Geopolitica
Nuovo documento militare della Corea del Sud dichiara Pyongyang come «nemico». Intanto Kim testa missili intercontinentali

Le tensioni nella penisola coreana, dopo alcune settimane di relativa quiete, sono tornate a salire.
La Corea del Nord ha lanciato un missile balistico nel Mare Orientale, secondo il ministero della Difesa sudcoreano, che per il resto non ha fornito molti dettagli. «Pur rafforzando il monitoraggio e la vigilanza, i nostri militari stanno mantenendo una posizione di piena prontezza in stretta collaborazione con gli Stati Uniti», ha affermato la difesa di Seoul in un messaggio di testo inviato ai giornalisti, secondo la testata Yonhap.
Secondo quanto riportato, il missile Hwasong-15 avrebbe una gittata tale da raggiungere gli USA continentali – in pratica, una vera e propria arma intercontinentale.
L’animosità nella penisola era tuttavia già apertamente leggibile a inizio settimana con la pubblicazione del primo white paper sulla difesa del governo sudcoreano di Yoon Suk Yeol in cui, per la prima volta in sei anni, Seoul definisce la Corea del Nord un «nemico» del Sud.
«La Corea del Nord stabilisce il suo obiettivo di rendere comunista l’intera penisola coreana nelle regole del Partito dei lavoratori della Corea riviste nel 2021 e ci definisce come un nemico indiscusso alla sessione plenaria del dicembre 2022», si legge nel documento biennale sulla difesa in lingua coreana per il 2022, lo riporta il quotidiano locale Korea Herald.
In questo contesto, la Corea del Nord «continua a porre minacce militari senza abbandonare le armi nucleari. Pertanto, il regime nordcoreano e l’esercito nordcoreano, che sono i principali esecutori, sono nostri nemici», si legge nel testo.
Il white paper è stato seguito il giorno successivo da un annuncio da parte del Ministero della Difesa sudcoreano di un’esercitazione pianificata con il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, prevista per il 22 febbraio al Pentagono, il cui scenario include un potenziale uso nucleare da parte del Nord.
Il ministro della Difesa sudcoreano Lee Jong-sup e il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin a novembre hanno concordato di includere lo scenario dell’uso nucleare in risposta al recente cambiamento nella strategia nucleare della Corea del Nord e all’avanzamento delle capacità nucleari.
In risposta all’annuncio dell’esercitazione da tavolo, la Corea del Nord ha promesso una risposta «forte e persistente senza precedenti».
La Corea del Nord si era «astenuta da qualsiasi azione militare speciale» quest’anno, ad eccezione delle attività regolari, ma le esercitazioni programmate degli alleati creerebbero un «grave vortice di crescente tensione», ha affermato il ministero degli Esteri nordcoreano.
«Se è l’opzione degli Stati Uniti mostrare i propri muscoli e contrastare tutto con i muscoli, lo stesso vale per l’opzione della Corea del Nord», ha affermato il ministero in una dichiarazione trasmessa dal media statale nordcoreano KCNA, ha riferito Reuters.
«Nel caso in cui gli Stati Uniti e la Corea del Sud mettessero in pratica il loro piano già annunciato per le esercitazioni militari che la Repubblica Democratica Popolare di Corea (…) considera i preparativi per una guerra di aggressione, dovranno affrontare contromisure persistenti e forti senza precedenti», afferma la dichiarazione.
Come riportato da Renovatio 21, nei manuali militari sudcoreani Pyongyang è tornata ad essere descritta come «il nemico». Il nuovo governo di Seoul del gaffeur Yoon Suk-yeol ha inoltre fatto aderire il Paese alla NATO per quanto riguarda le armi cibernetiche, dichiarando la volontà di far entrare Seoul nella «NATO globale».
A gennaio dello scorso anno, Pyongyang ha dichiarato di aver testato missili ipersonici. Nel frattempo Tokyo le Forze di autodifesa del Giappone hanno ottenuto il semaforo verde per avere la capacità di contrattaccare basi nemiche cinesi o nordcoreane.
