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Le profezie di Yuri Bezmenov

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Yuri Aleksandrovich Bezmenov (1939–1993), noto anche come Tomas David Schuman, è stato un giornalista sovietico e agente del KGB specializzato in propaganda e sovversione ideologica.

 

La sovversione ideologica consiste nel distorcere la percezione della realtà di una società fino a portarla all’autodistruzione: era questo il messaggio che negli anni Ottanta cominciò a portare al pubblico americano, tramite circuiti conservatori il Bezmenov, disertore del KGB.

 

In molti notano che le cui rivelazioni sulla sovversione ideologica restano ancora attuali. I suoi moniti, basati sull’esperienza diretta delle «misure attive» sovietiche, delineano schemi per demolire le società libere non con bombe, invasioni o epidemie, ma con il veleno delle idee manipolate e del degrado culturale.

 

Il Substack di Doug Ross Director Blue ha sintetizzato venti punti del pensiero bezmenoviano.

 

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1) La sovversione ideologica è un processo a lungo termine, che richiede dai 15 ai 60 anni, volto a modificare la percezione della realtà in una nazione bersaglio senza ricorrere alla forza militare.

 

2) Solo circa il 15% delle attività del KGB era dedicato allo spionaggio tradizionale; la maggior parte si concentrava sulla guerra psicologica e sulla manipolazione ideologica.

 

3) L’obiettivo è demoralizzare una società, minando le sue basi morali, educative e culturali, rendendo le persone incapaci di riconoscere le minacce o di difendersi.

 

4) La demoralizzazione richiede 15-20 anni, il tempo necessario per educare una generazione con idee sovversive.

 

5) I sistemi educativi a tutti i livelli sono obiettivi primari, trasformando le scuole in centri di indottrinamento che promuovono il relativismo sui fatti e sul pensiero critico.

 

6) L’infiltrazione dei media genera confusione amplificando narrazioni divisive e screditando la verità oggettiva.

 

7) La religione viene attaccata presentandola come obsoleta o oppressiva, erodendo le ancore spirituali e sostituendole con la lealtà allo Stato o il nichilismo.

 

8) Le strutture familiari vengono indebolite promuovendo l’individualismo, il divorzio e stili di vita alternativi che frammentano la coesione sociale.

 

9) Il relativismo morale confonde il bene e il male, portando all’apatia e all’incapacità di unirsi contro i veri nemici di una società.

 

10) La storia viene riscritta per diffamare eroi e tradizioni nazionali, alimentando dubbi e sensi di colpa nella popolazione.

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11) Dopo la demoralizzazione, la destabilizzazione dura dai 2 ai 5 anni e colpisce economia, relazioni estere e difesa per creare caos interno.

 

12) Il sabotaggio economico amplifica le divisioni di classe, riduce la classe media e alimenta il risentimento attraverso inflazione, scarsità o disuguaglianza.

 

13) La politica estera viene manipolata per isolare la nazione, mettendo a dura prova le alleanze e rafforzando gli avversari.

 

14) La prontezza della difesa viene compromessa da tagli al bilancio, divisioni interne o propaganda antimilitare.

 

15) La fase di crisi sfocia in violenza o sconvolgimenti, in cui una società demoralizzata e destabilizzata richiede soluzioni radicali.

 

16) Durante la crisi, le persone rinunciano volontariamente alla libertà in cambio della sicurezza promessa, aprendo la strada al controllo autoritario.

 

17) La normalizzazione è la fase finale, in cui i cambiamenti sovversivi diventano la «nuova normalità», istituzionalizzati e irreversibili.

 

18) L’opposizione viene messa a tacere attraverso censura, emarginazione o eliminazione nella fase di normalizzazione.

 

19) Il processo si basa su «utili idioti»: intellettuali, élite, attivisti e leader occidentali benintenzionati che, inconsapevolmente, promuovono il suicidio sociale.

