Connettiti con Renovato 21

Salute

I malori della settimana

Pubblicato

il

Senigallia, provincia di Ancona: «Malore in casa, muore a 59 anni in ospedale». Un uomo di 59 anni è stato trovato in fin di vita nella sua abitazione ed è deceduto poche ore dopo. Lo riporta il Resto del Carlino.

 

Ponso, Provincia di Padova, «Mamma stroncata da un malore nella notte a 49 anni». Madre di due figli, la donna «mancata nella notte di giovedì 9 novembre a soli 49 anni per un malore improvviso. Aveva trascorso la serata con la famiglia nella propria casa in centro». Lo riporta Il Mattino di Padova.

 

Fognano, provincia di Firenze: «Malore fatale nei boschi», dove era andato a funghi. Lo riporta La Nazione.

 

Conegliano, provincia di Treviso: «Malore mentre raccoglie funghi nel bosco di Conegliano, trovato morto». Lo riporta Il Gazzetino.

 

Sant’Angelo Muxaro, provincia di Agrigento: «Giovane muore dopo un malore improvviso: comunità sconvolta e lutto cittadino». Lo riporta Agrigento Notizie.

 

Maerne, città metropolitana di Venezia: «Si sveglia per andare a scuola poi il malore improvviso: prof muore nel letto a 63 anni. Non aveva problemi cardiaci». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Gualtieri, Reggio Emilia: «Gualtieri, malore fatale mentre torna a casa in bici» per una pensionata di 81 anni. Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Sesto al Reghena, Pordenone: «Malore fatale, muore il consigliere leghista: era appena andato in pensione». Lo riporta Il Gazzettino.

Sostieni Renovatio 21

Villa Bartolomea, provincia di Verona: «Operaio muore per un malore in un cantiere». Lo riporta l’ANSA.

 

Rimini, «Si accascia mentre cammina in via Flaminia. Malore fatale per una 77enne» ucraina. Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Stresa, «Colta da un malore sul lungolago, morta turista americana». Lo riporta Novara Today.

 

Muradolo di Caorso, Piacenza: «Non rientra dopo la battuta di caccia, malore fatale per 69enne». Lo riporta Il Piacenza.

 

Lecce: «Sedicenne muore nel giorno del suo compleanno, trovato per strada a Lecce accanto alla sua bici. Forse un malore». Lo riporta Il Corriere del Mezzogiorno.

 

Bologna: «Cadavere di un senzatetto al parco Corrado Alvaro. Polizia sul posto: l’uomo stroncato da un malore». Lo riporta Il Resto del Carlino.

 

Afghanistan: «Malore in Afghanistan, muore durante la vacanza insieme a tre amiche». L’uomo era di Bigolino di Valdobbiadene, provincia di Treviso. Lo riporta Il Gazzettino.

 

Vicenza: «Era in prova in macelleria: malore fatale sul lavoro, muore papà di 40 anni». Lo riporta Il Giornale di Vicenza.

 

Alzano, provincia di Bergamo: «Malore improvviso mentre è alla guida, papà accosta l’auto e salva i due figli: morto ad Alzano poche ore dopo. Aveva 47 anni». Lo riporta Il Corriere Adriatico.

 

Grosseto: «Malore fatale nell’auto: muore a 80 anni». Lo riporta La Nazione.

 

Pelos di Cadore, provincia di Belluno: «Tragico malore alla guida, accosta con l’auto e muore a 67 anni». Lo riporta Il Dolomiti.

 

Piobbico, provincia di Pesaro e Urbino: «Malore fulminante in auto: muore dopo 24 ore. Donati gli organi». Lo riporta Il Corriere Adriatico.

 

Monza: «Malore al volante: morto l’anziano che si è schiantato contro le auto in sosta». Lo riporta Prima Monza.

 

Ariano nel Polesine, provincia di Rovigo: «Malore mentre passeggia con il marito, si accascia e muore all’Isola dei Gabbiani». La donna aveva 52 anni. Lo riporta Il Messaggero.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

San Martino al Cimino, Viterbo: «muore 22enne per un malore improvviso». Lo riporta NewTuscia.

