Bioetica
La Mazzucato, membro della Pontificia Accademia per la Vita: l’aborto ONU costituisce la base del «bene comune»

Il controverso membro della Pontificia Accademia per la Vita (PAV), Mariana Mazzucato, ha detto dichiarato all’Accademia che il «bene comune» della società deve basarsi sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile pro-aborto delle Nazioni Unite e che l’insegnamento del cristianesimo ha contribuito al «cambiamento climatico».
Le sorprendenti dichiarazioni della Mazzucato, accademica internazionale già membro del WEF di Davos nonché della Task Force pandemica di Vittorio Colao durante i lockdown del governo Conte, sono arrivate durante il suo intervento il 12 febbraio all’assemblea annuale della PAV, di cui la professoressa è incredibilmente membro ordinario dal 2022.
Tenendo un breve intervento sul «bene comune», la Mazzucato ha presentato una visione del bene comune come completamente separato da qualsiasi principio religioso, o dal fine soprannaturale dell’uomo, attaccando allo stesso tempo l’insegnamento del cristianesimo in termini di impatto percepito sul clima.
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Alla domanda su come la società dovrebbe concordare su cosa sia il bene comune, al fine di costruire il nuovo «quadro» proposto da Mazzucato, ha indicato come fondamento gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG).
«Inizieremo con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile», ha affermato. Il «principio di sussidiarietà è fondamentale(…) La prima risposta alla domanda sono gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, e dovremmo prenderli sul serio quanto la guerra», quando si guadagna o si trova denaro, ha affermato l’accademica.
Come scrive LifeSite, «utilizzando temi e parole tratti dalla dottrina sociale cattolica, come il “bene comune” e la “sussidiarietà”, laMazzucato ha riorientato questi concetti in un modo nuovo, basato interamente su un fondamento irreligioso e sui principi morali stabiliti dalle Nazioni Unite».
Gli SDG delle Nazioni Unite – che comprendono 17 obiettivi e 169 traguardi – sono collegati all’Agenda 2030 e sono fondamentalmente a favore della contraccezione e dell’aborto. L’obiettivo n. 5.6 è quello di «raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze» e include l’obiettivo di «garantire l’accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti riproduttivi», una fraseologia comunemente usata per riferirsi all’aborto e alla contraccezione.
Tale sostegno agli Obiettivi di sviluppo sostenibile non sorprende. Mazzucato è favorevole all’aborto e ha inoltre fatto parte del Comitato delle Nazioni Unite per la politica di sviluppo dal 2019 al 2021. Il suo allineamento con tali entità globaliste fa parte delle sue normali operazioni, essendo un collaboratore regolare del World Economic Forum (WEF).
La Mazzucato non è la sola in Vaticano a citare gli SDG come fondamento di una nuova struttura globale. Negli ultimi anni Papa Francesco ha ripetutamente promosso gli SDG, invitando anche le religioni globali a orientare il loro lavoro verso la loro promozione.
Francesco ha lanciato una sua iniziativa anche con l’ONU e con le multinazionali globaliste al fine di promuovere un nuovo «sistema economico» del capitalismo e garantire il raggiungimento degli SDG. «In effetti, i suoi discorsi e scritti sull’economia si ispirano alle opere di Mazzucato» scrive LSN.
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Le partnership del papato del gesuita promuovono «stili di vita sostenibili», «uguaglianza di genere» e «cittadinanza globale», mentre gli stessi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile promuovono «servizi per la salute sessuale e riproduttiva». Il nuovo «Consiglio per il capitalismo inclusivo con il Vaticano», capitanato da una donna della famiglia Rothschild, è fondamentalmente impegnato a promuovere «misure ambientali, sociali e di governance» al fine di «raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite».
Legami così approfonditi con le multinazionali e i leader globalisti danno ulteriore credito alla convinzione che Papa Francesco sia allineato con l’appello per un Grande Reset, con i suoi riferimenti a un «bene comune sovranazionale» e ha affermato che «c’è bisogno di un’autorità speciale legalmente costituita in grado di facilitarne l’attuazione».
L’ultima domanda posta dall’assemblea della PAV dopo l’intervento di Mazzucato è stata una domanda tanto sorprendente quanto sorprendente la risposta. Le è stato chiesto: «il cristianesimo ha contribuito al cambiamento climatico predicando la nostra superiorità sugli animali?».
La Mazzucato ha risposto: «non penso che sia solo questione di cristianesimo, penso che a livello globale abbiamo semplicemente sbagliato a mettere al centro il bene comune».
L’autoproclamata studiosa atea ha citato un recente seminario a cui ha partecipato, insieme a importanti politici internazionali, in cui hanno esaminato «come sarebbe se all’assemblea generale delle Nazioni Unite non fossero solo le persone, ma anche i fiumi, le foreste, le piante, gli animali».
Avendo già notato che «tutte le crisi sono interconnesse», la Mazzucato ha rilanciato i suoi appelli per un «quadro diverso» a livello internazionale basato sulla sua descrizione del bene comune derivante dagli obiettivi ONU, che ha descritto come essenziali se la società desidera «fare meglio».
