Connettiti con Renovato 21

Bioetica

Donna querela la rete di farmaci abortivi: il padre del figlio non nato le avrebbe messo il mifepristone in una bevanda

Pubblicato

il

Una donna ha intentato una causa federale contro il padre del suo bambino e una rete straniera di farmaci abortivi dopo che il suo bambino non ancora nato è stato ucciso da una bevanda drogata. Lo riporta LifeSite.

 

La donna sostiene che il padre di suo figlio «ha ucciso il suo bambino non ancora nato sciogliendo di nascosto le pillole abortive in una bevanda calda che aveva preparato e inducendo con l’inganno (…) a berla». L’ex procuratore generale del Texas Jonathan Mitchell, un noto avvocato pro-life, rappresenta la donna.

 

L’uomo «ha ottenuto questi farmaci da Aid Access, un’organizzazione criminale che spedisce illegalmente pillole abortive in Texas e in altre giurisdizioni in cui l’aborto è illegale», si legge nella causa federale, depositata in Texas. «La signora (…) fa causa a (…) e Aid Access per ottenere un risarcimento danni per la morte ingiusta del suo bambino non ancora nato», hanno scritto i suoi avvocati.

 

Anche la Dottoressa Rebecca Gomperts, direttrice esecutiva di Aid Access, è citata come imputata. Aid Access è legalmente costituita in Austria e Gomperts è cittadina olandese. Il gruppo si rivolge anche ai cittadini americani per la vendita di farmaci abortivi.

Sostieni Renovatio 21

La Gomperts e Aid Access «hanno deliberatamente e consapevolmente spedito farmaci abortivi in Texas, violando le leggi statali e federali», sostiene la causa.

 

L’uomo, un marine in addestramento che viveva accanto alla donna, «faceva costantemente pressione (…) affinché uccidesse il loro bambino non ancora nato, mentre Davis respingeva sempre le sue richieste e chiariva che intendeva partorire».

 

La causa include messaggi di testo in cui l’uomo fa pressione sulla donna affinché abortisca e parla dei farmaci abortivi che ha acquistato. Nel frattempo, la donna ha fatto riferimento positivo al loro bambino non ancora nato.

 

Nella documentazione si spiega che il 18 febbraio 2025 l’uomo «ha portato le pillole abortive a casa» della donna e «le ha chiesto di uccidere il bambino con i farmaci che aveva acquistato». La donna ha rifiutato e ha chiarito all’uomo che non aveva alcuna intenzione di abortire. Tuttavia questi «non si è fatto scoraggiare e portò ripetutamente i farmaci a casa» della signora «quando andava a trovarla». A volte l’uomo «lasciava i farmaci a casa sua dopo la sua partenza, nell’apparente speranza che» la donna che aveva ingravidato «potesse cambiare idea e ingerire le pillole di sua iniziativa». Altre volte il soldato «portava i farmaci con sé al suo ritorno a casa». «E a volte divideva la differenza, lasciando il mifepristone» alla donna e «prendendo con sé le pillole di misoprostolo. Tutto ciò turbava la signora, che non gradiva avere le pillole abortive (…) in casa sua».

 

La causa descrive in dettaglio tutte le volte successive in cui l’uomo avrebbe fatto pressione sulla donna affinché abortisse, prendendo in giro il bambino non ancora nato e dicendo che un figlio sarebbe stato un «fallimento».

 

L’uomo ha anche ripetuto i soliti argomenti pro-aborto, dicendo alla donna che il bambino avrebbe reso la vita più difficile agli altri suoi tre figli e rimproverandola, arrivando persino a dire che si sarebbe alleato con l’ex marito presumibilmente violento della donna, scrive LifeSite.

 

Secondo la denuncia, l’uomo avrebbe infine ingannato la donna convincendola ad assumere i farmaci, mettendo delle compresse di misoprostolo in una bevanda al cioccolato caldo, dopo che lui si era presentato con la scusa di voler ricucire la relazione.

