Spirito
Chiediamo preghiere per monsignor Williamson

Monsignor Williamson sta male. La notizia è circolata per il web, traducendosi, a cascata, in un falso annuncio della sua morte.
Cristiano Lugli, che conosce bene il vescovo nominato da monsignor Lefebvre, ieri ha fatto circolare il testo qui sotto.
«Questa mattina ho parlato con don Steven Abraham, sacerdote che vive in Inghilterra con monsignor Williamson. Purtroppo le notizie sono confermate: Monsignore, nel tardo pomeriggio di ieri, è stato colpito da un’emorragia cerebrale, più probabilmente un ictus» scriveva Cristiano il 25 gennaio. «È stato ricoverato in ospedale d’urgenza e nella serata ha ricevuto il Sacramento dell’Estrema Unzione dallo stesso don Abraham. Ieri sera pareva leggermente più vigile e pronunciava qualche parola; questa mattina, forse anche a causa del trattamento farmacologico, è risultato assopito e non più vigile».
«Secondo i medici, la situazione risulta e comunque rimane abbastanza grave. Continuiamo a pregare per la sua salute del corpo e, soprattutto, per quella della sua anima».
Nel frattempo, la notizia ha preso a girare in rete in modo indecente, con giornali nazionali italiani che hanno battuto direttamente un necrologio del religioso inglese (è arrivata, in seguito, la rettifica). Ci è stato comunicato che pure Wikipedia avrebbe messo la data della morte nella voce italiana dedicata a Williamson.
Cristiano oggi ha mandato un aggiornamento.
«Le notizie sulla morte di Mons. Williamson proferite da alcune testate e blog italiani SONO FALSE. Anche Wikipedia, riprendendo una testata italiana, ha aggiornato la pagina su monsignore dichiarandone la morte».
«Ho appena comunicato con don Abraham (alle ore 22:10 ora italiana; 21:10 ora inglese) l’unico che attualmente, insieme all’ospedale in cui il vescovo è ricoverato, può fornire aggiornamenti reali. Don Abraham è appena tornato dall’ospedale e mi ha confermato che Monsignor Williamson versa ancora in condizioni gravi, e i medici hanno sospeso i trattamenti perché purtroppo c’è un grave versamento di sangue sul cervello che rende la situazione irreversibile (provare ad operare si prospetterebbe un tentativo inutile se non dannoso e mortale); tuttavia respira ancora bene e non appare sofferente».
«Dall’ospedale dicono che sarà questione di ore, forse qualche giorno, ma anticipare la morte di qualcuno risulta sempre assurdo oltre che incomprensibile».
«Continuiamo a pregare per la Buona Morte di Sua Eccellenza».
Sì, chiediamo le preghiere dei lettori di Renovatio 21 per monsignore, figura grande e tragicamente necessaria nella catastrofe del post-concilio.
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Immagine screenshot da YouTube
Geopolitica
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Intelligenza Artificiale
Il Vaticano inquadra l’Intelligenza Artificiale

La notizia è stata annunciata senza troppa pubblicità due giorni prima di Natale sul sito web del Governatorato della Città del Vaticano: dal 1° gennaio 2025, un nuovo regolamento disciplinerà l’uso dell’intelligenza artificiale (IA) all’interno dell’amministrazione vaticana. Un tentativo di rispondere all’uso sfrenato dell’intelligenza artificiale promosso dai giganti della tecnologia oltreoceano.
«Uno strumento allo stesso tempo attraente e temibile». Così Papa Francesco ha sollevato la questione dell’intelligenza artificiale (IA) nel giugno 2024, durante un discorso pronunciato nell’ambito di una sessione del Gruppo dei Sette (G7), di cui fanno parte le principali potenze economiche mondiali.
Rispondendo all’appello del Sommo Pontefice affinché vengano adottate misure energiche per regolamentare l’uso dell’Intelligenza Artificiale, lo Stato del Vaticano ha appena dato forza di legge alle sue Linee guida sull’intelligenza artificiale, pubblicate poco prima delle festività natalizie.
È opportuno evidenziare che i nuovi decreti stabiliscono un quadro rigoroso per l’impiego dell’IA nell’amministrazione sul territorio della Città del Vaticano: ciò riguarda i settori scientifico ed economico, nonché il personale del Governatorato; Non sono quindi tutti interessati i servizi della Curia romana.
In questa materia, regolamentazione fa rima con divieto: sono quindi vietati gli utilizzi dell’IA che potrebbero compromettere la sicurezza dello Stato del Vaticano, così come quelli che impedirebbero a determinate persone con disabilità di accedere al lavoro o che comporterebbero qualsiasi forma di discriminazione o di «inferenza di natura antropologica» nei confronti del personale.
Nei decreti attuativi entrati in vigore il 1° gennaio – tredici pagine in tutto – vengono inoltre vietati gli algoritmi che siano fonte di «disuguaglianze sociali», di «violazioni della dignità umana» o che utilizzino tecniche di «manipolazione subliminale» idonee a arrecare danno fisico o psicologico al personale della Città del Vaticano.
Infine, è severamente proibito qualsiasi utilizzo dell’Intelligenza Artificiale che sia in conflitto con la missione del Sommo Pontefice, con la Costituzione divina della Chiesa e con le attività di quest’ultima.
Per valutare l’applicazione dei nuovi decreti è stata istituita una Commissione sull’Intelligenza Artificiale composta da cinque membri, responsabili dei servizi digitali e della magistratura vaticana. Il nuovo organismo avrà il compito di monitorare i vari utilizzi dell’intelligenza artificiale, di pubblicare un rapporto semestrale sulle proprie attività e, se necessario, di sviluppare le leggi esistenti predisponendo nuovi decreti.
Le linee guida della Santa Sede si ispirano al regolamento sull’intelligenza artificiale entrato in vigore nell’Unione Europea nell’agosto 2024. Questo pone particolare enfasi sulla protezione dei dati, sul diritto d’autore e sul principio di trasparenza. Il Vaticano ha integrato in questo sistema le proposte del francescano Paolo Benanti, la cui competenza in materia di Intelligenza Artificiale è riconosciuta a livello mondiale.
Quest’ultimo continua a mettere in guardia dagli eccessi della tecnologia, perché «chi la padroneggia prende il controllo della realtà» e sostiene una governance etica dell’algoritmo o «algoretica». È opportuno ricordare che dal 1° gennaio i tribunali vaticani possono utilizzare l’Intelligenza Artificiale per scopi di ricerca, ma in nessun caso per fini di interpretazione del diritto, che restano riservati ai giudici umani.
Poco dopo l’entrata in vigore della normativa digitale in Città del Vaticano, Donald Trump è entrato alla Casa Bianca: alla cerimonia di insediamento era presente Sam Altman. Questo genio della tecnologia sostiene, insieme ad altri pesi massimi della Silicon Valley, un uso sfrenato e senza inibizioni dell’Intelligenza Artificiale.
Molti si chiedono se l’etica e la ragione avranno peso: ma dopotutto Davide ha sconfitto Golia, e senza ricorrere a troppi algoritmi…
Articolo previamente pubblicato
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Spirito
Mons. Eleganti: Gesù e la Chiesa sono «necessari per la salvezza», ma questa verità è stata «fortemente relativizzata»

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