Sia nella conferenza stampa vaticana che nel suo discorso alla PAV, le parole della Mazzucato sono sembrate riecheggiare quelle di papa Francesco, il Papa che – come ha affermato più volte ieri – le è fonte di ispirazione.
A loro volta, le parole di Francesco seguono da vicino i sentimenti espressi dal globalista chiave e fondatore del WEF, Klaus Schwab, la cui proposta anticattolica del Grande Reset è sostenuta da un focus su un’agenda finanziaria verde, mentre menziona il «ritiro dei sussidi ai combustibili fossili» e un nuovo sistema finanziario basato su «investimenti» che promuovano «uguaglianza e sostenibilità» e la costruzione di un’infrastruttura urbana “verde”.
Francesco ha segnalato la sua intimità con Schwab inviando un discorso al WEF cinque volte nei suoi dieci anni di pontificato e consentendo una tavola rotonda annuale vaticana alla conferenza annuale del WEF a Davos.
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Come riportato da Renovatio 21, la Mazzucato, economista già autrice un tempo di lavori interessanti come Lo Stato innovatore, fece scalpore mesi fa quando riemerse in rete un video di un panel del WEF dove l’accademica fece sconvolgenti dichiarazioni sull’acqua come «bene comune» e le possibilità di manipolazione della popolazione ottenibili con la sua privazione.
«È importante anche perché non siamo riusciti a risolvere questi problemi che avevano attributi simili, e l’acqua è qualcosa che le persone capiscono (…) Sapete, il cambiamento climatico è un po’ astratto. Alcune persone lo capiscono molto bene, alcuni lo capiscono un po’, altri semplicemente non lo capiscono (…) con l’acqua… ogni bambino sa quanto sia importante avere l’acqua. Quando giochi a calcio e hai sete. Hai bisogno di acqua».
Il WEF vuole usare l'acqua come strumento di controllo?https://t.co/otoVMOfmKB pic.twitter.com/3fxxL7xbwp
— Renovatio 21 (@21_renovatio) October 4, 2023
La Mazzucato nel 2020 fece parte della Task Force dell’ex CEO di Vodafone Vittorio Colao, poi ministro con Draghi, all’epoca tuttavia chiamato per qualche motivo dal governo grillo-piddino a dirigere un dream team di professoroni-Avengers che avrebbero dovuto ricostruire l’Italia devastata dalla pandemia. Fu riportato che Colao, le cui dichiarazioni sull’uso della tecnologia sugli esseri umani sono state nel tempo raccolte da Renovatio 21, lavorò per il bene dell’Italia dalla sua casa di Londra.
Pochi giorni prima di entrare nella task force Colao, Mazzucato era stata nominata consigliere economico del premier Giuseppe Conte. Poco dopo, scatta il posto nel Consiglio di Amministrazione di ENEL.
Poco dopo, nell’ottobre 2022, viene nominata membro della Pontificia Accademia per la Vita – il Dicastero creato da Woytjla per le questioni pro-life – di Vincenzo Paglia. Con il piccolo problema che la signora è un’aperta sostenitrice dell’aborto, contro il quale, di fatto, la PAV è stata pensata. A mettere a tacere la piccola polemica è stato il capo in persona: di ritorno dal viaggio al Bahrein, Bergoglio difende davanti ai giornalisti la scelta della professoressa: «le donne sanno trovare una strada giusta, sanno andare avanti. E adesso ho messo la Mariana Mazzucato, nella Pontificia Accademia per la Vita. Lei è una grande economista degli Stati Uniti, l’ho messa per dare un po’ più di umanità a questo» organismo.
Roma locuta, causa finita.
Roma locuta, vita finita.
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Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic
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Bioetica
La pop star britannica Lily Allen ride mentre racconta i suoi molteplici aborti

La cantante, cantautrice e attrice Lily Allen, candidata ai Grammy ha dichiarato in un recente podcast, di non ricordare quanti aborti ha avuto, mentre rideva sguaiatamente della materia.
In una puntata del podcast Miss Me? del 1° luglio, Allen ha parlato dettagliatamente della sua vita personale. «Ora ho una spirale», cioè dispositivo contraccettivo intrauterino (che di fatto è un abortivo e non un contraccettivo, perché uccide l’emrbione), ha detto alla co-conduttrice del podcast Miquita Oliver. «Credo di essere al terzo o quarto figlio e ricordo solo che prima era una zona disastrata. Rimanevo incinta di continuo».
La Allen, che ha una figlia di 13 anni e una di 11 con l’ex marito (il secondo marito è il robusto attore hollywoodiano David Harbour, noto per la serie Stranger Things e per le sue veementi sparate contro Trump; ma sembra si sia separata anche da questo) ha poi parlato dei bambini che ha abortito. «Aborti, ne ho avuti alcuni, ma d’altronde», ha cantato ridacchiando sulle note della nota canzone My Way di Frank Sinatra, poi rifatta dai Sex Pistols. «Non ricordo esattamente quanti. Non ricordo, sì. Penso forse cinque, quattro o cinque».