 

Il marine si sarebbe poi offerto di accompagnarla al pronto soccorso quando la donna aveva iniziato ad avere emorragie e crampi. Avrebbe poi detto che sarebbe andato a prendere la madre della signora, un’anziana donna disabile che non poteva guidare, in modo che potesse rimanere a casa mentre i bambini dormivano.

 

Invece, sostiene la causa, l’uomo «ha smesso di rispondere al telefono o ai messaggi, lasciando la donna a cavarsela da sola» e si è rifiutato di aiutarla a portarla al pronto soccorso. Invece, mentre sanguinava, ha dovuto raggiungere a piedi l’abitazione di un vicino e farsi dare un passaggio nelle prime ore del mattino.

 

«Gli imputati (…) sono anche colpevoli di omicidio colposo», conclude la causa.

 

Un studio del Charlotte Lozier Institute intitolato «Origini e proliferazione di paragoni infondati sulla sicurezza del mifepristone», pubblicato il 24 maggio smentisce l’affermazione sulla sicurezza della pillola assassina, paragonata dai suoi fautori al paracetamolo, concludendo che «non esiste alcun confronto scientificamente valido tra mifepristone e Tylenol» (Tylenol è il marchio del farmaco con cui negli USA si vende il paracetamolo).

 

Come riportato da Renovatio 21, lo stesso Kennedy ha confermato che Trump gli ha chiesto di studiare i pericoli della pillola abortiva.

 

Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa più di 200 dirigenti farmaceutici, tra cui il CEO di Pfizer Albert Bourla, hanno firmato una lettera aperta in cui condannano la sentenza di un giudice federale americano contro l’approvazione da parte dell’ente regolatore farmaceutico Food & Drug Administration (FDA) del farmaco abortivo mifepristone, più conosciuto con il nome di RU486.

 

Dopo la sentenza della Corte Suprema Dobbs che ha di fatto negato che l’aborto sia un diritto federale, molta della battaglia dei pro-feticidio si è spostata sull’aborto farmacologico, che promette di far da sé a casa senza passare per strutture sanitarie. Alcuni giornali americani – gli stessi che hanno negato l’efficacia di idrossiclorochina e ivermectina e imposto i vaccini mRNA, in sprezzo al diritto di curarsi da sé – sono arrivati addirittura a promuovere pillole abortive fai-da-te.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Bioetica

La FDA di Trump approva le nuove pillole abortive generiche nonostante le promesse pro-life

Pubblicato

il

Da

Lente per il controllo del farmaco USA Food and Drug Administration (FDA) ha autorizzato una nuova versione generica della pillola abortiva, in contrasto con le promesse dell’amministrazione Trump di adottare un approccio più rigoroso sui farmaci abortivi.   Secondo l’agenzia Reuters, la FDA ha approvato le compresse di mifepristone prodotte da Evita Solution, distribuite con il supporto di GenBioPro. Evita Solution ha dichiarato come propria missione «normalizzare l’aborto» e renderlo «accessibile a tutti».   «Abbiamo stabilito che le vostre compresse di Mifepristone da 200 mg sono bioequivalenti e terapeuticamente equivalenti al farmaco di riferimento, Mifeprex (mifepristone) da 200 mg, di Danco Laboratories», si legge nella lettera della FDA del 30 settembre.

