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Immigrazione

Immigrazione di criminali in USA, Trump: la Harris è «mentalmente compromessa»

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L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito la vicepresidente Kamala Harris «mentalmente compromessa» per le sue politiche sull’immigrazione che apparentemente hanno permesso a più di 400.000 criminali condannati di entrare liberamente negli Stati Uniti.

 

Secondo i dati pubblicati dall’Immigration and Customs Enforcement (ICE) all’inizio di questa settimana, 425.431 criminali condannati e 222.141 persone con accuse penali pendenti sono entrate illegalmente negli Stati Uniti e vivono libere all’interno del Paese in attesa delle udienze in tribunale o delle procedure di espulsione.

 

Tra questi, 62.231 sono stati condannati per aggressione, 56.533 per droga e 13.099 per omicidio. Altri 15.811 hanno condanne per aggressione sessuale.

 

Sabato, durante un comizio elettorale nel Wisconsin, Trump ha dichiarato che Harris dovrebbe essere «sottoposta a impeachment e rimossa dall’incarico» per aver permesso a così tanti criminali di entrare nel Paese.

 


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Harris ha fatto entrare «alcuni degli assassini peggiori che abbiate mai visto», ha affermato, «e questo senza nemmeno menzionare gli stupratori, i membri delle gang, gli spacciatori, i predatori di bambini e i trafficanti di donne».

 

«Joe Biden è diventato mentalmente disabile. Kamala è nata così. È nata così. E se ci pensi, solo una persona mentalmente disabile avrebbe potuto permettere che ciò accadesse al nostro Paese», ha detto.

 

Non è chiaro se tutti i criminali menzionati dall’ICE siano entrati negli Stati Uniti mentre Biden e Harris erano in carica. Tuttavia, uno dei primi atti di Biden come presidente è stato quello di ripristinare la politica dell’era Obama di «cattura e rilascio», in base alla quale i migranti illegali che entrano negli Stati Uniti vengono trattenuti e poi immediatamente rilasciati con l’ordine di presentarsi alle udienze sull’immigrazione anni dopo.

 

Sotto Trump, i migranti arrestati dagli agenti delle forze dell’ordine sono stati portati direttamente nei centri di detenzione dal 2019 in poi.

 

Nel 2020, negli Stati Uniti vivevano circa 10,2 milioni di immigrati clandestini. Sotto Biden, che nel 2021 ha incaricato Harris di supervisionare la sicurezza delle frontiere, almeno altri 10,6 milioni sono entrati nel Paese, secondo i dati della US Customs and Border Protection (CBP).

 

I 425.431 criminali condannati contati dall’ICE sono tratti da una lista di oltre 7 milioni di migranti che sono in attesa di procedure di espulsione ma non sono in custodia. Pertanto, il numero reale di criminali stranieri che vivono negli Stati Uniti potrebbe essere molto più alto.

 

Gli elettori preoccupati per l’immigrazione si fidano in modo schiacciante di Trump per affrontare la questione. Nel tentativo di colmare questa lacuna, Harris ha preso le distanze dai commenti passati sull’immigrazione, ad esempio, paragonando l’ICE al Ku Klux Klan e gridando «abbasso le deportazioni» durante una protesta.

 

Durante una visita al confine tra Stati Uniti e Messico sabato, Harris ha giurato di intensificare le deportazioni e negare l’asilo ai migranti che attraversano il confine al di fuori dei punti di ingresso legali.

 

Nel corso dell’anno Stati americani come il Texas hanno dichiarato lo stato di invasione a causa degli ingressivi massivi di immigrati illegali.

 

Alcune voci del mainstream americano stanno ammettendo la «Grande sostituzione elettorale» tramite cui l’amministrazione Biden-Harris accelera l’immigrazione per «rimodellare l’elettorato».

 

Come riportato da Renovatio 21, riguardo all’immigrazione il Trump ha letto e riletto in varie occasioni la «poesia del serpente».

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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0

 

 

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Immigrazione

Bergoglio definisce «una disgrazia» il piano di remigrazione di Trump

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Papa Francesco ha criticato il progetto di Donald Trump di deportare in massa gli immigrati, condannando l’iniziativa del presidente eletto degli Stati Uniti come una «disgrazia».   In un’intervista con il presentatore di varietà goscista Fabio Fazio, al pontefice è stato chiesto dei piani della nuova amministrazione Trump di emanare una serie di ordini esecutivi sull’immigrazione volti a espellere gli immigrati clandestini. La promessa di deportazione è stata una promessa chiave della campagna elettorale di Trump.   «Questo, se è vero, è una disgrazia perché fa pagare ai poveri disgraziati che non hanno nulla il conto dello squilibrio. Non va. Così non si risolvono le cose», ha dichiarato l’occupante del Soglio di Pietro, che è parso stranamente rigonfio.     La difesa dei migranti è stata una parte fondamentale del papato di Francesco, che ha costantemente sottolineato la necessità di accoglierli e integrarli nella società. L’88enne ha detto all’emittente di non aver parlato con Trump dalla sua vittoria alle elezioni di novembre.   Mai pago, mai domo, il Bergoglio ha quindi esortato i paesi con tassi di natalità in calo ad accogliere più migranti: in pratica, è il papa dell’immigrazione, e quindi non può che vedere l’ascesa della remigrazione come fumo negli occhi.   La questione riguarda da vicino l’Italia, redarguita dal gesuita: «ha un’età media di 46 anni, non fa figli, faccia entrare gli immigrati».   Nel frattempo, Trump, che dovrebbe prestare giuramento lunedì, si è impegnato a iniziare a deportare milioni di immigrati clandestini nel suo primo giorno in carica, descrivendo «il più grande programma di deportazione nella storia americana» come pietra angolare della sua campagna.

