Immigrazione
Immigrato africano uccide giovane democristiano tedesco: «me lo hanno ordinato delle voci»

Un richiedente asilo respinto proveniente dalla Guinea e residente in Germania ha confessato il brutale omicidio di un giovane politico del partito democristiano CDU e il tentato omicidio della sua fidanzata ucraina, ma rivendica una minore responsabilità a causa della sua cattiva salute mentale. Lo riporta Remix Nes.
Il primo giorno del processo presso il tribunale regionale di Potsdam, il ventitreenne M. B. ha ammesso di aver ucciso C, R. a Beelitz-Heilstätten, nel Brandeburgo, il 14 gennaio di quest’anno.
Secondo la testimonianza in tribunale citata dalla Bild, il cittadino guineano, residente in Germania dal 2016, ha bendato la vittima prima di tagliarle la gola, rubargli il televisore e darle fuoco usando i rifiuti domestici. I due erano vicini di casa e, a quanto pare, si conoscevano bene, e il guineano avrebbe visitato la casa della vittima settimanalmente per oltre un anno.
L’accusato afferma che erano state delle voci nella sua testa a ordinargli di commettere il crimine. «L’ho fatto io, non posso cambiare», ha dichiarato l’imputato in tribunale, ammettendo omicidio, tentato omicidio, furto e incendio doloso. Ha implorato perdono alla madre della vittima, sostenendo di aver sentito una voce che gli ordinava di uccidere, aggiungendo: «mi sento un estraneo, non riesco a controllarmi».
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M. B. ha affermato che il giovane democristiano lo aveva precedentemente bendato, gli aveva scattato delle foto e lo aveva pagato, suggerendo che questo potesse essere stato il movente dell’aggressione: ulteriori spiegazioni su questa dinamica non sono stati fornite dalla stampa germanica, tuttavia il giorno dell’omicidio, il guineano ha invertito i ruoli, bendando l’esponente CDU prima di tagliargli la gola «da un orecchio all’altro», poi facendo la doccia, cambiandosi d’abito e lasciando la scena inosservato.
Dieci giorni dopo, la stessa voce gli avrebbe intimato di uccidere di nuovo, ma questa volta prendendo di mira uno straniero: l’uomo ha aggredito la sua ragazza ucraina dopo un rapporto sessuale, accoltellandola al collo. Lei si è ribellata e ha urlato, spingendolo a saltare ignudo dalla finestra per scappare.
L’omicidio ha sollevato interrogativi politici dopo che è emerso che a M.B., nonostante la sua richiesta di asilo fosse stata respinta, era stato prorogato il permesso di soggiorno appena due giorni dopo l’omicidio. Le autorità hanno spiegato che era stato ritenuto ben integrato, senza precedenti penali, e che aveva presentato domanda di proroga entro i termini previsti. Secondo quanto riportato, lavorava come assistente infermieristico e possedeva un diploma di scuola superiore.
L’accusa chiede il suo ricovero a tempo indeterminato in un ospedale psichiatrico, citando una diagnosi di schizofrenia paranoide. L’immigrato ha affermato di essere ora in terapia farmacologica e di non sentire più le voci.
L’omicidio di del ragazzo democristiano, descritto come un membro gentile e attivo dell’ala giovanile della CDU, ha lasciato di stucco i conservatori locali. La Junge Union, la divisione giovanile della CDU, ha rilasciato una dichiarazione in cui ha espresso sgomento per la morte violenta del collega, definendolo «un membro attivo e impegnato» che era stato portato via «troppo presto», scrive il Berliner Zeitung.
Il processo prosegue con 44 testimoni convocati e otto giorni di udienze programmate. Si prevede che il verdetto verrà emesso entro il 7 agosto.
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Non è il primo caso di omicidio di un membro della CDU da parte di un conoscente. Nel 2013 si ebbe il caso di Detlev Guenzel, poliziotto tedesco che uccise e sminuzzò il cadavere di Wojciech Stempniewicz, membro della CDU. Il poliziotto e il democristiano si erano conosciuti su un sito per feticisti del cannibalismo. Il democristiano sarebbe stato imbavagliato, legato e appeso in cantina, quindi accoltellato e passato con la sega elettrica dal poliziotto. Lo stato dei resti dell’uomo hanno impedito agli inquirenti di ricostruire la morte. Nonostante i sospetti degli inquirenti, nessun segno, tuttavia, può provare che avesse mangiato qualche parte del politico CDU.
Al processo, il difensore di Guenzel insistette sul fatto che la vittima aveva espresso chiaramente il desiderio di morire, «donandosi» così all’entusiasta carnefice. Alla corte è stato detto che Stempniewicz voleva essere assassinato e poi mangiato «per soddisfare i suoi desideri sessuali». Inizialmente era stata comminata una sentenza piuttosto lieve: 8 anni. La Corte federale di giustizia ha ribaltato il primo verdetto che riteneva troppo indulgente per una condanna per omicidio. A seguito di un nuovo processo iniziato all’inizio di novembre 2013, un tribunale regionale della città orientale di Dresda ha concordato con il verdetto iniziale di non infliggere la pena massima di 15 anni perché la vittima aveva un desiderio di morte – cioè, era consenziente. Il Guenzel fu quindi condannato a 8 anni e setti mesi.
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Immigrazione
Il Belgio valuta l’invio dell’esercito sulle strade di Bruxelles

