Spirito
Cardinale Müller: i «falsi profeti» cercheranno di usare il Sinodo per l’Agenda 2030 dell’ONU
L’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF), il cardinale Gerhard Müller, ha sostenuto a proposito del Sinodo sulla sinodalità che «falsi profeti» stanno cercando di trasformare la Chiesa «in un’organizzazione di aiuto per l’Agenda 2030».
Müller si è già rivelato un forte critico dell’imminente Sinodo sulla sinodalità, essendo uno dei pochi prelati nella Chiesa che ha rilasciato dichiarazioni critiche nei confronti dell’iniziativa del Papa. In una recente intervista con la testata ispanofona InfoVaticana, il cardinale Müller ha approfondito i suoi pensieri sull’incontro del sinodo dell’ottobre 2023 – un incontro al quale è stato infatti invitato personalmente da Papa Francesco.
Alla domanda se ci sia «qualcosa da temere» al sinodo, Müller ha risposto:
«Sì, i falsi profeti che si presentano come progressisti hanno annunciato che trasformeranno la Chiesa cattolica in un’organizzazione umanitaria per l’Agenda 2030».
Secondo Müller, «solo una Chiesa senza Cristo è adatta a un mondo senza Dio».
Il cardinale nell’intervista ha fatto più volte riferimento alla recente Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona – un evento segnato da aspetti particolarmente controversi, tra cui la promozione dell’Agenda 2030 pro-aborto delle Nazioni Unite – affermando come «molti giovani tornati da Lisbona sono delusi dal fatto che l’attenzione non sia più rivolta all’aborto e alla salvezza in Cristo, ma su una dottrina mondana di salvezza».
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«A quanto pare – ha proseguito Müller – ci sono addirittura vescovi che non credono più in Dio come origine e fine dell’uomo e salvatore del mondo, ma che, in modo pannaturalistico o panteistico, considerano la presunta “Madre Terra” come l’inizio dell’esistenza e la neutralità climatica l’obiettivo del pianeta Terra».
Müller ha citato la crisi moderna derivante dalla «mancanza di una formazione teologica di base anche tra i vescovi» come fonte di confusione che si è diffusa nella Chiesa. Senza un’adeguata formazione, le persone confondono «il contenuto della fede e la sua insuperabile pienezza in Cristo con la progressiva riflessione teologica e la crescita della coscienza di fede da parte della Chiesa attraverso la tradizione ecclesiastica».
Come ricorda LifeSiteNews, le parole di Müller sono apparse online un giorno dopo che l’attuale prefetto della CDF, il cardinale designato Victor Fernández, aveva affermato che Papa Francesco ha «un dono vivo e attivo» pari al «deposito della fede». Come ha fatto in precedenza, Müller ha tratto spunto da documenti del Vaticano II per affermare come «il Papa e i vescovi non ricevono una nuova rivelazione».
Come riportato da Renovatio 21, a luglio il cardinale tedesco aveva affrontato direttamente il suo successore alla CDF. «Il compito del Dicastero per la Dottrina della Fede è mostrare come quest’ultima si fonda sulla Scrittura e come si è sviluppata nella storia del dogma: il Papa e i vescovi non possono quindi esigere che obbediamo alle loro opinioni private, men che meno quando contraddicono la Rivelazione e la morale naturale», aveva tuonato il Müller.
Nella recente intervista, il cardinale Müller ha poi ha risposto alle domande sulla possibile approvazione da parte del Sinodo delle benedizioni per persone dello stesso sesso – un evento verso il quale il nuovo prefetto della CDF ha segnalato apertura in più di un’occasione, nonostante sia in violazione della dottrina cattolica.
«Benedire il comportamento immorale di persone dello stesso sesso o di sesso opposto è una diretta contraddizione con la parola e la volontà di Dio, una blasfemia gravemente peccaminosa», ha osservato. Riferendosi a tali benedizioni e alla promozione delle donne diaconi, Müller ha sostenuto che tali sviluppi «sarebbero obsoleti a priori».
«Né potrebbero essere attuati nel diritto canonico dall’intero collegio dei vescovi con il papa, o dal solo papa», ha detto, «perché contraddicono la rivelazione e la chiara confessione della Chiesa».
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Il cardinale tedesco ha inoltre emesso un fermo pronunciamento contro un’interpretazione ampiamente permissiva dell’autorità papale, sottolineando attentamente che «l’autorità formale… del Papa non può essere separata dal collegamento sostanziale con la Sacra Scrittura, la Tradizione apostolica e le decisioni dogmatiche del Magistero che lo ha preceduto».
