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Due donne «concelebrano» un’eucaristia a Zurigo

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Renovatio 21 ripubblica questo articolo di FSSPX.newsLe opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

M. S., è stata al servizio della Chiesa nella parrocchia di San Martino di Illnau-Effretikon nel cantone di Zurigo. In occasione della sua partenza ha «concelebrato» un’«eucaristia» – secondo il termine consueto usato dai moderni – con un sacerdote cappuccino, J. R., il nuovo parroco, F. H., accompagnati dal diacono S. A. e da un teologo, M. G..

 

 

 

M. S., al momento della sua partenza, ricopriva l’incarico di «responsabile parrocchiale» della parrocchia di Saint-Martin. Poi è stata sostituita da un sacerdote. La cerimonia di congedo, domenica 28 agosto 2022, ha dato luogo a una singolare concelebrazione e, a dirla tutta, un sacrilegio. Il caso è raccontato da kath.ch – in lingua tedesca.

 

L’«équipe liturgica» arriva capeggiata dalla Gemeindeleiterin, la responsabile parrocchiale, che tiene in mano un bastone, senza dubbio per dimostrare il suo ruolo di guida – i moderni direbbero «pastora». Poi, tutti si tolgono le scarpe per imitare il gesto di Mosè davanti al roveto ardente.

 

Il sermone è pronunciato dalla «pastora» – a dispetto delle leggi liturgiche e disciplinari – e M. S. parla del suo servizio: battesimi, matrimoni… Purtroppo è fin troppo noto che nella Svizzera tedesca spesso una parrocchia ha alla sua testa una responsabile che dirige, un sacerdote e un diacono… L’«ultima predica» viene accolta da una standing ovation, come in uno show o allo stadio.

 

Poi la «concelebrazione» continua. L’articolo si domanda: «una donna che concelebra? Cosa normale a Effretikon». Bisogna riconoscerlo, questa non è la prima volta. E sembra difficile immaginare che mons. Joseph Bonnemain, vescovo di Coira, da cui dipende la parrocchia, non ne sapesse nulla. Viene anche fatta un’aggiunta al Padre Nostro: «Dio materno e paterno nei cieli», concluso da una triplice Shalom.

 

 

Una celebrazione sacrilega

L’esatta valutazione teologica di questa celebrazione è abbastanza chiara: è un sacrilegio.

 

Certamente, per la presenza di due sacerdoti che hanno pronunciato le parole di consacrazione, la validità sembra assicurata, anche se, date le circostanze, è proprio lecito chiedersi se volessero fare ciò che fa la Chiesa. In ogni caso, la questione è aperta.

 

Ma la pronuncia delle parole di consacrazione da parte di due laici – senza contare il diacono – che si manifesta come una «concelebrazione», è semplicemente una simulazione del sacramento da parte di queste tre persone, che non hanno il potere di agire in persona Christi. E poi, per gli assistenti, è chiaro che si tratta di una vera e propria concelebrazione.

 

Qualcuno potrebbe replicare che la cosa non è nuova: così ci sono sacerdoti che, durante le messe per i bambini, invitano i giovani partecipanti a pronunciare con loro il canone.

 

Ma l’abuso non può mai giustificare l’abuso. E se, nel caso appena accennato, i bambini non sanno bene cosa stanno facendo, il caso qui considerato non lascia adito a dubbi.

 

Inoltre, l’articolo sottolinea questo: «M. S. non ha mai nascosto dove vedeva il suo ruolo nella Chiesa: anche all’altare, anche spezzando il pane per ordine di Gesù: “Fate questo in memoria di me”». Si tratta quindi di un atteggiamento voluto e consapevole.

 

 

La reazione del Vescovo di Coira

Di fronte a un tale scandalo, cosa farà l’autorità? Avendo preso slancio la vicenda, a causa della sua copertura mediatica, mons. Bonnemain ha dovuto reagire.

 

Il 2 settembre ha comunicato: «Come vescovo diocesano, ho il dovere di reagire agli eventi delle ultime settimane in relazione al ritiro della cappellana della parrocchia di Saint-Martin» aprendo un’indagine canonica.

