Traffico di organi
Commercio di organi scoperto in un ospedale indiano
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Scoperto nel distretto di Rangareddy un racket che coinvolgeva medici dal Karnataka e dal Tamil Nadu, tra le persone sfruttate anche delle vedove. In India almeno 200mila pazienti avrebbero bisogno di un trapianto di rene ma in un anno si effettuano appena 7.500 interventi «legali» per lo scarso numero di donazioni.
I funzionari della sanità del Telangana, insieme alla polizia di Rachakonda, hanno scoperto un racket illegale di trapianti di rene che operava nell’ospedale Alakananda, una struttura privata a Saroor Nagar, nel distretto di Rangareddy. Gli interventi, che hanno avuto luogo la sera del 16 gennaio, sono stati eseguiti da medici provenienti da altri Stati presso l’ospedale. Donatori e riceventi erano presumibilmente collegati attraverso intermediari, la cui identità non è stata rivelata.
L’operazione è venuta alla luce dopo che una soffiata anonima ha portato le autorità a indagare sull’ospedale, che funzionava senza le dovute autorizzazioni. Secondo quanto riferito, il racket coinvolgeva medici di altri Stati, tra cui Karnataka e Tamil Nadu, che venivano attirati con incentivi finanziari per eseguire trapianti di rene illegali in collaborazione con il personale dell’ospedale.
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L’ufficiale medico e sanitario del distretto di Rangareddy Venkateshwar Rao ha confermato che durante un’ispezione sono state trovate quattro persone nell’ospedale, due donatori di reni e due riceventi, tutti provenienti da Karnataka e Tamil Nadu.
«Quando sono stati interrogati, hanno dichiarato di essere stati operati per un’appendicite. Li abbiamo trasferiti al Gandhi Hospital per ricevere cure mediche migliori», ha spiegato.
Il racket dei reni sembra essere stato gestito da Saroornagar, nella parte orientale del Telangana, ma ha collegamenti con luoghi come Chennai, Bengaluru e Vizag, dove risiedono alcuni dei suoi operatori chiave.
Le vittime, tra cui vedove di Trichy, nel Tamil Nadu, sarebbero state ingannate da un intermediario che le ha spinte a donare i loro reni per il trapianto a riceventi sconosciuti e apparentemente benestanti. L’intermediario avrebbe promesso ai donatori 400 mila rupie ciascuno (circa 4.400 euro, ndr), per complessivi 5 milioni di rupie (oltre 55 mila euro, ndr), ma li avrebbe poi piantarli in asso senza pagare.
In seguito alla vicenda l’ospedale Alakananda è stato chiuso il 22 gennaio. Un membro della direzione è stato arrestato. Ora dovrà rispondere per violazione della legge sui trapianti di organi umani, dal momento che non aveva nemmeno le autorizzazioni necessarie per eseguire interventi di trapianto.
Tutti i chirurghi riconosciuti colpevoli di coinvolgimento nel racket saranno cancellati dall’albo. Il dottor Srinivas Gundagani, vicepresidente del Consiglio medico di Telangana, ha ammesso le lacune nella sorveglianza, affermando: «Possiamo agire solo dopo aver ricevuto le denunce».
Commentando ad AsiaNews la vicenda, il dr. Pascoal Carvalho – già membro indiano della Pontificia Accademia per la Vita – ha dichiarato che «è anche questo un tema che ha a che fare con la tutela della vita. I trapianti di reni dovrebbero essere effettuati nel rispetto delle norme etiche e legali».
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La carenza di organi in India è problema molto grave. Secondo dati del 2022 a fronte di oltre 200 mila pazienti che necessitavano di un trapianto di rene, gli interventi effettuati sono stati solo 7.500 trapianti (circa il 3,4%).
La Legge sul trapianto di organi e tessuti umani del 1994 vieta la vendita di organi e consente solo la donazione tra familiari stretti o per motivi altruistici, senza alcuno scambio di denaro. Ma è una disposizione che viene facilmente aggirata proprio a causa della forte domanda e alla disponibilità di tecnologie all’avanguardia e personale chirurgico qualificato. Proprio il Telangana nel 2024 era al primo posto anche nella graduatoria dei trapianti di organi avvenuti con procedure legali nel Paese.
«Fino a qualche anno anche poveri abitanti dei villaggi di Myanmar venivano attirati a donare i loro reni a ricchi pazienti del loro Paese in ospedali privati di Delhi per interventi di trapianto» ricorda ancora Carvalho. (…)
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Traffico di organi
Arrestato in Russia israelo-ucraino presunto capo di una rete di traffico degli organi
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Droga
Arrestata «la Diabla», matriarca del narcocartello accusata di aver ucciso donne incinte e trafficato organi e bambini
Un’operazione congiunta tra polizia statunitense e messicana ha portato alla cattura di un leader di un cartello accusato di omicidio e traffico di minori. Lo riporta l’emittente TV statunitense CBS.
