Oligarcato
L’ambasciatore britannico negli USA ha scritto una lettera d’amore a Jeffrey Epstein. Londra lo licenzia
L’ambasciatore britannico negli Stati Uniti, Peter Mandelson, ha definito Jeffrey Epstein il suo «miglior amico» in una lettera manoscritta di dieci pagine, resa pubblica lunedì dalla Commissione di vigilanza della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti.
Il messaggio, redatto in occasione del cinquantesimo compleanno di Epstein nel 2003, è stato inserito in un «album di compleanno» rilegato, assemblato dalla stretta collaboratrice di Epstein, Ghislaine Maxwell. La lettera, accompagnata da fotografie di Lord Mandelson, di Epstein e di svariati luoghi legati al finanziere, dipinge Epstein come un individuo «intelligente, acuto» e «misterioso» che «una volta… si è paracadutato» nella vita di Mandelson.
«Passavi molte ore ad aspettare che si facesse vivo… E spesso, non appena ti eri abituata ad averlo intorno, all’improvviso ti ritrovavi di nuovo sola… Lasciandoti invece con degli amici ‘interessanti’ da intrattenere», si legge in un estratto.
«Ma ovunque sia nel mondo, lui rimane il mio migliore amico! Buon compleanno, Jeffrey. Ti vogliamo bene!!», conclude il testo.
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L’articolo includeva immagini che andavano da un paracadute giallo che solcava il cielo a scatti di Mandelson in relax all’interno di alcune proprietà di Epstein.
Interpellato sulla disclosure, un portavoce di Downing Street ha precisato che il primo ministro britannico Keir Starmer mantiene piena fiducia in Mandelson, nominato ambasciatore a febbraio e che ha «svolto un ruolo chiave» nel potenziamento dei rapporti commerciali e di investimento con Washington.
Mandelson, ex ministro laburista e uno dei principali architetti del progetto «New Labour» nel Regno Unito, è stato a lungo interrogato sul suo legame con Epstein.
Un suo portavoce ha riferito alla BBC che l’ambasciatore «ha da tempo chiarito di essersi pentito profondamente di essere stato presentato a Epstein». In passato, aveva confidato al Financial Times di «aver desiderato non averlo mai incontrato», ritraendo Epstein come un «prolifico networker».
Londra poche ore fa ha ritirato a Lord Peter Mandelson l’incarico di ambasciatore negli Stati Uniti dopo aver esaminato le email appena emerse sulla sua relazione con il defunto finanziere e molestatore sessuale Jeffrey Epstein, ha dichiarato giovedì il Ministero degli Esteri.
«Le e-mail dimostrano che la profondità e l’entità del rapporto tra Peter Mandelson e Jeffrey Epstein sono sostanzialmente diverse da quelle note al momento della sua nomina», ha affermato il ministero degli Esteri, aggiungendo che «l’idea di Mandelson secondo cui la prima condanna di Jeffrey Epstein era ingiusta e doveva essere contestata è una nuova informazione».
Come riportato da Renovatio 21 al momento della sua nomina ad inviato britannico in USA, Il Mandelson è un «peer» (cioè, membro dell’aristocrazia britannica) del partito laburista e un intimo di lunga data di Tony Blair – oltre che di Epstein – ed è chiamato dai detrattori a Londra il «Principe delle Tenebre» o talvolta il «Signore Oscuro», dal nome del cattivo di Harry Potter, Voldemort.
Va ricordato che Mandelsone, prima di divenire ambasciatore a Washingtone, si era espresso ad abundantiam contro Donald Trump.
Un articolo del 6 febbraio sul Financial Times scrive che «Mandelson, un ex commissario UE liberale e libero professionista con forti legami con la Cina, la scorsa settimana ha ritirato la sua affermazione “mal giudicata e sbagliata” del 2019 secondo cui Trump era un “pericolo per il mondo” e “poco meno di un nazionalista bianco e razzista».
Chris LaCivita, un consigliere della campagna di Trump, aveva descritto il nuovo ambasciatore come «un idiota assoluto» che «dovrebbe restare a casa».