 

20) Una volta che la sovversione ha successo, nemmeno la rivelazione della verità potrà invertirla, poiché la popolazione rifiuta i fatti che contraddicono la propria visione del mondo riprogrammata.

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Nelle sue lezioni e conferenze, i cui video sono ancora circolanti in rete, Bezmenov spiega che una volta che si ottiene l’implosione di un Paese sono solo due prospettive che rimangono possibili: l’invasione da parte di uno Stato limitrofo (che teme il contagio del caos) oppure l’inserimento di un «salvatore della patria», un uomo forte innalzato dalle masse per riportare l’ordine. In quest’ultimo caso, racconta l’ex spia sovietica, chi ha preparato la demoralizzazione e la stabilizzazione ha certamente pronta la figura da inserire per poi volgere la politica del Paese secondo gli interessi della potenza straniera.

 

L’ex agente del KGB, che fuggì quando era in servizio nell’ambasciata di Nuova Dehli negli anni Settanta travestendosi da hippy occidentale (Indira Gandhi aveva proibito l’asilo politico dei diplomatici presso altre ambasciate, una misura pensata solo per tutelare l’alleato sovietico), si era poi spostato in Canada (dove lavorò alla radio, facendosi così localizzare dal KGB che aveva identificato la sua voce) e negli Stati Uniti, sposando quindi un’infermiera di origini filippine. Egli, laureato in orientalistica, aveva assistito con i suoi occhi alle manovre occulte dell’URSS nel fomentare la secessione del Pakistan orientale, ora conosciuto come Bangladesh, come da desiderio dell’India alleata di Mosca.

 

Le intuizioni di Bezmenov trovano oggi riscontro per ovvie ragioni: dalle nostre istituzioni educative frammentate, alle scienze corrotte, fino alla mancanza di fiducia negli «esperti».

 

Secondo il libro di Roberto Dal Bosco Cristo o l’India il Bezemenov raccontò l’interesse che il servizio segreto russo aveva per Maharishi Mahesh Yogi (1918-2008), il notorio guru dei Beatles e di tante altre celebrità. Il KGB mandò Bezmenov ad incontrarlo quando vide che le frotte di giovani statunitensi che transitavano per il suo ashram.

 

«Tornavano a case pieni di marijuana, hashish ed idee pazzoidi sulla meditazione… meditare, è in altre parole isolarsi dai problemi sociali e politici correnti del tuo paese, chiudersi nella propria bolla, dimèntichi dei guai del mondo» dichiarava l’ex spia sovietica in una conversazione del 1984. «Ovviamente il KGB era affascinato da questo centro di lavaggio del cervello per stupidi americani (…) gli indiani stessi li guardano come idioti (…) la moglie di un deputato, o una prominente celebrità di Hollywood, dopo essere passate da quella scuola sono molto più strumentalizzabili dai manipolatori dell’opinione pubblica e dal KGB rispetto ad una persona normale (…) una persona troppo dedicata alla meditazione introspettiva (…) è esattamente ciò che il KGB e la propaganda marxista-leninista vogliono dagli americani, distrarre la loro attenzione, la loro opinione, le loro energie mentali dai veri problemi degli Stati Uniti in un non-problema, in un non-mondo, in un’armonia inesistente».

 

«È di beneficio per l’aggressore sovietico avere un branco di americani drogati invece che americani che sono consapevoli, in salute, fisicamente in forma, e svegli rispetto alla realtà. Maharishi Mahesh Yogi può non essere a libro paga del KGB ma contribuisce grandemente alla demoralizzazione della società americana, e non è il solo. Ci sono centinaia di quei guru che vengono nella vostra nazione per capitalizzare sull’ingenuità e la stupidità degli americani».

 

Il lettore si può chiedere se oggigiorno, anche per l’Italia, è cambiato qualcosa.