 

Castel D’Ario, provincia di Mantova: «Anziano trovato morto in casa, forse un malore improvviso». Lo riporta La Voce di Mantova.

 

Villa di Chiavenna, provincia di Sondrio: «Porta a spasso i suoi cani ma ha un malore, paura per un 30enne». Lo riporta Sondrio Today.

 

Caianello, provincia di Caserta: «Bidella muore a scuola davanti agli studenti». «Ha accusato un malore improvviso, ha perso conoscenza e non si è più svegliata». Lo riporta Caserta News.

 

Azzano, provincia di Pordenone, «Morto il veterinario Luciano Bonadio, stroncato da un malore in bicicletta». Lo riporta Il Gazzettino.

 

Rocca di Neto, provincia di Crotone: «Malore in bici, morto ciclista 64enne». Lo riporta l’ANSA.

 

Pontelongo, provincia di Padova: «Malore in sella alla bici: muore a 73 anni presidente del basket». Lo riporta Il Mattino di Padova.

 

Quartu Sant’Elena, città metropolitana di Cagliari: «Malore improvviso, muore un 56enne». «L’uomo si è accasciato all’improvviso sul marciapiede del centro città vicino alla fermata di un bus affollato di gente». Lo riporta Ajos Noas.

 

Casacalenda, provincia di Campobasso: «malore improvviso stronca la vita dell’ex comandante». Lo riporta Il Quotidiano del Molise.

 

Lucca: 71enne «Muore dopo un malore al Family Palace» «nell’ambito di Lucca Comics and Games». Lo riporta Luccaindiretta.

 

Anzio, città metropolitana di Roma Capitale: «Trentenne muore per strada ad Anzio, forse un malore: inutili i soccorsi». Lo riporta Il Caffè.

 

Somaglia, provincia di Lodi: «Altro malore nell’area di servizio Somaglia est in autostrada, gravissimo un camionista 48enne». Lo riporta Il Cittadino.

 

Aidone, provincia di Enna: «La tragedia sulla statale: l’automobilista è stato stroncato da un malore». Lo riporta Il Giornale di Sicilia.

 

Lampedusa, provincia di Agrigento: «Stroncato da un malore improvviso: uomo trovato morto in strada». Lo riporta Sicilia TV.

Aiuta Renovatio 21

Sulmona, provincia dell’Aquila: «Malore alla guida: auto finisce contro recinzione di una casa. 60enne in ospedale». Lo riporta Onda TV.

 

Sulmona, provincia dell’Aquila: «Malore in carcere, detenuto romano all’ergastolo muore nella sua cella a Sulmona». Lo riporta Il Messaggero.

 

Leinì, città metropolitana di Torino. «Un malore improvviso a lavoro: mamma di 43 anni perde la vita». Lo riporta La Voce.

 

Treviso: «Malore mentre passeggia, il sorriso di Livio si spegne a 59 anni». Lo riporta Treviso Today.

 

Locate Varesino, provincia di Como: «Malore mentre gioca a calcetto: grave uomo di 62 anni». Lo riporta La Provincia.

 

Vicenza: «Malore per il presidente del consiglio comunale». Lo riporta Il Giornale di Vicenza.

 

Malpensa, provincia di Varese: «Malore a Malpensa, 39enne rianimato». Lo riporta La Prealpina.

 

Belgio: «Ciclismo, i tormenti di Nathan Van Hooydonck: “Vorrei conoscere le cause del mio malore”». «Il belga, costretto al ritiro dopo l’arresto cardiaco di settembre, non si dà pace: “Scoprendo qualche eventuale attività a rischio potrei aiutare chiunque pratichi sport ad alto livello». Lo riporta il Quotidiano Sportivo.

 

Vigevano, provincia di Pavia. «Grida “Allah Akbar” in chiesa. Bloccata dai vigili, ha un malore e muore. Loro indagati». Lo riporta Milano Today.

