Spirito
Monsignor Lefebvre contro il regno dell’indifferentismo religioso
A seguito della dichiarazione finale del meeting interreligioso in Kazakistan firmata da Bergoglio, Renovatio 21 pubblica un brano dal libro di Monsignor Marcel Lefebvre Lo hanno detronizzato. Dal liberalismo all’apostasia. La tragedia conciliare, parte IV, capitolo XXVIII: «Il regno dell’indifferentismo religioso».
«A ciascuno la sua religione!» si dice, o anche «La religione cattolica è buona per i cattolici, ma la mussulmana è buona per i mussulmani!» Questo è il motto dei cittadini della Città indifferentista.
Come volete che pensino in maniera diversa, quando la Chiesa del Vaticano II insegna loro che altre religioni «nel mistero della salvezza non sono affatto spoglie di significato e di peso» (248). Come volete che considerino in maniera diversa le altre religioni, quando lo Stato accorda a tutte la stessa libertà. La libertà religiosa genera fatalmente l’indifferentismo degli individui; già Pio IX condannava nel Sillabo la proposizione che segue:
«È falso che la libertà civile di tutti i culti, e il pieno potere accordato a tutti di manifestare apertamente e pubblicamente tutti i loro pensieri, gettino con più facilità i popoli nella corruzione dei costumi e dello spirito, e propaghino la peste dell’indifferentismo» (249).
Ecco cosa noi viviamo: dopo la dichiarazione sulla libertà religiosa, la grande maggioranza dei cattolici è persuasa che «gli uomini possono trovare il sentiero della salute eterna e conseguire la salvezza nel culto di qualsiasi religione» (250).
Anche qui il piano dei massoni si è realizzato: sono riusciti, grazie ad un Concilio della Chiesa cattolica ad «accreditare il grande errore del tempo presente, che consiste nel […] mettere sullo stesso piano di eguaglianza tutte le forme religiose» (251).
Si sono resi conto, tutti questi Padri conciliari che hanno dato il loro voto a Dignitatis humanae e hanno proclamato con Paolo VI la libertà religiosa, che hanno di fatto spodestato Nostro Signore Gesù Cristo strappandogli la corona della sua regalità sociale?
Hanno realizzato di aver molto concretamente detronizzato Nostro Signore Gesù Cristo dal trono della sua divinità?
Hanno compreso che, facendosi portavoce di nazioni apostate, facevano salire verso il Suo trono queste esecrabili bestemmie: «Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi» (Lc 19,14); «Non abbiamo altro re che Cesare» (Gv 19, 15)?
Ma Egli, ridendo del mormorio confuso che montava da questa assemblea d’insensati, ritraeva da costoro il Suo Spirito.
Monsignor Marcel Lefebvre
NOTE
248) Decreto sull’ecumenismo, Unitatis redintegratio, n. 3.
249) Proposizione 79.
250) Sillabo, proposizione condannata n. 17.
251) Leone XIII, enciclica Humanum Genus sui massoni, 20 aprile 1884.
Immagine di Fotocollectie Elsevier Nationaal Archief via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0); immagine modificata
Spirito
I funerali di mons. Huonder
Secondo il suo desiderio, espresso più volte, mons. Vitus Huonder è stato sepolto nel seminario di Ecône, «vicino al vescovo che ha tanto sofferto per la Chiesa», ha detto. La messa funebre pontificia è stata celebrata nella chiesa del seminario da mons. Bernard Fellay. Successivamente nella cripta del seminario furono deposte le spoglie del vescovo emerito di Coira.
Un lungo corteo ha accompagnato il feretro del vescovo Huonder dalla cripta alla chiesa dove è stato celebrato il pontificale, dove è stata vegliata tutta la notte dopo il canto dell’Ufficio dei Morti. Il corteo lo accompagnerà poi alla tomba dove furono resi gli ultimi onori al vescovo Huonder e dove troverà la sua ultima dimora.
Erano presenti, infatti, 150 sacerdoti e seminaristi, una trentina di suore e circa 900 fedeli tra cui i 150 studenti della scuola Wangs, dove mons. Huonder ha concluso santamente e felicemente i suoi giorni.
Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
Immagini da FSSPX.news
Spirito
Malesia, condanna a punizioni corporali per una donna applicando la sharia
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Una mamma single è stata ritenuta recidiva nel peccato di «khalwat» (vicinanza) in uno Stato governato dal partito islamista. La sentenza – che rappresenta una prima volta – dovrebbe essere eseguita nella prigione di Marang il 6 maggio. Una vicenda destinata a offrire un termometro dei rapporti di forza con i fondamentalisti nella Malaysia di Anwar Ibrahim
In Malaysia nello Stato nord-orientale di Terengganu, governato dagli islamisti del Partito Islamico della Malesia (PAS), una donna è stata condannata alle percosse per rapporti inappropriati con un uomo, applicando la sharia, la legge islamica. Se eseguita si tratterebbe del primo caso di questo tipo nello Stato.
N. A. N., che ha 37 anni ed è madre di un figlio, è stata accusata ai sensi della sezione 31 (b) del Syariah Criminal Offences (Takbir) (Terengganu) (Amendment) Enactment 2022, per essere stata da sola con un uomo di 40 anni che non era suo marito in una casa nel distretto di Kemaman, il 31 gennaio scorso.
N. A. si è dichiarata colpevole del reato. Il giudice Rosli Harun l’ha quindi condannata a sei colpi di bastone e a una multa di 4.000 ringgit (785 euro), oltre a otto mesi di carcere.
L’imputata era già stata condannata per un reato simile nel 2018 ed era stata multata. Il giudice ha anche consigliato a N. A. di sposarsi immediatamente per evitare di commettere nuovamente un reato simile. «In precedenza hai detto che ti saresti sposata, ma non è successo. Non c’è rimorso in te», ha detto il giudice alla donna raccomandandole anche di non sposarsi nella città di confine di Golok, in Thailandia, dove le coppie musulmane contraggono matrimoni clandestini.
Il PAS governa gli Stati nord-orientali di Terengganu e Kelantan dal 2018. Ideologicamente incentrato sul fondamentalismo islamico, la sua base elettorale è in gran parte concentrata sulle quattro coste rurali e orientali della Malesia peninsulare, compreso il nord conservatore, in particolare nel Kelantan, Terengganu, Perlis e Kedah.
Con queste vittorie, il PAS ha spinto per inasprire le punizioni ai sensi della legge islamica attraverso il codice penale della Sharia di ogni Stato. Il partito deve però fare i conti con nuovi attori ora dopo il governo di Najib Razak, che sosteneva l’agenda del PAS, ha perso il suo mandato elettorale.
In passato, l’ex primo ministro Mahathir Mohamed aveva bloccato i tentativi del PAS di approvare le leggi islamiche nel Kelantan e nel Terengganu.
Il National Trust Party (Amanah), un partito scissionista del PAS che ora fa parte della coalizione di governo sotto il «governo di unità» del primo ministro Anwar Ibrahim, dovrebbe bloccare i tentativi del PAS di spingere per l’attuazione della sharia. Tuttavia, il PAS e la coalizione di cui fa parte oggi – Perikatan Nasional – hanno ottenuto buoni risultati nelle ultime elezioni.
Il partito islamista ha ottenuto il maggior numero di seggi e il patto Perikatan Nasional ha riaffermato il suo controllo su quattro governi statali dall’agosto 2023. Questo ha portato molti osservatori a suggerire che un’ondata «verde» o «islamista» sta trasformando il panorama politico della Malaysia.
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