Pyongyang ha continuato e finanche intensificato il suo programma nucleare e lanciato un numero record di missili, tra cui un missile balistico intercontinentale lo scorso novembre, in quello che sembrava un poderoso avvertimento nucleare dato da Kim al mondo. Gli Stati Uniti e i loro alleati Corea del Sud e Giappone hanno seguito rafforzando le loro esercitazioni militari congiunte.
Due mesi fa un drone nordcoreano è stato abbattuto dai caccia di Seoul nello spazio aereo del Sud.
Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

Israele è determinato a uccidere i leader di Hamas ovunque risiedano e continuerà i suoi sforzi finché non saranno tutti morti, ha dichiarato martedì a Fox News l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter.
In precedenza, attacchi aerei israeliani hanno colpito un edificio residenziale a Doha, in Qatar, prendendo di mira alti esponenti dell’ala politica di Hamas. Il gruppo ha affermato che i suoi funzionari sono sopravvissuti, mentre l’attacco è stato criticato dalla Casa Bianca e condannato dal Qatar.
«Se non li abbiamo presi questa volta, li prenderemo la prossima volta», ha detto il Leiter.
L’ambasciatore ha descritto Hamas come «nemico della civiltà occidentale» e ha sostenuto che le azioni di Israele stavano rimodellando il Medio Oriente in modi che gli Stati «moderati» comprendevano e apprezzavano. «In questo momento, potremmo essere oggetto di qualche critica. Se ne faranno una ragione», ha detto riferendosi ai Paesi arabi.
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che, sebbene smantellare Hamas sia un obiettivo legittimo, colpire un alleato degli Stati Uniti mina gli interessi sia americani che israeliani.
Leiter ha osservato che Israele «non ha mai avuto un amico migliore alla Casa Bianca» e che Washington e lo Stato Ebraico sono rimaste unite nel perseguire la distruzione del gruppo militante.
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito del suo ruolo di mediatore, ha dichiarato che tra le sei persone uccise nell’attacco israeliano c’era anche un agente di sicurezza del Qatar.
L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha denunciato l’attacco come un «crimine atroce» e un «atto di aggressione», mentre il ministero degli Esteri di Doha ha accusato Israele di «terrorismo di Stato».
Israele ha promesso di dare la caccia ai leader di Hamas, ritenuti responsabili del mortale attacco dell’ottobre 2023, lanciato da Gaza verso il sud di Israele. L’ambasciatore ha giurato che i responsabili «non sopravviveranno», ovunque si trovino.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Attacco israeliano in Qatar. La condanna di Trump

#Qatar / #Palestine / #Israel 🇶🇦🇵🇸🇮🇱: Israeli Air Forces carried out air strikes to assassinate Senior officials of #HAMAS in the city of #Doha.
Reportedly HAMAS negotiation team was targeted with Air-To-Surface Missiles while discussing the ceasefire in the capital of Qatar. pic.twitter.com/WdWuqY6rXq — War Noir (@war_noir) September 9, 2025
🚨🇮🇱🇶🇦🇵🇸 BREAKING: ISRAEL just AIRSTRIKED Hamas’s negotiation team in DOHA, QATAR pic.twitter.com/cTdA5fT4gP
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) September 9, 2025
BREAKING:
Israeli fighter jets struck Qatar’s capital, Doha. An Israeli airstrike in Doha killed Hamas leader in Gaza, Khalil al-Hayya, and three senior members of the group’s leadership, Al Arabiya reports, citing sources. Al Hadath states those in the targeted building… pic.twitter.com/03rwdUbvZ5 — Visegrád 24 (@visegrad24) September 9, 2025
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NEW: Qatar reserves the right to retaliate for the Israeli attack against Doha, Qatari PM says
“We’ve reached a decisive moment; There should be retaliation from the whole region” pic.twitter.com/dKHnqEHNqN — Ragıp Soylu (@ragipsoylu) September 9, 2025
