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Il Parlamento britannico proibisce le preghiere fatte con la mente

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I membri del Parlamento britannico hanno approvato l’introduzione delle cosiddette «buffer zones» («zone cuscinetto») al di fuori delle strutture per l’aborto in Inghilterra e Galles. Lo scrive il gruppo Alliance Defending Freedom (ADF UK), un’organizzazione legale che lavora per promuovere le libertà fondamentali.

 

La clausola 11 (ex clausola 9 poi clausola 10) del progetto di legge sull’ordine pubblico potrebbe criminalizzare qualsiasi forma di «influenza» al di fuori delle strutture per l’aborto, anche sotto forma di preghiera silenziosa.

 

Un emendamento per consentire la preghiera silenziosa e le conversazioni consensuali all’interno delle zone di censura è stato proposto dal deputato Andrew Lewer, ma non è stato approvato dopo un voto di 116 contro 299.

 

«Il voto di oggi segna un momento di svolta per i diritti e le libertà fondamentali nel nostro Paese. Il Parlamento ha avuto l’opportunità di rifiutare la criminalizzazione del libero pensiero, che è un diritto assoluto, e abbracciare la libertà individuale per tutti. Invece, il Parlamento ha scelto di approvare la censura e criminalizzare attività pacifiche come la preghiera silenziosa e la conversazione consensuale», ha affermato Jeremiah Igunnubole, consulente legale di ADF UK.

 

«Oggi è l’aborto. Domani potrebbe essere un’altra questione controversa del dibattito politico. Resta il principio che il governo non dovrebbe mai essere in grado di punire nessuno per la preghiera, per non parlare della preghiera silenziosa e della conversazione pacifica e consensuale» continua Igunnubole.

 

«Per fortuna, laddove la clausola inizialmente prevedeva una pena detentiva per coloro che erano stati condannati per aver svolto queste attività pacifiche vicino a strutture per l’aborto, ora la pena è stata ridotta a una multa. Ciononostante, è estremamente deplorevole che il Parlamento, che esiste per proteggere e sostenere i diritti dell’elettorato, abbia preso una posizione chiara contro le libertà fondamentali, aprendo la porta a procedimenti penali per crimini d’opinione a livello nazionale».

 

Il voto arriva nonostante l’ultima revisione del governo (2018) abbia rilevato che tali «zone di censura» sarebbero una restrizione non necessaria e «sproporzionata» dei diritti, dato che le molestie sono già criminalizzate dalla legislazione esistente e che i casi di molestie al di fuori delle strutture per l’aborto siano «rari».

 

Più frequentemente, secondo la revisione, i volontari pregano o offrono volantini sui servizi di aiuto disponibili per le donne che sarebbero interessate ad alternative all’aborto.

 

Secondo un sondaggio della BBC dello scorso anno, quasi 1 donna su 5 che ha abortito lo fa contro la propria volontà.

 

La mossa del Parlamento arriva il giorno dopo la notizia che la volontaria Isabel Vaughan-Spruce è stata arrestata per la seconda volta per aver pregato in silenzio, nella sua mente, vicino a una struttura per aborti a Birmingham, dove le autorità locali hanno implementato una «zona cuscinetto» attraverso una protezione degli spazi pubblici Ordine.

 

 

L’arresto, a cui hanno partecipato sei agenti di polizia, arriva solo poche settimane dopo che Vaughan-Spruce è stata giudicata «non colpevole» per la stessa attività dalla Corte dei magistrati di Birmingham. Era stata accusata penalmente a dicembre sulla base del fatto che le sue preghiere silenziose e impercettibili equivalevano a «intimidazione».

 

L’accusa non è stata in grado di presentare alcuna prova alla corte per comprovare il «crimine di pensiero», e Vaughan-Spruce è stata scagionata assieme ad un sacerdote, padre Sean Gough, che è stato accusato e assolto allo stesso modo.

 

«Solo tre settimane fa, la Corte ha chiarito che le mie preghiere silenziose non erano un crimine. Eppure, ancora una volta, sono stato arrestata e trattata come un criminale per avere gli stessi identici pensieri in testa, nello stesso luogo. L’ambiguità delle leggi che limitano la libertà di espressione e di pensiero – anche nel colloquio pacifico e consensuale o nella silenziosa preghiera interiore – porta a una confusione abietta, a scapito dei nostri essenziali diritti fondamentali. Nessuno dovrebbe essere criminalizzato per i suoi pensieri», ha detto la Vaughan-Spruce.

 

«L’introduzione da parte del Parlamento di zone di censura in tutto il paese oggi significherà che molte più persone innocenti come Isabel Vaughan-Spruce saranno ingiustamente criminalizzate per i loro pensieri silenziosi o per aver offerto pacificamente volantini sull’aiuto di beneficenza a disposizione delle donne che potrebbero voler conoscere altre opzioni. In nome della scelta, queste zone di fatto eliminano le opzioni a disposizione delle donne. Una società libera non dovrebbe mai proibire lo scambio pacifico di informazioni», ha commentato l’avvocato Igunnubole.

