Persecuzioni
Mons. Schneider: essere conformi alla limitazioni contro la Messa antica è «falsa obbedienza»

Il vescovo Athanasius Schneider – vescovo ausiliare di Astana, Kazakistan – ha incoraggiato sacerdoti e cattolici a continuare la loro devozione alla Messa tradizionale nonostante qualsiasi restrizione, poiché rispettare la restrizione della Messa costituirebbe «una falsa obbedienza» che danneggerebbe anime.
Mons. Schneider si è espresso durante la sessione di domande e risposte ad un incontro tenuto dalla Confraternita di Nostra Signora di Fatima, facendo considerazioni stato della Messa tradizionale dopo le nuove restrizioni imposte da Papa Francesco dal luglio 2021.
«Il Papa non ha il potere di abolire la Messa tradizionale», ha dichiarato Schneider, «perché è una proprietà, un tesoro di tutta la Chiesa, di tutti i santi, della Chiesa di tutti i tempi».
La Santa Messa Tradizionale non è nata con il Concilio di Trento, ha spiegato Schneider, sfatando un’errata convinzione sostenuta da molti, ma lo precede.
«A causa dell’età molto veneranda e dell’uso costante e perenne di questo ordine della Messa da parte di tanti santi e generazioni di cattolici, e di quasi tutte le nazioni cattoliche, il Papa non ha il potere di abolirlo semplicemente».
Così come «il Papa non avrebbe il potere di abolire il simbolo apostolico e di sostituire il credo apostolico con una nuova formula, e di vietare allo stesso tempo l’uso del simbolo apostolico. Lo stesso può valere per l’ordine della Messa: si tratta di una formula di venerabile antico uso».
È stato chiesto a monsignor Schneider se un sacerdote abbia il potere di continuare a offrire la Messa tradizionale nonostante l’emanazione delle numerose restrizioni contro di essa. Il vescovo ha risposto che sì, può farlo in «buona coscienza», «perché qui obbedirà alla Santa Madre Chiesa – questa è un’obbedienza più grande che fare un’obbedienza sbagliata».
«Non possiamo obbedire all’ordine di un Papa che evidentemente sta danneggiando il bene spirituale della Chiesa. Sarebbe falsa obbedienza cooperare a qualcosa che evidentemente danneggia il bene spirituale delle anime e di tutta la Chiesa».
«Papa Francesco non è eterno: anche il suo pontificato è limitato nel tempo» ha dichiarato Sua Eccellenza, invitando i fedeli a guardare il quadro complessivo della Storia della Chiesa.
Si vocifera che a brevissimo ci sarà una nuova, tremenda stretta contro la cosiddetta Messa in latino. Schneider ha ricordato la possibilità che i sacerdoti celebrino il rito antico «segretamente o clandestinamente, in modo prudente, pregando per il Papa, amando il Papa anche se non può obbedirgli in questo caso concreto». «Non dobbiamo fare polemiche contro il Papa, contro il vescovo, ma dobbiamo pregare per loro perché Dio li illumini, perché tornino e facciano tesoro della Messa tradizionale» ha precisato monsignore.
Il vescovo Schneider ha quindi avvertito che papa Francesco starebbe tentando di «cambiare il carisma delle suore di clausura… questa è una distruzione di questo prezioso tesoro che la Chiesa ha nella vita rigorosa e claustrale».
«Le suore devono resistere», ha detto Schneider, «e conservare questo tesoro per il bene di tutta la Chiesa, per le anime… e quindi questa sarebbe un’obbedienza sbagliata obbedire a tali ordini da Roma per cambiare la vita claustrale».
Definendo le mosse della Santa Sede una «persecuzione», Schneider ha osservato come tali azioni sarebbero state precedentemente compiute «dai regimi politici», mentre «ora sono fatte dalla Santa Sede con belle espressioni».
Il presule di Astana ha anche risposto ai commenti fatti di recente da papa Francesco in merito all’omosessualità e alle leggi contro di essa. Ha denunciato le dichiarazioni papali, dicendo che fomentano «confusione».