 

Formia, provincia di Latina «Formia, fingono malore per non pagare conto del ristorante: denunciati». Lo riporta Sky TG24.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



Immagine d’archivio su licenza Envato

Droga

Nuovo studio capovolge tutto ciò che sappiamo sulla dipendenza

Pubblicato

il

Da

A partire dagli anni Settanta, molti esperti con la compiacenza del governo degli Stati Uniti, hanno «millantato» una spiegazione della tossicodipendenza, oggi clinicamente definita disturbo da abuso di sostanze: il mito della «droga di passaggio».   La droga di passaggio (gateway drug effect)  – solitamente definita come erba, alcol, tabacco o inalanti – è la teoria secondo cui l’uso di alcune sostanze illecite e non, predisponga al futuro consumo di altre sostanze stupefacenti. Ciò si ritiene sia dovuto a fattori biologici (alterazioni causate dalle sostanze a livello del sistema nervoso), psicologici (vulnerabilità individuali) e sociali (contatto con ambienti illeciti).   Sebbene l’idea sia stata avanzata già negli anni Trenta, si ritiene che il termine sia stato coniato dallo psichiatra Robert DuPont, il primo direttore del National Institute on Drug Abuse (NIDA) degli Stati Uniti.   Seguendo questa teoria, le politiche del DuPont come direttore del NIDA furono rigide e autoritarie. Pur credendo che la dipendenza fosse una malattia cronica, paradossalmente sconsigliò a Richard Nixon, Gerald Ford e Jimmy Carter strategie di riduzione del danno come la depenalizzazione.   Le sue raccomandazioni politiche e le sue opinioni cliniche formarono il sottofondo ideologico della devastante guerra alla droga dell’amministrazione Nixon. Ora i ricercatori stanno smantellando questa teoria che ha resistito in maniera inscalfibile fino ad oggi, scrive Futurism.

Aiuta Renovatio 21

In uno studio recente pubblicato sulla rivista JAMA Network Open e segnalato da Scientific American, un gruppo di psichiatri e farmacologi ha studiato la struttura cerebrale di circa 10.000 adolescenti per un periodo di tre anni.   Ciò che hanno scoperto è sorprendente: sebbene il cervello di coloro che avevano fatto uso di alcol, tabacco o erba mostrasse notevoli differenze rispetto a quelli che non lo avevano fatto, hanno trovato una questione cruciale di causalità.   Nello specifico, gli adolescenti di età inferiore ai 15 anni che hanno iniziato a fare uso di droghe in seguito avevano già un cervello più grande rispetto a quelli che non ne avevano fatto uso, anche se non avevano ancora abusato di tale sostanze all’inizio dello studio. I loro profili cerebrali erano simili a quelli di coloro che avevano già sperimentato sostanze prima dell’inizio dei test, con entrambi che tendevano ad avere una corteccia più grande e con più pieghe.   Tali caratteristiche cerebrali sono solitamente associate alla curiosità, all’intelligenza e all’«apertura all’esperienza», che ricerche precedenti hanno collegato alla sperimentazione di droghe.   «La spinta all’automedicazione è così forte; è davvero impressionante», ha detto alla testata scientifica americana Patricia Conrod, la professoressa di psichiatria all’Università di Montreal che ha condotto ricerche simili. «C’è davvero questo disagio nel loro mondo interiore».   È un duro colpo per la teoria della gateway drug, che non tiene conto degli anni di esperienza di vita o dei fattori socioeconomici che contribuiscono alla probabilità che un adolescente provi la droga o che poi diventi dipendente.   Sebbene sia vero che chi inizia a fare uso di droghe in giovane età ha maggiori probabilità di diventarne dipendente, ricerche più ampie hanno dimostrato che la teoria della porta d’accesso serve a semplificare le complesse cause del consumo di droghe, spesso per ragioni politiche.   «Mantenere vivo questo mito non solo spreca risorse, ma danneggia anche numerosi individui, soprattutto membri di gruppi minoritari, che vengono criminalizzati», ha affermato l’epidemiologa Eve Waltermaurer.   È fondamentale che lo studio prenda in considerazione solo l’uso precoce di droghe, e non la dipendenza a lungo termine. Resta da vedere se le stesse caratteristiche del cervello di grandi dimensioni si applichino a coloro che sviluppano una dipendenza a lungo termine. Tuttavia, studi come questo vengono già utilizzati per elaborare efficaci programmi di prevenzione della droga.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine generata artificialmente
Continua a leggere

Alimentazione

Dolcificanti artificiali collegati a una perdita di memoria più rapida e a una riduzione della fluidità verbale

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo di Joseph Mercola precedentemente apparso su Children’s Health Defense.