Sostieni Renovatio 21

Numerose voci conservatrici e pro-life hanno espresso sconcerto e indignazione per la decisione. «La FDA aveva promesso una revisione completa della sicurezza dei farmaci abortivi chimici, ma invece ha autorizzato nuove versioni senza esitazione», ha dichiarato il senatore Josh Hawley (R-MO). «Ho perso fiducia nella leadership della FDA».   «Questo farmaco provoca sofferenze ai feti e danni alle madri! La FDA aveva annunciato un nuovo studio approfondito sulla sicurezza, quindi perché approvare un generico ora?», ha chiesto Lila Rose, fondatrice di Live Action. «Questa decisione sconsiderata non tutela le donne, ma favorisce gli abusatori e ignora le leggi pro-life in tutto il Paese», ha aggiunto SBA Pro-Life America.   Durante le primarie repubblicane del 2024, molti pro-life temevano che una seconda amministrazione Trump potesse non essere abbastanza ferma sulla questione dell’aborto. Sebbene il primo mandato di Trump sia stato generalmente pro-life, dal 2022 il presidente ha spinto per una posizione più «moderata» del Partito Repubblicano, escludendo il sostegno a un divieto federale sull’aborto e dichiarando che non avrebbe applicato una legge che vieta la distribuzione di pillole abortive per posta.   Dopo il suo ritorno alla presidenza, Trump ha adottato alcune misure pro-life, soprattutto in materia di finanziamenti pubblici, rassicurando temporaneamente i sostenitori pro-life. Questi ultimi speravano in un intervento più deciso sulla pillola abortiva, anche grazie alle promesse del Segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr., che aveva annunciato una «revisione completa» dei rischi del farmaco, nonostante il suo passato di posizioni pro-aborto.   L’approvazione di un generico «bioequivalente e terapeuticamente equivalente» a Mifeprex non preclude tecnicamente la possibilità di ritirare entrambi i farmaci dal mercato in futuro, ma nel frattempo rende le pillole abortive più disponibili e accessibili, deludendo le aspettative minime dei pro-life, che speravano in una sospensione delle approvazioni fino al completamento della revisione.   La questione è particolarmente critica, poiché la distribuzione non regolamentata delle pillole abortive oltre i confini statali rappresenta una delle strategie più efficaci della lobby abortista per aggirare le leggi pro-life statali, permettendo la spedizione, ricezione e assunzione dei farmaci in totale privacy, senza lasciare tracce per le forze dell’ordine.   Come riportato da Renovatio 21, cinque mesi fa il segretario alla Salute USA Robert F. Kennedy Jr. aveva dichiarato alla Commissione Salute, Istruzione, Lavoro e Pensioni del Senato che studierà i pericoli della pillola abortiva chimica nota come mifepristone. In precedenza aveva rivelato che era stato lo stesso presidente Donald Trump a chiedergli di studiare i pericoli della pillola abortiva.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

È noto che attorno alla sicurezza di questo farmaco, che oltre ad uccidere il bambino può danneggiare o ammazzare anche la madre, vi sia un’immensa coltre di menzogne da parte dell’establishment medico-farmaceutico-politico-giornalistico.   Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa più di 200 dirigenti farmaceutici, tra cui il CEO di Pfizer Albert Bourla, hanno firmato una lettera aperta in cui condannano la sentenza di un giudice federale americano contro l’approvazione da parte dell’ente regolatore farmaceutico Food & Drug Administration (FDA) del farmaco abortivo mifepristone, più conosciuto con il nome di RU486.   Dopo la sentenza della Corte Suprema Dobbs che ha di fatto negato che l’aborto sia un diritto federale, molta della battaglia dei pro-feticidio si è spostata sull’aborto farmacologico, che promette di far da sé a casa senza passare per strutture sanitarie. Alcuni giornali americani – gli stessi che hanno negato l’efficacia di idrossiclorochina e ivermectina e imposto i vaccini mRNA, in sprezzo al diritto di curarsi da sé – sono arrivati addirittura a promuovere pillole abortive fai-da-te.   Il farmaco, ricorda il caso delle email trapelate recentemente dalla sanità britannica, può avere conseguenze mortali: si può chiedere, al di là delle statistiche e degli episodi che potete vedere negli articoli linkati, nel caso dell’attivista abortista argentina 23enne morta pochi giorni dopo aver assunto il farmaco per uccidere il figlio concepito nel suo grembo – certo, magari, anche qui, non c’è nessuna correlazione.   L’aborto domestico-biochimico aveva avuto una grande spinta in pandemia, con le pillole della morte ottenibili per via postale in Gran Bretagna: una gran idea che la sanità di Sua Maestà ha deciso di estendere anche nel periodo post pandemico.   In Italia l’era dell’aborto chimico fai-da-te fu annunciata, sempre in pandemia, dal ministro della Salute Roberto Speranza, che cambiò la direttiva per rendere il suo uso possibile anche senza ricovero.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
 
