Politica
L’UE rifiuta di commentare il divieto a Georgescu alle elezioni romene
L’Unione Europea ha rifiutato di dire nulla sulla decisione della Romania di impedire al candidato indipendente Calin Georgescu di partecipare a una ripetizione delle elezioni presidenziali della nazione, secondo quanto riportato dai media. La vittoria al primo turno di Georgescu è stata annullata a causa di affermazioni di irregolarità nella campagna elettorale e accuse di legami con Mosca.
Georgescu, un convinto critico dell’UE e della NATO e un oppositore del sostegno all’Ucraina, ha vinto con una pluralità del 23% dei voti a novembre, ma la Corte costituzionale rumena ha rapidamente annullato il risultato. Domenica, l’Ufficio elettorale centrale (BEC) gli ha impedito di prendere parte alle nuove elezioni di maggio.
Lunedì, la Commissione europea ha dichiarato che Bruxelles «non commenta» i processi elettorali negli stati membri, secondo diversi resoconti dei media. Quando gli è stato chiesto durante una conferenza stampa se l’organo esecutivo dell’UE si fidasse della commissione elettorale rumena per prendere una decisione così drastica, il rappresentante della commissione Markus Lammert ha detto che Bruxelles “non interferisce in alcun modo nelle elezioni nazionali”, che sono una responsabilità delle autorità nazionali e del popolo.
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L’annullamento del primo turno delle elezioni presidenziali è avvenuto in seguito ad accuse di violazioni elettorali e affermazioni secondo cui la Russia avrebbe condotto una campagna online coordinata per promuovere Georgescu.
Un’indagine all’inizio di quest’anno ha rivelato che le presunte irregolarità della campagna erano probabilmente causate dalle azioni di una società di consulenza associata al filo-occidentale Partito Nazionale Liberale (PNL). La società intendeva indebolire un altro candidato ma inavvertitamente ha invece aumentato il profilo di Georgescu.
La Russia ha negato il coinvolgimento nel processo elettorale della Romania, con la portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakhharova che ha definito le speculazioni infondate. «La Russia non ha l’abitudine di intromettersi negli affari altrui», ha detto ai giornalisti la scorsa settimana.
A fine febbraio, il Georgescu è stato incriminato per presunta istigazione ad azioni contro l’ordine costituzionale e per aver promosso un’ideologia fascista, razzista o xenofoba. Il candidato ha negato tutte le accuse, insistendo sul fatto che sono motivate politicamente.
Va ricordato che la NATO sta costruendo un’enorme base militare in Romania. A maggio è prevista in Romania un’esercitazione militare con migliaia di soldati francesi, una simulazione di combattimento contro la Russia.
Come riportato da Renovatio 21, il Georgescu tre settimane fa ha definito il presidente ucraino Zelens’kyj un «semi-dittatore» e dichiarato in un podcast americano che la NATO usa la Romania come «porta della guerra».
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Il Giappone elegge una donna conservatrice come primo ministro
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Politica
Elezioni in Bolivia, il Paese si sposta a destra
Domenica si è svolto in Bolivia il ballottaggio per le elezioni presidenziali, che ha visto contrapporsi due candidati di destra: il senatore centrista Rodrigo Paz Pereira e l’ex presidente conservatore Jorge Quiroga.
I risultati preliminari indicano che Paz ha ottenuto il 54,6% dei voti, mentre Quiroga si è fermato al 45,4%. Sebbene sia prevista un’analisi manuale delle schede, è improbabile che il risultato definitivo differisca significativamente dal conteggio iniziale, basato sul 97% delle schede scrutinate.
Le elezioni segnano la fine del ventennale dominio del partito di sinistra Movimiento al Socialismo (MAS), che ha subito una pesante sconfitta nelle elezioni di fine agosto. Il presidente uscente Luis Arce – che ha recentemente accusato gli USA di controllare l’America latina sotto la maschera della «guerra alla droga» – non si è ricandidato, e il candidato del MAS, il ministro degli Interni Eduardo del Castillo, ha raccolto solo il 3,16% dei voti, superando di poco la soglia necessaria per mantenere lo status legale del partito.
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Nel primo turno, la destra ha dominato: Paz ha ottenuto il 32,1% dei voti e Quiroga il 26,8%. Il magnate di centro-destra Samuel Doria Medina, a lungo favorito nei sondaggi, si è classificato terzo con il 19,9% e ha subito appoggiato Paz per il ballottaggio.
Entrambi i candidati hanno basato la loro campagna sullo smantellamento dell’eredità del MAS, differendo però nei metodi. Paz ha promesso riforme graduali, mentre Quiroga ha sostenuto cambiamenti rapidi, proponendo severe misure di austerità per affrontare la crisi.
Il MAS non si è mai ripreso dai disordini del 2019, quando l’ex presidente Evo Morales fu deposto da un colpo di Stato subito dopo aver ottenuto un controverso quarto mandato. In precedenza, Morales aveva perso di misura un referendum per modificare la norma costituzionale che limita a due i mandati presidenziali e vicepresidenziali. Più di recente, Morales ha accusato tentativi di assassinarlo ed è entrato in sciopero della fame, mentre i suoi sostenitori hanno dato vita ad una ribellione. Il Morales, recentemente accusato anche di stupro (accuse che lui definisce «politiche»), in una lunga intervista aveva detto che dietro il suo rovesciamento nel 2019 vi erano «la politica dell’impero, la cultura della morte» degli angloamericani.
Il colpo di Stato portò al potere la politica di destra Jeanine Áñez, seconda vicepresidente del Senato. Tuttavia, il MAS riconquistò terreno nelle elezioni anticipate dell’ottobre 2020, mentre Áñez fu incarcerata per i crimini commessi durante la repressione delle proteste seguite al golpe.
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Il passaggio storico è stato definito da alcuni come la prima «guerra del litio», essendo il Paese ricco, come gli altri Stati limitrofi, della sostanza che rende possibile la tecnologia di computer, telefonini ed auto elettriche.
Come riportato da Renovatio 21, un tentato colpo di Stato vi fu anche l’anno scorso quando la polizia militare e veicoli blindati hanno circondato il palazzo del governo nella capitale La Paz.
Sotto il presidente Arce la Bolivia si era avvicinata ai BRICS e aveva iniziato a commerciare in yuan allontanandosi dal dollaro.
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Sarkozy sarà messo in cella di isolamento
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