 

I dolcificanti artificiali accelerano l’invecchiamento cerebrale di 1,6 anni e compromettono significativamente la memoria e la fluidità verbale, in particolare negli adulti sotto i 60 anni. Uno studio durato otto anni su circa 13.000 adulti ha rivelato che le persone che consumano più sostituti dello zucchero subiscono il declino cognitivo più rapido, mentre i diabetici subiscono le perdite più consistenti.

 

I dolcificanti artificiali sono spesso pubblicizzati come alternative intelligenti allo zucchero, ma hanno conseguenze che vanno ben oltre il gusto o il conteggio delle calorie. Ciò che sembra una scelta innocua nel caffè del mattino o nella bibita del pomeriggio interferisce con gli stessi sistemi che mantengono il cervello attivo e resiliente.

 

Il declino cognitivo non riguarda solo dimenticare i nomi o perdere le chiavi. Inizia con lievi alterazioni della memoria, del linguaggio e della concentrazione che compromettono la capacità di rimanere indipendenti. Col tempo, questi problemi si trasformano in patologie gravi come la demenza, in cui prendere decisioni quotidiane e prendersi cura di sé diventa un’impresa ardua.

 

Dolcificanti artificiali come aspartame, saccarina ed eritritolo sono nascosti in bevande aromatizzate, frullati proteici, yogurt e dessert «dietetici». Una volta compresa la frequenza con cui li incontriamo, diventa chiaro perché così tante persone aggiungono inconsapevolmente stress al proprio cervello.

 

Scegliendo questi prodotti si espone il sistema nervoso a sostanze chimiche che alterano la comunicazione tra le cellule cerebrali e mettono a dura prova la connessione intestino-cervello.

 

Le scelte quotidiane su cosa mangiare e bere non sono di poco conto: influenzano direttamente la capacità di memoria, concentrazione e capacità linguistiche di resistere con l’avanzare dell’età. Ecco perché vale la pena esaminare le ultime ricerche sui dolcificanti artificiali e il modo sorprendente in cui accelerano l’invecchiamento cerebrale.

Sostieni Renovatio 21

I dolcificanti artificiali accelerano il declino cognitivo

I ricercatori hanno seguito 12.772 adulti in Brasile per una media di otto anni per determinare in che modo i dolcificanti artificiali influenzano le capacità di pensiero e di memoria.

 

I partecipanti erano dipendenti pubblici, tutti di età pari o superiore a 35 anni al basale, e hanno compilato questionari alimentari dettagliati e ripetuti test cognitivi. Lo studio ha misurato il consumo di sette comuni dolcificanti artificiali, ipocalorici o senza calorie.

 

  • Gli adulti di mezza età sono stati i più colpiti: l’età media dei partecipanti era di 52 anni e più della metà erano donne. Quando i ricercatori hanno diviso le persone in gruppi in base alla quantità di dolcificanti alternativi consumati, hanno scoperto che coloro che appartenevano al gruppo con il consumo più elevato hanno sperimentato un declino cognitivo generale molto più rapido rispetto al gruppo con il consumo più basso. È importante notare che questo declino accelerato è stato più marcato nelle persone di età inferiore ai 60 anni, il che suggerisce che il rischio è amplificato durante la mezza età.

 

 

  • Un invecchiamento cerebrale più rapido si è manifestato in specifiche capacità di pensiero: le persone nel gruppo con il consumo più elevato hanno mostrato un netto calo della fluidità verbale (la capacità di pensare e pronunciare parole rapidamente) e della memoria. I ricercatori hanno calcolato che questo declino equivaleva a 1,6 anni di invecchiamento extra delle funzioni cerebrali. Anche coloro che facevano parte del gruppo con un consumo medio hanno sperimentato l’equivalente di 1,3 anni di invecchiamento nel periodo di studio, il che significa che i rischi non erano limitati solo ai consumatori abituali.