 

Il comunicato ammette: «La complessità degli abusi liturgici avvenuti richiede l’apertura di una istruttoria canonica» che consentirà di giudicare «se si tratti di violazioni il ​​cui giudizio è riservato al dicastero per la dottrina della fede e che deve quindi essere denunciato».

 

Ma il vescovo andrà fino in fondo? Indagherà dunque in altre parrocchie della sua diocesi – in particolare nella sua parte di Zurigo, la più progressista – per verificare che il male non l’abbia già largamente infestata? Li valuterà tutti tutti? È possibile dubitarne seriamente.

 

Infine, questi abusi sacrileghi non devono sorprenderci: la rivoluzione liturgica e teologica messa in atto dal Concilio Vaticano II non poteva non portare a questa situazione.

 

Le false nozioni veicolate sul sacerdozio comune dei fedeli; l’istituzione di ministeri – d’ora in poi devoluti ai laici di ambo i sessi; la trasformazione della messa in pasto; la concessione, anche se molto frammentaria, della predica ai laici; infine, le posizioni di giurisdizione attribuite ai laici, giustificano ai loro occhi il potere di concelebrare.

 

Purtroppo, va detto: non è solo la Germania ad essere già in scisma latente.

 

Questa frattura si allarga di giorno in giorno e il Sinodo sulla sinodalità le fornirà un formidabile mezzo di diffusione.

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news

 

 

 

Renovatio 21 ripubblica questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

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Mons. Viganò ricorda mons. Lefebvre, «vero Confessore della Fede»

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Il 25 marzo di 33 anni fa moriva monsignor Marcel Lefebvre, il vescovo che per primo si oppose alla deriva della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, preservando la Santa Messa nel suo vero rito e formando centinaia di sacerdoti che, in tutto il mondo, hanno tenuto acceso per milioni di persone il lume della tradizione dell’unica vera religione.

 

In un recente post su X, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha ricordato la ricorrenza, sottolineando la rilevanza assoluta dell’opere del vescovo Lefebvre.

 

«Il 25 Marzo 1991 l’arcivescovo Marcel Lefebvre, fondatore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, concludeva il suo pellegrinaggio terreno. Sono trascorsi da allora trentatrè anni, e mai come oggi comprendiamo quanto importante sia stato il suo impegno e il suo zelo apostolico – da vero Confessore della Fede – nella difesa del Sacerdozio cattolico e della Messa di sempre».

 

 

«Se oggi la Messa Apostolica è conosciuta e celebrata nel mondo lo dobbiamo a lui, così come dobbiamo a lui la denuncia di quegli errori esiziali del Concilio Vaticano II che sono alla base dell’apostasia presente. Verrà il giorno in cui le Autorità della Chiesa – non più eclissate dalla setta di eretici che la infesta sino al vertice – gli tributerà i pubblici onori che la Corte celeste già gli riconosce nella gloria eterna del Cielo».

 

Come ribadiamo spesse volte, i lettori che desiderano seguire una Santa Messa in rito antico possono scrivere a Renovatio 21.

 

Già in tanti lo hanno fatto e, indirizzati alla celebrazione più vicina a casa, mai si sono lamentati.

 

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Immagine di Jim, the Photographer e Stv26 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine modificata.

 

 

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«Infanticidio»: il cardinale Müller chiede che i vescovi americani scomunichino Biden

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L’ex prefetto del massimo ufficio dottrinale del Vaticano, il cardinale Gerhard Müller, ha condannato il sostegno del presidente americano Joe Biden all’aborto, affermando che si tratta di «infanticidio» e che coloro che promuovono l’aborto «dovrebbero essere scomunicati». Lo riporta LifeSiteNews.   «La parola “aborto” è una parola troppo morbida. La realtà è l’omicidio, l’omicidio di una persona vivente», ha affermato il cardinale Gerhard Müller. «Non esiste il diritto di uccidere un’altra persona. È assolutamente contro il Quinto Comandamento».   Il cardinale ha espresso la sua condanna al presidente Joe Biden nel corso di un’ampia intervista concessa a LifeSiteNews a Roma.  La critica alla posizione pubblica di Biden a favore dell’aborto è arrivata poco dopo che il presidente aveva utilizzato il suo discorso sullo stato dell’Unione del 2024 per promettere di «ripristinare Roe v. Wade come la legge del Paese».

