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Militaria

L’Ucraina non ha abbattuto il missile ipersonico: il fact-checking russo

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Come riportato da Renovatio 21, l’Ucraina la scorsa settimana ha raccontato festante l’abbattimento di un missile ipersonico russo Kinzhal.

 

Le affermazioni della Difesa di Kiev sono state rilanciate dal New York Times, che si appoggiava a sua volta alle solite fonti anonime all’interno degli apparati militari e di Intelligence USA che gli passano le informazioni.

 

In queste ore è arrivata la risposta russa, con la smentita – e conseguente fact-checking – del sito governativo russo Sputnik., che ha sentito esperti dalla parte di Mosca.

 

È impossibile abbattere il missile balistico ipersonico russo Kinzhal con il sistema missilistico terra-aria (SAM) Patriot MIM-104 di fabbricazione statunitense, ha detto a Sputnik l’esperto militare di Mosca Alexey Leonkov, sfatando le recenti affermazioni di Kiev.

 

Leonkov ha spiegato che il radar del SAM non può tracciare il Kinzhal a causa di un limite di velocità per il bersaglio intercettato fino a Mach 3.

 

«Quando [l’Ucraina] usa un missile Patriot frontale, non può assegnare la designazione del bersaglio a qualcosa che vola più veloce [di Mach 3]. Nel caso di un missile Patriot che vola all’inseguimento del Kinzhal, l’intercettore dovrebbe volare almeno 1,5 volte più veloce del missile ipersonico russo», ha dichiarato l’esperto russo.

 

I Patriot sono stati precedentemente forniti a Kiev come parte dell’assistenza militare di Washington.

 

Le osservazioni di Leonkov sono arrivate dopo che il portavoce dell’aeronautica ucraina Yury Ignat ha ammesso che l’arsenale di combattimento del suo paese non era sufficiente per contrastare i missili Kinzhal.

 

«Ci sono poche armi nell’arsenale ucraino in grado di abbattere il missile Kh-47 Kinzhal. Il Patriot non ha mai lavorato con un tipo di bersaglio come il Kh-47, motivo per cui è troppo presto per rallegrarsi», aveva detto Ignat riguardo alle voci del presunto abbattimento del missile ipersonico russo da parte del SAM di fabbricazione statunitense.

 

Il Kh-47M2 Kinzhal (nome in codice NATO «Killjoy») è un missile balistico ipersonico con capacità nucleare russo che ha una portata di oltre 2.000 km. Il Kh-47 è in grado di viaggiare almeno cinque volte la velocità del suono, o Mach 5, che è la definizione di ipersonico.

 

Il missile può raggiungere una velocità massima di Mach 10 (12.250 km/h) mentre esegue anche manovre evasive, il che aiuta il Kinzhal a essere praticamente invulnerabile ai sistemi di difesa antimissile nemici.

 

Con le capacità di manovra avanzate dell’arma, l’alta precisione e la velocità ipersonica, alcune fonti si riferiscono al Kinzhal come a un «killer di portaerei» a causa della sua presunta capacità di disabilitare o forse addirittura affondare un’ipotetica portaerei da 100.000 tonnellate con un solo colpo.

 

La Federazione Russia sta usando missili ipersonici contro l’Ucraina.

 

Del volo del Kinzhal (che in russo significa «pugnale») esisterebbe in rete un raro filmato.

 

 

Oltre al Kinzhal, la Russia dispone di un altro missile ipersonico, lo Tsirkon.

 

Come riportato da Renovatio 21, vi sono Tsirkon ora schierati a bordo della fregata russa Gorshkov, che ha fatto rotta per il Sud Africa attraverso l’Atlantico pochi giorni fa. Lo stesso presidente Putin aveva parlato di impiego di armi ipersoniche nelle navi russe durante l’esposizione della nuova dottrina navale a San Pietroburgo lo scorso luglio.

 

È stato riportato che anche velivoli delle forze aerospaziali russe di stanza nell’énclave baltica di Kaliningrad sarebbero dotati di missili ipersonici.

 

Come riportato da Renovatio 21lo Tsirkon era stato approntato a fine 2021, poche settimane prima dell’inizio del conflitto in Ucraina. Il 2022 ha visto il via alla produzione di questo tipo di missile ipersonico.

 

Dopo anni di ritardoparrebbe che ora anche gli USA possano vantare esperimenti riusciti in fatto di tecnologia ipersonica. Tuttavia in America vi è stato scandalo quando si è appreso il mese scorso che i sistemi ipersonici della Cina Popolare, che sarebbero praticamente pronti, sono stati sviluppati con tecnologia tranquillamente venduta e trasferita da società americane.

 

Nel club delle potenze ipersoniche vi sarebbero anche, a quanto comunicano, la Corea del Nord e l’Iran.