Martha Alicia Mendez Aguilar, conosciuta come «La Diabla», è stata arrestata il 2 settembre nel nord del Messico. Le autorità riferiscono che Aguilar, a capo del cartello Jalisco Nueva Generación (CJNG), attirava donne incinte in condizioni di povertà o vulnerabilità in aree isolate. I membri del CJNG eseguivano poi cesarei illegali, uccidendo le madri e prelevandone gli organi, per poi vendere i neonati a coppie negli Stati Uniti per circa 250.000 pesos (11.100 dollari).
Il National Counterterrorism Center (NCTC) degli Stati Uniti, sotto la guida dell’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale, ha fornito informazioni cruciali alle autorità messicane, portando all’arresto. Il direttore dell’NCTC, Joe Kent, ha descritto il piano del cartello come un «esempio di come i cartelli terroristici diversifichino le loro fonti di reddito per finanziare le operazioni».
Thanks to @POTUS, cartels are finally being treated as terrorists. @ODNIgov‘s NCTC recently provided intel to Mexican law enforcement partners that led to the arrest of Martha Alicia Mendez Aguilar, known as ‘La Diabla’ — a CJNG cartel-affiliated baby trafficker, in Juarez,… pic.twitter.com/CRNgJWVHkV
— NCTC Director Joe Kent (@NCTCKent) September 24, 2025
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L’operazione ha visto la collaborazione dell’FBI di El Paso, dello US Marshals Service, del Diplomatic Security Service e della US Customs and Border Protection, insieme alla Procura Speciale per le Donne messicana.
Secondo fonti dell’intelligence, la Diabla rimane in custodia in Messico mentre le indagini sulla rete di trafficanti proseguono.
Il caso sottolinea l’impegno dell’amministrazione Trump nella lotta contro i cartelli messicani e le organizzazioni criminali transnazionali. A gennaio, come promesso in campagna elettorale, il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo che ha incaricato il Dipartimento di Stato di classificare i cartelli e le bande transnazionali come organizzazioni terroristiche straniere (FTO). Otto gruppi, incluso il CJNG, sono stati successivamente designati come FTO.
La cattura dell’Aguilar evidenzia un cambio di strategia nella politica antiterrorismo degli Stati Uniti, che ora si concentra non solo sul narcotraffico, ma anche sul traffico di esseri umani e sui gruppi violenti come il CJNG, noti per la loro brutalità e il controllo su alcune aree del Messico.
L’NCTC riporta che, dopo il cambio di politica avvenuto con Trump, oltre 21.000 membri e affiliati di cartelli sono stati aggiunti al database classificato sui terroristi. Ad agosto, l’NCTC ha dichiarato che a 6.525 terroristi è stato negato l’ingresso al confine statunitense dall’inizio del secondo mandato di Trump.
Come riportato da Renovatio 21, quattro mesi fa gli USA hanno accusato i vertici dei cartelli di «narcoterrorismo», mentre si sono moltiplicate le voci di operazioni cinetiche di esercito e forze speciali americane contro i narcos messicani. La situazione ha creato un pandemonio pure al Senato messicano, dove deputati a favore e contrari all’intervento di Washington sono venuti alle mani.
In passato i narcos messicani non hanno esitato a sparare sulle pattuglie di frontiera USA, talvolta usando droni armati.
Come riportato da Renovatio 21, mentre precipitano i rapporti con Caracas e il presidente venezuelano Maduro – a sua volta accusato di traffico di droga – Trump ha mostrato al mondo gli attacchi condotti su imbarcazioni del narcotraffico.
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Immagine da Twitter
Traffico di organi
Arrestata in Polonia una trafficante di organi ucraina
L’accusa era stata ribadita pubblicamente dal portavoce degli Esteri del Cremlino Maria Zakharova, che aveva citato cronache tratte dai media in cui si suggeriva che gli organi dei soldati uccisi sarebbero apparsi su alcuni dei più grandi mercati della dark web, con prezzi a partire da 5.000 euro.Guy claims to be a Ukrainian field surgeon and says that he’s cutting out organs out of Russian soldiers without anesthesia, to get pleasure. -> Somebody knows if this “Vladimir Vasilievich” was identified? … I hope it’s just a sicko trolling online. pic.twitter.com/qFolIkpCwa
— Lord Bebo (@MyLordBebo) April 13, 2023
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