Geopolitica
Crisi diplomatica in Sud America
Anche il Nicaragua ha formalmente interrotto tutte le relazioni con l’Ecuador, intensificando le conseguenze diplomatiche per un raid della polizia a Quito per arrestare un politico che si stava rifugiando presso l’ambasciata messicana.
Il governo del Nicaragua ha annunciato sabato la sua decisione, dichiarando il suo «respingimento energico, enfatico e irrevocabile» all’assalto all’avamposto diplomatico messicano di Quito. L’aggressione ha posto fine a una situazione di stallo durata mesi riguardo al fatto che l’ambasciata messicana avesse dato rifugio all’ex vicepresidente ecuadoriano Jorge Glas, che sta affrontando accuse di corruzione.
«Data l’azione insolita e riprovevole avvenuta a Quito da parte di forze che dovrebbero proteggere l’ordine e la sicurezza dei cittadini ecuadoriani e delle loro vite… dichiariamo la nostra decisione sovrana di interrompere tutte le relazioni diplomatiche con il governo dell’Ecuador», hanno affermato le autorità nicaraguensi in una nota, aggiungendo che il governo del Nicaragua condanna «la barbarie politica neofascista del governo dell’Ecuador, il cui ammirevole popolo merita, come sempre, tutto il nostro amore, sostegno e solidarietà».
Police broke into the Mexican embassy in Quito Friday night to arrest Fmr. Ecuadorian Vice President Jorge Glas, who had sought political asylum there while being investigated on corruption charges.
Mexico’s President Obrador said the arrest was an “authoritarian act” &… pic.twitter.com/5kaCRj9JKe
— April Color (@ColorApril) April 6, 2024
Mexico has taken the drastic step of breaking diplomatic ties with Ecuador after a raid on the Mexican embassy in Quito. The raid, conducted by Ecuadorian police officers, resulted in the arrest of former Ecuadorian Vice President Jorge Glas,
pic.twitter.com/NSFdisHU6R— Rukumis Geopolitics (@RukumisG) April 6, 2024
BREAKING: Mexico is cutting ties with Ecuador after police stormed the Mexican embassy in Quito to arrest former Ecuadorian Vice-President Jorge Glas.
Glas took refuge in the embassy last December after Ecuador issued an arrest warrant against him for alleged corruption. pic.twitter.com/ftxvLKVecr
— I Meme Therefore I Am 🇺🇸 (@ImMeme0) April 6, 2024
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La dichiarazione ha inoltre riaffermato «l’impegno del Nicaragua nei confronti del diritto internazionale e delle convenzioni che regolano le relazioni civili tra paesi e governi di tutto il mondo».
Il rimprovero da Managua è arrivato poche ore dopo che il Messico aveva interrotto le relazioni diplomatiche con lo Stato dell’Equatore in seguito al raid di venerdì. I governi di tutto il Sud America – tra cui Brasile, Argentina, Uruguay, Perù, Cile, Colombia, Venezuela e Honduras – hanno denunciato l’incidente.
L’Organizzazione degli Stati Americani ha rilasciato una dichiarazione affermando che l’Equatoreha violato l’«inviolabilità» delle proprietà diplomatiche di un altro governo. Il gruppo regionale ha chiesto colloqui tra i governi ecuadoriano e messicano per risolvere le loro divergenze.
Il Messico aveva concesso asilo politico a Glas e aveva rifiutato la richiesta dell’Ecuador di poterlo arrestare. Il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador ha affermato che Glas sta affrontando «persecuzioni e molestie» e che il raid della polizia è «una flagrante violazione del diritto internazionale e della sovranità del Messico».
Il Glas è stato poi portato nell’ufficio del procuratore generale, poi in un aeroporto per un volo per Guayaquil, con l’intenzione di trasferirlo in una struttura di massima sicurezza.
Il governo ecuadoriano ha affermato che l’arresto è stato effettuato per difendere la sovranità di Quito e che il Messico aveva abusato delle «immunità e privilegi concessi alla sua missione diplomatica».
Il Messico ha quindi annunziato l’intenzione di portare l’Equatore davanti alla Corte internazionale di giustizia per violazioni del diritto internazionale. Anche gli Stati Uniti hanno condannato l’atto di Quito come una patente violazione della convenzione di Vienna. Tuttavia gli USA – il Paese che con i suoi servizi segreti progettava di uccidere Giuliano Assange quando egli era ospitato presso l’ambasciata di Londra proprio dell’Ecuador – dovrebbe essere gli ultimi a parlare.
