Politica
Manifestanti attaccano il municipio di Belgrado

Nella giornata di giovedì si sono registrati violenti scontri tra i manifestanti dell’opposizione e le forze dell’ordine fuori dal municipio della capitale serba Belgrado, mentre i dimostranti cercavano di interrompere una sessione dell’assemblea legislativa cittadina, secondo quanto riportato dai media locali.
Video riprendono decine di dimostranti che bloccavano il traffico all’esterno dell’edificio, che ospita l’Assemblea cittadina di Belgrado, prima di tentare di violare le barriere metalliche installate dalla polizia. Gli ufficiali in tenuta antisommossa hanno respinto la folla mentre i dimostranti lanciavano uova e sacchi di vernice rossa contro l’edificio e spruzzavano spray al peperoncino sulla polizia. I resoconti hanno anche affermato che almeno un giornalista è stato aggredito mentre cercava di entrare nell’edificio durante la colluttazione.
Secondo quanto riportato dalle autorità, otto agenti di polizia hanno riportato ferite che hanno richiesto cure mediche, mentre cinque manifestanti sono stati arrestati.
Violent clashes between opposition and riot police during protest outside National Assembly in Belgrade.
The protest occurred during the Belgrade City Assembly session, which was disrupted by smoke bombs thrown into the hall. Despite the protest, parliament members adopted… pic.twitter.com/fBYSQFTgts
— Viory Video (@vioryvideo) March 6, 2025
BREAKING VIDEO: Situation in Belgrade (Serbia) is escalating!
City hall security is fighting with protesters! pic.twitter.com/kasy8JxRxd
— Mario ZNA (@MarioBojic) March 6, 2025
La speaker del Parlamento serbo Ana Brnabic ha condannato l’incidente, definendolo un «atto di terrorismo» da parte dell’opposizione. La Brnbic, sottolineato, tuttavia, che l’assemblea ha approvato con successo le mozioni programmate, tra cui le revisioni di bilancio per le aziende di servizi pubblici della città e le normative sulla pianificazione urbana.
Gli scontri arrivano due giorni dopo che i parlamentari dell’opposizione avevano interrotto una sessione all’interno dell’Assemblea nazionale serba, facendo esplodere granate fumogene e gas lacrimogeni per protestare contro il governo. Alcuni legislatori si sono precipitati sulla sedia del presidente, provocando una colluttazione con le guardie di sicurezza. Due parlamentari sono rimaste ferite, una delle quali avrebbe subito un ictus.
Le proteste di questa settimana seguono mesi di dimostrazioni guidate dagli studenti contro la presunta corruzione e negligenza del governo in Serbia. Le proteste sono state inizialmente innescate dal crollo mortale di una pensilina di cemento alla stazione ferroviaria di Novi Sad lo scorso novembre, che ha causato 15 vittime.
La situazione ha provocato indignazione pubblica in tutto il Paese e ha spinto alle dimissioni diversi funzionari di alto rango, tra cui il primo ministro Milos Vucevic. Da allora i manifestanti hanno chiesto riforme governative sistemiche, mentre l’opposizione ha messo in dubbio la legittimità del governo nell’approvare la legislazione in seguito alle dimissioni del premier.
Il presidente serbo Aleksandar Vucic in precedenza aveva accusato gli attori stranieri di alimentare i disordini per destabilizzare il Paese. Il mese scorso, Vucic aveva dichiarato che l’Occidente ha speso miliardi per cercare di rovesciare il suo governo.
Come riportato da Renovatio 21, Belgrado nel dicembre 2023 produsse evidenti segni di «maidanizzazione» in corso. Già allora presidente serbo accusò le potenze occidentali di tentare di «ricattare» la Serbia affinché sostenga le sanzioni e di tentare di orchestrare una «rivoluzione colorata» – una sorta di Maidan belgradese –contro il suo governo a dicembre.
All’epoca il governo serbo in quel caso aveva ringraziato pubblicamente i servizi segreti russi per il loro aiuto, come confermato in seguito dal Vucic.
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Immagine screenshot da Twitter
Politica
Arrestato rivale di Erdogan a pochi giorni dalla candidatura alla presidenza

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Politica
È in corso un colpo di Stato in Germania?