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I servizi russi: l’Occidente pianifica un grande sabotaggio alla centrale nucleare di Zaporiggia

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L’Occidente sta inducendo Kiev a compiere un grave atto di sabotaggio alla centrale nucleare di Zaporiggia, che causerebbe vittime tra i cittadini ucraini e dell’UE, ha dichiarato il Servizio di Intelligence estero russo (SVR), precisando che Mosca verrebbe indicata come responsabile dell’incidente.   Una delle opzioni prospettate dai sostenitori stranieri di Kiev come «la più efficace» consiste nel realizzare un «grave atto di sabotaggio» che provochi numerose vittime civili, ha reso noto l’SVR.   Si starebbe valutando la possibilità di orchestrare un incidente alla centrale nucleare di Zaporiggia, il più grande impianto d’Europa, che porterebbe alla fusione del nocciolo del reattore. L’SVR ha affermato che la ONG britannica Chatham House ha già stimato le conseguenze di un tale evento, concludendo che i residenti dei territori controllati da Kiev e dei Paesi UE confinanti con il confine occidentale ucraino rientrerebbero nell’area di dispersione delle particelle radioattive.

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Secondo l’SVR, il think tank britannico ha rilevato che «l’aspetto più complesso nell’esecuzione di un piano del genere è stabilire come attribuire la responsabilità della catastrofe alla Russia».   Il servizio di Intelligence ha riferito che Chatham House starebbe già predisponendo in anticipo le argomentazioni per ogni possibile scenario, al fine di assicurare che l’opinione pubblica occidentale «si schieri inequivocabilmente con Kiev» nell’individuazione del colpevole dell’incidente, sottolineando che il progetto sarà «simile» alla tragedia del volo MH17 della Malaysia Airlines, abbattuto sull’Ucraina orientale nel 2014, con 298 vittime a bordo. L’episodio avvenne mentre le truppe di Kiev tentavano di riprendere le allora autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. L’Ucraina e i suoi alleati occidentali hanno ampiamente imputato l’accaduto alla Russia, che ha sempre respinto le accuse, sostenendo che l’aereo fu colpito da un missile in dotazione solo alle forze di Kiev.   «L’Occidente collettivo è nuovamente pronto a ingannare e persino a sacrificare ucraini e cittadini dei Paesi occidentali per addossare i crimini del regime di Kiev alla Russia e legittimare la sua politica russofoba e i suoi tentativi di alimentare la guerra», ha concluso l’SVR.   Come riportato da Renovatio 21, le forze ucraine hanno bombardato la centrale atomica di Zaporiggia prima del vertice in Alaska tra Putin e Trump.

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Come riportato da Renovatio 21, la centrale di Zaporiggia – che costituisce il più grande impianto di produzione di energia atomica in Europa – si trova sotto sanzioni del dipartimento del Tesoro USA.   La centrale di Energodar è stata subito conquistata dalle forze russe ad inizio conflitto, che hanno epperò lasciato a lavorare il personale ucraino. Da allora è stata oggetto di attacchi continui, persino durante le visite degli ispettori dell’agenzia nucleare ONU AIEA, i quali due anni fa dissero peraltro di aver rinvenuto in loco mine antiuomo.   La Rosatom tre anni fa dichiarò che a Zaporiggia vi era il vero e proprio «rischio di catastrofe nucleare». L’anno scorso un’autobomba aveva ucciso un lavoratore della centrale facente parte della gerarchia, con esultanza da parte di Kiev.   Come riportato da Renovatio 21, mesi fa attacchi ucraini a Kherson e Zaporiggia avevano provocato un blackout nell’area.   Le regioni di Kherson e Zaporiggia, insieme alle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, sono entrate formalmente a far parte della Russia in seguito ai referendum tenutisi nell’autunno del 2022.

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Immagine di IAEA Imagebank via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
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I Navy SEAL considerati alla missione per l’omicidio di Maduro

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L’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump sta esaminando tre opzioni per destituire il presidente venezuelano Nicolas Maduro, tra cui un’operazione dei Navy SEAL. Lo riporta il New York Times citando fonti anonime.

