Persecuzioni
«Deus vult!»: mons. Viganò: «dagli USA deve partire l’azione per porre fine alle persecuzioni in Siria»

Renovatio 21 pubblica la dichiarazione dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò sull’efferata persecuzione di cristiani e alawiti in atto ora nella Siria finita sotto il regime jihadista di al-Jolani che ha sostituito al potere Bashar Assad.
Negli ultimi giorni le violenze e gli eccidi di massa contro i Cristiani e gli Alawiti di Siria hanno conosciuto una recrudescenza inaudita, con migliaia di morti in tutte le regioni sotto il controllo del movimento estremista islamico Hayat Tahrir al-Sham (Organizzazione per la Liberazione del Levante), affiliato al gruppo terroristico al-Qaeda.
Le ragioni di questa persecuzione delle due minoranze da parte del governo siriano sono da ricercarsi anzitutto nel regime change voluto dalla precedente Amministrazione americana, in accordo con la NATO e con l’Unione Europea. L’estromissione del Presidente Bashar al-Assad e l’insediamento di Abu Mohammed al-Jolani (il cui partito era fino a ieri considerato dal Dipartimento di Stato americano come organizzazione terroristica) hanno inevitabilmente comportato il genocidio degli Alawiti e dei Cristiani siriani.
Questo genocidio si compie oggi sotto i nostri occhi, nel silenzio dei parlamenti delle Nazioni «democratiche» e di una Gerarchia «cattolica» asservita agli interessi del globalismo.
I nostri fratelli Cristiani sono barbaramente uccisi nelle città e nei villaggi. Anziani, donne e bambini vengono crocifissi e massacrati solo a causa della loro Fede: una Fede che decenni di compromessi e cedimenti hanno quasi completamente cancellato nei Paesi occidentali e specialmente nei loro governanti.
E mentre la follia guerrafondaia dell’alta finanza internazionale cerca di persuadere le Nazioni europee a finanziare il riarmo contro la Federazione Russa e ad essere pronti a sacrificare i nostri figli in una guerra sconsiderata e pretestuosa, sul fronte siriano (ma anche su quello di Gaza, dove altri Cristiani sono oggetto di una pulizia etnica) i gerarchi del globalismo tacciono colpevolmente, ed anzi si mostrano al fianco di un terrorista criminale sul quale pendeva una taglia di dieci milioni di dollari.
È dal deep state globalista negli Stati Uniti che nasce questo nuovo focolaio di violenza e sterminio: è dunque dagli Stati Uniti che deve partire un’azione volta a porre fine al genocidio dei Cristiani e delle altre minoranze in Siria. Al loro fianco devono porsi tutti coloro che riconoscono Nostro Signore Gesù Cristo come unico Salvatore, tanto i singoli quanto le società e le Nazioni.
Non possiamo rimanere in silenzio né inerti dinanzi al martirio dei nostri fratelli Cristiani. Quelle scene di violenza disumana e crudeltà che vediamo accadere in terre remote potrebbero domani replicarsi nelle nostre Nazioni, che il tradimento di governanti corrotti ha fatto invadere da orde di fanatici maomettani in età militare, per imporre all’Europa la sostituzione etnica e la cancellazione definitiva della Civiltà cristiana.
Esorto i Cattolici, in questi giorni della Santa Quaresima, a pregare, a digiunare e a fare penitenza per impetrare al Cielo protezione sui fedeli perseguitati e martirizzati in Siria, a Gaza e in molte altre parti del mondo. Possa il loro esempio di eroica fermezza nella professione della vera Fede animare, prima che sia troppo tardi, un risveglio delle coscienze dei Cristiani e un ritorno a Dio, dal quale dipende la pace, la concordia e prosperità dei popoli.
Deus vult!