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Nel suo post Trump ha affermato che il bombardamento israeliano all’interno di «una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti» non ha «favorito gli obiettivi di Israele o dell’America». «Considero il Qatar un forte alleato e amico degli Stati Uniti e mi dispiace molto per il luogo dell’attacco», ha scritto, sottolineando che l’attacco è stato «una decisione presa dal primo ministro Netanyahu, non una decisione presa da me». Trump ha affermato che, non appena informato dell’operazione, ha incaricato l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff di avvertire i funzionari del Qatar, ma ha osservato che l’allerta è arrivata «troppo tardi per fermare l’attacco». Il presidente ha affermato che eliminare Hamas era un «obiettivo degno», ma ha espresso la speranza che «questo sfortunato incidente possa servire come un’opportunità per la PACE». Da allora Trump ha parlato con Netanyahu, che gli ha detto di voler fare la pace, e con i leader del Qatar, che ha ringraziato per il loro sostegno e ha assicurato che «una cosa del genere non accadrà più sul loro territorio». La Casa Bianca ha definito l’attacco un incidente «sfortunato». Trump ha dichiarato di aver incaricato il Segretario di Stato Marco Rubio di finalizzare un accordo di cooperazione per la difesa con il Qatar, designato come «importante alleato non NATO».( @realDonaldTrump – Truth Social Post ) ( Donald J. Trump – Sep 09, 2025, 4:20 PM ET )
This morning, the Trump Administration was notified by the United States Military that Israel was attacking Hamas which, very unfortunately, was located in a section of Doha, the Capital of… pic.twitter.com/axQSlL46gW — Fan Donald J. Trump 🇺🇸 TRUTH POSTS (@TruthTrumpPosts) September 9, 2025
“The president views Qatar as a strong ally and friend of the United States and feels very badly about the location of this attack.”
White House press sec. Karoline Leavitt read a statement after Israel’s strike on Hamas leadership in Doha. https://t.co/X3EkiIHoZ7 pic.twitter.com/OdDyR4QcgF — ABC News (@ABC) September 9, 2025
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Geopolitica
Lavrov: la Russia non ha voglia di vendetta

La Russia non ha intenzione di vendicarsi dei paesi occidentali che hanno interrotto i rapporti e fatto pressioni su Mosca a causa del conflitto in Ucraina, ha affermato il ministro degli Esteri Sergej Lavrov.
Intervenendo lunedì all’Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca, Lavrov ha sottolineato che la Russia non intende «vendicarsi o sfogare la propria rabbia» sulle aziende che hanno deciso di sostenere i governi occidentali nel loro tentativo di sostenere Kiev e imporre sanzioni economiche a Mosca, aggiungendo che l’ostilità è generalmente «una cattiva consigliera».
«Quando i nostri ex partner occidentali torneranno in sé… non li respingeremo. Ma… terremo conto che, essendo fuggiti su ordine dei loro leader politici, si sono dimostrati inaffidabili», ha affermato il ministro.
Secondo Lavrov, qualsiasi futuro accesso al mercato dipenderà anche dalla possibilità che le aziende rappresentino un rischio per i settori vitali per l’economia e la sicurezza della Russia.
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Il ministro ha sottolineato che la Russia è aperta alla cooperazione e non ha alcuna intenzione di isolarsi. «Viviamo su un piccolo pianeta. Costruire i muri di Berlino è stato in stile occidentale… Non vogliamo costruire alcun muro», ha affermato, riferendosi al simbolo della Guerra Fredda che ha diviso la capitale tedesca dal 1961 al 1989.
«Vogliamo lavorare onestamente e se i nostri partner sono pronti a fare lo stesso sulla base dell’uguaglianza e del rispetto reciproco, siamo aperti al dialogo con tutti», ha affermato, indicando il vertice in Alaska tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense, Donald Trump, come esempio di impegno costruttivo.
Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha dichiarato sabato che le aziende occidentali sarebbero state benvenute se non avessero sostenuto l’esercito ucraino e avessero rispettato gli obblighi nei confronti dello Stato e del personale russo, tra cui il pagamento degli stipendi dovuti.
Questo mese Putin ha anche respinto l’isolazionismo, sottolineando che la Russia vorrebbe evitare di chiudersi in un «guscio nazionale», poiché ciò danneggerebbe la competitività. «Non abbiamo mai respinto o espulso nessuno. Chi vuole rientrare è il benvenuto», ha aggiunto.
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