Il professore di diritto statale Dietrich Murswiek dell’Università di Tubinga si è chiesto se in Germania non sia in corso un colpo di Stato. Lo riporta la rivista conservatrice Tichys Einblick, che ha intervistato l’accademico tubinghese.
A suggerire l’oscura ipotesi, vi sarebbe la moltitudine di manovre politiche in atto riguardanti l’economia, l’esercito e la pratica costituzionale e parlamentare fondamentale. Si possono elencare, in questo senso: il piano di modificare il freno costituzionale al debito contro i prestiti statali extra-bilancio; la richiesta di finanziare la militarizzazione con centinaia di miliardi di euro (che già fa dire a qualcuno: si comporrà un’ulteriore bolla speculativa); il piano dei cristiano-democratici, dei socialdemocratici e dei verdi di avere un altro cambiamento costituzionale affermando la «neutralità climatica» come nuova norma di base.
L’effetto netto di questo cambiamento costituzionale sarebbe che chiunque fosse scettico sull’obiettivo della neutralità climatica, ad esempio sostenendo che danneggerebbe l’economia, diventerebbe potenzialmente un nemico della Costituzione, un nemico dello Stato.
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I partiti e i politici che fanno campagna contro la politica climatica rosso-verde potrebbero e sarebbero dichiarati nemici della Costituzione e dello Stato, diventando bersagli dell’Ufficio per la protezione della Costituzione (BfV), i famosi servizi interni tedeschi, già all’opera nella repressione dell’AfD e altri movimenti.
Le persone prese di mira potrebbero perdere il lavoro, ad esempio, soprattutto se lavorano nel settore statale, ad esempio come insegnanti. Murswiek cita l’esempio della Romania, dove la Corte costituzionale ha inizialmente vietato la parola alla politica Diana Sosoaca (leader del partito SOS), il che è stato fatto in riferimento ad articoli da lei pubblicati.
Il decreto di divieto del supremo tribunale rumeno è stato emesso senza che fosse stata condannata o addirittura processata in precedenza, senza che le fosse stata data la possibilità di difendersi. La Corte costituzionale ha preso la sua decisione senza alcun giusto processo in merito.
Come noto, anche il candidato Calin Georgescu – che aveva vinto il primo turno dell’elezione per vedere poi annullato il risultato – è stato escluso completamente dalle elezioni, anche in riferimento a diverse accuse difficilmente dimostrabili.
Si insinua il sospetto che il requisito della «neutralità climatica» nella Legge fondamentale potrebbe alla fine essere strumentalizzato per tali scopi politici di partito: chiunque si opponga alle politiche verdi diventa un nemico della Costituzione e deve aspettarsi guai. Ciò potrebbe essere molto utile nelle prossime elezioni se, come previsto, i vecchi partiti ricevessero ancora meno sostegno di quest’anno.
La magistratura potrebbe quindi tendere una mano salvifica per sbarazzarsi di tutti quei partiti e politici che si oppongono alla narrazione ufficiale, avverte Murswiek.
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La magistratura è all’opera oggi anche nell’America di Donald Trump, annullando – con sentenze di giudici di nemmeno alto grado – i decreti presidenziali su immigrazione e taglio dei fondi.
In Italia conosciamo bene l’uso della magistratura a fine politici, come è divenuto chiarissimo nei quasi 30 anni dello statista Silvio Berlusconi (1936-2023) nella scena politica nazionale.
Va detto che Trump, Berlusconi, Georgescu e a breve anche AfD e compagni hanno, con probabilità, lo stesso nemico: lo Stato profondo transatlantico.
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Immagine di Ansgar Koreng via Wikimedia pubblicata su licenza CC BY-SA 3.0 (DE)
Politica
Trump annulla gli atti di Biden firmati con l’autopenna. Le grazie per Hunter, Fauci, e Deep State sono a rischio?

— President Donald J. Trump (@POTUS) March 16, 2025
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Il presidente ha espresso sentimenti simili durante un discorso al Dipartimento di Giustizia venerdì scorso, etichettando l’uso dell’autopenna da parte di Biden come «irrispettoso nei confronti dell’ufficio» e potenzialmente «nemmeno valido». I leader degli Stati Uniti hanno utilizzato strumenti di assistenza alla scrittura per oltre due secoli. Nei primi anni del 1800, Tommaso Jefferson portò alla Casa Bianca un dispositivo di duplicazione noto come poligrafo per copiare le sue lettere scritte a mano. L’amministrazione di Giorgio W. Bush ha sostenuto legalmente che l’autopen funge da legittimo sostituto della firma di un presidente sulle bollette. In particolare, sembrano essere sul piatto i pardon assegnati al figlio di Biden, Hunter (noto per essere al centro di storie di corruzione e depravazione), il dottor Anthony Fauci («zar» della gestione pandemica, che ha detto di non aver fatto nulla di male, tuttavia accettando la grazia presidenziale), il generale Mark Milley (che di fatto ipotizzò una piccola sedizione golpista, arrivando ad informare l’esercito cinese che qualora negli ultimi giorni di presidenza Trump avesse chiesto di attaccare Pechino lui non avrebbe seguito l’ordine), Liz Cheney, figlia del controverso ex vicepresidente Dick Cheney, e altri politici legati al Deep State che avevano istituito la Commissione per l’indagine sui fatti del Campidoglio nel 6 gennaio 2021.President Trump has declared the signatures on Joe Biden’s pardons to be null and void as they were signed with an autopen. This opens the way for Anthony Fauci, General Milley, the Biden family and J6 committee members to be arrested. pic.twitter.com/pSxBngHQ75
— David Kurten (@davidkurten) March 17, 2025
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