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Non è la prima volta che Francesco si trova in disaccordo con Trump sulle sue politiche sull’immigrazione. Nel 2016,  il primo papa latinoamericano criticò i piani di Trump di costruire un muro lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, dichiarando che «una persona che pensa di fare i muri, chiunque sia, e non fare ponti, non è cristiano. Questo non è nel Vangelo».   Gli elettori cattolici americani risposero votando in massa per Trump, in aperta disobbedienza al papa, dimostrando ancora una volta l’assoluta irrilevanza politica cattolica attuale – qualcosa che non hanno capito ancora i politici italiani, che ancora corrono dietro ai vari segretari CEI che si susseguono casualmente negli anni.   Allora il Trump aveva risposto definendo a sua volta il papa «disgraceful» e «una persona molto politica». Tuttavia, i due sembraron riconciliarsi nel 2017 quando il repubblicano ha visitato il Vaticano, descrivendo la visita come «l’onore di una vita». L’incontro produsse la famosa foto in cui il gesuita vestito di bianco pare imbronciatissimo.  

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Il fotografo, Evan Vucci, è lo stesso che ha scattato l’immagine del secolo durante il tentato assassinio al comizio di Butler, Pennsylvania, con Trump dal volto rigato di sangue che alza il braccio al cielo appena dopo che gli avevano sparato.   Non si tratta di sole dichiarazioni: il Vaticano sembra volersi opporre al nuovo corso di Washington anche con i fatti: Bergoglio ha nominato il cardinale Robert McElroy come prossimo arcivescovo di Washington, DC.   Il cardinale McElroy ha dichiarato pubblicamente che la deportazione di massa degli immigrati è »incompatibile con la dottrina cattolica», ha riportato la CNN.   Il cambio del vento, con l’accendersi di veri processi di remigrazione, prendono in contropiede il Vaticano bergogliano, che sul tema dell’invasione terzomondiale aveva praticamente investito tutto in un all-in indegno e lontanissimo dalla vera dottrina cattolica.   Come riportato da Renovatio 21, Trump ha dichiarato già nel discorso inaugurale di attuare un grande piano di deportazione degli illegali che partirà subito.   Secondo voci, sarebbe pronto un raid di grande portata per l’area di Chicago.

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Immigrazione

Trump progetta una immenso raid per la remigrazione dei clandestini di Chicago. La Meloni imparerà qualcosa a Washington?

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Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump darà il via alla sua campagna di deportazione con un raid su larga scala a Chicago un giorno dopo il suo insediamento. Lo riporta il Wall Street Journal. Si prevede che centinaia di ufficiali dell’immigrazione prenderanno parte al raid.

 

Il raid inizierà martedì mattina – cioè a poche ore dal giuramento del presidente previsto per oggi – e durerà tutta la settimana, con tra 100 e 200 ufficiali dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) dispiegati in città, ha riferito il giornale, citando quattro fonti anonime. Gli ufficiali prenderanno di mira gli immigrati clandestini con precedenti penali, anche se chiunque fosse presente durante gli arresti e fosse entrato illegalmente nel Paese verrà anch’egli trattenuto, hanno detto le fonti.

 

Trump ha promesso durante la campagna elettorale che, se eletto, avrebbe guidato «la più grande operazione di deportazione nella storia americana». In un’intervista con MSNBC il mese scorso, ha detto che avrebbe iniziato deportando gli immigrati clandestini che hanno commesso crimini all’interno degli Stati Uniti, prima di passare alle «persone esterne ai criminali».

 

Si stima che negli Stati Uniti vivano tra gli 11 e i 35 milioni di immigrati clandestini.

 

Il presidente eletto ha nominato l’ex direttore dell’ICE Tom Homan come suo «zar di confine» e gli ha affidato l’incarico di effettuare le deportazioni. «Cominceremo proprio qui a Chicago, Illinois», ha detto Homan durante una cena repubblicana in città il mese scorso. «E se il sindaco di Chicago non vuole aiutarci, può farsi da parte. Ma se ci ostacola, se nasconde o nasconde consapevolmente un immigrato clandestino, lo perseguirò».

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Secondo fonti del Wall Street Journal, la città di Chicago sarebbe stata scelta come sede del primo raid a causa dell’elevato numero di immigrati clandestini e dell’animosità di Trump nei confronti del sindaco democratico della città, Brandon Johnson.

