Vaccini
Giro in bordello gratis se fai il vaccino. Siamo letteralmente arrivati al «casino mRNA»
30 minuti con una «signora a propria scelta» in cambio della vaccinazione anti-COVID.
È la trovata di un bordello di Vienna per incoraggiare gli uomini a offrire il deltoide alla siringa mRNA. Lo riporta il quotidiano britannico Daily Mail Online.
Il Funpalast offre ai clienti una sessione di mezzora nel «club della sauna» con la «signora di loro scelta». La puntura genica viene fatta in una clinica in loco.
Il Funpalast offre ai clienti una sessione di mezzora nel «club della sauna» con la «signora di loro scelta». La puntura genica viene fatta in una clinica in loco.
Le immagini uscite sui media mostrano una popputa tatuata con la parrucca rossa che su tacchi vertiginosi cammina in una stanza sulla cui porta c’è scritto «Impfstrasse», ossia «via del vaccino»
I vaccini saranno gentilmente offerti ogni lunedì dalle 16 alle 22 per tutto il mese di novembre nel tentativo di incoraggiare gli uomini a fare il vaccino. Il valore del buono per il sauna club ha un valore di circa 40 euro. Non è quindi chiaro chi si stia veramente prostituendo in questo caso.
Il valore del buono per il sauna club ha un valore di circa 40 euro. Non è quindi chiaro chi si stia veramente prostituendo in questo caso
Secondo quanto riferito al giornale inglese, «ragazzi di appena 14 anni possono utilizzare la clinica, a condizione che siano accompagnati da un adulto». (!)
Ma non solo minorenni. Nel Paese in cui comincia il Nord Europa, non si fanno discriminazioni di nessun tipo: «le donne sono pure incoraggiate a visitare il bordello per il vaccino, per rispettare le leggi sull’uguaglianza dell’Austria».
Il proprietario di Funpalast ha aggiunto che il bordello si trova vicino a un monumento del celeberrimo artista viennese Gustav Klimt. Si tratta di una posizione strategica: egli asserisce infatti che i potenziali clienti possono usare la statua «come scusa per il ritardo» quando tornano a casa.
Il titolare ha inoltre spiegato una ratio precisa dietro alla sua scelta: «stavo guardando le statistiche e ho visto che per l’immunità di gregge abbiamo bisogno del 70%-75% di persone vaccinate per raggiungere l’immunità di gregge, ma siamo correntemente solo al 63%. Ho notato dalle statistiche che molti uomini con un background di immigrazione, rifiutano potenzialmente la vaccinazione o non sanno nemmeno che puoi farti vaccinare. Così abbiamo scelto di istituire una via della vaccinazione qui».
La genialata è rivelatrice: possiamo finalmente dire che la narrazione ufficiale sui vaccini è andata a puttane. Letteralmente.
La genialata è rivelatrice: possiamo finalmente dire che la narrazione ufficiale sui vaccini è andata a puttane. Letteralmente.
Si tratta di una messa in abisso del concetto di meretricio: prostituire il proprio corpo per andare con una prostituta crea una cortocircuito da mal di testa.
Quando in tutti questi anni abbiamo meditato sulla corruzione dei costumi, non saremmo mai arrivati a pensare una situazione del genere.
Come riportato da Renovatio 21, l’Austria è sull’orlo di un nuovo lockdown da far scattare per i soli vaccinati. L’inasprimento del loro sistema di green pass – lì chiamato 3G-2G – è condiviso con vari laender tedeschi come Turingia, Sassonia, Baviera.
Quando in tutti questi anni abbiamo meditato sulla corruzione dei costumi, non saremmo mai arrivati a pensare una situazione del genere
È riportato che a Vienna già esistono divisioni nei locali, con aree per vaccinati e aree per non vaccinati.
Come usava ricordare Liliana Cavani, regista della celebre pellicola Il portiere di Notte, la città che a fine del secondo conflitto mondiale è risultata avere il maggior numero di criminali di guerra nazisti non era Amburgo, Berlino, Francoforte o qualche altro freddo conglomerato urbano del Nord.
Macché: la città con più criminali nazisti è stata Vienna. Dietro i valzer, la sackertorte, la tradizione imperiale, le Belle Arti – e ora anche dietro al casino vaccinale – sappiamo cosa può nascondersi.