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Roe v. Wade è la sentenza della Corte Suprema USA che ha istituito 50 anni fa un «diritto federale all’aborto», di fatto iniziando l’era del libero feticidio negli USA. La sentenza come noto è stata rovesciata dalla Corte Suprema due anni fa ad opera della maggioranza conservatrice, tra cui alcuni giudici supremi nominati dal presidente Donald J. Trump.   Il cardinale Müller ha paragonato l’uccisione dei nascituri e degli anziani ai tempi «nazisti», affermando che «è assolutamente inaccettabile che tu possa dirti cattolico e promuovere e giustificare l’uccisione di persone umane, esseri umani fin dall’inizio del grembo materno, fino all’ultima respirazione con l’eutanasia… Uccidere i malati, come ai tempi del nazismo, è eutanasia».   Biden è molto pubblico riguardo alla sua fede cattolica autoproclamata, ma il cardinale Müller ha suggerito che mentre Biden è «nominalmente un cattolico, in realtà è un nichilista. È cinismo e cinismo assoluto».   Il presule tedesco ha contrapposto Biden ai cattolici e agli altri cristiani di tutta l’America che «sanno e accettano come anche tutti, i non credenti, con la loro semplice ragione, possono capire che non è possibile che un essere umano abbia il diritto di ucciderne un altro».   Prendendo l’esempio di sant’Ambrogio di Milano e della sua scomunica dell’imperatore Teodosio, il cardinale Müller ha commentato come «in altri tempi persone così sarebbero state scomunicate. In passato i papi e i vescovi non avevano timore di scomunicare, come sant’Ambrogio di Milano».   «Lui si è alzato e anche noi dovremmo alzarci e, senza pensare alle conseguenze per noi, dobbiamo alzarci e aprire la bocca per le persone innocenti e per proteggere la loro vita» ha dichiarato il cardinale. «San Giovanni Battista disse a Erode: “Non ti è permesso prendere la moglie di tuo fratello per essere tua moglie”. Non vi è permesso uccidere persone o giustificare [questo], aprire la legislazione come se fosse legale o legittima. Uccidere le persone non è una forma di regolamentazione delle nascite e così via, ma è assolutamente immorale uccidere altre persone».   «E oggi tutto il mondo occidentale, i leader occidentali, la grande maggioranza dei leader occidentali anche in Germania e Francia, quando si sono arrogati il ​​diritto di uccidere il proprio popolo, hanno perso credibilità. Da un lato non possono protestare contro l’uccisione di persone innocenti in Ucraina e dall’altro permettere l’uccisione dei propri figli».   Ribadendo la verità che Dio è «creatore di ogni corpo e noi esseri umani siamo solo gli amministratori della buona volontà di Dio», il cardinale Müller ha osservato che l’umanità è chiamata a prendersi cura dei prossimi, poiché «non possiamo distinguere o separare l’amore di Dio per noi e il nostro amore per Dio, dall’amore nostro verso il prossimo e dall’amore del prossimo verso noi».   In seguito al discorso di Biden sullo stato dell’Unione, il sito LifeSitenews ha lanciato un appello pubblico ai vescovi statunitensi per scomunicare il presidente pro-aborto. Interrogato direttamente da questo giornalista sull’impresa, il cardinale Müller ha affermato che «il primo passo deve essere che noi dobbiamo avere la conferenza episcopale unanime degli Stati Uniti, probabilmente insieme ad altri religiosi cristiani, altri leader religiosi, a dare un’assoluta, chiara, forte affermazione che questo aborto è contro tutti gli standard e i principi dell’umanità».   «Che dichiarino in modo assolutamente chiaro che tutti coloro che hanno responsabilità pubblica e che, come cattolici, stanno promuovendo questo infanticidio, sono scomunicati».   Espandendo il tema di un politico pro-aborto, il cardinale Müller ha inoltre osservato nell’intervista con LifeSite che anche se non esiste un processo formale di scomunica, una persona non può essere esentata dalla gravità delle sue azioni a sostegno dell’aborto.   «Quindi anche nel caso in cui uno non sia formalmente scomunicato, se queste persone ricevono la Santa Comunione, non ricevono la Santa Comunione solo con la bocca, poiché non ricevono la grazia. Lo ricevono, secondo le parole di San Paolo, per la propria condanna, e Biden e tutte queste persone, devono sapere che nel giudizio finale, quando compariranno dopo la loro morte davanti al tribunale di Dio, che si tratta di un mortale peccato, cosa stanno facendo. Anche se non lo fanno personalmente, ma sono cooperatori, collaboratori diretti degli omicidi di persone innocenti».   «Biden dice che ha frequentato le scuole cattoliche, ma voglio chiederti cosa ha imparato lì? Perché cos’è questa religione?»   «Non è solo un certo sentimento di appartenenza, o un po’ di sentimentalismo, o un po’ di spiritualità, di buon sentire interiore, leggere qualche poesia o qualche libro, e così ti senti bene, guardando la natura e le mele… tutto bello. Non è religione. La religione è una confessione chiara di tutta la tua persona, di tutto il tuo essere, per donarti in sacrificio a Dio e per gli altri. Questa è la nostra religione cristiana».

