Immigrazione
Il ministero della Difesa britannico dice che non userà l’esercito contro la protesta dei nativi contro l’immigrazione
L’esercito britannico non sarà coinvolto nella gestione delle diffuse rivolte nel Regno Unito, ha affermato il Segretario alla Difesa John Healey, sottolineando che la polizia ha il potere di proteggere la nazione.
Healey ha parlato lunedì con Sky News a Rotherham, dove i manifestanti hanno dato fuoco a un hotel che ospitava richiedenti asilo.
Decine di città e cittadine britanniche sono state scosse da proteste e rivolte di destra contro l’immigrazione e l’Islam da lunedì scorso, quando un adolescente di origine ruandese ha accoltellato a morte tre bambine e ha ferito altre dieci persone nella città di Southport, vicino a Liverpool.
Alla domanda se sarà necessario far intervenire l’esercito per gestire eventuali rivolte future, Healey ha risposto: «no… è responsabilità della polizia intervenire per prima e attualmente ha i mezzi per farlo».
«Si assicureranno che le persone siano al sicuro», ha aggiunto Healey.
Defence Secretary and local MP John Healey is in Rotherham after a hotel hosting asylum seekers was attacked by protesters.
He said the army won’t be involved in dealing with UK riots.
Latest: https://t.co/wxyy9GjePv pic.twitter.com/RFqa3csBpk
— Sky News (@SkyNews) August 5, 2024
Aiuta Renovatio 21
Le osservazioni arrivano dopo che il leader di Reform UK Nigel Farage ha condannato la violenza contro gli agenti di polizia in una dichiarazione pubblicata su X lunedì, dicendo di essere «inorridito» dai disordini del fine settimana e che «restano problemi più profondi a lungo termine». Il Farraggio ha anche sollecitato il richiamo del parlamento e ha detto che il governo dovrebbe prendere in considerazione l’impiego dell’esercito.
Secondo quanto riportato dai media, almeno 400 persone sono state arrestate dopo le rivolte che hanno scosso Liverpool, Bristol, Manchester, Hull, Belfast, Stoke e altre città del Regno Unito nel fine settimana.
Il primo ministro Keir Starmer ha annunciato lunedì che verrà istituito un «esercito permanente» di ufficiali di polizia specializzati per prevenire ulteriori disordini.
Il portavoce ufficiale del primo ministro ha dichiarato al Guardian che non è stata avanzata alcuna richiesta di assistenza all’esercito per sedare le rivolte.
«La polizia è molto chiara nel dire che ha i poteri e le risorse di cui ha bisogno per proteggere le comunità e mantenere le persone al sicuro», ha detto il portavoce. «Non ci sono state richieste di assistenza militare, che io sappia».
Quello che sta cominciando ad intravedersi nel Regno Unito è l’inizio di una guerra civile, o meglio una guerra etnica, che potrebbe contagiare anche altri Paesi europei vittime dell’invasione programmata di masse di immigrati.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Foreign, Commonwealth & Development Office via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Immigrazione
Musk torna a dire che «la guerra civile in Gran Bretagna è inevitabile»
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Civil war in Britain is inevitable.
Just a question of when. https://t.co/SpmcPkziZr — Elon Musk (@elonmusk) October 29, 2025
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Enough is enough https://t.co/DiD1umOc53
— Elon Musk (@elonmusk) October 29, 2025
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immigrazione
Il 72% dei condannati per crimini di gruppo in Danimarca ha origini non occidentali
Un rapporto governativo danese ha evidenziato che circa il 72% delle persone condannate in Danimarca ai sensi della «sezione gang» sono immigrati o discendenti di origine non occidentale.
I dati, resi pubblici dal ministero della Giustizia di Copenhagen in risposta a un’interrogazione della deputata conservatrice Mai Mercado, rivelano che tra il 2018 e il 2025, 213 individui sono stati condannati ai sensi dell’articolo 81a del Codice penale, una norma che permette ai tribunali di raddoppiare le pene per reati che rischiano di alimentare la violenza tra bande.
Basandosi sui dati di Statistics Denmark e del Procuratore Generale, Remix News scrive che 54 condannati erano di origine danese, 36 erano immigrati da paesi non occidentali e 117 erano discendenti di immigrati non occidentali. Questo indica che il 72% delle condanne per reati legati alle gang riguarda persone con radici non occidentali.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Le statistiche, riportate inizialmente da Berlingske, hanno sorpreso Frederik Bloch Münster, portavoce conservatore per l’immigrazione, che ha definito la percentuale «notevolmente alta».