 

Chicago è una cosiddetta «sanctuary city» («città-rifugio»), il che significa che le autorità cittadine non chiedono informazioni sullo status di immigrazione e non possono collaborare con le agenzie federali per l’immigrazione, come l’ICE.

 

Johnson ha promesso di mantenere queste politiche in vigore e mercoledì il consiglio comunale di Chicago si è schierato con lui, votando 39-11 contro una misura che avrebbe consentito agli agenti di polizia della città di collaborare con l’ICE nei casi di immigrazione.

 

In una dichiarazione al WSJ, il dipartimento di polizia di Chicago ha affermato che, sebbene i suoi ufficiali non prenderanno parte all’imminente raid, «non interverranno né interferiranno con altre agenzie governative che svolgono i loro compiti».

 

Secondo quanto riportato dal quotidiano, si prevede che seguiranno altri raid, aggiungendo che grandi centri per immigrati come New York, Los Angeles, Denver e Miami sono considerati obiettivi principali dell’amministrazione Trump.

 

Trump sta quindi per operare in USA una immane operazione di remigrazione degli irregolari. Il termine ha preso quota in Nord Europa, con la Svezia che ha provato a spingere il rimpatrio offrendo incentivi economici, ma l’idea pare fallita – con evidenza, è troppo vantaggioso il welfare state europeo offerto di default ai clandestini.

 

In Austria il partito FPO vuole nominare un «commissario per la remigrazione» che supervisionerà la deportazione degli immigrati clandestini.

 

Come riportato da Renovatio 21, il partito AfD parla non solo di fine dell’immigrazionein Germania, ma di remigrazione degli stranieri illegalmente presenti sul territorio. La leadership AfD mesi fa attaccò la politica migratoria di Giorgia Meloni dicendo che il partito tedesco non si sarebbe sopposto ad una melonisierung («melonizzazione»), cioè ad un voltafaccia sull’immgrazione una volta arrivato al potere.

 

In Italia, dove al governo dovrebbe esserci un partito di destra, il tema della remigrazione è inaudito. Tuttavia, proprio sotto il governo di un partito definito da alcuni come nazionalista se non «postfascista», abbiamo visto aumentare il numero degli sbarchi.

 

Il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni sarà, unica figura europa, a Washington per l’inaugurazione di Donald Trump. C’è da sperare davvero che possa imparare qualcosa e sentirsi finalmente legittimata ad agire, per ripulire le nostre città divenute oramai – tra rapine, spaccio, stupri e patenti no-go zone islamiche – pericolose fino all’invivibile.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

 

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Immigrazione

Vaticano: sanzioni più severe per i clandestini

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La Santa Sede ha emanato il 19 dicembre 2024 un decreto che aumenta notevolmente le sanzioni finanziarie e persino le pene detentive per chi entra illegalmente nel territorio dello Stato della Città del Vaticano.   Come nota ironicamente InfoCatolica, «la politica di apertura all’immigrazione, legale e clandestina, che Papa Francesco auspica fin dall’inizio del suo pontificato, non trova applicazione in Vaticano, dove è Capo dello Stato». Come ha riferito Specola, dal mese scorso le sanzioni per l’ingresso illegale in Vaticano sono state notevolmente inasprite.   Il testo, firmato dal cardinale Fernando Vérgez Alzaga, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, è entrato in vigore subito dopo la sua pubblicazione.   Il decreto prevede pene detentive da uno a quattro anni e multe fino a 25mila euro per chi entra nel territorio vaticano con violenza, minaccia o inganno. Quest’ultimo caso comprende azioni quali l’elusione fraudolenta dei sistemi di sicurezza o l’elusione dei controlli alle frontiere.   Le sanzioni saranno più severe se l’ingresso illegale avviene utilizzando armi, sostanze pericolose o in gruppo. Inoltre, vengono aumentati di due terzi se si forza un controllo di frontiera mentre si guida un veicolo.

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Il decreto introduce nuove disposizioni in materia di sorvolo non autorizzato dello spazio aereo vaticano, compreso l’uso di droni, con pene fino a tre anni di reclusione.   Tra le nuove disposizioni c’è la possibilità di imporre il divieto di accesso al territorio vaticano per un periodo fino a 15 anni per i recidivi, nonché sanzioni amministrative per chi non rispetta le regole di residenza o di uso dei beni concesse nel territorio dello Stato vaticano.  

Preservare la sicurezza del Vaticano

Il decreto risponde all’urgenza di garantire la sicurezza in un territorio di grande importanza religiosa e diplomatica. In questo senso, le nuove disposizioni rafforzano gli strumenti giuridici a disposizione per prevenire e sanzionare atti idonei a mettere in pericolo l’ordine pubblico o l’integrità dei locali vaticani.   Lo svolgimento dell’Anno Santo, con un’affluenza prevista di 40 milioni di pellegrini, è senza dubbio un motivo in più per spiegare l’attuazione di questa nuova legge, e il fatto che sia stata immediatamente applicabile.   Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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Immagine di Alessandro Cossu via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International      
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