Continua a leggere

Bioetica

Anche la Spagna vuole l’aborto in Costituzione

Pubblicato

il

Da

Il governo spagnolo di sinistra si è impegnato a sancire il diritto all’aborto nella Costituzione del Paese. La decisione segue una controversia sulla scelta del consiglio comunale di Madrid di promuovere informazioni sulla «sindrome post-aborto» per le donne che intendono interrompere la gravidanza.

 

Venerdì, il primo ministro Pedro Sanchez ha annunciato che la sua coalizione, formata da socialisti ed estremisti di sinistra, presenterà al parlamento una proposta di riforma costituzionale, sottolineando che i diritti delle donne non saranno compromessi dai partiti di opposizione.

 

Il Sanchez accusato il Partito Popolare (PP) conservatore di «fondersi con l’estrema destra» dopo che i consiglieri del PP a Madrid hanno sostenuto un’iniziativa del partito Vox, che obbliga i centri sanitari a fornire informazioni alle donne che stanno valutando l’aborto.

Sostieni Renovatio 21

«Con questo governo, non ci saranno passi indietro sui diritti sociali», ha scritto Sánchez su X, specificando che la riforma modificherà le leggi esistenti per impedire alle donne incinte di ricevere «informazioni fuorvianti o antiscientifiche sull’aborto». La modifica costituzionale in Spagna richiede una maggioranza di tre quinti, il che implica che la coalizione guidata dai socialisti avrà bisogno del supporto dell’opposizione.

 

Il consiglio comunale di Madrid, guidato dal Partito Popolare, ha approvato martedì una misura che obbliga i servizi sanitari ad avvertire le donne del trauma post-aborto. Vox ha sostenuto che questa condizione può portare a dipendenza da droghe, pensieri suicidi o cancro. La proposta ha suscitato critiche, con esperti medici che hanno evidenziato l’assenza di consenso scientifico. Giovedì, il sindaco di Madrid, José Luis Martínez-Almeida, ha riconosciuto che la sindrome non è una categoria scientifica riconosciuta e ha chiarito che le donne non saranno obbligate a ricevere tali informazioni.

 

In Spagna, l’aborto è stato depenalizzato nel 1985 in casi specifici, mentre una riforma del 2010 lo ha permesso fino alla 14ª settimana.

 

Il dibattito si inserisce in un contesto di crescenti preoccupazioni per il futuro demografico dell’Europa, con Elon Musk che ha recentemente avvertito che l’Europa potrebbe «scomparire» se il tasso di natalità non tornerà al livello di sostituzione di 2,1 figli per donna. Alcuni studi suggeriscono che la soglia di sopravvivenza a lungo termine sia più vicina a 2,7 figli.

 

Secondo dati recenti, il tasso di fertilità della Spagna è attualmente di 1,41 nascite per donna, tra i più bassi dell’UE. Anche l’Europa nel suo complesso registra un forte calo, con quasi tutti i Paesi che segnalano un tasso di fecondità al di sotto del parametro di sostituzione.

 

Come riportato da Renovatio 21, il primo Paese a inserire l’aborto in Costituzione è stato la Francia di Emanuele Macron. Il quale, a quanto sembra, non intende fermarsi lì: l’eutanasia è dietro l’angolo.

Aiuta Renovatio 21

Un anno fa a Brusselle è stato approvato il progetto di inclusione dell’aborto nella Carta Europea. L’anno precedente gli eurodeputati avevano chiesto che il feticidio divenisse «diritto fondamentale».

