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Orso da 540 chili vince il concorso della «Fat Bear Week» in Alaska

Chunk, un maestoso orso bruno con la mascella rotta, ha trionfato martedì nella popolare competizione Fat Bear Week, conquistando la sua prima vittoria dopo essersi classificato a un soffio dal primo posto tre anni fa. Lo riporta l’agenzia Associated Press.
L’evento online annuale permette agli spettatori di seguire 12 orsi del Parco Nazionale e Riserva di Katmai, in Alaska, attraverso webcam in diretta e di votare in un torneo a eliminazione diretta che si svolge nell’arco di una settimana. Chunk, ufficialmente noto come Orso 32, ha sconfitto Orso 856, privo di soprannome, nella finale, secondo i risultati pubblicati sul sito degli organizzatori.
Il peso di Chunk è stato stimato in circa 550 kg dagli organizzatori. Anche se gli orsi non vengono pesati durante la gara per motivi di sicurezza, in passato Chunk e altri sono stati sottoposti a scansioni di densità con tecnologia laser LIDAR per validare le stime del peso.
La competizione gode di grande popolarità. Quest’anno ha raccolto oltre 1,5 milioni di voti da parte dei fan, che hanno osservato gli orsi rimpinzarsi di salmoni autunnali in una stagione record nel fiume Brooks, a circa 483 chilometri da Anchorage.
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Secondo Naomi Boak, portavoce della Katmai Conservancy, si è trattato della più grande abbondanza di salmone mai registrata, sia dagli orsi che dagli organizzatori della Fat Bear Week, attiva dal 2014.
Negli anni con meno risorse, gli orsi più dominanti competono per i migliori punti di pesca a Brooks Falls, dove i salmoni si concentrano in un passaggio stretto e saltano fuori dall’acqua per risalire la corrente e deporre le uova.
Quest’anno, i punti di pesca a Brooks Falls erano spesso deserti, con gli orsi che cacciavano a monte e a valle. C’era spazio anche per gli umani: lunedì, una telecamera di Explore.org ha mostrato due persone pescare tranquillamente lungo il fiume, mentre gli orsi bruni si muovevano lentamente nelle vicinanze.
I votanti online hanno potuto confrontare le foto degli orsi, magri all’inizio dell’estate e ingrassati alla fine. Poiché pesarli sarebbe troppo rischioso, alcuni fan scelgono i loro favoriti in base all’aspetto o alla loro storia.
Le telecamere a Brooks Falls hanno catturato un episodio drammatico del 2024, quando il cucciolo dell’orsa 128 Grazer è scivolato oltre la cascata, finendo nella zona di pesca di Chunk, che lo ha attaccato e ferito mortalmente. Grazer ha affrontato il Chunk, ma il cucciolo non è sopravvissuto. Dopo il confronto, i fan hanno votato per Grazer, che ha prevalso sul Chunko.
La Fat Bear Week, istituita nel 2014, è un’iniziativa interattiva per sensibilizzare il pubblico sugli orsi bruni, cugini costieri dei grizzly. Questi trascorrono l’estate a catturare e mangiare il maggior numero possibile di salmoni per accumulare grasso in vista del letargo nei rigidi inverni dell’Alaska.
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Immagine screenshot da YouTubo.
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Il racconto di un uomo attaccato dalle orche di Gibilterra

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Le orche di Gibilterra affondano una barca a vela. È ora di dire basta