 

L’articolo del quotidiano neoeboraceno appare dopo un recente potenziamento militare statunitense nei Caraibi, in seguito alle accuse di Trump secondo cui Maduro sarebbe legato a reti «narcoterroristiche» dedite al contrabbando di droga verso gli Stati Uniti.

 

Il mese scorso, Trump ha autorizzato operazioni della CIA in Venezuela per presunti traffici sostenuti dallo Stato, mentre Washington ha dispiegato unità navali nei Caraibi occidentali con l’ordine di impiegare forza schiacciante contro presunte imbarcazioni dedite al narcotraffico. Maduro ha respinto le imputazioni, accusando Trump di «fabbricare una nuova guerra».

 

Secondo il NYT, i piani in valutazione potrebbero combinare attacchi aerei su installazioni militari che appoggiano Maduro, missioni di forze speciali mirate direttamente al presidente e sforzi per impadronirsi dei giacimenti petroliferi e delle infrastrutture venezuelane.

 

L’articolo descrive uno scenario che prevede bombardamenti su strutture militari, alcune delle quali, stando a funzionari statunitensi, sarebbero coinvolte nel narcotraffico. L’obiettivo sarebbe indebolire il sostegno armato a Maduro.

 

Un secondo approccio contemplerebbe lo spiegamento di unità speciali USA, inclusa la Delta Force e la SEAL Team 6 – nota come «Navy SEAL» –, per catturare o eliminare Maduro. La Casa Bianca mirerebbe a eludere i divieti esistenti su attacchi a leader stranieri, ritraendo Maduro come capo di un cartello narcoterroristico, in linea con le giustificazioni per i raid aerei su navi dedite al traffico di droga, come riportato dal quotidiano.

 

Il terzo piano implicherebbe l’invio di forze antiterrorismo in Venezuela per assumere il controllo di aeroporti, campi petroliferi e asset critici.

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Gli Stati Uniti hanno offerto una taglia di 50 milioni di dollari per informazioni che conducano all’arresto o alla condanna di Maduro, ritenuto dagli americani a capo di una ghenga narcoterrorista.

 

Diverse notizie della scorsa settimana indicano che Washington stia pianificando operazioni in Venezuela e abbia identificato potenziali bersagli legati al presunto narcotraffico. Gli USA avrebbero schierato nella zona circa 16.000 soldati e otto navi da guerra della Marina.

 

Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.

 

Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.

 

Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.

 

Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.

 

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Epidemie

Il senatore Rand Paul chiede i documenti dell’intelligence statunitense sulle origini di Fauci, Baric e COVID

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Il senatore Rand Paul ha chiesto al direttore dell’intelligence nazionale statunitense, Tulsi Gabbard, di pubblicare le comunicazioni tra la comunità di intelligence statunitense, il virologo Ralph Baric, Ph.D., il dottor Anthony Fauci e altri funzionari della sanità pubblica. Paul ha affermato che i documenti mostrano che i virologi hanno ammesso privatamente una possibile fuga di notizie di laboratorio, pur affermando pubblicamente che il virus si è sviluppato naturalmente.   Il senatore repubblicano del Kentucky Rand Paul chiede al direttore dell’Intelligence nazionale statunitense Tulsi Gabbard di consegnare i documenti che mostrano i collegamenti tra la comunità dell’intelligence statunitense e importanti virologi e funzionari della sanità pubblica, tra cui il dottor Anthony Fauci, nell’ambito della sua indagine sulle origini del COVID-19.   «Nel corso dell’indagine, ho ottenuto informazioni che mi portano a credere che l’Intelligence Community sia in possesso di documenti essenziali per l’inchiesta in corso del Comitato», ha scritto Paul in una lettera del 30 ottobre in cui chiedeva a Gabbard di pubblicare documenti risalenti al 2012.