 

Altri Paesi non marciano nella stessa direzione, Cinque giorni fa il Parlamento Olandese ha respinto una risoluzione che dichiarava l’aborto come «diritto umano», idea alla base di tanti progetti di enti transnazionali

 

Due mesi fa la Repubblica Domenicana ha riconfermato il divieto totale di aborto.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Ministry of the Presidency. Government of Spain via Wikimedia pubblicata secondo indicazioni.

Continua a leggere

Bioetica

Il Parlamento olandese respinge la risoluzione che dichiara l’aborto un «diritto umano»

Pubblicato

il

Da

Il 23 settembre, il Parlamento olandese ha respinto una proposta che intendeva riconoscere l’aborto come «diritto umano». Lo riporta il Christian Network Europe News.   La mozione, presentata da membri privati, esortava il governo a promuovere presso un «gruppo di paesi affini» l’inserimento del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e nel Patto internazionale sui diritti civili e politici.   La proposta ha ricevuto il sostegno del governo e di diversi partiti, tra cui D66, il Partito Socialista SP, il Partito Liberale VVD e altri, che insieme rappresentano 68 dei 150 seggi. Il Reformatorisch Dagblad ha riportato che il partito riformato SGP, insieme all’Unione Cristiana e al Forum per la Democrazia, ha avanzato una contromozione per opporsi agli sforzi dell’UE di includere l’aborto come «diritto umano» nei trattati europei; tale contromozione sarà votata successivamente.   PVV, SGP e l’Unione Cristiana (CU) si sono opposti a una mozione che proponeva di includere l’assistenza all’aborto come «parte standard dell’assistenza di base d’emergenza» in casi di violenza sessuale; questa mozione è stata invece approvata. SGP e CU hanno anche presentato una mozione per fare della riduzione degli aborti un obiettivo esplicito della politica estera olandese, ma è stata respinta.

Sostieni Renovatio 21

In concomitanza con il voto sulla mozione per dichiarare l’aborto un diritto umano, il Centro Olandese per la Riforma Bioetica (DCBR) ha distribuito volantini pro-life fuori dal parlamento, accompagnati da cartelli con immagini di vittime di aborto.   «In vista del voto parlamentare sulla mozione per riconoscere l’aborto come diritto umano, abbiamo inviato a ogni parlamentare una panoramica obiettiva delle procedure di aborto, inclusi fermo immagine di video di aborti in tempo reale, per chiarire cosa avrebbero sostenuto o contrastato con il loro voto», ha dichiarato Irmgard Averesch del DCBR. «Chris Stoffer dell’SGP e Gideon van Meijeren dell’FvD hanno difeso con forza la causa della vita, sottolineando l’umanità del nascituro e la gravità dell’aborto.   Entrambi hanno espresso compassione per le situazioni difficili, evidenziando però che l’aborto coinvolge due vite, inclusa quella del nascituro. Van Meijeren è persino riuscito a mostrare le immagini delle vittime di aborto».   Il risultato rappresenta una vittoria per i movimenti antiabortisti. «Siamo grati a Dio che, indipendentemente dall’influenza del nostro lavoro o di altre organizzazioni pro-life, la proposta sia stata respinta», ha commentato Averesch. «Tuttavia, è stata una decisione sofferta, e non dobbiamo abbassare la guardia. C’è ancora molto da fare, poiché la voce pro-choice sta tornando a farsi sentire».   In Europa, gli attivisti abortisti  stanno spingendo per il riconoscimento del feticidio come diritto umano sia a livello nazionale che continentale. Come riportato da Renovatio 21, la Francia lo ha già sancito a livello costituzionale, e la Camera dei Comuni del Regno Unito ha recentemente depenalizzato l’aborto fino al momento della nascita.   Nei Paesi Bassi, per ora, questi tentativi sono stati bloccati; all’inizio di questo mese, un tribunale olandese ha anche revocato il divieto per i pro-life di parlare con le donne che accedono alle cliniche per l’aborto.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Tweede Kamer der Staten-Generaal via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported
Continua a leggere

Più popolari