Animali
Morto Bobi, il cane più anziano del mondo
Bobi è morto, viva Bobi.
Il cane più vecchio del mondo, un purosangue di razza Rafeiro do Alentejo (un tipo di mastino portoghese) di nome Bobi, è morto sabato all’età di 31 anni nella sua casa di Conqueiros, in Portogallo. Lo ha rivelato domenica la veterinaria Karen Becker in un post su Facebook.
«Bobi ha ispirato il mondo dei cani a concentrarsi sulle basi del benessere per raggiungere una salute straordinaria e quale straordinario modello è stato per milioni di proprietari di animali domestici in tutto il mondo», ha detto la Becker a Newsweek.
Il mastino lusitano è entrato nel Guinness dei primati come il cane più anziano e più longevo grazie alla combinazione di «buona alimentazione, contatto costante con la natura, libertà di scoprire il suo ambiente, cure veterinarie costanti e amore» ha scritto la dottoressa Becker nel suo post su Facebook, aggiungendo che molto esercizio fisico e un «ambiente calmo e pacifico» con forti legami sociali sono benefici sia per gli esseri umani che per i cani.
Bobi, the world's oldest dog from Portugal, dies at the age of 31 years and 163 days.???? pic.twitter.com/ZFLwYOU2Mm
— ????o̴g̴ (@Yoda4ever) October 23, 2023
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Interessanti le rivelazioni fatte dal proprietario dell’iperlongevo canide: non ha mai tenuto Bobi al guinzaglio né legato e non gli ha mai dato da mangiare «cibo per cani», servendo invece all’amico a quattro zampe cibo umano fresco e fatto in casa, aveva dichiarato al Guinness all’inizio di quest’anno quando al cane era stato riconosciuto un record per la sua età avanzata.
«Quello che abbiamo mangiato noi, lo hanno mangiato anche loro», ha detto, spiegando di aver messo a bagno il cibo nell’acqua per lavare via il condimento per il cane.
Bobi aveva molte amicizie transpecifiche, tra cui alcuni gatti, afferma il suo proprietario.
La sua età è stata confermata dal Servizio Medico Veterinario del Comune di Leiria insieme alla sua data di nascita, 11 maggio 1992. I mastini portoghesi vivono solitamente tra i 12 ei 14 anni.
Bobi the world’s oldest dog dies at 31 ???? pic.twitter.com/uoqOUsSQ6n
— Daily Loud (@DailyLoud) October 23, 2023
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Meet Bobi, 31 years old, the oldest dog in recorded history.
He smashed the previous record, an Australian cattle dog named Bluey, who lived to be 29 years and 5 months old.
Unfortunately Bobi died on October 21, 2023 at the verified age of 31.pic.twitter.com/rtihK2ZK2u
— Massimo (@Rainmaker1973) October 23, 2023
The world's oldest dog, Bobi, died at age 31 after living a "lifestyle that all dogs should have." pic.twitter.com/bBfFLGbAPc
— USA TODAY (@USATODAY) October 23, 2023
Bobi era stato scoperto con altri quattro cuccioli maschi in una dependance nella proprietà dei genitori del proprietario, in un momento in cui la famiglia credeva di avere già troppi animali. Mentre gli altri cuccioli venivano sepolti vivi, come apparentemente era consuetudine all’epoca, Bobi sfuggì all’attenzione nascondendosi in una catasta di legna, e il padrone e i suoi fratelli lo trovarono seguendo la madre dei cuccioli nella stalla, scrive RT.
Costa si è preso cura di Bobi finché il cucciolo non ha aperto gli occhi e poi lo ha mostrato ai suoi genitori, che «hanno urlato molto e hanno punito [i bambini], ma ne è valsa la pena e per una buona ragione», ha raccontato.
Il Bobi proveniva da una famiglia di cani longevi: sua madre Gira ha vissuto fino a 18 anni, mentre un altro cane di famiglia, Chicote, è arrivato fino a 22 anni.
Il precedente detentore del record per il cane più longevo era Bluey, un cane da bestiame australiano morto nel 1939 all’età di 29 anni e cinque mesi.
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Immagine screenshot da YouTube
Animali
Maiale salva due soldati russi che stavano calpestando una mina: come i muli degli Alpini
🇷🇺🇺🇦🐽 Help came from where it was not expected. A Ukrainian pig saved good Russian people by stepping on a mine. There are heroes even among khokholys pigs. Be kind! pic.twitter.com/stMHahKvIF
— Black Diamond (@blackdiammon) November 15, 2025
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Animali
Dinosauro morto sotto un museo di dinosauri
Un dinosauro sembra essere morto sul punto esatto in cui hanno poi costruito un museo dei dinosauri, seppellendo il suo fossile sotto la struttura musiva.
