Gender
Il presidente del Comitato Olimpico dice che non esiste un modo «solido» per distinguere l’uomo dalla donna
Il presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), Thomas Bach, ha dichiarato di non essere a conoscenza di un metodo «scientificamente valido» per distinguere un uomo da una donna, difendendo la decisione dell’organismo di consentire a due pugili la cui idoneità di genere è stata contestata di prendere parte al campionato di pugilato femminile.
Le parole del Bach sono arrivate in risposta alla domanda se il CIO avrebbe preso in considerazione la possibilità di rivedere le sue linee guida sull’identificazione di genere alla luce della controversia che ha circondato due pugili, l’algerina Imane Khelif e la taiwanese Lin Yu-ting, a cui è stato permesso di partecipare ai Giochi come donne nonostante precedenti accuse secondo cui sarebbero in realtà biologicamente uomini.
Come riportato da Renovatio 21, entrambi i pugili hanno vinto l’oro nella loro categoria.
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Secondo Bach, mentre il CIO «sarebbe più che felice di esaminare» la situazione, al momento non ha modo di indagare sulle rivendicazioni di genere di entrambi gli atleti.
«Abbiamo detto fin dall’inizio che se qualcuno ci presenta un sistema scientificamente solido su come identificare uomini e donne, siamo i primi a farlo. Non ci piace questa incertezza», ha affermato Bach, aggiungendo che il test cromosomico non è più sufficiente per distinguere scientificamente uomini e donne.
Il Bach ha anche osservato che «non è possibile» per il CIO prendere le sue decisioni basandosi su «qualcuno che dice che questa non è una donna solo guardandola» o «cadendo preda di una campagna diffamatoria da parte di un’organizzazione non credibile con un forte interesse politico».
Quest’ultimo commento sembra essere una frecciatina rivolta all’International Boxing Association (IBA), che ha squalificato sia Khelif che Yu-ting dai Campionati del mondo l’anno scorso dopo che «non hanno soddisfatto i criteri di ammissibilità per partecipare alla competizione femminile». I due organismi sono stati in disaccordo negli ultimi anni.
In una dichiarazione rilasciata alla fine di luglio, l’IBA ha ribadito che «le atlete… sono state sottoposte a un test separato e riconosciuto che ha indicato che entrambe… hanno dimostrato di avere vantaggi competitivi rispetto alle altre concorrenti donne».
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La controversia di genere alle Olimpiadi di Parigi ha scatenato accesi dibattiti a livello mondiale dopo che Khelif ha battuto l’italiana Angela Carini nei turni preliminari alle Olimpiadi in un incontro durato appena 45 secondi. L’incidente ha sollevato dubbi sulla correttezza del consentire ai maschi biologici di competere con le femmine.
La scorsa settimana, il portavoce del CIO Mark Adams ha affermato che tutti i concorrenti approvati per i Giochi «rispettano le regole di ammissibilità» e ha sollevato dubbi sui test IBA, che ha tenuto una conferenza stampa in settimana per difendere la posizione sulla questione transessuale olimpica.
Il CIO aveva precedentemente spiegato che Khelif e Lin Tu-ting erano state autorizzate per i Giochi perché «donne secondo i loro passaporti», un’affermazione tanto grottesca da suonare quasi come beffarda.
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Immagine di Olaf Kosinsky via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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Squadra di calcio transgender sconfitta 19-0 nella partita d’esordio
Secondo quanto riportato dalla Reuters, una squadra di calcio composta interamente da uomini transgender (cioè, da quanto è dato a capire donne che vogliono divenire maschi) ha iniziato a giocare in un campionato regionale in Spagna.
La squadra, denominata Fenix FC, ha ufficialmente militato nella quinta divisione maschile della regione spagnola della Catalogna (dove altro, sennò?), dopo essere stata incorporata in un club locale di Sant Feliu de Llobregat, sobborgo di Barcellona, ha affermato l’agenzia in un articolo pubblicato sabato.
Ciò rende la squadra catalana la prima squadra composta interamente da transgender ad entrare a far parte di una federazione calcistica in Europa.
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Il Fenix FC, che prende il nome dal mitico uccello che risorge dalle ceneri, ha giocato la sua prima partita in campionato il 21 settembre e ha perso 19-0.