Un gruppo di orche ha assalito e affondato uno yacht turistico con cinque persone a bordo al largo delle coste portoghesi, nei pressi della spiaggia di Fonte da Telha, a sud di Lisbona.
L’episodio, riportato dal giornale britannico The Independent, si è verificato sabato scorso. I cinque occupanti sono stati tratti in salvo da un’altra imbarcazione prima che lo yacht affondasse. Un video condiviso su Instagram da Mercedes-Benz Oceanic Lounge mostra un’orca che colpisce ripetutamente lo yacht, causandone l’inclinazione e l’affondamento, mentre un testimone esclama «Mio Dio».
Poche ore dopo, lo stesso branco, noto per le ripetute aggressioni di questi anni attacchi nei pressi di Gibilterra, ha attaccato un’altra barca nella baia di Cascais, con quattro persone a bordo, anch’esse soccorse senza riportare ferite. Dal 2020, centinaia di attacchi simili da parte di orche sono stati registrati vicino alla penisola iberica.
Due settimane fa, in Galizia, due imbarcazioni sono state assalite a breve distanza di tempo da una coppia di orche, appartenenti allo stesso branco guidato dalla famigerata orca femmina nota come «White Gladis». Le agenzie stampa scrivono in coro che «gli etologi» suggeriscono che questo comportamento possa essere di natura imitativa o una «reazione difensiva dovuta a un trauma».
‼️LISBON, PORTUGAL: ORCAS SANK A SAILBOAT!
Another sailboat was attacked and sank by orcas, on the portuguese coast, nearby Lisbon (Costa da Caparica).
This has been happening for a while now, as this is the third sank boat in one year. The first one was at Gibraltar, the second… pic.twitter.com/S7nOPM3gSX— Alex B. (@maisumcarneiro) September 13, 2025
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L’Autorità marittima nazionale del Portogallo ha dichiarato di aver ricevuto un avviso alle 12.30 «a causa di un’interazione con le orche (…) Gli equipaggi della stazione di salvataggio di Cascais e della Capitaneria del porto di Lisbona sono stati immediatamente attivati».
«Una volta giunti sul posto, si è constatato che l’equipaggio stava bene fisicamente, senza aver bisogno di assistenza medica, essendo stato trasportato con l’aiuto di una barca turistica nelle vicinanze».
Una nave di soccorso marittima spagnola è intervenuta dopo che le imbarcazioni sono state speronate dalle orche a pochi minuti di distanza l’una dall’altra nelle acque della Galizia. I soccorritori hanno rimorchiato in porto la nave danneggiata dalle orche prima di essere allertati di un altro attacco.
Da maggio 2020, i ricercatori hanno documentato centinaia di episodi – almeno uno al giorno! – di orche che attaccano proditoriamente vascelli umani nei pressi della penisola iberica, dando vita a diverse teorie e ricerche sull’aumento di questa tendenza comportamentale. Gli attacchi in genere prevodono il distacco del timone da parte delle orche, che poi procedono a danneggiare lo scafo.
L’ignominia dell’accademia e dei dei mezzi di stampa, che cianciano di una banda capitanata dall’orca matriarca chiamata «White Gladis», la quale sarebbe stata traumatizzata, non conosce né pudore né vergogna. La teoria dell’Orca cattiva perché offesa dagli uomini non solo non può avere alcun fondamento, ma viene ripetuta dalle agenzie come ennesima riprova della propaganda antiumana automatica, della Necrocultura di default promanta senza posa dalle centrali del mondo moderno.
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E quindi, eccoci ancora qui: danni per milioni di euro ed esseri umani messi in pericolo dalla torma delle killer whales iberiche.
Renovatio 21, che è l’unica testata che – con ostinazione, tra le proteste e pure gli insulti di tanti lettori (che non capiscono il senso metapolitico né comico di quanto andiamo scrivendo) – sta da anni veramente seguendo il fenomeno, dice ancora una volta: è il momento di dire basta.
La teppa orcina di Gibilterra troppo a lungo è stata tollerata. Alla ghenga di cetacei bianconeri va insegnata la legge dell’essere, che altri animali (compresi alcuni della loro stesse specie), comprendono benissimo: l’essere umano, fatto ad Imago Dei, è in cima alla piramide della vita, e non può essere toccato.
Una punizione severissima, se non la pena ultima, va comminata a questa mafia balenottera. Del resto, riflettetici: cosa si fa ad un cane «problematico»… ? Perché i cetacei – nonostante ripetute prove della loro pericolosità e delle loro sadiche perversioni cannibaliche, drogastiche, vestimentarie, scatologiche e sessuali – godono di questo status di razza protetta? In India c’è la vacca sacra, perché nell’Occidente terminale deve esserci il delfino sacro?
Uno Stato serio provvederebbe subito a risolvere il problema. Un’appalto una bella baleniera giapponese, un gruppetto di islandesi o abitanti delle isole Fær Øer, «un paio di pinze ed una buona saldatrice», direbbe il Marcellus Wallace di Pulp Fiction. «Cura medievale» per le balene assassine, e sgherri con le nocche tatuate ACAB, nel senso del capitano di Moby Dick (pazienza se manca un’acca).
Se l’Unione Europea avesse un senso, prenderebbe subito provvedimenti, visto che ad essere in pericolo sono i suoi cittadini. Diciamo di più: se uno Stato non protegge i suoi membri (che ne rispettano le leggi e lo finanziano pure con tante, troppe tasse) a cosa serve davvero? Ecco: benvenuti nel paradosso dello Stato moderno, denunziato ogni giorno da Renovatio 21, una macchina programmata per umiliare ed uccidere gli esseri umani invece che per proteggerli.
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Perché uno Stato degno davvero di chiamarsi così, avrebbe già mandato un sommergibile (che attualmente non fanno nulla, se non muoversi negli abissi nella battaglia navale virtuale con i russi, con i quali nemmeno siamo in guerra, ufficialmente). Due siluri e il problema è bello che risolto. Provino, le orche assassine e stronze, ad affondare un sottomarino militare. Provino
Come indicato da Renovatio 21, un’idea di quello che si può fare dopo che la punizione della combriccola di mammiferi acquatici ce lo indica un ristorante di Yokohama. Sì, un bel pranzetto celebrativo a base di orca non è una prospettiva impossibile.
Anzi un banchetto in cui le orche non sono invitate sulle sedie, ma sui piatti, è auspicabile come deterrente non di poco conto: visto l’esibizionismo mostrato in un recente episodio al largo di Mossel Bay, in Sudafrica, dove un’orca ha aggredito uno squalo bianco per mangiarne il fegato dinanzi ai ricercatori, si potrebbe pensare una bella barchetta con tavolata, come di quelle che si vedono a Venezia la sera della Festa del Redentore, a consumare davanti alle stesse orche lasciate vivere le carni dei loro compagni di scorribande. Dicono che sono così intelligenti: ecco, allora potrebbero capire, e passare parola. Con gli esseri umani non si scherza. Chi tocca il figlio di Dio, viene punito.
Facciamo capire alla schifosa masnada pinnata chi comanda. È più che un imperativo metafisico e biologico, è una questione politica. Politica comunitaria vera e propria: della Comunità Europea, e della comunità umana.
È ora di dire basta. No alla prepotenza cetacea. Sì all’eccezionalismo umano.
Botte alle orche, per la legge naturale.
Roberto Dal Bosco
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Donna accusata di aver registrato un cane per votare alle elezioni

🔥🚨BREAKING: Laura Lee Yourex, 62, of Costa Mesa, California is facing up to 6 years in prison after registering her dog to vote and casting ballots in her pet’s name during two different elections.
Yourex submitted mail-in ballots under the name of her dog, Maya Jean Yourex,… pic.twitter.com/mmz4DvPWuv — 🇺🇸 Larry 🇺🇸 (@LarryDJonesJr) September 7, 2025
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