 

Sir Edward Leigh, deputato di Gainsborough, ha espresso le sue opinioni sull’arresto di Vaughan-Spruce prima di fare un paragone con 1984 di George Orwell: «ovviamente non c’era nulla che [Vaughan-Spruce] stesse facendo che fosse molestia o in qualche modo discutibile. L’ufficiale di polizia doveva davvero entrare nella sua mente… questo è sicuramente molto pericoloso».

 

Siamo, in realtà, ben oltre Orwell e i suoi psicoreati. Un mondo che proibisce le preghiere con la mente di fatto proibisce il pensiero, avocandosi la facoltà di entrare nel foro interiore del cittadino e punirlo per i suoi contenuti intimi.

 

La tecnologia sta venendo incontro a questo appetito del mondo moderno. Renovatio 21 tante volte ha scritto delle società che stanno lavorando alla creazione di interfacce cervello-computer.

 

Al contempo, a Davos lo stesso Klaus Schwab, accompagnato per l’occasione dall’oligarca Sergej Brin, cofondatore di Google, si entusiasmava pubblicamente all’idea di poter a breve controllare il pensiero del pubblico in sala.

 

 

Come riportato da Renovatio 21, più volte Schwab ha insistito, nel suo concetto di «Quarta Rivoluzione Industriale», una «fusione della nostra identità fisica, digitale e biologica».

 

Schwab è arrivato a suggerire scansioni cerebrali, rese possibile dagli impianti biocibernetici, anche solo per viaggiare: «anche attraversare un confine nazionale potrebbe un giorno richiedere una scansione cerebrale dettagliata per valutare il rischio per la sicurezza di un individuo (…) I dispositivi esterni di oggi, dai computer indossabili alle cuffie per la realtà virtuale, diventeranno quasi certamente impiantabili nel nostro corpo e nel nostro cervello»

 

«I microchip impiantabili attivi che rompono la barriera cutanea del nostro corpo» cambieranno il modo in cui ci interfacciamo con il mondo «e ci costringeranno a chiederci «cosa significhi essere umani», ha sostenuto Schwab.

 

Questa «Quarta Rivoluzione Industriale» promossa da Schwab, cioè l’unione cibernetica (cioè, etimologicamente, del controllo) dell’uomo con macchina, è già qui, per le strade d’Inghilterra, senza bisogno in realtà di computer e microchip: perché il suo fine è il controllo dell’anima.

 

E l’anima, quando vive, prega. Non vogliono che preghiate, neanche con la mente, perché vogliono la vostra anima, sorvegliata, diretta, pervertita e spenta a piacere.

 

Chi può essere davvero dietro a tutto questo?

 

 

 

 

 

 

Immagine di UK Parliament via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0)

 

 

 

 

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Olanda: un cardinale mette fine alle celebrazioni domenicali senza sacerdoti

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Il cardinale Willem Eijk, arcivescovo di Utrecht e primate dei Paesi Bassi, ha affermato nella sua lettera pastorale del 14 febbraio 2023 di essersi impegnato ad abolire le celebrazioni domenicali senza sacerdote nei prossimi cinque anni, in modo che la messa possa «occupare il posto centrale che le spetta».

 

 

Il cardinale Eijk «auspica che in questo modo la celebrazione dell’Eucaristia trovi sempre più il suo posto centrale nelle domeniche e nelle solennità dell’Arcidiocesi di Utrecht, come la celebrazione del Giorno del Signore, la domenica, il giorno in cui commemoriamo specialmente che il Signore è risorto dai morti».

 

Il 27 ottobre 2022, in una precedente lettera, aveva annunciato che «dal 1° gennaio 2028 le funzioni della parola e della comunione assicurati la domenica [senza sacerdote] saranno autorizzati solo in situazioni eccezionali». Per reazione, un gruppo di fedeli dell’arcidiocesi aveva lanciato una petizione chiedendo al porporato di abbandonare il suo progetto.

 

È nella sua lettera del 14 febbraio 2023 che il cardinale risponde ai firmatari di questa petizione, affermando che attualmente sono molte le chiese aperte senza sacerdote, cosicché, se la politica rimane invariata, il numero delle celebrazioni della parola e della la comunione rimarrà alta, e quindi la celebrazione eucaristica non potrà occupare il posto centrale che le spetta.

 

Ha precisato però che le celebrazioni della parola e della comunione continueranno nei giorni feriali nelle parrocchie, e la domenica negli istituti di cura.