A Denver alcuni scienziati hanno scoperto un fossile di dinosauro di 67,5 milioni di anni fa nel sottosuolo del parcheggio del museo che ospita questi enormi animali oramai estinti milioni di anni fa. Come il Denver Museum of Nature and Science ha spiegato a Catalyst, la sua rivista online, l’antico frammento osseo è stato sepolto a circa 230 metri sotto il parkingo dell’istituzione.
Al di là della coincidenza di tale scoperta sotto un museo di storia naturale, tuttavia, il modo in cui gli amabili resti dinosaurici sono stati rivenuti sfida la credulità del lettore.
Diversi mesi fa, i ricercatori hanno iniziato a perforare sotto il parcheggio del museo per vedere se le temperature sotterranee della Terra potrebbero riscaldarle e raffreddarle in modo sostenibile. Questo «riscaldamento geotermico» utilizza lo stesso principio delle sorgenti termali, rendendo questa forma di energia rinnovabile una delle più antiche del mondo, scrive Futurism.
Una volta che le due piattaforme di perforazione sono iniziate, gli scienziati dietro il progetto hanno deciso di vedere cos’altro potevano trovare scavando in profondità nella crosta terrestre.
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Come spiega un articolo sull’incredibile scoperta, gli archeologi non solo hanno scoperto interessanti campioni geologici all’interno del nucleo campione di sei centimetri e mezzo, ma anche, per puro caso, l’osso parziale di un dinosauro scomparso circa 70 milioni di anni fa.
«È fondamentalmente come vincere alla lotteria e rimanere colpiti da un fulmine nello stesso giorno», ha spiegato il curatore di geologia del museo James Hagadorn in un’intervista a Catalyst. «Nessuno avrebbe potuto prevedere che questo piccolo piede quadrato di terra dove abbiamo iniziato a perforare avrebbe effettivamente contenuto un osso di dinosauro sotto di esso!».
Naturalmente ci sono volute alcune ricerche per determinare che l’osso era di un dinosauro di una non determinata specie fosse e comprendere come fosse deceduto. Successivamente, come spiegato nel documento di Rocky Mountain Geology, l’osso è stato catalogato come un frammento vertebrale da un ornitopode, un’ampia classificazione paleontologica per i dinosauri bipedi ed erbivori del periodo Cretaceo.
Come comunicato dalla direzione del museo, il ritrovamento ha dell’incredibile.
«Questo fossile proviene da un’epoca appena prima dell’estinzione di massa che ha spazzato via i dinosauri», ha spiegato lo Hagadorn, curatore di geologia del museo. «Questa è una scoperta scientificamente e storicamente emozionante».
Come sottolinea Rocky Mountain Geology, questi tipi di «scoperte paleontologiche urbane» sono davvero rari, ma quando accadono, «accendono l’interesse pubblico per la scienza e approfondiscono la nostra connessione con la natura».
Curioso ripensare a un noto cartone animato dinosauresco trasmesso sulla rete berlusconide qualche decennio fa che ha accompagnato i pomeriggi di tanti bambini parcheggiati dai bommer dinanzi alla TV: Ti voglio bene Denver, con l’inevitabile, come sempre inascolatabile ed inaffrontabile, sigla di Cristina D’Avena.
La storia parlava di un cucciolo di dinosauro verde, trovato da un gruppo di adolescenti californiani (sportivissimi, capelli lunghi e biondi) ancora all’interno del suo uovo, che ha il potere di teletrasportare qualsiasi essere vivente nella preistoria oppure di mostrare sulla sua superficie scene di quell’epoca, viene rinvenuto. I californici ragazzotti si affezionano al dinosauro, al quale danno il nome di Denver, ispirandosi all’omonima città capitale del Colorado, dopo aver letto questo nome su un autobus. Il Denverro si scopre un abile schettinatore e chitarrista ghiotto di patatine in bustina. Il rettile pasticcione inoltre riesce a parlare il linguaggio degli esseri umani, doppiato in italiano da Graziano Galoforo.
Se gli scienziati di Denver chiamassero la creatura preistorica del parcheggio Denver saremmo a cavallo. Di un dinosauro.
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Immagine generata artifizialmente.
Animali
Il Giappone invia truppe per contrastare l’aumento degli attacchi mortali degli orsi
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