Pur concordando sul fatto che una tendenza omosessuale «di per sé non è un peccato o un crimine, è solo una tendenza», Schneider ha aggiunto che “gli atti omosessuali – questi sono crimini, perché contro natura. Sono contro il creatore».
«È una bestemmia contro il creatore. Gli atti omosessuali sono atti profondamente blasfemi contro l’ordine di Dio… stiamo disonorando il nostro corpo con tali atti. È grave e quindi è un crimine davanti a Dio, e sul piano civile può essere anche un crimine» ha detto il vescovo del Kazakistan. «Certo, con una punizione con moderazione, non punizioni estreme, ma con una certa moderazione delle punizioni per atti omosessuali in pubblico».
Mentre papa Francesco, come ricorda Lifesitenews, ha una storia di accoglienza di persone omosessuali e transessuali in Vaticano, il vescovo Schneider ha messo in guardia contro azioni pubbliche che implicherebbero l’approvazione di un tale stile di vita.
«Invitare le cosiddette coppie omosessuali a portare i propri figli in chiesa è una grande confusione perché si tratta di una promozione del loro stile di vita in questo modo. Penso che il Papa non possa farlo. Dobbiamo dire loro che devono separarsi perché è uno scandalo, la loro unione, vivono nel peccato nel peccato pubblico. e dando scandalo contro l’ordine di Dio».
Il primate ha esortato il Papa a lanciare un appello pubblico affinché le coppie dello stesso sesso si separino e vivano una «vita casta»:
«Dovrebbe essere così che dice il Papa: vi chiedo con tutta serietà e amore di separarvi e di vivere una vita casta con la grazia di Dio e di fare opere buone e di dare i figli a una coppia di sposi, uomo e donna, che li crescerà secondo alle leggi di Dio e della Chiesa».
Come riportato da Renovatio 21, a fine 2022 ad un evento di Pittsburgh, negli USA, monsignor Schneider aveva parlato del fatto che si doveva procedere con la Santa Messa Tradizionale anche a costo di un «esilio liturgico».
Le parole di monsignore durante la pandemia sono state particolarmente lucide e incoraggianti: Schneider ha più volte ricordato che con «il COVID si sta creando una società di schiavi», scagliandosi contro l’«industria fetale» che produce farmaci con pezzi di bambini abortiti, un’operazione pubblica considerata come «ultimo passo del satanismo».
Il 4 dicembre 2018 Mons. Schneider, vescovo ausiliare di Maria Santissima ad Astana (Kazakistan) scrisse a Renovatio 21, che lo aveva informato della battaglia intrapresa dal gruppo contro l’uso delle cellule di feto abortito nell’industria vaccinale, sfociata poi nel convegno «Fede, Scienza, Coscienza» tenutosi a Roma nel marzo 2019.
«Volentieri appoggio la Vostra nobile e necessaria iniziativa» scrisse monsignor Schneider a Renovatio 21 «per combattere la barbarie del nuovo cannibalismo dell’uso delle linee cellulari di feti abortiti in numerosi vaccini».
Si era, ricordiamolo, un anno prima del COVID e dei suoi vaccini orrendi.
È un’espressione che ancora ci rimbomba nella testa: la «barbarie del nuovo cannibalismo»… poco dopo, la quasi totalità della popolazione mondiale vi si sarebbe sottomessa, in quella nuova schiavitù di cui ci ha parlato monsignore, e che è sotto gli occhi di tutti.
Immagine screenshot da YouTube
Persecuzioni
Cristiani siriani in pericolo: l’ECLJ allerta l’ONU

Il 4 agosto 2025, il Centro Europeo per il Diritto e la Giustizia (ECLJ) ha presentato una dichiarazione scritta al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite sulla drammatica situazione dei cristiani siriani dopo la presa del potere da parte dell’ex jihadista Ahmed al-Sharaa. L’ECLJ mette in guardia dal rischio che il modello di governo islamista centralizzato a Idlib si diffonda a livello nazionale.