 

  • Il diabete ha aumentato ulteriormente i rischi: i partecipanti affetti da diabete erano particolarmente vulnerabili ai danni dei dolcificanti artificiali. Per loro, la memoria e le capacità cognitive globali diminuivano più rapidamente quando il consumo era maggiore. Questo è importante perché le persone con diabete sono già incoraggiate a usare dolcificanti artificiali come sostituti dello zucchero, il che potrebbe peggiorare la salute cerebrale a lungo termine. I risultati suggeriscono che i dolcificanti artificiali sono tutt’altro che un’alternativa sicura per questo gruppo.

 

  • Diversi dolcificanti hanno mostrato diversi livelli di danno: quando i ricercatori hanno analizzato i singoli dolcificanti, hanno scoperto che aspartame, saccarina, acesulfame-K, eritritolo, sorbitolo e xilitolo erano tutti associati a un declino cognitivo più rapido. Il tagatosio, tuttavia, non ha mostrato un chiaro legame con il declino cognitivo. Ciò suggerisce che non tutti i sostituti dello zucchero comportano lo stesso livello di rischio, ma i dolcificanti artificiali più comunemente utilizzati sì.

 

  • Un maggiore consumo di dolcificanti è stato associato a un declino più rapido nel tempo: i partecipanti sono stati testati all’inizio dello studio, di nuovo diversi anni dopo e alla fine del periodo di otto anni. Quelli nel gruppo con il consumo più basso consumavano circa 20 milligrammi (mg) al giorno, mentre il gruppo con il consumo più alto ne assumeva in media 191 mg al giorno, l’equivalente di una sola lattina di soda dietetica per l’aspartame. Le persone nei gruppi con il consumo più elevato hanno mostrato un calo più rapido della memoria, della fluidità verbale e della velocità di elaborazione rispetto ai consumatori più leggeri. È importante notare che questo collegamento è stato osservato nei partecipanti di età inferiore ai 60 anni, ma non negli adulti più anziani.

 

I dolcificanti artificiali interferiscono con la segnalazione cerebrale e la salute intestinale

Altri studi hanno dimostrato che diversi composti studiati, tra cui l’aspartame e la saccarina, influenzano l’attività dei neurotrasmettitori.

 

I neurotrasmettitori sono i messaggeri chimici del cervello, che controllano tutto, dalla formazione della memoria all’elaborazione verbale. Le alterazioni in questi percorsi potrebbero spiegare perché la fluidità verbale e la memoria siano state maggiormente colpite nella popolazione studiata.

 

  • Un altro meccanismo probabile è lo stress metabolico: i dolcificanti artificiali sono spesso utilizzati da persone con diabete o da chi cerca di gestire la glicemia. Tuttavia, interrompono la normale risposta insulinica dell’organismo e alterano il modo in cui le cellule utilizzano l’energia, aumentando lo stress ossidativo e danneggiando i neuroni. Questo è particolarmente preoccupante perché i neuroni dipendono da un apporto energetico stabile per mantenere le reti di comunicazione necessarie per la memoria e le capacità di pensiero.

 

  • I ricercatori hanno riscontrato effetti sul cervello anche dopo aver tenuto conto di altri rischi. Il team ha corretto i dati per età, sesso, ipertensione, malattie cardiovascolari e altre abitudini di vita. Anche dopo queste correzioni, l’associazione tra assunzione di dolcificanti e declino cognitivo è rimasta forte, dimostrando che i risultati non sono facilmente spiegabili da altri fattori. Ciò evidenzia che i dolcificanti stessi sono un fattore indipendente per la salute del cervello.

 

  • L’aspartame danneggia i batteri buoni nell’intestino: l’aspartame altera il microbioma intestinale riducendo i batteri benefici, indebolendo le difese naturali e creando condizioni che favoriscono la crescita tumorale. Questi batteri normalmente producono composti protettivi che aiutano a mantenere forti il ​​cervello e il sistema immunitario. Quando il loro numero diminuisce, i microbi nocivi prendono il sopravvento, rendendo l’organismo più vulnerabile alle malattie.