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Oltre ai suoi commenti sulla natura intrinsecamente malvagia dell’aborto, il cardinale Müller ha inoltre sottolineato nella sua conversazione con il giornalista Michael Haynes che le «idee ristrette» del movimento pro-aborto che stanno portando alla distruzione dell’umanità.   La mentalità pro-aborto, ha detto, sostiene che «solo la mia felicità è importante, che è il criterio ultimo di definizione di felicità e piacere, del senso della mia vita».   Al contrario, il cardinale Müller ha osservato che «noi, come singoli esseri umani, dobbiamo comprendere noi stessi nel contesto della nostra famiglia, del nostro gruppo di amici, dei nostri compagni di classe, della nostra cultura, della nostra nazione e dell’umanità».   Sottolineando la natura intergenerazionale dell’insegnamento della fede cattolica, il cardinale tedesco ha sottolineato che la mentalità pro-aborto della felicità individuale è fondamentalmente contraria alla religione.   In chiusura, il cardinale Müller ha elogiato e sostenuto la novena di nove mesi recentemente lanciata dal cardinale Raymond Burke, che è diretta a Nostra Signora di Guadalupe, Patrona delle Americhe e dei non ancora nati.   Il cardinale Müller ha affermato che un simile sforzo servirebbe anche a rafforzare una «coscienza e un movimento mondiale» cattolico, poiché gli oppositori della Chiesa «hanno tutto il potere dei media» e «dietro di loro ci sono le organizzazioni internazionali», come Big Tech e il mondo finanziario.   Come riportato da Renovatio 21, il cardinale due mesi fa aveva parlato di «eresie materiali» di Bergoglio. Settimane prima aveva attaccato le benedizioni omosessuali introdotte con il documento Fiducia Supplicans come «impossibili» e «blasfeme».   Monsignor Müller negli scorsi mesi si era scagliato anche contro l’immigrazione di massa usata per distruggere le identità nazionali. In passato aveva dichiarato che il COVID è stato utilizzato per stabilire uno «Stato di sorveglianza» globale.   L’anno scorso il cardinale aveva accusato il Sinodo di voler distruggere la Chiesa.

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Immagine di Jolanta Dyr via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported  
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Richiesta di preghiera per Mons. Huonder

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Dal 19 marzo mons. Vitus Huonder, che risiede abitualmente presso l’istituto Sancta Maria di Wangs, è ricoverato a Coira per gravi problemi di salute.

 

Molto indebolito ma completamente lucido, sorridente e sereno, offre le sue sofferenze con edificazione per la Chiesa.

 

Il Superiore Generale della Fraternità San Pio X ha potuto fargli visita, e ogni giorno un sacerdote dell’Istituto Sancta Maria va a portargli la comunione.

 

Mons. Huonder è molto commosso e grato per i segni di sostegno spirituale e fraterno che riceve.

 

La Casa Generalizia della Fraternità San Pio X chiede delle ferventi preghiere per questa intenzione.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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