Gender
L’Uganda non si preoccupa dell’espulsione dal programma commerciale USA per la legge anti-LGBT

L’Uganda può raggiungere i suoi obiettivi di crescita senza il sostegno delle nazioni occidentali, ha detto domenica il presidente Yoweri Museveni, minimizzando la decisione di Washington di espellere il paese africano da un programma commerciale di punta.
«Devo consigliarvi di non preoccuparvi troppo delle recenti azioni del governo americano nello scoraggiare le loro aziende dall’investire in Uganda e nel rimuovere l’Uganda dalla lista AGOA [African Growth and Opportunity Act]», ha detto Museveni in una nota pubblicata su Twitter.
L’Uganda esporta merci negli Stati Uniti, tra cui caffè e prodotti tessili, da molti anni nell’ambito dell’accordo AGOA, entrato in vigore nel 2000. Il programma consente ai paesi qualificati dell’Africa subsahariana di avere accesso esente da dazi al mercato statunitense per più di oltre 1.800 prodotti. La scadenza è prevista per settembre 2025 e il suo rinnovo non è stato annunciato nel recente forum in Sud Africa, come previsto.
La settimana scorsa, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato la sua intenzione di espellere il paese dell’Africa orientale, insieme alla Repubblica Centrafricana (CAR), al Gabon e al Niger, dall’AGOA, citando «gravi violazioni» dei requisiti di partecipazione.
Biden aveva precedentemente minacciato di considerare le ripercussioni di una legge anti-LGBTQ approvata dal governo ugandese a maggio in una revisione dell’ammissibilità di Kampala all’iniziativa commerciale, riporta RT.
L’Anti-Homosexuality Act approvato pochi mesi fa, che rende «l’omosessualità aggravata» un reato capitale e impone pene fino all’ergastolo per relazioni consensuali tra persone dello stesso sesso, è stato ampiamente criticato e ha portato a sanzioni contro l’Uganda.
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La Banca Mondiale ha sospeso i nuovi finanziamenti all’Uganda in agosto, sostenendo che la legge anti-gay violava i suoi valori di «inclusione e non discriminazione». La decisione è arrivata dopo che il Dipartimento di Stato americano ha imposto restrizioni sui visti ai funzionari ugandesi a giugno, avvertendo che i responsabili della violazione dei diritti umani nel paese africano, compresi quelli delle persone LGBTQ, avrebbero subito conseguenze.
I funzionari ugandesi hanno accusato l’organismo finanziario globale di ipocrisia, con il presidente Museveni che ha sostenuto che la sanzione aveva lo scopo di costringere il suo paese ad abbandonare i suoi principi e la sua sovranità.
L’ultima punizione di Biden di rimuovere l’Uganda dal programma AGOA nel gennaio del prossimo anno è stata collegata agli sforzi degli Stati Uniti per fare pressione sul paese africano affinché abroghi la legislazione anti-omosessualità.
Domenica Museveni ha consigliato agli ugandesi di non preoccuparsi della decisione di Washington, sottolineando la preferenza del suo governo a lavorare con partner stranieri che rispettino il Paese.
«Alcuni di questi attori nel mondo occidentale sopravvalutano se stessi e sottovalutano i combattenti per la libertà dell’Africa… Alcuni attori stranieri pensano erroneamente che i Paesi africani non possano andare avanti senza il loro sostegno», ha scritto su Twitter.
Musuveni con probabilità si riferiva alla Russia, con cui nei mesi scorsi si è stabilito un partenariato tecnologico ed economico nell’ambito degli sforzi verso l’Africa compiuti da Mosca di recente.
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Come riportato da Renovatio 21, poco dopo l’approvazione della legge anti-sodomia, l’Uganda è stata improvvisamente teatro di attacchi terroristici con enormi stragi sia sul suo territorio che all’estero, presso le basi del contingente di pace ugandese in Somalia.
Due mesi fa decine persone sono state uccise e ferite dai militanti di un gruppo estremista – il quale non si faceva vivo dal 1998 – che hanno attaccato una scuola secondaria nell’Uganda occidentale.
Come riportato da Renovatio 21, solo due settimane prima, 54 suoi soldati ugandesi stati trucidati dai terroristi islamici in Somalia dove si trovavano in missione di pace per conto dell’Unione Africana. A perpetrare l’eccidio sarebbero stati gli islamisti di al-Shabaab («la gioventù»), gruppo noto per il sequestro della cooperante italiana di due anni fa – per il quale il governo di Conte e Di Maio pagò fior di milioni.
Musuveni ha più volte lanciato l’appello agli altri Paesi africani di «salvare il mondo» dall’imperialismo omosessualista inflitto al continente dall’Occidente.
In visita in Uganda pochi mesi fa, il presidente iraniano Ebrahim Raisi si era unito alla condanna, tuonando contro l’agenda LGBT occidentale.
Al presidente ugandese va riconosciuto anche l’aver approvato una nuova legge contro il traffico degli organi umani.
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Immagine di Foreign, Commonwealth & Development Office via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Gender
Il Parlamento austriaco vieta il linguaggio «inclusivo di genere» nelle sue comunicazioni ufficiali