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La Gabbard ha tempo fino al 13 novembre per soddisfare la richiesta di Paul.   In una serie di post su X la scorsa settimana, Paul, presidente della Commissione per la sicurezza interna e gli affari governativi del Senato degli Stati Uniti, ha rivelato documenti che dimostrano che il virologo Ralph Baric, Ph.D., dell’Università della Carolina del Nord, ha comunicato con «membri della comunità di intelligence statunitense… ben prima dello scoppio della pandemia globale».       I documenti pubblicati da Paul includevano interazioni che suggerivano che il SARS-CoV-2 fosse emerso a causa di una fuga di notizie dall’Istituto di virologia cinese di Wuhan, nonostante i virologi coinvolti nelle comunicazioni affermassero pubblicamente che il virus aveva un’origine naturale.   Baric era già stato messo sotto accusa per il suo sostegno alla controversa ricerca sul guadagno di funzione e per una rischiosa proposta di ricerca presentata insieme alla dottoressa Zhengli Shi, ricercatrice del laboratorio di Wuhan, ampiamente definita la «Bat Lady» per la sua ricerca sul coronavirus che coinvolge i pipistrelli.   Nicholas Wade, ex redattore scientifico del New York Times, ha dichiarato a The Defender: «la richiesta di Paul che le agenzie di intelligence consegnino tutte le informazioni sui loro rapporti con Baric sarà di grande importanza se avrà successo, perché potrebbe aiutare a valutare il grado di complicità del governo statunitense nella catastrofe del COVID».

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I virologi hanno discusso privatamente la teoria della fuga di laboratorio, ma hanno utilizzato i fondi dei contribuenti per confutarla

Secondo la lettera di Paul, nel settembre 2015, l’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale (ODNI) e la CIA contattarono Baric per discutere di un «possibile progetto» relativo all’«evoluzione del coronavirus e al possibile adattamento umano».   Un comunicato stampa dell’ufficio di Paul della scorsa settimana affermava che meno di due mesi dopo, Baric e Shi avevano pubblicato i risultati dei loro «esperimenti congiunti sul coronavirus» sulla rivista Nature Medicine con il titolo «Un gruppo di coronavirus di pipistrello circolanti simile alla SARS mostra il potenziale per l’emergenza umana».   Il comunicato stampa afferma che la ricerca è stata finanziata con fondi pubblici provenienti dal programma USAID PREDICT e sovvenzioni dei National Institutes of Health (NIH). Si afferma inoltre che la comunità scientifica riconosce ampiamente che il lavoro prevede esperimenti di guadagno di funzione.   Nel 2018, Baric e Shi hanno collaborato alla stesura della proposta DEFUSE, che «cercava finanziamenti per un progetto che includeva piani per inserire un sito di scissione della furina in un coronavirus, sorprendentemente simile a quello che sarebbe poi emerso come SARS-CoV-2 che ha causato il COVID-19».   Sebbene la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) abbia respinto la proposta di Baric e Shi, «due anni dopo, all’inizio del 2020, il COVID-19 si è diffuso da Wuhan, la stessa località menzionata nella proposta DEFUSE».   «Quando il virus ha iniziato a circolare a livello globale, la stessa cerchia di scienziati che aveva proposto rischiosi esperimenti di guadagno di funzione ha improvvisamente iniziato a consigliare il governo degli Stati Uniti su come reagire», si legge nel comunicato stampa.   Nel 2015, il colonnello Daniel J. Wattendorf, allora responsabile del programma per la DARPA, tenne una presentazione alla terza conferenza internazionale sulla salute dell’mRNA in Germania sullo sviluppo di vaccini a mRNA che avrebbero «ridotto i tempi di risposta alle epidemie». Parlò di vaccini basati su DNA e RNA e della tecnologia di trasferimento genico.   Wattendorf è ora direttore delle soluzioni tecnologiche innovative nella divisione Salute globale della Fondazione Gates.   In un recente post su X, Paul ha fatto riferimento a un’e-mail del gennaio 2020 in cui un individuo non identificato, chiamato «lo Sponsor», chiedeva a Baric di tenere una presentazione sulla “situazione attuale del Coronavirus” durante una riunione del «Gruppo B» la settimana successiva.   Secondo la lettera di Paul, il Gruppo B «sembra essere un riferimento al Gruppo di esperti in scienze biologiche dell’ODNI».   Il 29 gennaio 2020, Baric rispose inviando via e-mail una copia di una presentazione PowerPoint, che includeva una diapositiva intitolata «Origini».   Il Free Beacon ha ottenuto una copia della presentazione da un informatore e l’ha pubblicata oggi.   La presentazione includeva una diapositiva che «discuteva la possibilità di un rilascio accidentale» dal laboratorio di Wuhan, «un’ipotesi che è stata poi pubblicamente respinta, etichettata come teoria del complotto e diffamata dal dottor Fauci e dalla sua cerchia ristretta», si legge nel comunicato stampa.   Secondo The Free Beacon, un mese dopo Baric tenne una presentazione quasi identica al Congressional Biomedical Research Caucus, ma senza alcun contenuto che suggerisse che il COVID-19 potesse essere trapelato dal laboratorio di Wuhan.