 

Anche il teatro pacifico pare muoversi nella corsa alle armi ipersoniche. Come riportato da Renovatio 21, in settimana era emerso che il Giappone starebbe preparando un sistema per intercettarli, mentre gli USA stanno continuando con gli esperimenti.

 

 

 

 

 

Immagine di Boevaya mashina via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)

 

 

 

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Bizzarria

Caccia NATO inseguono stormo di uccelli

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Secondo quanto riportato dai media, l’aeronautica militare lettone avrebbe inviato un gruppo di caccia della NATO al confine con la Bielorussia per indagare su un oggetto volante non identificato, che si è rivelato essere uno stormo di uccelli.

 

Il ministero della Difesa dello Stato baltico ha rilasciato martedì una dichiarazione in cui afferma che nelle prime ore del 17 settembre l’Aeronautica militare ha rilevato un «oggetto volante irriconoscibile» che si era avvicinato al confine tra Lettonia e Bielorussia e lo aveva attraversato nei pressi del distretto di Kraslava.

 

In risposta, il ministero ha affermato che gli aerei da guerra della NATO Airspace Patrol Mission sono decollati e sono stati inviati a intercettare l’oggetto. Dopo non aver trovato nulla di sospetto, i caccia sono tornati alla base.

 

Tuttavia, più tardi nel corso della giornata, l’agenzia di stampa LETA ha riferito che i dispositivi di monitoraggio dello spazio aereo avevano identificato l’«oggetto volante irriconoscibile» come uno stormo di uccelli. La specie precisa dei volatili per qualche ragione non è stata specificata.

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Il primo ministro lettone Evika Silina ha tuttavia ribadito che la popolazione deve essere informata quando oggetti non identificati si avvicinano ai confini del Paese, mentre il ministro della Difesa Andris Spruds ha osservato che i caccia erano in volo perché inizialmente era impossibile determinare cosa fosse «l’oggetto».

 

Alla luce dell’incidente, il ministero della Difesa della Lettonia ha invitato i cittadini a segnalare immediatamente eventuali oggetti o attività sospette ai confini del Paese chiamando il numero verde nazionale di emergenza.

 

La scorsa settimana, l’esercito lettone ha annunciato che avrebbe adottato misure aggiuntive per proteggere il confine orientale del Paese dopo che un drone militare armato si sarebbe schiantato nella regione di Rezekne.

 

Secondo l’Aeronautica militare nazionale lettone, il drone sarebbe stato identificato come un drone «Shahed» che aveva attraversato lo spazio aereo del Paese dalla Bielorussia. Mosca ha negato le affermazioni secondo cui il drone fosse di origine russa.

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Militaria

Generale tedesco: l’Occidente dell’escalation contro la Russia fino al «punto di non ritorno»

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Il generale tedesco Harald Kujat (in pensione), ex ispettore capo della Bundeswehr (2000-2002) e presidente del Comitato militare della NATO (2002-2005), che continua a essere uno dei principali critici delle strategie di escalation occidentali, ha messo in guardia contro la consegna di estese armi occidentali all’Ucraina e il loro rilascio per usarle contro posizioni militari nel cuore della Russia.   In un’intervista con la Neue Osnabrücker Zeitung, il generale Kujat ha dichiarato: «Se le armi a lungo raggio vengono consegnate adesso, allora la capacità dell’Ucraina di attaccare obiettivi che sono di importanza esistenziale per la Russia aumenterà – e con ciò la minaccia che questa guerra si diffonda. Ecco perché possiamo solo mettere in guardia da ciò».   Kujat ha accusato l’Ucraina di cercare di «trascinare anche l’Occidente in questa guerra».

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Gli attacchi ucraini alle infrastrutture militari nel cuore della Russia rappresentavano un «rischio enorme», poiché l’attacco al sistema di allarme russo (che non aveva alcun ruolo nell’apparente difesa dell’Ucraina contro la Russia) faceva parte dell’«equilibrio strategico-nucleare delle due superpotenze nucleari», cioè Russia e Stati Uniti, ha dichiarato Kujat al quotidiano Osnabrück.   L’Occidente deve stare attento a non oltrepassare continuamente «nuove linee rosse» e raggiungere infine un «punto di non ritorno».   Come riportato da Renovatio 21, il Kujat, rispettato ex presidente del Comitato militare della NATO (2002-2005) ed ex capo di stato maggiore della Bundeswehr (2000-2005), a maggio aveva espresso il suo disappunto in un’intervista del 2 maggio pubblicata su Preußische Allgemeine Zeitung riguardo al fatto che il cancelliere Olaf Scholz, durante il suo viaggio in Cina dal 16 al 18 aprile, non ha sostenuto il piano di pace cinese in Ucraina del 24 febbraio 2023.   «Il tempo sta finendo. Una catastrofica sconfitta militare per l’Ucraina può essere evitata solo se le ostilità cessano al più presto possibile e se si avviano negoziati di pace tra i due Stati belligeranti. Chiunque voglia salvare l’Ucraina deve intraprendere questa strada con risolutezza e fermezza» aveva dichiarato il generale germanico.   Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa in un’intervista del 21 marzo alla radio Berlino-Brandeburgo (RBB), il generale tedesco aveva definito un’«assoluta assurdità» l’idea che l’Ucraina sarebbe in grado, solo con più munizioni, di respingere le truppe di Mosca, aggiungendo per soprammercato che le forze armate russe sono «più forti che negli anni ’80».