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Gender
Il transgenderismo è in declino tra i giovani americani: «una moda in declino»

Un recente rapporto indica un calo nell’identificazione transgender tra i giovani americani, dopo il picco registrato durante l’amministrazione Biden.
Il rapporto, intitolato «The Decline of Trans and Queer Identity among Young Americans», redatto dal professor Eric Kaufmann, analizza i dati di studenti universitari negli Stati Uniti attraverso sette fonti.
I risultati mostrano che l’identificazione transgender è scesa a circa la metà rispetto al massimo raggiunto nel 2023, passando dal 7% al 4%.
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Tra il 2024 e il 2025, meno studenti universitari del primo anno si sono identificati come «trans o queer» rispetto agli studenti dell’ultimo anno, invertendo la tendenza osservata nel 2022-2023.
Anche l’identificazione come «non binario» (né uomo né donna) è diminuita della metà in tre delle cinque fonti di dati dello studio. L’identificazione eterosessuale è in aumento, pur rimanendo inferiore rispetto al 2020, mentre quella gay e lesbica è rimasta stabile.
«Questo suggerisce che la non conformità di genere/sessuale continuerà a diminuire», ha scritto Kaufmann su X, commentando i risultati, definendo l’identità transgender e queer una «moda» ormai in declino.
«Il calo delle persone trans e queer sembra simile allo svanire di una tendenza», ha affermato, sottolineando che tale cambiamento è avvenuto indipendentemente dalle variazioni nelle convinzioni politiche o nell’uso dei social media, ma con un ruolo significativo del miglioramento della salute mentale.
«Gli studenti meno ansiosi e, soprattutto, meno depressi [sono] associati a una minore percentuale di identificazioni trans, queer o bisessuali», ha aggiunto.
Come riportato da Renovatio 21, gennaio, il presidente Trump – che prima di rientrare alla Casa Bianca aveva promesso di fermare la «follia transgender» dal primo giorno della sua presidenza –ha firmato un ordine esecutivo per vietare al governo federale di finanziare o promuovere la transizione di genere nei minori. «Questa pericolosa tendenza sarà una macchia nella storia della nostra nazione e deve finire», ha dichiarato.
Sono seguiti interventi dell’amministrazione Trump contro il reclutamento di trans nell’esercito (nonché la cacciata dei già recluati) e la partecipazione di transessuali maschi alle gare sportive delle donne. «la guerra allo sport femminile è finita» ha dichiarato il presidente americano.
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Secondo il Williams Institute, il 76% delle persone transgender (circa 2,8 milioni) ha meno di 35 anni, di cui il 25% (724.000) è tra i 13 e i 17 anni. Il rapporto evidenzia che la composizione razziale delle persone transgender riflette quella degli Stati Uniti. Circa un terzo si identifica come donna, un terzo come uomo e un terzo come non binario.
Dal 2022, il Williams Institute stima che il numero di persone transgender sia cresciuto da 1,6 milioni a 2,8 milioni, un aumento del 75% in tre anni.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa uno studio dell’ente americano Public Religion Research Institute (PRRI) aveva rivelato che più di un americano su quattro (28%) di età compresa tra 18 e 25 anni, nota come Generazione Z, si è identificato come LGBT.
La «moda» ora può essere finita. Tuttavia, ci chiediamo: quale ne è stato il prezzo?
Quanti ragazzi castrati per sempre? Quante ragazze mutilate dei seni? Quanti adolescenti intossicati di steroidi sintetici? Quante famiglie lacerate e distrutte?
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