Terrorismo
Il fondatore di Vox sopravvive ad un agguato a Madrid

Alejo Vidal-Quadras, ex leader del Partito Popolare della Catalogna, è stato colpito al volto giovedì pomeriggio nel ricco quartiere Salamanca di Madrid, ha riferito la polizia. Il 78enne è sopravvissuto all’incidente, dicono i resoconti, ed è stato trasportato in un ospedale della capitale spagnola.
Si ritiene che l’incidente, descritto dalla stampa come una sparatoria in stile esecuzione, sia stato compiuto da un singolo uomo armato a distanza ravvicinata, che è fuggito dalla scena con un complice a bordo di una moto nera. La sparatoria è avvenuta intorno alle 13:30 ora locale, ha detto Reuters.
La polizia ha chiesto che tutte le dash cam o le telecamere di sicurezza che potrebbero aver ripreso la sparatoria siano consegnate alle autorità nel tentativo di identificare il sospetto.
Vidal-Quadras, che era cosciente quando è stato trasportato in ospedale, è stato sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza, ha riferito ABC.es. Gli hanno sparato poco dopo aver lasciato una messa, aggiunge la pubblicazione, e si stava recando a una manifestazione presso la vicina sede del Parlamento europeo.
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Nelle ore precedenti la sparatoria, Vidal-Quadras aveva postato sui social media riguardo una possibile amnistia per i separatisti catalani se avessero offerto sostegno a un nuovo governo a guida socialista a Madrid. Il «famigerato patto», aveva scritto Vidal-Quadras, «schiaccerebbe lo stato di diritto in Spagna» che, secondo lui, trasformerebbe il paese dell’UE in una «tirannia totalitaria». «Noi spagnoli non lo permetteremo» aveva chiosato.
Fonti della polizia hanno confermato all’agenzia di stampa EFE che, nonostante Vidal-Quadras sia sopravvissuto alla sparatoria, sull’incidente sta indagando la squadra omicidi. Non sono stati ancora effettuati arresti.
L’EFE ha anche riferito che le autorità stanno indagando se la sparatoria «sia stata commissionata da un professionista».
Vidal-Quadras, fisico nucleare di formazione, sedicente liberale-conservatore contrario al diritto all’aborto e al matrimonio gay, è stato vice presidente del Parlamento europeo ed europarlamentare dal 1999 al 2014, anno in cui annunciò di lasciare il Partito Popolare per l’allora nuovo partito Vox, di cui fu primo della lista alle europee 2014, senza vincere tuttavia il seggio.
Dopo la sconfitta elettorale, Vidal ha assunto la leadership del Comitato Internazionale per la Ricerca della Giustizia, un’organizzazione con sede a Bruxelles che fornisce supporto al Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (NRCI), una coalizione politica che chiede il rovesciamento la Repubblica islamica dell’Iran composta da diversi gruppi dissidenti iraniani, il cui membro principale sono i noti Mujaheddin del Popolo Iraniano (MEK), designati anche come organizzazione terroristica da Iran e Iraq.
Come riportato da Renovatio 21, il MEK, che ha tante relazioni importanti nella politica internazionale, era al centro di proteste in Albania, Paese ospite che pure l’anno passato aveva subito un potente attacco cibernetico di cui si accusò Teheran.
In aggiunta, il Quadras fa parte del gruppo di pressione European Friends of Israel.
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Immagine di Ave Maria Mõistlik via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Terrorismo
Assassinato Charlie Kirk. L’America piomba nella violenza politica

Charlie Kirk shot at the end of this video pic.twitter.com/qS8PnX1vZD
— Gulf of America (@GulfofAmerica_) September 10, 2025
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The subject in custody has been released after an interrogation by law enforcement. Our investigation continues and we will continue to release information in interest of transparency https://t.co/YXsG6YpFR5
— FBI Director Kash Patel (@FBIDirectorKash) September 10, 2025
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President Trump shares a message on the assassination of Charlie Kirk.
“I ask all Americans to commit themselves to the American values for which Charlie Kirk lived & died. The values of free speech, citizenship, the rule of law & the patriotic devotion & love of God.” pic.twitter.com/3fBSgs4Zxa — The White House (@WhiteHouse) September 11, 2025
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Terrorismo
Hamas afferma che la sua leadership è sopravvissuta all’attacco israeliano al Qatar