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La scorsa estate il generale aveva messo in guardia dalla minaccia di guerra se la Germania dovesse soccombere alle pressioni NATO e consegnare missili da crociera Taurus all’Ucraina.   Come riportato da Renovatio 21, il nome del generale Kujat appariva in un appello di inizio anno da parte di generali tedeschi che si opponevano alla fornitura di carrarmati Leopard all’Ucraina.   Kujat è stato ispettore generale della Bundeswehr nel 2000-2002 e ha concluso la sua carriera militare come presidente del comitato militare della NATO nel 2002-2005.  

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Geopolitica

Gli Houthi attaccano il centro di Israele. Con un missile ipersonico?

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Un missile sparato dallo Yemen ha colpito il centro di Israele domenica mattina, secondo le Forze di difesa israeliane (IDF). Gli Houthi, un gruppo armato che controlla gran parte dello Yemen settentrionale, hanno rivendicato la responsabilità dell’attacco.

 

Il missile è entrato nello spazio aereo israeliano da est ed è caduto in un’area aperta, ha detto l’IDF in un messaggio su X. Non ci sono state vittime a seguito dell’incidente, ha aggiunto.

 


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In un post successivo, l’esercito israeliano ha affermato che l’attacco era partito dallo Yemen. Ha anche chiarito che i suoni esplosivi uditi sopra Israele centrale erano stati prodotti dagli intercettori dell’IDF, che avevano sparato contro il proiettile in arrivo.

 

Le sirene sono state attivate nella zona che va da Tel Aviv, sulla costa mediterranea, alla città di Modiin, circa 25 km (18 miglia) a sud-est, intorno alle 6:30 del mattino, ora locale, ha riportato il Times of Israel.

 

Secondo il giornale, un missile avrebbe colpito un’area aperta e causato un incendio nella foresta di Ben Shemen, a pochi chilometri dall’aeroporto internazionale Ben Gurion fuori Tel-Aviv. Le schegge hanno anche danneggiato una stazione ferroviaria alla periferia di Modiin e la polizia sta cercando detriti di missili in altre aree, ha aggiunto.

 


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Nove persone sono rimaste leggermente ferite mentre cercavano riparo durante l’attacco, ha affermato il servizio di ambulanze israeliano Magen David Adom.

 

Poche ore dopo, gli Houthi hanno confermato la loro responsabilità nell’attacco missilistico, con il portavoce del gruppo che ha affermato in una nota che «le forze armate yemenite hanno condotto un’operazione militare specifica» contro «un obiettivo militare del nemico israeliano» nell’area portuale di Jaffa a Tel Aviv.

 

L’attacco ha coinvolto «un nuovo missile balistico ipersonico», che è stato in grado di colpire il bersaglio designato, ha affermato il portavoce. «I sistemi di difesa del nemico non sono riusciti a intercettare e affrontare [il missile]. Ha percorso una distanza di 2.040 km in undici minuti e mezzo e ha causato uno stato di paura e panico» in Israele, ha aggiunto.

 

Dall’ottobre dell’anno scorso gli Houthi attaccano con droni e missili navi mercantili presumibilmente legate a Israele nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, sostenendo di agire a sostegno dei palestinesi durante gli attacchi israeliani a Gaza.

 

Il gruppo yemenita ha preso di mira anche il territorio israeliano con droni e missili, ma è riuscito a penetrare le difese aeree solo in poche occasioni.

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Saree ha avvertito che «il nemico israeliano dovrebbe aspettarsi più attacchi e operazioni specifiche» in vista del primo anniversario dell’attacco del 7 ottobre contro Israele da parte del gruppo armato palestinese Hamas, in cui circa 1.200 persone sono state uccise e circa 250 prese in ostaggio.

 

 

A marzo gli Houthi avevano fatto circolare la voce secondo la quale la milizia sciita avrebbe effettuato con successo un volo di prova di un missile ipersonico e si stava preparando ad aggiungerlo al suo arsenale.

 

Come riportato da Renovatio 21, quattro mesi fa il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran (IRGC) – i cosiddetti pasdaran, considerati alleati degli Houthi – ha presentato un nuovo missile ipersonico durante una cerimonia tenutasi a Teheran alla presenza del leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei.

 

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