This is sad. But what I find disgusting is that Allen pretended one of her abortions was a miscarriage. She chose to end the life of her unborn baby. Women don’t choose to miscarry. pic.twitter.com/ldJoB3l3hy
— Fleur Elizabeth (@fleurmeston) July 3, 2025
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«Ricordo che una volta sono rimasta incinta e l’uomo mi ha pagato l’aborto, e io ho pensato che fosse così romantico», ha detto la cantante. Tuttavia, la donna da allora ha cambiato idea su quell’episodio in particolare. «Ti dico quanto è stato romantico: non credo che mi abbia scritto dopo. Giusto, a dire il vero. Ero una pazza stronza. Lo sono ancora».
Lungi dall’essere scioccata, l’intervistatrice Miquita Oliver ha risposto osservando che anche lei aveva avuto «circa cinque» aborti e che l’inserimento della spirale contraccettiva le aveva assicurato di «smettere di abortire», cosa che pare fosse divenuta diventata di routine. «Lo schema era: sfortunatamente, rimango incinta, non voglio esserlo, abortisco, poi mentre sono sedata durante l’aborto, mi mettono la spirale», ha detto. «Mi sentivo davvero in imbarazzo anche solo a dire di aver avuto più di un aborto, perché diavolo dovrei vergognarmi? Ne ho avuti diversi».
«Mi irrita davvero, e l’ho già detto apertamente. Ho visto meme in giro a volte, su Instagram, da account pro-aborto o altro, ogni volta che si parla di questo argomento, e all’improvviso si comincia a vedere gente che pubblica cose su motivi straordinari per abortire», ha ammesso Allen.
«Tipo: “Mia zia aveva una figlia con questa disabilità”, o qualcosa del genere, ‘Se fosse andata a termine la morte l’avrebbe uccisa, quindi dobbiamo farlo”», ha continuato. «È come dire: ‘Stai zitto!’ Semplicemente: “Non voglio un fottuto bambino in questo momento”. Letteralmente: “Non voglio un bambino” è una ragione sufficiente».
«In uno degli aborti che ho avuto, odiavo quell’uomo e non avevo assolutamente alcun interesse ad avere quel fottuto figlio», ha aggiunto Oliver. «Ho pensato: “Assolutamente no”, e come sapete, per tutti i miei 20 e 30 anni, avere un bambino non è stato poi così importante per me, e mi sarebbe dispiaciuto non avere la possibilità e la libertà di fare ciò che dovevo fare per la mia vita».
La Allen ha da tempo espresso apertamente la sua posizione pro-aborto. Nel 2012, mentre era incinta (di un bambino che aveva tenuto in grembo), rispose su Twitter al suggerimento del ministro della Salute britannico Jeremy Hunt di ridurre il limite di aborto a 12 settimane, scrivendo: «possono questi idioti dalla mente ristretta smettere di dire alle donne se hanno diritto o meno all’aborto, per favore?»
Nel 2022, è salita sul palco con Olivia Rodrigo al festival musicale di Glastonbury per cantare la sua hit Fuck You, per denunciare la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di ribaltare la sentenza Roe v. Wade.
«Vorrei che la gente smettesse di pubblicare esempi di motivi eccezionali per abortire» aveva scritto su Instagram. «La maggior parte delle persone che conosco, me compresa, semplicemente non voleva avere un fottuto bambino. E questa è una ragione sufficiente! Non dobbiamo giustificarlo. Non dovrebbe essere necessario dirlo, e penso che tutti questi esempi facciano solo il gioco dei cattivi».
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Si tratta del libero aborto invocato dalle femministe – cioè senza alcuna remore, feticidio a comando, per capriccio, pure, magari pure pagato dallo Stato.
La realtà è che si sta andando oltre: le frange femministe, sempre più vecchie e inacidite (la vita «libera», cui aspiravano, che era di fatto solo mancanza di morale e odio della legge naturale, ha presentato il conto) stanno trasformando l’aborto da diritto a vero e proprio «sacramento» della vita moderna.
Ciò è in linea con varie realtà religiose, come le serque di sigle ebraiche (cui si sono aggiunti i satanisti organizzati) che hanno reagito alla sentenza della Corte Suprema Dobbs v. Jackson che defederalizzava il diritto di aborto dichiarando che il feticidio è un loro diritto religioso.
Guardiamo la realtà per quello che è: le popstar ridono del sacrificio umano, vi partecipano, ne difendono la continuazione. La situazione della cultura popolare oggi è questa. Sappiamo come chiamarla: la musica, il cinema, la TV e pure altre forme di intrattenimento come le letteratura, la filosofia, la politica, vivono sotto l’ombra della Necrocultura.
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Immagine di Justin Higuchi via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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«Rivolta spirituale contro l’Autore della Vita»: dichiarazione di mons. Strickland sull’aborto

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