Immagine screenshot dal video Daily Mail online.
Reazioni avverse
Cicatrici cardiache rilevate oltre 1 anno dopo la vaccinazione COVID-19: studi
Cicatrici cardiache sono state rilevate più di un anno dopo la vaccinazione contro il COVID-19 in alcune persone che avevano sofferto di miocardite a seguito di un’iniezione, hanno riferito i ricercatori in nuovi studi. Lo riporta la testata americana Epoch Times.
La miocardite, come noto, è una forma di infiammazione del cuore, di cui molto si è parlato negli ultimi anni.
Un terzo dei 60 pazienti con imaging cardiaco di follow-up eseguito più di 12 mesi dopo la diagnosi di miocardite presentava un persistente potenziamento tardivo del gadolinio (LGE), che è, nella maggior parte dei casi, riflettente cicatrici cardiache, hanno riferito ricercatori australiani in una prestampa di un nuovo studio pubblicato il 22 marzo.
Il tempo mediano dalla ricezione di un vaccino all’imaging di follow-up è stato di 548 giorni, con l’intervallo più lungo di 603 giorni.
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«Abbiamo scoperto che l’incidenza della fibrosi miocardica persistente è elevata, osservata in quasi un terzo dei pazienti a più di 12 mesi dalla diagnosi, il che potrebbe avere implicazioni per la gestione e la prognosi di questo gruppo prevalentemente giovane», scrivono i ricercatori. «Le implicazioni cliniche a lungo termine della LGE in questa condizione sono ancora sconosciute, ma è stato dimostrato che la LGE conferisce una prognosi peggiore nella miocardite non associata al vaccino COVID-19, soprattutto se persiste oltre i sei mesi», hanno aggiunto in seguito, facendo riferimento a diversi documenti precedenti.
I ricercatori in uno degli articoli precedenti, ad esempio, hanno scoperto che l’LGE era un «potente prognostico» di esiti avversi nei pazienti con miocardite.
Prima del nuovo test, nove pazienti erano stati accertati come affetti da miocardite e 58 pazienti erano stati etichettati come probabilmente affetti da miocardite. I risultati di LGE persistente hanno portato a riclassificare 16 casi da miocardite probabile a miocardite certa.
Sono state esclusi i pazienti in gravidanza o allergici agli agenti utilizzati nei test del gadolinio.
Tra un sottogruppo di 20 pazienti sottoposti a imaging subito dopo la vaccinazione, 19 avevano LGE. Nell’imaging di follow-up, LGE non era più visibile in 10 di questi pazienti. In cinque è stato ridotto, ma in quattro è rimasto invariato.
Andrew Taylor, professore alla Central Clinical School della Monash University, e i suoi coautori hanno condotto lo studio reclutando pazienti a cui era stata diagnosticata una miocardite associata alla vaccinazione COVID-19 tra agosto 2021 e marzo 2022. I pazienti sono stati invitati a sottoporsi a imaging presso l’Alfred Ospedale o Royal Children’s Hospital di Melbourne, Australia.
La popolazione dello studio con imaging di follow-up comprendeva 44 adulti e 16 adolescenti. «La maggior parte dei pazienti aveva ricevuto un’iniezione Pfizer-BioNTech. Una minoranza aveva ricevuto una vaccinazione Moderna o AstraZeneca. Le società non hanno risposto alle richieste di commento» scrive Epoch Times.
I limiti del documento, che è stato pubblicato prima della peer review, includevano possibili errori di selezione, poiché la partecipazione allo studio era volontaria. Gli autori non hanno elencato conflitti di interessi o finanziamenti.
In un altro articolo recente, ricercatori canadesi hanno riferito di aver riscontrato che circa la metà dei pazienti sottoposti a imaging a causa di una possibile miocardite post-vaccinazione presentavano LGE persistente nell’imaging di follow-up. Complessivamente, 60 pazienti sono stati inclusi nello studio retrospettivo. Di questi, sette hanno riportato sintomi persistenti.