Il fondatore del Fenix FC, Hugo Martinez, ha dichiarato alla Reuters di aver deciso di creare una squadra composta esclusivamente da trans dopo che gli è stato chiesto di lasciare la squadra femminile dopo aver iniziato la transizione verso un uomo attraverso la terapia ormonale.
Il capitano della squadra, Luke Ibanez, ha dichiarato di essersi unito al club perché temeva di non essere accettato e di poter addirittura subire violenze in una squadra maschile.
«Fenix è un team di ragazzi trans creato interamente da ragazzi trans, ma penso che sia più di questo: una famiglia, uno spazio sicuro dove puoi essere libero ed esprimerti come vuoi e come ti senti veramente», ha aggiunto Ibanez.
Alla fine del 2022, la Spagna ha approvato una legge che consente ai cittadini di cambiare il loro genere legale senza la necessità di una valutazione psicologica o medica di altro tipo.
La Federazione calcistica catalana ha detto a Reuters che i suoi campionati maschili sono stati misti nelle ultime due stagioni, con persone di qualsiasi genere in grado di prendervi parte. I giocatori possono anche competere con un nome diverso dal loro nome legale, ha aggiunto.
La fragilità sportiva dei corpi a doppio cromosoma X nei confronti diretti con sfidanti maschili è un tema a cui le cronache internazionali di questi anni ci hanno oramai abituati.
Al lettore di Renovatio 21, può tornare in mente il precedente della nazionale femminile USA, sconfitta sul campo 12-0 da una squadra maschile di quarta divisione.
EE.UU – La selección nacional femenina de fútbol retó al equipo masculino de futbolistas retirados para demostrar su profesionalidad y habilidades.
El resultado fue predecible, los JUBILADOS las derrotaron con un contundente resultado de 12-0… 👁️ pic.twitter.com/nhTLlzGJ0k— Bakalaofresco (@bakalaofresco) December 8, 2023
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Ma c’è anche il caso grottesco della squadra tutta femminile cilena al campionato internazionale per le forze di polizia.
Più gravi i casi in cui squadre femminili si sono trovate a gareggiare con transessuali a cromosoma XY – persone nate e cresciute come maschi biologici.
Come riportato da Renovatio 21, nel corso dell’anno è emersa la vicenda di una squadra di calcio «femminile» LGBTQ+ composta da cinque giocatori transgender che ha vinto facilmente un torneo in Australia dopo che altre squadre erano state avvertite che avrebbero compiuto «discriminazioni» rifiutandosi di giocare, nonostante le accuse che una delle giocatrici trans avesse rotto in due la gamba di un avversaria.
Mesi fa, una squadra di basket femminile di una scuola superiore del Massachusetts è stata costretta a rinunciare alla partita dopo che un giocatore transgender della squadra avversaria ha ferito tre giocatrici.
Remind me: How does letting a confused boy compete against girls develop his character? Lowell Collegiate Charter School v. Kipp Academy Lynn. pic.twitter.com/ucuFNngrTs
— Sidewalk Steve (@Sidewalk_Steve) February 19, 2024
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È notizia di questi giorni la rinuncia al campionato da parte di almeno quattro team femminili universitari di pallavolo statunitensi dovuta, è ritenuto, della presenza di un possibile giocatore transessuale nella squadra dell’Università di San José.
A luglio era emerso il caso della pallavolista Payton McNabb, che aveva 17 anni quando una palla lanciata con forza da un avversario transgender la colpì in faccia, la scaraventò a terra e le fece perdere i sensi. L’atleta riportò danni cerebrali e paralisi al lato destro, che hanno messo fine ai suoi sogni di ottenere una borsa di studio universitaria per la pallavolo e hanno reso difficile per lei camminare senza cadere.
Two years ago today, my life was changed forever because my rights and safety were deemed less important than a man’s feelings and false reality.
I will always continue to fight the good fight for all the girls and women who deserve better🤝 pic.twitter.com/TLpzCKryU6
— payton mcnabb (@paytonmcnabb_) September 2, 2024
Come riportato da Renovatio 21, traumi ad atlete causate da avversari transessuali si sono visti in vari sport, come la pallavolo, l’hockey, la BMX, Ju-jitsu, MMA.
Nel frattempo, i record di ogni possibile disciplina femminile vengono stracciati dai transessuali, ma forse ora si tratta di un dettaglio minore: ora a essere minacciati non sono i risultati sportivi, ma i copri stessi delle atlete
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Cina
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