 

Già nel 2017, in una lettera pastorale, il cardinale Eijk, oggi sessantanovenne, informava i suoi fedeli: «quando ho parlato con il Papa, ho avvertito che le vecchie strutture della Chiesa non esisteranno più quando andrò in pensione, ed entro il 2025 due terzi delle nostre chiese saranno state rimosse dal culto divino. Il Papa è rimasto scioccato, ma ha ripetuto che bisogna voltare pagina e non cedere alla nostalgia di un passato che non riapparirà mai».

 

Anche i cattolici in altre parti dei Paesi Bassi affrontano la prospettiva della chiusura delle chiese. Mons. Jan Hendriks ha annunciato lo scorso settembre che il 60% delle chiese nella sua diocesi di Haarlem-Amsterdam dovrà chiudere nei prossimi cinque anni a causa del calo del numero di fedeli, volontari ed entrate.

 

Il cardinale Eijk, un ex medico, è noto nei Paesi Bassi per la sua forte opposizione alle permissive leggi sull’eutanasia del Paese. Aveva anche chiesto a papa Francesco di «chiarire» l’interpretazione della sua esortazione apostolica Amoris laetitia, che considerava «fonte di confusione».

 

Di recente ha chiesto ai vescovi fiamminghi di ritirare un testo che autorizza la benedizione rituale delle coppie omosessuali e ha suggerito al Papa di scrivere un’enciclica sulla teoria gender.

 

Non otterrà soddisfazione né sul primo punto né sul secondo.

 

Da una parte il Papa ha accolto il testo che il cardinale condanna. D’altra parte, in un’intervista trasmessa il 10 marzo 2023 dal media argentino La Nacion in occasione del 10° anniversario della sua elezione, Papa Francesco ha confidato di non lavorare a una nuova enciclica o a un documento sull’ideologia gender.

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

 

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Padre Georg fa le valigie?

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Secondo insistenti indiscrezioni della stampa, la Santa Sede avrebbe appena chiesto alle autorità costaricane la petizione necessaria per consentire all’ex segretario di papa Benedetto XVI di diventare nunzio in Costa Rica. Salvo sorprese, un oceano dovrebbe separare il prelato tedesco dall’inquilino di Santa Marta, con grande sollievo di quest’ultimo.

 

 

«Non ho ancora un ruolo, ma la Chiesa è vasta», ha dichiarato qualche giorno fa, un po’ stizzito l’ex segretario particolare del compianto papa Benedetto XVI. Mons. Georg Gänswein ha approfittato della messa celebrata il 19 marzo 2023 in memoria del papa bavarese per scambiare qualche parola con la stampa, in attesa della sua sorte.

 

Il presule – che è anche esecutore testamentario di Benedetto XVI – ha fornito alcuni dettagli sui suoi eredi: «in un primo momento pensavo che avesse due eredi in famiglia, ma in realtà ci sono cinque cugini che sono coinvolti e che devono ancora dire se accettano o no l’eredità».

 

E l’ex segretario del defunto pontefice ha precisato che l’eredità «non riguarda i diritti d’autore» sulle sue numerose opere, ricordando, tra l’altro, di aver, secondo le ultime volontà del papa emerito, «distrutto la sua corrispondenza privata, come voleva», rammaricandosi di «non aver avuto altra alternativa in merito».

 

Secondo lui, «non c’è più un libro inedito» scritto da Benedetto XVI: l’ultimo testo pubblicato è, e resterà dunque per i posteri Che cos’è il cristianesimo, opera postuma in cui Josef Ratzinger ammette, tra l’altro, che «le tesi di Lutero ebbero un tacito ruolo» nella riforma liturgica, «cosicché certi ambienti poterono pretendere che il decreto del Concilio di Trento sul sacrificio della messa fosse stato tacitamente abolito».

 

Due giorni dopo questo discorso, si è appreso, da informazioni non ancora confermate in questo momento, che la Santa Sede aveva chiesto alle autorità del Costa Rica il loro placet per la nomina di mons. Gänswein a nunzio. Se la voce sarà confermata, il presule dovrebbe presto fare le valigie e lasciare ufficialmente le sue funzioni di prefetto della Casa Pontificia, dalle quali era stato «congedato» nel 2020.

 

Negli ambienti romani, il Costa Rica è considerato una «nunziatura di riposo» – reputazione offuscata, da qualche mese, per via di un caso di abuso di un membro del clero – facile da prendere in mano per chi non si è mai formato alla scuola dei nunzi, come è il caso dell’ex segretario di Benedetto XVI.

 

Caduto in disgrazia per diversi anni presso Santa Marta, mons. Georg Gänswein, il cui atteggiamento critico nei confronti dell’attuale pontificato è pubblico, conta di partire per una meta lontana: avendo il grado di arcivescovo, la funzione di nunzio costituisce una uscita su misura, visto che l’episcopato tedesco è assolutamente contrario a vederlo tornare nelle terre di san Bonifacio.