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Immagine di UKinUSA via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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Trump firma la legge per pubblicare i file di Epstein
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L’ex segretario del Tesoro USA chiedeva a Epstein come tradire la moglie con la figlia di un funzionario cinese
L’ex segretario al Tesoro statunitense Larry Summers ha deciso di ritirarsi dalla vita pubblica dopo la pubblicazione di documenti che rivelano come avesse chiesto a Jeffrey Epstein consigli su come intrattenere una relazione intima con una donna, a insaputa della moglie.
Summers, che ha servito come Tesoro sotto Bill Clinton e successivamente come presidente di Harvard, scambiò nel 2018 e nel 2019 numerosi messaggi con Epstein riguardo a una figura femminile indicata con il codice «pericolo».
In una conversazione di gennaio 2019, Summers confidò a Epstein che era improbabile che la donna lo abbandonasse, vista la sua influenza e le opportunità professionali in gioco; Epstein replicò: «È destinata a stare con te».
Nel novembre 2018, Summers scrisse: «per il momento, non andrò oltre con lei se non come mentore economico», aggiungendo di sentirsi «nella categoria di chi è visto con affetto nello specchietto retrovisore».
Nel marzo 2019, spiegò a Epstein che la donna sembrava confusa o intenzionata a bloccarlo, ma manteneva i contatti per ragioni professionali, nonostante le frizioni evidenti, come riportato dall’Harvard Crimson.
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Alcuni di questi dialoghi sembrano alludere alla macroeconomista Keyu Jin, laureata e PhD a Harvard tra il 2000 e il 2009, allora professoressa alla London School of Economics, citata in messaggi di fine 2018.
In uno scambio, Summers girò a Epstein un’email di Jin che solicitava feedback su un paper, commentando che era «probabilmente appropriato» non rispondere; Epstein ribatté: «Sta già iniziando a sembrare bisognosa 🙂 carino».
Dai messaggi non emerge alcuna indicazione di una liaison romantica con Summers, né è chiaro se Jin fosse al corrente che il suo mentore discuteva di lei con il condannato per abusi sessuali.
In comunicazioni successive, Summers ed Epstein ironizzarono sulla possibilità che Summers avesse un rapporto sessuale con lei.
In un altro episodio, i due parlarono del legame di Summers con il padre di Jin, ex alto dirigente del Partito Comunista Cinese e fondatore della Banca Asiatica per gli Investimenti nelle Infrastrutture, con cui Summers intratteneva da anni stretti rapporti professionali.
Il 22 dicembre, dopo che Jin ringraziò Summers via email per il supporto a lei e al padre, allegando una bozza di articolo, questi la inoltrò a Epstein, notando di aver lodato il genitore in una recente riunione con altri ufficiali cinesi.
Fino a marzo 2019, Summers descrisse dettagliatamente le sue interazioni con la donna – presumibilmente Jin, anche se non nominata nelle email post-dicembre 2018 – esprimendo irritazione per i suoi annullamenti o riduzioni di piani e per il suo apparente interesse verso un altro uomo, secondo il Crimson.
Lunedì sera, Summers ha dichiarato: «Mi vergogno profondamente delle mie azioni e riconosco il dolore che hanno provocato», annunciando il ritiro dagli impegni pubblici per «ricostruire la fiducia e riparare i legami con chi mi è più vicino».
Il Summerso ha ammesso la responsabilità per l’errore di mantenere contatti con Epstein e ha precisato che proseguirà nell’insegnamento agli studenti, ma si terrà distante dal mondo pubblico.
La senatrice Elizabeth Warren, ex docente di diritto a Harvard reclutata tramite programmi DEI, ha invitato l’università a troncare ogni legame con Summers, sostenendo che «non è affidabile per consigliare politici, leader istituzionali o insegnare a una nuova generazione di studenti a Harvard o altrove».
In reazione allo scandalo, l’Economic Club di New York ha posticipato un dibattito con Summers previsto questa settimana, poche ore dopo la pubblicazione dell’articolo del Crimson, dichiarando al Financial Times che si trattava di un «cambiamento inevitabile di programma».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Trump ordina un’indagine sui legami di Epstein con Bill Clinton
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