Sotto agli occhi del mondo, vi è incontrovertibilmente la distruzione del diritto internazionale.
Non si tratta degli unici Paesi dell’America latina coinvolti in dispute diplomatiche recenti.
Come riportato da Renovatio 21, la Colombia ha espulso di diplomatici argentini dopo che il presidente Javier Milei aveva definito il suo omologo colombiano Gustavo Petro «assassino terrorista».
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Immagine di Embajada de México en Ecuador via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Geopolitica
Le truppe americane lasceranno il Ciad
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Geopolitica
Missili Hezbollah contro basi israeliane
Hezbollah ha preso di mira diverse installazioni militari israeliane, inclusa una base critica di sorveglianza aerea sul Monte Meron, con una raffica di razzi e droni sabato, dopo che una serie di attacchi aerei israeliani avevano colpito il Libano meridionale all’inizio della giornata.
Decine di missili hanno colpito il Monte Meron, la vetta più alta del territorio israeliano al di fuori delle alture di Golan, nella tarda notte di sabato, secondo i video che circolano online. I quotidiani Times of Israel e Jerusalem Post scrivono tuttavia che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno affermato che tutti i razzi sono stati «intercettati o caduti in aree aperte», senza che siano stati segnalati danni o vittime.
Il gruppo militante sciita libanese ha rivendicato l’attacco, affermando in una dichiarazione all’inizio di domenica che «in risposta agli attacchi del nemico israeliano contro i villaggi meridionali e le case civili» ha preso di mira «l’insediamento di Meron e gli insediamenti circostanti con dozzine di razzi Katyusha».
Il gruppo paramilitare islamico ha affermato di aver anche «lanciato un attacco complesso utilizzando droni esplosivi e missili guidati contro il quartier generale del comando militare di Al Manara e un raduno di forze del 51° battaglione della Brigata Golani», sabato scorso. L’IDF ha affermato di aver intercettato i proiettili in arrivo e di «aver colpito le fonti di fuoco» nell’area di confine libanese.
⚡️⭕️#LEBANON, Hezbollah :
The Israeli Meron air base and its surroundings are being subjected to the strongest targeting operation so far.
Iron dome seems to be absent, rockets are landing and there are reports of precise targeting on the base (probably ATGMS). pic.twitter.com/EvnavJ6BZP
— Middle East Observer (@ME_Observer_) April 27, 2024
⚡️ #Hezbollah statement :
In response to the #Israeli enemy’s attacks on the steadfast southern villages and civilian homes, especially the towns of Al-Qozah, Markaba, and Serbin, the Mujahideen of the Islamic Resistance bombed the Meron settlement and the surrounding… pic.twitter.com/om5HpMkXPQ
— Middle East Observer (@ME_Observer_) April 27, 2024
🔴 And then Hezbollah rockets hit Israel pic.twitter.com/bm0Fsrna6A
— S p r i n t e r F a c t o r y (@Sprinterfactory) April 27, 2024
Ieri l’aeronautica israeliana ha condotto una serie di attacchi aerei nei villaggi di Al-Quzah, Markaba e Sarbin, nel Libano meridionale, presumibilmente prendendo di mira le «infrastrutture terroristiche e militari» di Hezbollah. Venerdì l’IDF ha colpito anche diverse strutture a Kfarkela e Kfarchouba.
Secondo quanto riferito, gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno tre persone, tra cui due combattenti di Hezbollah. I media libanesi hanno riferito che altre 11 persone, tra cui cittadini siriani, sono rimaste ferite negli attacchi.
Il gruppo armato sciita ha ripetutamente bombardato il suo vicino meridionale da quando è scoppiato il conflitto militare tra Israele e Hamas lo scorso ottobre. Anche la fondamentale base israeliana di sorveglianza aerea sul Monte Meron è stata attaccata in diverse occasioni. Hezbollah aveva precedentemente descritto la base come «l’unico centro amministrativo, di monitoraggio e di controllo aereo nel nord dell’entità usurpatrice [Israele]», senza il quale Israele non ha «alcuna alternativa praticabile».
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