Sostenere o agire diversamente, ha proseguito Müller, significherebbe imitare l’erronea impressione di Martin Lutero che vedeva il Pontefice come uno che si mette «al posto di Dio, che è l’unico autore della sua verità rivelata, invece di limitarsi a testimoniare fedelmente, in autorità di Cristo, alla fede rivelata in modo integrale e non adulterato. e presentandolo autenticamente alla Chiesa».
Il Müller ha infine osservato che in «una situazione così estrema» Dio «può salvarci». Aggiungeva inoltre come «ogni funzionario ecclesiastico avrebbe perso la sua autorità e nessun cattolico è più obbligato a obbedire religiosamente a un vescovo eretico o scismatico».
Müller ha già dichiarato apertamente di aver definito il sinodo una «presa di potere ostile» nei confronti della Chiesa che minaccia di «porre fine» al cattolicesimo.
Come riportato da Renovatio 21, in una precedente intervista dell’anno scorso il cardinale aveva accusato il Sinodo di voler distruggere la Chiesa.
Con grande lucidità e coraggio, il Müller due anni fa aveva attaccato il Grande Reset, dichiarando che il COVID era utilizzato per stabilire uno «Stato di sorveglianza» globale.
Non si tratta dell’unica figura della gerarchia cattolica che attacca frontalmente l’Agenda 2030 dell’ONU, della quale la chiesa si vuole fare ancella.
Lo scorso aprile monsignor Manuel Sánchez Monge, vescovo della diocesi spagnuola di Santander, aveva pubblicato un editoriale in cui si scagliava contro gli obiettivi delle Nazioni Unite definiti come «una trappola» di carattere anticristiano.
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«Dietro l’Agenda 2030 c’è un tentativo di cambiare la civiltà, un nuovo ordine mondiale che cambierà le convinzioni degli individui. È un sistema globalista – che non ha nulla a che fare con la globalizzazione – volto a stabilire un governo mondiale non eletto e non democratico», aveva denunziato il prelato iberico.
«Nell’Agenda 2030, la famiglia e la religione sono presentate come elementi di conflitto. Religione e famiglia sono problemi, non soluzioni. Ad esempio, avere figli, la responsabilità coniugale o la generosità nel matrimonio non fanno parte di questo nuovo buon senso» scriveva l’editoriale apparso su El diario Montañés, una testata locale con il titolo non esattamente sibillino «Agenda 2030 y el nuevo orden mundial» («Agenda 2030 e il Nuovo Ordine Mondiale»).
«L’intenzione è quella di stabilire un nuovo ordine mondiale che escluda molte istituzioni, soprattutto quelle a fondamento cristiano. È lo stato che determina il modo di vivere, generando così un relativismo che fa della tolleranza il valore morale per eccellenza».
«Dovremmo anche essere tolleranti verso il male? Loro [gli obbiettivi ONU, ndr] sono assassini della libertà e generano relativismo» si domanda il vescovo spagnuolo.
La domanda vale per tutti noi, che abbiamo visto la nostra libertà assassinata, e che sappiamo che si è trattato solo dell’inizio del massacro che sarà l’instaurazione del Nuovo Ordine.
Immagine di Raimond Spekking via Wikimedia pubblica su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)
Spirito
I vescovi tedeschi preparano le «diaconesse»
Presentazione della formazione deviante
Il Netzwerk Diakonat der Frau, fondato nel 1997, organizza dal 1999 corsi per donne che si sentono chiamate a diventare diaconi. La presidente, Irmentraud Kobusch, spiega: «Siamo un’organizzazione indipendente e possiamo offrire e certificare tali corsi per le donne». Ufficialmente il corso si intitola: «Educazione continua: servizi di leadership diaconale per le donne nella Chiesa». La formazione appena conclusa è la terza, la prima ha avuto luogo nel 1999. La formazione si svolge a Waldbreitbach, nei locali del convento delle Suore Francescane. È richiesto il corso per corrispondenza teologica di Würzburg. La formazione si estende su tre anni al ritmo di un fine settimana ogni due mesi. 37 donne sono state formate in tre cicli. Irmentraud Kobusch dice che l’idea di questa formazione le è venuta dopo aver letto la Lettera Ordinatio sacerdotalis in cui si afferma che il sacerdozio è riservato agli uomini, per diritto divino, e conclude che «il diaconato delle donne» non riguarda. La presidente ripone la sua speranza in Francesco e nel Cammino sinodale. «Come rete, discutiamo con il gruppo di lavoro sul diaconato permanente», spiega Kobusch. Un ministero comune per uomini e donne sarebbe il modello ideale per il futuro della Chiesa. Irmentraud Kobusch è convinta che un giorno ci saranno donne diacono cattoliche, in modo del tutto ufficiale. «Persevereremo finché la prima donna non sarà ordinata diacono in Germania», ha detto. Ci vorrà ancora un po’ di tempo.Sostieni Renovatio 21