In un sottogruppo di 21 pazienti per i quali erano disponibili risonanze magnetiche di follow-up, 10 avevano LGE persistente, hanno detto i ricercatori. D’altra parte, la funzione del ventricolo sinistro, che pompa il sangue, si era normalizzata in tutti i pazienti.
La persistente LGE «probabilmente riflette la fibrosi sostitutiva», o cicatrici cardiache, hanno scritto la dottoressa Kate Hanneman, del Dipartimento di imaging medico dell’Università di Toronto, e i suoi coautori, citando alcuni degli stessi articoli del gruppo australiano, incluso lo studio che ha rilevato che i pazienti con LGE persistente avevano un rischio più elevato di esiti avversi, nonché un articolo su ciò che rappresenta quando LGE viene rilevato alla risonanza magnetica in pazienti con miocardite.
«Tuttavia, il significato della LGE è incerto nei pazienti post-miocardite con recupero della normale funzione sistolica ventricolare sinistra», hanno affermato i ricercatori, che hanno quindi richiesto ulteriori studi per valutare i pazienti con LGE persistente e un ventricolo sinistro recuperato.
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«Lo studio ha incluso pazienti adulti che sono stati indirizzati a una rete ospedaliera con sospetta miocardite e che presentavano nuovi sintomi cardiaci come dolore toracico entro 14 giorni dalla vaccinazione COVID-19» scrive il giornale americano. «Tutti i pazienti hanno ricevuto l’iniezione Pfizer o Moderna».
I limiti dello studio, pubblicato dal Journal of Cardiovascular Magnetic Resonance, includevano la mancanza di miocardite confermata dalla biopsia.
Gli autori non hanno dichiarato alcun finanziamento e hanno elencato solo un interesse in competizione, ovvero che un autore è un editore associato della rivista.
Gli autori corrispondenti dei due articoli non hanno risposto alle richieste di commento.
«La mia preoccupazione nel leggere questi due studi è che il danno miocardico e le cicatrici sono presenti in un numero significativo di individui feriti da vaccino COVID fino a 18 mesi dopo la vaccinazione. Ciò suggerisce un potenziale danno cardiaco permanente derivante dai vaccini», ha dichiarato in una e-mail a Epoch Times la dottoressa Danice Hertz, responsabile della ricerca per il gruppo statunitense React19. «Le implicazioni a lungo termine non sono ancora note ma devono essere studiate attentamente».
I nuovi documenti si aggiungono a studi precedenti, che avevano scoperto che l’LGE persiste per mesi in alcune persone dopo un’iniezione di COVID-19.
Ricercatori nello stato di Washington hanno riferito nel 2022 che l’LGE persisteva nei bambini fino a otto mesi dopo la vaccinazione. Nello stesso anno, i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno affermato che più della metà dei 151 pazienti sottoposti a imaging di follow-up presentavano LGE residuo, che è stato descritto come «suggestivo di cicatrici miocardiche».
Ricercatori di Hong Kong nel 2023 avevano riferito di aver scoperto che circa la metà dei 40 pazienti sottoposti a risonanza magnetica di follow-up mesi dopo la vaccinazione avevano LGE.
I sintomi sono persistiti anche in alcuni pazienti con miocardite post-vaccinazione.
Il CDC, descrivendo i risultati preliminari aggiornati del suo studio a lungo termine, ha affermato all’inizio del 2023 che c’erano pazienti che soffrivano ancora di sintomi più di un anno dopo l’iniezione.
Ricercatori in Australia alla fine del 2023 hanno affermato che i sintomi persistevano almeno sei mesi dopo un’iniezione nella maggior parte dei pazienti seguiti.
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Come riportato da Renovatio 21, i dati dell’esercito americano confermano il picco di infiammazioni cardiache con l’introduzione del siero COVID. Già due anni fa uno studio sull’esercito americano confermava l’infiammazione cardiaca legata ai vaccini COVID. I dati tratti Defense Medical Epidemiology Database (DMED) pubblicati a marzo indicavano che le diagnosi della forma di infiammazione del cuore erano aumentate del 130,5% nel 2021 rispetto alla media degli anni dal 2016 al 2020.
La miocardite, che alcuni ritengono che in forma migliore può essere causata anche dall’infezione di COVID-19, è una malattia che può portare alla morte. Casi certificati di morti per miocardite da vaccino mRNA si sono avuti sia tra giovani che tra bambini piccoli.