Lars Højsgaard Andersen, ricercatore della Rockwool Foundation, ha osservato che Paesi come Iraq, Turchia, Somalia e Libano emergono con chiarezza nelle statistiche, suggerendo che atteggiamenti culturali verso la legge e l’autorità possano influire.
Significativamente, solo il 15% della popolazione danese è composto da stranieri o persone con background straniero, rendendo ancora più rilevante il fatto che il 72% dei condannati per reati di gang abbia un’origine migratoria.
Secondo Statistics Denmark, il Libano è il Paese di origine più frequente tra i condannati per reati di gang, con 35 casi, seguito da Somalia (29), Iraq (23) e Turchia (17).
Il primo ministro Mette Frederiksen ha più volte indicato l’immigrazione incontrollata come la «minaccia più grande» per la Danimarca. A maggio, ha dichiarato: «Se arrivano troppe persone che commettono crimini, non rispettano i valori democratici e mettono a rischio la nostra società aperta e fiduciosa, questo rappresenta il pericolo maggiore».
I dati emergono mentre il Partito Popolare Danese (DF) promuove uno dei programmi sull’immigrazione più rigidi d’Europa in vista delle elezioni generali del prossimo anno. Nel suo ultimo manifesto, il DF propone rimpatri di massa, revisioni delle cittadinanze e divieti di pratiche islamiche, sostenendo che l’immigrazione di massa dal Medio Oriente e dal Nord Africa abbia portato «criminalità, società parallele e cambiamenti culturali».
Aiuta Renovatio 21
Il partito avverte che l’immigrazione da Paesi come Turchia, Siria, Iraq, Libano, Pakistan, Afghanistan e Somalia ha causato «il più grande cambiamento demografico nella storia danese» e insiste affinché «le condizioni mediorientali siano ridimensionate per permettere a tutti nel paese di sentirsi a casa».
A differenza di paesi come Germania e Francia, la Danimarca raccoglie dati sulla criminalità legati al background migratorio. Questi dati consentono di monitorare meglio gli sforzi di integrazione di chi ha ottenuto la cittadinanza danese ma ha genitori stranieri.
I risultati sono sorprendenti: i migranti di seconda generazione presentano tassi di criminalità più elevati rispetto a quelli di prima generazione, che già superano di gran lunga quelli dei danesi etnici.
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate era emerso un rapporto del governo tedesco che rivelava tassi di criminalità astronomici tra i giovani stranieri rispetto ai giovani autoctoni.
Nel frattempo, in Francia è stata proposto un emendamento per censurare gli articoli sui crimini degli immigrati. In Italia i discorsi sulla stampa sugli immigrati da diversi anni sono limitati dalla Carta di Roma, il «Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti» oggi parte integrante del «Testo unico dei doveri del giornalista», e implementata sugli iscritti all’Ordine dei Giornalisti con corsi deontologici obbligatori.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immigrazione
La Svizzera vieta agli stranieri di fare avanti e indietro dai loro Paesi
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-



Pensiero2 settimane faCi risiamo: il papa loda Don Milani. Torna l’ombra della pedofilia sulla Chiesa e sul futuro del mondo
-



Pensiero5 giorni faMiseria dell’ora legale, contro Dio e la legge naturale
-



Necrocultura1 settimana fa«L’ideologia ambientalista e neomalthusiana» di Vaticano e anglicani: Mons. Viganò sulla nomina del re britannico da parte di Leone
-



Oligarcato2 settimane faPapa Leone conferisce a Carlo III, capo della Chiesa d’Inghilterra, la cattedra permanente nella basilica papale
-



Politica2 settimane faI vaccini, l’euro, l’OMS e le proteste pro-Palestina. Renovatio 21 intervista il senatore Borghi
-



Spirito1 settimana fa«Umiliazione della Chiesa dinanzi a un eretico concubinario globalista»: Mons. Viganò sulla preghiera congiunta del re britannico col papa
-



Spirito2 settimane faPapa Leone XIII sarebbe pronto a sciogliere l’Opus Dei
-



Pensiero1 settimana faMons. Viganò: dissonanza cognitiva e rivelazione del metodo, il colpo da maestro di Satana