 

  • I dolcificanti artificiali espongono il cervello a composti che accelerano il declino cognitivo. Lo studio in questione dimostra che l’impatto è misurabile, a lungo termine e più marcato nelle persone già vulnerabili, come quelle affette da diabete. Scegliere dolcificanti naturali consente di godere della dolcezza evitando gli effetti di invecchiamento cerebrale documentati in questa ricerca.

Iscriviti al canale Telegram

Semplici passaggi per proteggere il cervello dai dolcificanti artificiali

Se hai sempre preferito bibite dietetiche, acqua aromatizzata o dessert senza zucchero, pensando che fossero un’opzione migliore dello zucchero, ora sai che accelerano l’invecchiamento cerebrale invece di proteggere la tua salute. Ci sono chiari accorgimenti che puoi adottare fin da subito per ridurre il rischio e supportare i sistemi energetici e mnemonici del tuo cervello. Questi cambiamenti sono semplici ma efficaci.

 

1. Elimina completamente i dolcificanti artificiali: il primo passo è smettere di usare prodotti che contengono dolcificanti artificiali come aspartame, sucralosio, saccarina, acesulfame-K e neotame. Controlla l’acqua aromatizzata, le gomme da masticare, lo yogurt, i frullati proteici o gli snack «dietetici». Se l’etichetta riporta uno di questi nomi, sostituiscilo con qualcos’altro. L’eliminazione di queste sostanze chimiche interrompe il costante attacco alla memoria e alla fluidità verbale del cervello.

 

2. Sostituisci i dolci con alternative alimentari integrali: invece di bevande e dolcetti «a zero calorie», usa vere fonti alimentari di dolcezza. Frutta intera, miele grezzo o piccole quantità di sciroppo d’acero forniscono zuccheri naturali che il tuo corpo riconosce e utilizza come carburante.

 

La frutta fresca è un dessert o uno spuntino facile da preparare, il miele è perfetto per dolcificare leggermente il tè o per guarnire lo yogurt crudo di mucche nutrite con erba, e lo sciroppo d’acero può essere aggiunto all’avena biologica. Queste opzioni naturali non solo soddisfano la voglia di qualcosa, ma forniscono anche vitamine, minerali e composti vegetali che supportano un’energia costante per il cervello e il corpo.

 

3. Sostieni il tuo intestino per proteggere il cervello: intestino e cervello comunicano costantemente. I dolcificanti artificiali interrompono questa connessione alterando la flora batterica intestinale. Concentrati sul consumo di carboidrati semplici e digeribili come frutta matura, riso bianco e ortaggi a radice, una volta che il tuo intestino è sufficientemente guarito da poterli gestire. Se il tuo intestino è ancora fragile, concentrati prima su frutta e riso bianco per alimentare il cervello senza alimentare batteri nocivi. Proteggere l’ambiente intestinale migliora direttamente il funzionamento del cervello.

 

4. Scegli dolcificanti naturali più sicuri a casa: se hai voglia di qualcosa di dolce, preparalo tu stesso con ingredienti che favoriscono la salute invece di danneggiarla. La stevia naturale ricavata dalla pianta intera, il Luo Han Guo (chiamato anche frutto del monaco) e il destrosio puro ricavato dallo zucchero di canna sono opzioni affidabili. L’utilizzo di queste alternative ti permette di goderti la dolcezza senza esporre il tuo cervello al declino legato ai dolcificanti artificiali.

 

5. Concentrati sull’energia, non sulle restrizioni: invece di pensare a ciò a cui stai rinunciando, presta attenzione a ciò che stai guadagnando: una migliore concentrazione, una memoria più forte e un pensiero più acuto. Se hai fatto affidamento su prodotti ipocalorici, è ora di alimentare il tuo corpo e il tuo cervello con il giusto tipo di carboidrati e proteine.

 

Circa 250 grammi di carboidrati al giorno, combinati con proteine ​​e grassi di qualità come burro o ghee di animali nutriti ad erba, forniscono la base per un’energia cerebrale costante. Non consideratela una dieta, ma un miglioramento delle prestazioni del vostro cervello.

Aiuta Renovatio 21

Domande frequenti sui dolcificanti artificiali e il tuo cervello

D: In che modo i dolcificanti artificiali influiscono sulla salute del cervello?