La consapevolezza del ruolo del vaccino nella possibile manifestazione di questa malattia cardiaca, specie nei giovani, è diffusa presso praticamente tutte le istituzioni sanitarie dei Paesi del mondo.
Disturbo fino a poco fa abbastanza raro, abbiamo visto incredibili tentativi di normalizzare la miocardite infantile con spot a cartoni animati.
Alcuni casi suggeriscono che, anche anni dopo, persone affette da miocardite post-vaccinale non sono ancora guarite.
Come riportato da Renovatio 21, la miocardite nello sport è oramai un fenomeno impossibile da ignorare.
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Vaccini
Vaccini antinfluenzali collegati a un elevato rischio di ictus negli anziani: studio della FDA
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Vaccini
Imprinting immunitario per i vaccinati e risposte insolite ai booster mRNA: studio
Le persone che hanno assunto almeno tre dosi della versione originale del vaccino mRNA COVID-19 hanno avuto un forte imprinting immunitario, ha scoperto uno studio dell’Università di Washington. Lo riporta Epoch Times.
Di conseguenza, quando vaccinati con i più recenti richiami dell’mRNA di COVID-19 XBB.1.5, i riceventi hanno prodotto pochi o nessun anticorpo specifico per la variante XBB.1.5.
L’imprinting immunitario si verifica quando precedenti infezioni o vaccinazioni lasciano una memoria immunitaria così forte che il corpo continua a produrre cellule immunitarie e anticorpi mirati alla precedente esperienza immunitaria, anche se esposto a una nuova variante o vaccino.
L’imprinting immunitario «potrebbe essere un problema se la persona non fosse in grado di innescare una risposta immunitaria utile contro una nuova variante», ha detto alla testata statunitense il dottor Stanley Perlman, immunologo e microbiologo dell’Università dell’Iowa. Non è stato coinvolto nello studio.
Anche se ciò non si è verificato in questo studio, la maggior parte degli anticorpi prodotti dopo la vaccinazione avevano come bersaglio la variante originale del COVID-19 e non XBB.1.5.
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«L’imprinting non è un concetto nuovo, ma la situazione che stiamo osservando sembra essere piuttosto unica», ha affermato David Veesler, che ha un dottorato in biologia strutturale, è professore e presidente del Dipartimento di Biochimica dell’Università di Washington e ricercatore con l’Howard Hughes Medical Institute, in un comunicato stampa.
L’imprinting immunitario è un fenomeno ben noto che può verificarsi con altre infezioni e virus. Nuove infezioni influenzali distinte dalle varianti precedenti possono superare l’imprinting derivante dalle vaccinazioni e dalle infezioni antinfluenzali.
Tuttavia, nello studio UW, l’imprinting immunitario persisteva anche tra i soggetti infettati dalle nuove varianti di omicron.
«È completamente diverso da ciò che sappiamo del virus dell’influenza», ha affermato Veesler.
«L’imprinting immunitario persiste dopo esposizioni multiple ai picchi di Omicron attraverso la vaccinazione e l’infezione, inclusa la vaccinazione di richiamo post XBB.1.5, che dovrà essere presa in considerazione per guidare la futura vaccinazione», scrivono gli autori dello studio.
Allo studio hanno partecipato più di 20 persone con una storia di tre o più vaccini mRNA della variante Wuhan. La maggior parte era stata infettata da infezioni da COVID-19 pre e post-omicron.
Oltre ai vaccini originali a mRNA, la maggior parte dei partecipanti ha assunto il richiamo bivalente o il richiamo XBB.1.5. Al momento dello studio, tutti i partecipanti avevano effettuato da quattro a sette iniezioni.
Gli autori hanno scoperto che la maggior parte degli anticorpi prodotti dopo l’inoculazione dell’mRNA XBB.1.5 erano i migliori nel neutralizzare la variante originale di Wuhan COVID-19.
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Gli anticorpi avevano la seconda maggiore potenza neutralizzante contro la variante BA.2.86 omicron. Gli anticorpi erano il terzo più potente contro XBB.1.5 nelle persone che avevano assunto il vaccino XBB.1.5.