 

Dalla chiamata a Dio del predecessore di papa Francesco, «mons. Georg» ha lasciato il monastero Mater Ecclesiae, dove risiedeva dalle dimissioni di Benedetto XVI nel 2013, in un appartamento di 300 metri quadrati, molto vicino – ironia della sorte – alla casa Santa Marta.

 

È da lì che il presule ha avviato, lo scorso gennaio, la pubblicazione del suo libro Nient’altro che la verità, in cui regola i conti con l’attuale romano pontefice, in particolare per quanto riguarda la questione liturgica, dove l’eredità di Benedetto XVI è stata letteralmente smantellata.

 

Se la sua nomina sarà ufficializzata, tra non molto, non saranno più poche strade ma un oceano a separare mons. Gänswein dalle mura leonine. Con gran sollievo di molti, oltretevere…

 

 

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

 

 

 

 

Immagine di Raimond Spekking via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

 

 

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«I vescovi progressisti vanno processati e condannati»

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Due cardinali – un americano e un tedesco – ritengono che i vescovi che sostengono le riforme più progressiste proposte dai campioni della sinodalità debbano essere soggetti alle sanzioni canoniche previste dal diritto della Chiesa. Mentre la “fase continentale del sinodo” sta per concludersi, il Pontefice argentino sembra ormai avanzare su un campo minato.

 

Se un conclave si dovesse svolgere domani, i cardinali Ludwig Müller e Raymond Burke di una cosa possono essere certi: avranno difficoltà a raccogliere i voti di alcuni alti prelati progressisti dalle sponde del Reno e dall’altra parte dell’Atlantico. Soprattutto dopo la loro ultima intervista concessa a EWTN e trasmessa il 16 marzo 2023.

 

 

Richiesta di un processo canonico contro i vescovi tedeschi

Riferendosi al Cammino sinodale tedesco che ha visto la maggior parte dei vescovi approvare la benedizione delle unioni tra persone dello stesso sesso, l’ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede non ha esitato a usare l’artiglieria pesante: «ci deve essere un processo canonico a fine del quale questi vescovi devono essere condannati e destituiti dalle loro funzioni se non si convertono o rifiutano di professare la dottrina cattolica».

 

E se è necessario essere più chiari, mons. Müller aggiunge: «è assolutamente blasfemo benedire stili di vita peccaminosi secondo la Bibbia e la dottrina della Chiesa, perché tutte le forme di sessualità al di fuori di un matrimonio valido sono peccaminose e non possono essere benedette».

 

Parla senza peli sulla lingua secondo le idee di cui abbonda l’ex prefetto del Tribunale della Segnatura Apostolica: «che si tratti di un insegnamento eretico, di una negazione di una verità di fede, o di un’apostasia, questi sono tutti crimini», ricorda il cardinale Burke che sottolinea che il «Codice di diritto canonico prevede sanzioni adeguate».

 

E mons. Burke avverte: «noterete che, nella maggior parte di questi interventi, non sentiamo mai nominare Nostro Signore, né parlare del suo insegnamento: è una situazione gravissima» al punto che «spesso vengono denunciati gli oppositori di queste riforme come se fossero contro il Papa».

 

Tuttavia, spiega il cardinale americano che evidentemente vuole risparmiare la persona del pontefice argentino, «noi amiamo il Papa e cerchiamo di aiutarlo a compiere la sua missione», ma «quello che fanno gli agenti della rivoluzione è ignorare le dichiarazioni di Papa Francesco quando sono chiare e conformi all’insegnamento della Chiesa, e di conservare solo quelle che sembrano favorevoli alle riforme».

 

Tante parole che rischiano di far ingoiare la berretta rossa ai cardinali progressisti tedeschi favorevoli al cammino sinodale oltralpe, così come ad alcuni loro colleghi americani: da diverse settimane oltreoceano infuria la battaglia tra i più conservatori dell’episcopato e dei presuli che vogliono riformare la Chiesa in una direzione diversa, anzi contraria, alla Tradizione.

 

Così, lo scorso gennaio, il cardinale Robert McElroy, arcivescovo di San Diego (California), ha evidenziato le linee di frattura che attraversano la conferenza episcopale del suo Paese, perorando la causa delle riforme più liberali, scatenando le proteste di molti suoi colleghi.

 

Mentre la fase continentale del sinodo si sta concludendo in una vera e propria cacofonia evidenziando tutte le divisioni che spaccano la Chiesa, il famoso «strumento di lavoro» che dovrà essere presentato entro il prossimo giugno concentra tutte le attese. Più che mai, il terreno del riformismo sembra minato per l’inquilino di Santa Marta.

 

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

 

 

Immagine di Piotr Drabik via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

 

 

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