R: I dolcificanti artificiali accelerano il declino cognitivo. Un ampio studio ha scoperto che le persone che ne consumavano le quantità più elevate sperimentavano l’equivalente di 1,6 anni in più di invecchiamento cerebrale in termini di memoria, fluidità verbale e capacità di pensiero complessive.

 

D: Chi è maggiormente a rischio a causa dei dolcificanti artificiali?

R: Gli adulti di mezza età sotto i 60 anni hanno mostrato il legame più forte tra un consumo elevato e un declino cognitivo più rapido. Anche le persone con diabete erano più vulnerabili, con cali più netti della memoria e delle capacità cognitive globali rispetto a quelle senza diabete.

 

D: Cosa si può usare al posto dei dolcificanti artificiali?

R: Alternative più sicure includono frutta intera, miele grezzo, sciroppo d’acero, stevia naturale nella sua forma vegetale, Luo Han Guo (frutto del monaco) e destrosio puro da zucchero di canna puro. Queste opzioni forniscono dolcezza senza gli effetti di invecchiamento cerebrale associati ai dolcificanti artificiali.

 

D: Quali misure proteggono il cervello se si utilizzano dolcificanti artificiali?

R: Elimina i prodotti con dolcificanti artificiali, passa ai dolcificanti integrali, supporta la salute intestinale, prova sostituti naturali a casa e concentrati sul nutrire il tuo corpo con il giusto equilibrio di carboidrati, proteine ​​e grassi sani. Questi passaggi ripristinano la produzione di energia e proteggono le funzioni cerebrali a lungo termine.

 

Joseph Mercola

 

Pubblicato originariamente da Mercola. I punti di vista e le opinioni espressi in questo articolo sono quelli degli autori e non riflettono necessariamente le opinioni di Children’s Health Defense.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Alimentazione

Primo decesso registrato dovuto ad allergia alla carne trasmessa dalle zecche: programma eugenetico avviato?

Pubblicato

il

Da

È stato documentato il primo caso mortale di allergia alla carne indotta da zecche. Un quarantasettenne, in precedenza in ottima forma fisica, è deceduto entro quattro ore dal consumo di un hamburger di manzo quest’estate. La causa del decesso è rimasta enigmatica finché gli studiosi della Facoltà di Medicina dell’Università della Virginia non hanno riesaminato il fascicolo, individuando l’allergia.   Le allergie alla carne rossa possono scaturire dai morsi della zecca Lone Star, riconoscibile per la macchia a forma di stella sul dorso. Tale morso rende il sistema immunitario ipersensibile a uno zucchero presente nella carne rossa, denominato alfa-gal.   Nei soggetti affetti dalla sindrome alfa-gal, l’ingestione di manzo, maiale o agnello può scatenare reazioni allergiche, tra cui rash cutanei, nausea e vomito. Gli scienziati paventavano il rischio di anafilassi letale, una risposta allergica estrema, ma fino ad ora non erano stati registrati episodi fatali.