Questi anticorpi erano cross-reattivi, nel senso che potevano anche legarsi ad altre varianti, comprese le varianti XBB.1.5. Tuttavia, erano presenti pochi o nessun anticorpo specifico per XBB.1.5.
Alcune persone hanno prodotto nuove cellule immunitarie che hanno riconosciuto solo XBB.1.5. Tuttavia, dei 12 partecipanti valutati, solo cinque avevano cellule immunitarie che riconoscevano XBB.1.5 ma non la variante Wuhan.
«La maggior parte degli anticorpi richiamati dai richiami vaccinali aggiornati sono cross-reattivi e aiutano a bloccare nuove varianti, il che è positivo. Tuttavia, potremmo fare un lavoro ancora migliore? La risposta è molto probabilmente sì», ha affermato Vessler.
Una possibile spiegazione è che il vaccino mRNA crea un effetto di imprinting immunitario più robusto rispetto ai vaccini precedentemente noti. Gli autori hanno citato un altro studio che ha scoperto che l’inoculazione con virus COVID-19 uccisi ha prodotto un effetto di imprinting ridotto negli esseri umani.
«I vaccini inattivati inducono una risposta immunitaria più debole, quindi ci sono meno possibilità che la risposta sia influenzata» verso una variante, ha detto il dottor Perlman.
«I vaccini mRNA potrebbero essere stati così efficaci e suscitato risposte immunitarie così forti che l’imprinting potrebbe essere più forte di quello che siamo abituati a vedere con i vaccini per altri virus come quello dell’influenza», ha affermato Veesler.
L’imprinting immunologico, conosciuto anche come «peccato originale antigenico» (e noto anche come effetto Hoskins), si riferisce alla tendenza del sistema immunitario umano a fare affidamento sulla memoria immunologica anziché generare nuovi anticorpi in risposta a una seconda esposizione al patogeno, anche se questo presenta caratteristiche diverse rispetto a quello originario.
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Questo fenomeno costringe il sistema immunitario a utilizzare la stessa risposta immunitaria contro lo stesso antigene, impedendogli di sviluppare nuove risposte contro il patogeno (come virus o batteri) che nel frattempo può aver subito mutazioni. Il peccato originale antigenico è stato osservato in virus come l’influenza, la dengue, l’HIV e molti altri.
Questo principio fu per la prima volta formulato nel 1960 dal virologo ed epidemiologo Thomas Francis (1900-1969) nel suo articolo «On the Doctrine of Original Antigenic Sin» («Sulla dottrina del peccato originale antigenico»), e prese il nome per analogia con il concetto teologico del peccato originale.
«Nella vita, durante la prima infezione dal virus dell’influenza di tipo A, il bambino produrrà anticorpi diretti principalmente contro l’antigene dominante del patogeno» sosteneva, secondo Richard Krause, lo studioso che guidò lo sviluppo del vaccino polio con il suo studente Jonas Salk. «L’impronta del primo ceppo di virus nel sistema immunitario condizionerà le future risposte immunitarie. Questo è quello che intendiamo come “peccato originale antigenico”».
Detto anche primary addiction, il concetto sottolinea la propensione del sistema immunitario a utilizzare preferenzialmente la memoria immunologica basata su una precedente infezione quando viene incontrata una seconda versione leggermente diversa di quell’agente patogeno estraneo (ad esempio un virus o un batterio). Ciò lascia il sistema immunitario «intrappolato» dalla prima risposta che ha dato a ciascun antigene e incapace di innescare risposte potenzialmente più efficaci durante le infezioni successive. Gli anticorpi o le cellule T indotti durante le infezioni con la prima variante dell’agente patogeno sono soggetti al congelamento del repertorio, una forma di peccato antigenico originale.
Già in passato La relativa inefficacia del richiamo bivalente contro la variante SARS-CoV-2 Omicron nei pazienti che avevano precedentemente ricevuto vaccini COVID-19 è stata attribuita all’imprinting immunologico in un articolo («Vaccini bivalenti contro il Covid-19: un avvertimento») pubblicato nel febbraio 2023 dal prestigioso New England Journal of Medecine a firma dell’ultravaccinista Paul Offit.
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