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Le agenzie di Intelligence «hanno continuato a ostacolare» le indagini sulle origini del COVID

Nella lettera di Paul si chiede a Gabbard di divulgare le comunicazioni dell’intelligence statunitense con Fauci, l’ex direttore del NIH Francis Collins e l’ ex principale collaboratore di Fauci David Morens, che è sotto inchiesta del Congresso per aver utilizzato la sua e-mail personale per discutere di argomenti come le origini del COVID-19, nel tentativo di eludere le norme federali sulla conservazione dei dati.   Nella lettera si chiedono anche comunicazioni che coinvolgano Peter Daszak, Ph.D., ex presidente dell’EcoHealth Alliance, che ha ricevuto finanziamenti federali per la ricerca sul guadagno di funzione, e Jeremy Farrar e molti altri virologi di spicco.   All’inizio del 2020, Fauci, Collins, Farrar, Daszak e molti altri virologi citati nella lettera di Paul hanno collaborato alla pubblicazione di «L’origine prossimale del SARS-CoV-2».   L’articolo, che promuoveva l’origine naturale del COVID-19, è stato pubblicato su Nature Medicine nel marzo 2020 ed è diventato uno degli articoli scientifici più citati dell’anno, nonostante alcuni coautori dubitassero in privato che il COVID-19 fosse un’infezione naturale.   L’11 febbraio 2020, Fauci incontrò Baric, secondo una copia del suo programma. Farrar divenne in seguito capo scientifico dell’OMS e ora ricopre il ruolo di vicedirettore generale per la promozione della salute e la prevenzione e il controllo delle malattie.   L’ amministrazione Trump sta attualmente indagando per stabilire se gli autori e gli editori di «Proximal Origin» abbiano permesso a Fauci e ad altri di influenzare le conclusioni dell’articolo in cambio di finanziamenti federali.   A gennaio, poco prima di lasciare l’incarico, l’ex presidente Joe Biden ha graziato preventivamente Fauci, proteggendolo da procedimenti penali federali per «qualsiasi reato» relativo ai suoi doveri ufficiali, inclusa la sua direzione del National Institute of Allergy and Infectious Disease presso l’NIH. La grazia è retroattiva al 1° gennaio 2014.   Secondo Richard Ebright, biologo molecolare della Rutgers University, Ph.D. e critico della ricerca sul guadagno di funzione, quella data è fondamentale per Fauci e il COVID-19. Ha affermato che il 2014 «è la data di inizio del finanziamento NIH AI110964, il finanziamento NIH che ha finanziato la ricerca di Wuhan che ha causato il COVID e che Fauci ha approvato per il finanziamento continuato nel 2015, 2016, 2017, 2018 e 2019, in violazione di una moratoria [sulla ricerca sul guadagno di funzione] nel 2014-2017».   Ebright ha aggiunto: «Fauci era consapevole dei rischi e sapeva che le politiche del governo statunitense in vigore dal 2014 al 2019 gli impedivano di correre rischi, ma Fauci, anteponendo il suo ego agli interessi di 7,9 miliardi di cittadini di tutto il mondo, ha scelto di correre i rischi e di violare le politiche».   A settembre, i documenti pubblicati da Paul nell’ambito della sua indagine sulle origini del COVID-19 hanno dimostrato che Fauci nel 2020 aveva ordinato ai colleghi di cancellare le email relative al COVID-19, potenzialmente in violazione della legge federale. Paul ha chiesto a Fauci di testimoniare davanti al Congresso entro la fine dell’anno.   Nella lettera di Paul a Gabbard si chiede inoltre di includere tutte le email inviate tra gennaio 2012 e il mese scorso da qualsiasi dipendente dell’ODNI che discuta delle origini del COVID-19, di Shi e del Wuhan Institute of Virology, della DARPA e della proposta DEFUSE, del programma PREDICT dell’USAID e dei laboratori biologici nazionali ed esteri «che ricevono finanziamenti o supporto dal governo degli Stati Uniti».   Paul ha anche richiesto email riguardanti l’ODNI e l’EcoHealth Alliance. L’anno scorso, il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti ha sospeso tutti i finanziamenti governativi statunitensi per l’EcoHealth Alliance.