Aiuta Renovatio 21

La vittima, di cui non è stato ancora divulgato il nome, aveva trascorso l’estate in campeggio con la consorte e i figli. Una sera, durante il soggiorno, la famiglia consumò una bistecca e l’uomo accusò presto intensi dolori addominali, diarrea e conati. Sebbene si fosse ripreso, confidò ai familiari di aver temuto la morte.   A distanza di due settimane, dopo aver mangiato un hamburger a una grigliata, è spirato in meno di quattro ore.   L’autopsia non ha fornito indicazioni decisive, così la moglie si è rivolta alla Facoltà di Medicina dell’Università della Virginia per assistenza. L’analisi dei campioni ematici della vittima rivelato la sensibilizzazione all’alfa-gal e confermò una violenta reazione allergica.   Interrogata dai ricercatori sulla cronologia di punture di zecche del marito, la donna ha riferito che questi aveva subito 12 o 13 morsi intorno alle caviglie durante l’estate. Molti dei presunti morsi di acari sono in realtà punture di zecche Lone Star (Amblyomma americanum) in fase larvale.   Negli ultimi decenni, l’habitat della zecca Lone Star si è espanso sensibilmente per effetto di climi più miti, mutamenti nell’uso del suolo e crescita delle popolazioni di ospiti, come tacchini selvatici e cervi dalla coda bianca.   Sono state accertate colonie riproduttive stabili in alcune zone del Nord-Est, inclusi New York e New Jersey, e nel Midwest.   Il portale del CDC evidenzia che «la distribuzione dell’Amblyomma americanum nel 1750 interessava gli Stati Uniti orientali. Successivamente, l’areale delle zecche si contrasse con la deforestazione e il calo delle popolazioni di cervi dalla coda bianca. Questi ultimi rappresentano un ospite primario per la zecca».   «A partire dagli anni Quaranta, politiche di conservazione e reintroduzione dei cervi hanno favorito l’incremento numerico e territoriale delle popolazioni di cervi dalla coda bianca negli Stati Uniti orientali. Parallelamente all’espansione di tali popolazioni, la zecca Lone Star ha ricolonizzato il proprio areale storico».   Un portavoce della Facoltà di Medicina dell’Università della Virginia ha fornito i seguenti suggerimenti in merito a morsi di zecca Lone Star e allergie alla carne.   «Le informazioni cruciali per la popolazione sono: in primo luogo, un dolore addominale intenso che insorge 3-5 ore dopo l’assunzione di manzo, maiale o agnello deve essere indagato come possibile anafilassi; in secondo luogo, punture di zecca che provocano prurito per oltre una settimana o larve di zecca spesso confuse con “chigger” possono indurre o accentuare la sensibilizzazione alla carne di mammifero».   «D’altro canto, la maggior parte dei pazienti con episodi di orticaria da lievi a moderati può gestire i sintomi mediante una dieta mirata».   Come riportato da Renovatio 21, anni fa aveva destato scalpore la proposta di un bioeticista legato al WEF di bioingegnerizzare esseri umani con intolleranza alla carne in nome della lotta al cambiamento climatico.   Nella sua proposta il dottor Matthew Liao, direttore del Centro per la bioetica del College of Global Public Health presso la New York University, nominava specificatamente la zecca Lone Star.  

Iscriviti al canale Telegram

«La gente mangia troppa carne. E se dovessero ridurre il loro consumo di carne, allora aiuterebbe davvero il pianeta», aveva dichiarato il professor Liao.   «Quindi ecco un pensiero. Quindi si scopre che ne sappiamo molto: abbiamo queste intolleranze», ha continuato il Liao. «Per esempio ho un’intolleranza al latte. E alcune persone sono intolleranti ai gamberi. Quindi forse possiamo usare l’ingegneria umana per dimostrare che siamo intolleranti a certi tipi di carne, a certi tipi di proteine ​​bovine».   «C’è questa cosa chiamata zecca Lone Star che se ti morde diventerai allergico alla carne. Quindi è qualcosa che possiamo fare attraverso l’ingegneria umana. Possiamo forse affrontare problemi mondiali davvero grandi attraverso l’ingegneria umana».   Le zecche insomma, come le zanzare, potrebbero rientrare in un vasto programma eugenetico mondiale.   Le inquietanti dichiarazioni del bioeticista legato al WEF sono da collegarsi con recenti rivelazioni, sempre più credibili, di programmi di guerra biologica tramite le zecche: secondo alcuni, la malattia di Lyme potrebbe quindi essere uscita da un laboratorio americano che utilizzava le zecche come vettore epidemico-militare.   Va notato come le zecche, e la malattia di Lyme, si stiano diffondendo ora in tutta Europa, Italia compresa, così come ossessivi programmi vaccinali portati innanzi dalla regioni – si tratta, tuttavia, dell’encefalopatia, non del Lyme, per cui la protezione offerta è quantomeno limitata.   Nelle scorse settimane, un po’ a scoppio ritardato, il governatore della Florida Ron DeSantis ha pubblicamente respinto l’idea che gli esseri umani possano essere modificati geneticamente per sviluppare un’allergia alla carne rossa come un modo per limitare il consumo di carne e proteggere l’ambiente.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
 
Continua a leggere

Più popolari