Le cifre purtroppo parlano da sole: i cristiani siriani hanno perso tre quarti del loro numero dall’inizio della Primavera araba, passando da due milioni a 500.000 dopo la caduta di Bashar al-Assad. Da allora, l’esodo ha subito una pericolosa accelerazione. Un vescovo ha testimoniato che i suoi fedeli vogliono andarsene perché temono per i loro figli e mogli.
L’attacco del 22 giugno 2025 alla chiesa greco-ortodossa di Mar Elias a Damasco, che ha causato 25 morti e 63 feriti durante la messa, non li rassicura molto. Soprattutto perché il governo ha praticamente ignorato la questione.
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Le forze governative massacrano alawiti e drusi
Il caos non colpisce solo i cristiani. Nel marzo 2025, oltre 1.400 persone, la maggior parte delle quali civili alawiti, sono state uccise negli scontri nelle province di Latakia e Tartus. A luglio, la comunità drusa è stata presa di mira a Sweida, dove milizie beduine sunnite, supportate dalle forze governative, hanno attaccato e saccheggiato la città.
Il bilancio delle vittime di questi scontri a Sweida supera le 1.000 vittime e sarebbe stato probabilmente molto più alto se Israele non fosse intervenuto con la forza per rassicurare i drusi che vivevano sul suo territorio. La chiesa greco-melchita di San Michele nel villaggio di Al-Sura è stata data alle fiamme e decine di case cristiane sono state saccheggiate e bruciate.
La graduale islamizzazione della Siria
Ahmed al-Sharaa, presidente ad interim, cerca di imporre al Paese il modello di Idlib, governato dal 2017 dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS): governo centralizzato, rigorosa applicazione della Sharia, un’economia deregolamentata nelle mani di reti vicine al governo e tolleranza minima per le minoranze, mantenute in uno stato quasi di dhimmi.
Così, le scuole cristiane sono costrette a insegnare la Sharia, ad assumere presidi con lauree in diritto islamico e a separare i ragazzi dalle ragazze. «Questo contraddice l’intera tradizione educativa cristiana siriana. È inaccettabile», protesta un vescovo siriano. La polizia religiosa confisca gli alcolici, chiude i negozi che li vendono e monitora le relazioni tra uomini e donne. Tutto ciò che non è arabo sunnita viene emarginato: cristiani, alawiti, drusi, curdi.
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Sul fronte giudiziario, ex membri del regime di Assad sono stati perseguiti, ma non è stata aperta alcuna indagine contro figure di HTS integrate nel governo. I massacri di alawiti del marzo 2025 hanno portato all’arresto solo di pochi subordinati. «I gruppi armati vogliono farsi giustizia da soli senza aspettare l’istituzione di una giustizia pseudo-transizionale. Stiamo vivendo una giustizia di vendetta piuttosto che una giustizia di riconciliazione», ha confidato un leader cristiano.
Un opaco sistema di predazione è stato istituito sotto la guida del fratello del presidente, Hazem al-Sharaa. «È come se il partito laico baathista ora avesse una barba islamista», ha ironicamente commentato un leader cristiano. Un comitato segreto, composto da ex funzionari di HTS, ha recuperato oltre 1,6 miliardi di dollari di beni attraverso accordi riservati con gli oligarchi del precedente regime.
Di fronte a questi abusi, l’ECLJ invita gli Stati membri del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite a:
– Riconoscere i cristiani in Siria come un gruppo a rischio.
– Richiedere un’indagine internazionale indipendente sui recenti massacri.
– Rafforzare le sanzioni mirate contro gli autori di violazioni dei diritti umani.
Queste raccomandazioni fanno parte di una dichiarazione formale da presentare al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite il 4 agosto 2025.