Il ministro della Difesa belga Theo Francken ha annunciato che potrebbe dispiegare truppe a Bruxelles entro la fine dell’anno per pattugliare la città, in risposta alle crescenti pressioni sul governo per contrastare la criminalità violenta e ristabilire l’ordine nella capitale, oramai totalmente sconvolta dall’immigrazione che ne ha cambiato i connotati.
Secondo i media locali, quest’anno Bruxelles ha registrato circa 60 episodi di sparatorie, di cui circa un terzo durante l’estate, con un bilancio di due morti.
Il mese scorso, il ministro della Sicurezza e degli Affari Interni Bernard Quentin ha definito la situazione «una catastrofe», sottolineando che le bande criminali sono diventate «sempre più audaci». Ha proposto l’impiego di squadre miste di polizia e militari per pattugliare «i punti critici della criminalità a Bruxelles», con l’obiettivo di generare un «effetto shock».
In un’intervista a Le Soir, pubblicata sabato, Francken, esponente del partito nazionalista fiammingo N-VA, ha dichiarato di non essere contrario all’invio di soldati, ma ha chiarito che tale misura deve essere legalmente giustificata e limitata a compiti essenziali di sicurezza.
«Sono sempre disponibile a rafforzare la sicurezza a Bruxelles», ha detto Francken, noto per la sua linea dura sull’immigrazione. «La situazione è diventata disastrosa, non solo dal punto di vista della sicurezza, ma anche a livello politico e sociale». Ha aggiunto che i disordini nella capitale «hanno ripercussioni sulle regioni circostanti».
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«La sicurezza è compito della polizia, non dell’esercito. Tuttavia, quando il ministro dell’Interno lo richiede, diventa una responsabilità della Difesa, che ha il dovere di proteggere la nazione», ha proseguito. «È possibile inviare soldati in strada entro la fine dell’anno? Non ho detto sì, ma nemmeno no».
Il procuratore di Bruxelles Julien Moinil ha recentemente riferito che, entro metà agosto, la città aveva registrato 57 sparatorie, di cui 20 in estate, chiedendo un’azione coordinata contro le gang. Moinil ha avvertito che «chiunque, ogni residente di Bruxelles e ogni cittadino, rischia di essere colpito da un proiettile vagante», evidenziando il crescente pericolo della criminalità violenta nella capitale.
Un recente rapporto di Euronews ha descritto Bruxelles come la «capitale europea dei crimini legati alle armi da fuoco», sottolineando che molti incidenti si sono verificati in quartieri come Anderlecht e Molenbeek, noti per le attività delle gang e il traffico di droga.
Secondo Statbel, l’ufficio nazionale di statistica belga, il 46% dei residenti di Bruxelles è nato all’estero, rispetto al 18% a livello nazionale, un cambiamento demografico che, secondo le autorità, ha intensificato le sfide sociali e di sicurezza della città.
Come riportato da Renovatio 21, Bruxelles fu oggetta, come tante altre città d’Europpa (Berlino, Milano, etc.) di momenti di pura barbarie durante anche l’ultimo capodanno, quando i facinorosi sono arrivati a tirare molotov sulle ambulanze.
Il quartiere di Moleenbek è risaputamente una delle no-go zone islamiche europee, ossia un luogo dove di fatto lo Stato moderno ha ceduto il potere agli immigrati.
Brusselle è stata oggetto di una brutale sequela di attentati il 16 marzo 2016.
Rimane tuttavia impressa la reazione delle forze dell’ordine della capitale del Belgio e dell’Europa, pochi mesi prima, agli eventi terroristici di Parigi: secondo quanto riportato, in una stazione di polizia presso Ganshoren, alcuni agenti di polizia e alcuni soldati avrebbero partecipato ad una clamorosa orgia organizzata in commissariato proprio durante l’allerta anti-terrorismo dei giorni del Bataclan.
La caserma protagonista degli atti orgiastici delle forze dell’ordine belghe si trova peraltro vicino al quartiere di Molenbeek, dove in quei giorni erano stati pure effettuati alcuni raid.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Immigrazione
Sindaca tedesca accoltellata: arrestato il figlio adottivo 15enne

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BREAKING:
Iris Stalzer, the Mayor of Herdecke in Germany, was stabbed 13 times in the abdomen and back today. Her 15-year-old adoptive son is now being held by the police as the primary suspect in the case pic.twitter.com/XieNNdr0CY — Visegrád 24 (@visegrad24) October 7, 2025
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