+ Carlo Maria Viganò
Arcivescovo
12 Marzo 2025
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Cina
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Persecuzioni
A 10 anni dal martirio di Akash Bashir, pakistano morto per fermare un attentatore in chiesa

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il 15 marzo 2015, il 21enne morì per fermare un attentatore suicida alla chiesa di San Giovanni, salvando oltre 800 fedeli. A Youhanabad migliaia di persone si sono radunate per ricordarlo. Padre Khalid Rashid Asi ad AsiaNews: «Imparando dal suo esempio, lo Stato ponga fine a terrorismo ed estremismo». Avanza la causa di beatificazione.
Il 15 marzo 2015 Akash Bashir all’età di 21 anni riuscì a fermare un attentatore suicida che provò a entrare nella chiesa cattolica di San Giovanni a Lahore. Il terrorista si fece comunque esplodere, ma sacrificando la propria vita Akash riuscì a salvare gli oltre 800 fedeli lì radunati.
A Lahore, Youhanabad, in occasione del decimo anniversario della sua morte, migliaia di persone si sono riunite per partecipare alla Messa e rendere omaggio alla sua memoria, offendo sostegno e solidarietà alla famiglia. L’eredità di Akash Bashir – primo servo di Dio del Pakistan – continua a ispirare e il suo ricordo rimane impresso nei cuori di molta gente.
Akash Bashir era nato il 22 giugno 1994 e aveva ricevuto la sua istruzione presso il Don Bosco Technical Institute di Lahore. Era uno studente esemplare, animato da una profonda passione per il servizio agli altri. Akash si era dedicato al volontariato, entrando a far parte del gruppo dedito alla sicurezza della chiesa di San Giovanni.
Il 15 marzo 2015 Akash riuscì coraggiosamente a fermare l’attentatore insieme alla prontezza dei suoi compagni; dimostrando grande coraggio e una prontezza eccezionale. Il Vaticano ha approvato l’apertura della causa di beatificazione per il suo martirio e dal 31 gennaio 2022 è stato riconosciuto come servo di Dio.
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Per padre Lazar Aslam, sacerdote cappuccino francescano, «la vita di Akash Bashir è un esempio di fede anche per le altre religioni. La gente ammira e apprezza il suo sacrificio. Egli ha vissuto e si è donato per il popolo di Dio, sacrificando la propria vita per proteggere i credenti che erano venuti a pregare in chiesa».
Padre Lazar ha aggiunto che Akashr rappresenta un grande esempio per tutte le denominazioni cristiane e per le persone di ogni altra fede. Il suo sacrificio richiama le parole dell’Apocalisse, che parla di coloro che sono stati uccisi per la loro fede: «Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di coloro che erano stati immolati a causa della Parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa».
Parlando con AsiaNews, padre Khalid Rashid Asi ha affermato: «Akash Bashir ha sacrificato la propria vita contro l’estremismo e il terrorismo. Per questo ha guadagnato grande rispetto nel cuore di tutti i cristiani, ed è ammirato anche da molte altre persone. Purtroppo, il nostro Stato non è riuscito a porre fine al terrorismo e all’estremismo nel Paese: Quetta ancora oggi lotta contro la presenza di estremisti. Chiediamo al governo di prendere misure concrete contro questa piaga, andando oltre i semplici impegni verbali».
Conclusa la fase diocesana, la causa di beatificazione del giovane pakistano sta andando avanti a Roma al dicastero per le Cause dei santi. «Sono davvero grato al Vaticano per l’attenzione che sta dimostrando ad Akash e chiedo umilmente che venga presto proclamato santo» continua padre Rashid Asi. «Per noi lo è già, per ciò che ha fatto per tutti noi».
«Le nostre ferite sono ancora aperte; non possiamo dimenticare l’incendio delle nostre chiese, delle Bibbie e di altri oggetti sacri» ha aggiunto il sacerdote. «Noi cattolici dovremmo usare la cenere delle nostre chiese e delle Bibbie bruciate durante gli attacchi terroristici nel Mercoledì delle Ceneri; dovremmo usarla sul nostro volto durante la Quaresima per protestare contro l’estremismo e il terrorismo».
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Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Persecuzioni
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