La cerimonia del 15 aprile con mons. Ludger Schepers
In un comunicato si ricorda il sistema formativo delle neodiplomate. Il vescovo ausiliare, mons. Schepers, sostiene e accompagna da tempo la rete del diaconato femminile» precisa il comunicato. E continua: «Nella sua omelia, pronunciata con suor Edith-Maria Magar, superiora generale dei francescani di Waldbreitbach, ha sottolineato che anche le donne vengono chiamate. Le donne si sentono giustamente discriminate ed emarginate nella Chiesa a causa della loro vocazione». Il comunicato continua: «Le donne sono scioccate dal fatto che questo squilibrio non sia considerato un problema a cui bisogna porre rimedio. (…) Sebbene non potesse ancora ordinare le donne, il vescovo le ha benedette quando hanno ricevuto il certificato». Il presidente della Conferenza episcopale tedesca, mons. Georg Bätzing, ha inviato un messaggio di congratulazioni: «Sei una benedizione per la nostra Chiesa», ha scritto.Un percorso chiaramente scismatico ed eretico
Tutta questa energia porterà o allo scisma e all’eresia, oppure all’abbandono della Chiesa. Bisogna (ancora) ricordare che, secondo una definizione del Concilio di Trento, che sancisce soltanto una dottrina ancora creduta, il sacramento dell’Ordine è uno, ed è composto di almeno tre gradi: episcopato, sacerdozio e diaconato. Chi riesce a ricevere l’ultimo potrà ricevere gli altri due. L’impossibilità dell’ordinazione sacerdotale implica quindi quella dell’ordinazione diaconale… o della consacrazione episcopale. Articolo previamente apparso su FSSPX.news.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Spirito
Sacrifici animali fermati sul Monte del Tempio di Gerusalemme
Non si ha notizia del sacrificio sul Monte del Tempio di Gerusalemme della Giovenca Rossa, che doveva avvenire in questi giorni. Tuttavia, altri sacrifici animali sarebbero stati programmati – e, secondo le cronache, fermati – in queste ore.
La polizia dello Stato Ebraico ha arrestato 13 giovani israeliani vicino al complesso del Monte del Tempio di Gerusalemme. Secondo la dichiarazione della polizia del 22 aprile, trasportavano agnelli e capre che intendevano sacrificare in un rituale per la Pasqua ebraica. Le avvisaglie di sacrifici rituali giudaici sul Monte del Tempio sono da anni considerati un modo di provocare una reazione violenta tra i musulmani.
In un caso, una capra è stata trovata nascosta all’interno di una carrozzina, mentre un altro sospettato ha tentato di introdurre di nascosto una capra sul luogo in un sacchetto della spesa riutilizzabile, ha dichiarato la polizia.
I 13 giovani israeliani, di età compresa tra i 13 e i 21 anni, sono stati tutti arrestati per essere interrogati, mentre gli animali sono stati tutti portati in strutture veterinarie.
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«La polizia israeliana opera a Gerusalemme e in tutti i settori, insieme ad altre agenzie di sicurezza, sia apertamente che segretamente, contro chiunque cerchi di infrangere l’ordine e agire in contraddizione con la legge e le pratiche esistenti nei luoghi sacri di Gerusalemme» spiega un comunicato della polizia.
«Chiediamo al pubblico di non dare spazio agli estremisti che tentano o chiamano per violare la legge e l’ordine. La pratica esistente sul Monte del Tempio e in altri luoghi santi di Gerusalemme è stata preservata e continuerà ad essere preservata in ogni momento, e non permetteremo a estremisti e criminali di alcun tipo di violarla».
Il Times of Israel spiega che «negli ultimi anni, gruppi religiosi marginali hanno sempre più cercato di celebrare il sacrificio pasquale sul Monte del Tempio, ma senza alcun risultato, poiché la maggior parte dei funzionari della sicurezza israeliani ritengono che ciò sarebbe visto come un cambiamento importante nello status quo del sito religioso e scatenerebbe feroci reazione da tutta la regione».
Come riportato da Renovatio 21, gruppi sionisti aveva annunciato lo sgozzamento della giovenca rossa sul Monte del Tempio per il 22 aprile, chiedendo anche il permesso alle autorità.
Non si hanno notizie dell’avvenuto sacrificio rituale, che è considerato necessario nel processo di apparizione del messia degli ebrei, che per alcuni cristiani corrisponderà all’anticristo.
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Immagine di Andrew Shiva via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Cina
Il cardinale Parolin conferma che il Vaticano vuole rinnovare l’accordo segreto con la Cina
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