Il gruppo militante palestinese Hamas ha affermato che l’attacco israeliano al suo complesso nella capitale del Qatar Doha avvenuto martedì è stato in gran parte infruttuoso e che i suoi membri più importanti sono sopravvissuti.
Tuttavia, l’attacco ha ucciso il figlio di Khalil al-Hayya, capo dell’ufficio politico del gruppo, e un suo collaboratore di alto rango, secondo Suhail al-Hindi, un membro di spicco di Hamas. Tre guardie del corpo del leader del gruppo risultano ancora disperse dopo gli attacchi, ha dichiarato ad Al Jazeera.
«Il sangue dei leader del movimento è come il sangue di qualsiasi bambino palestinese», ha affermato al-Hindi.
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L’«atroce» attacco israeliano è stato un «tentativo di uccidere coloro che stavano discutendo di porre fine alla guerra a Gaza», ha aggiunto, corroborando precedenti resoconti secondo cui la leadership del gruppo era stata colpita mentre si riuniva per discutere le ultime proposte degli Stati Uniti sulla risoluzione del conflitto con Israele.
Secondo quanto riportato dai media israeliani, nell’attacco sono stati coinvolti circa 15 aerei, che hanno sparato più di dieci proiettili ad alta precisione contro il complesso di Hamas. Israele ha insistito sul fatto che l’attacco è stato un’azione unilaterale e che nessun’altra parte è stata coinvolta nell’attacco «ai vertici dell’organizzazione terroristica di Hamas». Il Qatar ha parlato invece di «terrorismo di Stato» da parte israeliana.
Diversi resoconti dei media israeliani, tuttavia, hanno suggerito che lo Stato Giudaico avesse informato Washington dell’imminente azione prima dell’attacco. Inoltre, il canale israeliano Channel 12 ha riferito, citando un funzionario anonimo, che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva dato il via libera all’attacco.
La Casa Bianca ha descritto l’attacco israeliano come un incidente «sfortunato», con la portavoce Karoline Leavitt che ha affermato che l’attacco al cuore del Qatar, uno «stretto alleato» degli Stati Uniti, «non promuove gli obiettivi di Israele o dell’America».
Il Qatar, che è stato definito un «importante alleato non NATO» degli Stati Uniti, ha condannato il «vile attacco israeliano», descrivendo il luogo interessato dall’attacco come «edifici residenziali che ospitano diversi membri dell’ufficio politico del movimento Hamas». Il Ministero degli Esteri del Paese ha negato di essere stato a conoscenza dell’attacco in precedenza, affermando di non aver ricevuto alcuna notifica né da Israele né dagli Stati Uniti.
Più tardi, nel corso della giornata, il ministero degli Interni del Qatar ha dichiarato che almeno un agente di sicurezza è stato ucciso e altri sono rimasti feriti mentre intervenivano sul luogo dell’attacco.
Il Qatar aveva avviato rapporti commerciali non ufficiali con Israele nel 1996, diventando il secondo paese della penisola arabica a farlo dopo l’Oman, in concomitanza con il trattato di pace tra Israele e Giordania. Questi rapporti commerciali sono proseguiti fino al 2009, quando il Qatar ha sospeso i legami economici con Israele a seguito dell’operazione Piombo Fuso.
A seguito del conflitto tra Israele e Gaza del 2008-2009, il Qatar AVEVA organizzato una riunione d’emergenza con stati arabi e Iran per affrontare la crisi. Hamas, che controllava Gaza, rappresentava i palestinesi, a differenza dell’Autorità Nazionale Palestinese guidata da Fatah in Cisgiordania, indebolendo il presidente Mahmoud Abbas. I leader di Hamas, Khaled Meshaal, il presidente siriano Bashar al-Assad e quello iraniano Ahmadinejad avevano allora chiesto agli Stati arabi di interrompere ogni rapporto con Israele.
Nel 2013, secondo un giornale libanese, il Qatar avrebbe agevolato un’operazione israeliana per trasferire 60 ebrei yemeniti in Israele, permettendo loro di transitare da Doha. Il 30 aprile 2013, il primo ministro qatariota, sceicco Hamad bin Jassim al-Thani, ha proposto che gli accordi di pace con i palestinesi potessero includere scambi territoriali invece di rispettare i confini del 1967, un’idea accolta positivamente dal ministro della giustizia israeliano Tzipi Livni, che l’ha definita una mossa strategica per favorire compromessi e rafforzare il sostegno pubblico alla pace.
Tuttavia, dopo l’Operazione Margine Protettivo (cioè il conflitto a Gaza nel 2014), Israele ha criticato il Qatar per il suo supporto diplomatico e finanziario ad Hamas, accusandolo di sponsorizzare il terrorismo. Il ministro degli esteri Avigdor Lieberman aveva chiesto l’espulsione dei giornalisti di Al Jazeera, di proprietà qatariota.
Nel 2015, l’ambasciatore del Qatar a Gaza ha cercato l’approvazione di Israele per importare materiali da costruzione a Gaza, dopo il rifiuto dell’Egitto di aprire il valico di Rafah, suscitando le critiche dell’Autorità Nazionale Palestinese e di Fatah, che temevano un’usurpazione del ruolo di mediatori da parte del Qatar.
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Nel giugno 2015, il Qatar aveva ospitato colloqui a Doha tra Israele e Hamas per discutere un possibile cessate il fuoco di cinque anni. Durante la crisi diplomatica del Qatar del 2017, Israele ha sostenuto il blocco guidato dall’Arabia Saudita contro il Qatar e ha espulso Al Jazeera da Israele. Durante la guerra di Gaza del 2023, il Qatar ha mediato tra Hamas e Israele, ottenendo un cessate il fuoco e uno scambio di oltre 100 ostaggi israeliani con 240 prigionieri palestinesi
Nell’aprile 2024, Essa Al-Nassr, generale qatariota e membro dell’Assemblea consultiva, ha dichiarato che non ci sarebbe stata pace con Israele, accusandolo di tradimenti e omicidi, definendo gli attacchi del 7 ottobre 2023 un «preludio» alla distruzione di Israele.
Le frizioni tra Israele e Qatar sono pienamente visibile con il continuo assassinio di giornalista di Al Jazeera negli ultimi mesi.
Voci in rete, prive di verifica possibile, sostengono che il vertice di Hamas sarebbe stato salvato grazie ad una soffiata proveniente dal MIT, il servizio segreto turco.
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Terrorismo
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