tedesco» per 195.000 euro, che si concentra sullo «studio dell’asilo queer in Europa» riguardante «le persone di origine musulmana».
Un altro progetto da 345.000 euro mirava a progettare strumenti teatrali per la prevenzione dell’islamofobia. L’UE ha inoltre speso 271.000 euro per un progetto volto a studiare «in che modo l’Islam fornisca un nuovo quadro di standard etici e pratiche religiose per un certo numero di europei insoddisfatti del ruolo sociale svolto dalle chiese cristiane».
Secondo la Commissione Europea, il finanziamento di questi progetti produrrebbe «un’ampia gamma di risultati». Ci sono motivi per dubitarne. Il risultato principale e oggettivo del finanziamento di questi progetti è l’aumento della spesa per servizi che certamente non riceverebbero la maggioranza dei voti se i cittadini europei fossero consultati.
In un momento in cui il debito francese non è mai stato così elevato e l’inflazione è in aumento, è giunto il momento di mettere in discussione l’interesse del contribuente europeo nel finanziare questa ricerca, conclude la Corte di giustizia europea. La conclusione può essere applicata anche ad altri Paesi europei.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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