Articolo previamente pubblicato da FSSPX.News
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Immagine di Drozi Yarka via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Persecuzioni
Siria, uomini armati assaltano e derubano presule siro-cattolico

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Persecuzioni
Parlamentare finlandese trascinata di nuovo in tribunale per aver citato contro l’omosessualità

La Corte Suprema finlandese ha fissato la data per l’udienza orale nel caso di libertà di parola che coinvolge la parlamentare finlandese Päivi Räsänen e il prelato luterano Juhana Pohjola. Lo riporta LifeSite.
Entrambe le figure erano state precedentemente assolte all’unanimità dalle accuse di «incitamento all’odio» da due tribunali di grado inferiore dopo aver espresso pubblicamente la propria fede cristiana. Con l’udienza fissata per il 30 ottobre 2025, la campagna di censura del pubblico ministero contro Räsänen e Pohjola entrerà nel suo settimo anno.
Räsänen, medico, ex ministro degli Interni finlandese e parlamentare dal 1995, è stata formalmente accusata di «agitazione contro un gruppo minoritario» nel 2021. È stata incriminata ai sensi di una sezione del codice penale finlandese intitolata «crimini di guerra e crimini contro l’umanità» per aver condiviso le sue convinzioni cristiane sul matrimonio e l’etica sessuale in un tweet del 2019, nonché in un dibattito radiofonico in diretta del 2019 e in un opuscolo parrocchiale del 2004.
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La Pohjola è stata incriminata per aver pubblicato l’opuscolo di Räsänen del 2004.
I processi di alto profilo tenutisi presso tribunali di grado inferiore hanno ricevuto notevole attenzione a livello mondiale, in particolare dopo che l’accusa ha attaccato i fondamentali insegnamenti cristiani e ha controinterrogato Räsänen e Pohjola sulla loro teologia durante le udienze in tribunale.
«Non è un reato twittare un versetto della Bibbia o impegnarsi in un dibattito pubblico da una prospettiva cristiana. I tentativi di criminalizzarmi per aver espresso le mie convinzioni hanno portato a degli anni estremamente difficili, ma spero ancora in un risultato positivo che costituisca un precedente fondamentale per la tutela del diritto umano alla libertà di parola in Finlandia», ha affermato Räsänen, nonna di 12 nipoti.
Due tribunali di grado inferiore avevano precedentemente assolto Räsänen e Pohjola da tutte e tre le accuse nell’aprile 2022 e nel novembre 2023. Il pubblico ministero ha presentato ricorso per la terza volta, portando le accuse relative all’opuscolo e al tweet alla Corte Suprema, che ascolterà le argomentazioni orali il 30 ottobre 2025.
In precedenza, la difesa aveva sostenuto in tribunale che l’uso della parola «peccato» da parte di Räsänen nel suo tweet, che l’accusa aveva definito «offensivo» e quindi illegale, era una citazione diretta dalla Bibbia, e qualsiasi sentenza che ne condannasse l’uso condannerebbe direttamente la Bibbia stessa.
Ad essere sotto processo, quindi, sarebbe la stessa Sacra Scrittura dei cristiani.
Durante l’importante processo davanti alla Corte d’appello nel 2023, l’accusa ha spesso attaccato i fondamentali insegnamenti cristiani e ha controinterrogato Räsänen, uno dei membri più longevi del Parlamento finlandese, e la Pohjola sulla loro teologia.
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Il procuratore di Stato finlandese, Anu Mantila, ha affermato che «si può citare la Bibbia, ma sono l’interpretazione e l’opinione di Räsänen sui versetti biblici a essere criminali». In pratica, è l’ermeneutica a divenire passibile di penale, e galera.
Come riportato da Renovatio 21, la Bibbia era stata assolta dal tribunale finnico due anni fa.
Non si tratterebbe tuttavia solo di una tendenza della magistratura del vecchio continente. Un sondaggio del 2023 in Inghilterra ha rilevato che un giovane britannico su quattro sarebbe pronto a censurare la Bibbia.
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Immagine di FinnishGovernment via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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