Economia
L’Algeria si unisce alla Nuova Banca per lo Sviluppo dei BRICS
La presidente della Nuova Banca di Sviluppo (NDB), Dilma Rousseff, ha annunciato il 31 agosto che l’Algeria è stata autorizzata a diventare membro della Nuova Banca di Sviluppo, fondata al vertice BRICS in Brasile nel 2014 (quando era presidente di quel paese), durante la Riunione annuale dell’NDB dal 29 al 31 agosto a Città del Capo, in Sud Africa.
Il ministero delle Finanze algerino ha rilasciato una dichiarazione secondo cui, con l’adesione alla NDB, «questa importante istituzione di sviluppo, il braccio finanziario del gruppo BRICS, l’Algeria sta compiendo un passo importante nel suo processo di integrazione nel sistema finanziario globale».
L’Algeria diventa il nono membro della NDB, dopo Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa, Bangladesh, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Uruguay.
L’Algeria è il quinto produttore mondiale di gas naturale (con una produzione di 6,49 trilioni di piedi cubi all’anno, di cui, dopo la rottura dei rapporti con la Russia, si serve anche l’Italia) e il sedicesimo produttore di petrolio. Soprattutto, sta adottando misure per promuovere lo sviluppo della parte settentrionale dell’Africa. L’11 agosto Algeria e Tunisia hanno riaperto il collegamento ferroviario di 357 km che collega i due Paesi. Il collegamento era chiuso da 30 anni. L’Algeria è stata anche una forza trainante per porre fine al genocidio israeliano in Palestina.
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Il 31 luglio, Algeria e Cina hanno rilasciato una dichiarazione che ha sollecitato lo svolgimento di una riunione speciale di due ore del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sui pericoli della diffusione della guerra nell’Asia sudoccidentale nel contesto degli attacchi israeliani contro Libano e Iran.
La NDB ha un ruolo da svolgere nel facilitare un nuovo ordine economico basato sullo sviluppo guidato dai BRICS. Nel corso del suo incontro annuale, il presidente della NDB Rousseff ha dichiarato che uno degli scopi principali della banca è aumentare la crescita della produttività basata sulla scienza attraverso i suoi prestiti.
«Lo sviluppo economico sostenibile», ha sottolineato la Roussef, «richiede anche una base industriale e capacità nella scienza, nella tecnologia e nell’innovazione che contribuiscano all’espansione della produttività e a posti di lavoro migliori».
Come riportato da Renovatio 21, l’Algeria aveva significato il suo interesse ad entrare a far parte dei BRICS ancora due anni fa. L’espansione dei BRICS a sei nuovi membri era stata annunciata a Johannesburg l’anno passato, quando erano divenuti membri a pieno titolo dei BRICS: Argentina, Egitto, Arabia Saudita, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti (EAU). L’Egitto mesi fa era diventato pure membro della banca di sviluppo BRICS.
Come riportato da Renovatio 21, la direttrice della banca BRICS Dilma Roussef ritiene che l’egemonia del dollaro stia tramontando anche a causa delle sanzioni imposte contro la Russia.
La possibilità che i Paesi BRICS creino una loro valuta alternativa al dollaro come moneta di scambio globale è stata ventilata a più riprese.
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Immagine di Palácio do Planalto via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Economia
L’ammissione del senatore Graham: Washington vuole le risorse dell’Ucraina
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Economia
L’India supera la Cina e diventa il principale acquirente di petrolio della Russia
Confrontando i dati sulle importazioni, a luglio l’India ha superato la Cina diventando il maggiore importatore mondiale di petrolio russo.
Nuova Delhi ha aumentato gli acquisti di greggio a causa degli sconti offerti da Mosca, che sta spostando le esportazioni di energia dai mercati occidentali in risposta alle sanzioni legate all’Ucraina.
Secondo i dati sulle spedizioni indiane provenienti da fonti commerciali e industriali, il mese scorso il greggio russo ha rappresentato il 44% delle importazioni totali dell’India, raggiungendo la cifra record di 2,07 milioni di barili al giorno (bpd), il 4,2% in più rispetto a giugno e il 12% in più rispetto all’anno scorso.
Le importazioni di petrolio della Cina dalla Russia tramite oleodotti e spedizioni a luglio hanno totalizzato 1,76 milioni di barili al giorno, secondo i dati doganali cinesi. Il calo degli acquisti da parte delle raffinerie cinesi è dovuto ai margini di profitto più bassi derivanti dalla produzione di carburanti, suggeriscono i dati.
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Da febbraio 2022, le raffinerie indiane hanno aumentato gli acquisti di petrolio russo scontato, dopo che le nazioni occidentali hanno imposto sanzioni a Mosca e ridotto le loro importazioni di energia in risposta al conflitto in Ucraina.
«La richiesta di petrolio russo da parte dell’India aumenterà finché non ci saranno ulteriori inasprimenti delle sanzioni», ha detto a Reuters una fonte indiana del settore della raffinazione.
I crescenti acquisti dell’India stanno modificando il flusso del greggio ESPO (oleodotto Siberia orientale-Oceano Pacifico) russo dai tradizionali acquirenti cinesi all’Asia meridionale.
Secondo i dati sulle spedizioni, le importazioni di ESPO in India sono aumentate a luglio, raggiungendo i 188.000 barili al giorno, grazie all’impiego di navi Suezmax più grandi.
Il mese scorso l’Iraq è rimasto il secondo fornitore di petrolio dell’India, seguito dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti.
I dati hanno mostrato che gli acquisti di greggio dell’India dal Medio Oriente sono aumentati del 4% a luglio, portando la quota della regione nel mix complessivo dell’India al 40% dal 38% di giugno.
La Russia sin dai primi mesi dallo scoppio del conflitto ucraino aveva offerto all’India il carbone rifiutato dagli europei con un generoso 30% di sconto.
Come riportato da Renovatio 21, due anni fa Mosca è diventato il principale fornitore di fertilizzanti per i campi indiani.
I due Paesi hanno lavorato su un meccanismo commerciale rupia-rublo.
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Immagine di Biswarup Ganguly via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported
Economia
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