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Ebright ha detto: «A partire dal 2002, le agenzie di intelligence statunitensi hanno cercato di monitorare la ricerca cinese sugli agenti biologici per il coronavirus. Daszak e Baric, i finanziamenti per la ricerca cooperativa che li attraversavano e la ricerca collaborativa che li coinvolgeva facevano parte di questo schema di monitoraggio dell’intelligence».   Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso Children’s Health Defense, ha affermato che durante le prime fasi della pandemia di COVID-19, «il coronavirus ha acquisito spontaneamente una funzione nella stessa città di un istituto di ricerca che conduceva ricerche sull’acquisizione di funzione su un coronavirus», eppure al pubblico è stato «detto con fermezza di non mettere in discussione le origini».   «Perché non considerare ogni possibile origine? Seguendo il flusso di denaro si arriva all’EcoHealth Alliance e poi di nuovo ai contribuenti americani», ha detto Jablonowski.   Ad aprile, l’amministrazione Trump ha lanciato una nuova versione del sito web ufficiale del governo dedicato al COVID-19, presentando prove che il COVID-19 sia emerso a causa di una fuga di notizie dal laboratorio di Wuhan. La CIAl’FBIil Dipartimento dell’Energia degli Stati Unitiil Congresso degli Stati Uniti e diverse agenzie di Intelligence straniere hanno avallato questa teoria.   A maggio, il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che sospende per 120 giorni tutte le ricerche sul guadagno di funzione negli Stati Uniti e pone fine ai finanziamenti federali per tale ricerca in alcuni paesi.   Secondo Ebright, ora che sono trascorsi 120 giorni, «continuano i finanziamenti federali per la ricerca sull’acquisizione di funzione di patogeni virali ad alto rischio».   Wade ha ipotizzato che le indagini federali sulle origini del COVID-19 siano ostacolate. Ha affermato: «Quando Trump è tornato alla Casa Bianca sembrava che avrebbe aperto gli archivi del governo per fare tutta la luce possibile sulle origini del virus COVID-19 e sull’alta probabilità che fosse stato creato nell’Istituto di virologia di Wuhan in Cina».   «È strano, quindi, che le agenzie di intelligence abbiano continuato a fare ostruzionismo e che l’Università della Carolina del Nord sia riuscita a opporsi a tutte le richieste di accesso alle informazioni relative al lavoro di Baric, il principale ricercatore statunitense sui coronavirus».   Michael Nevradakis Ph.D.   © 4 novembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.   SOSTIENI RENOVATIO 21
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