Connettiti con Renovato 21

Necrocultura

Cannibalismo di ritorno. Leggiamone i segni

Pubblicato

il

Nel 2022 Renovatio 21 aveva notato questa strana, improvvisa, martellante infatuazione della cultura popolare per il cannibalismo. Vari romanzi, un film, articoli. Poi perfino un caso di cronaca, che riguardava una celebrità.

 

Il trend non può arrestarsi, anzi. Del resto, quando l’ordine da seguire, l’impulso che viene dal profondo, è quello, là si va a parare, dove esiste ancora, in teoria, un tabù che preserva l’umanità da prospettive infernali.

 

Pochi giorni fa compare un articolo sul tema nelle pagine italiane di Wired, rivista scientista, vaccinista, filo-omotransessualista che nella sua versione madre, quella californiana, ha ospitato nel corso dei decenni vari contributi sul movimento transumanista.

 

Prendendo spunto da un recente paper pubblicato, la testata del gruppo Condé Nast va a ripescare gli studi di una paleontologa del Museo di Storia Naturale di Londra, che già avevano fatto scalpore nel 2012, esperta della pratica preistorica del cannibalismo «è sì raccapricciante, ma che va letta nel contesto in cui si è sviluppata».

 

Apprendiamo che 15 mila anni fa da queste parti gli uomini mangiatori di uomini prosperavano.

 

«Le ultime scoperte sulla cultura Magdaleniana risalente al Paleolitico superiore che mostrano come questi uomini moderni (…) praticassero in maniera diffusa il cannibalismo (o antropofagia che dir si voglia). E non per necessità, quanto piuttosto come pratica funebre» scrive Wired, che produce quindi una serie di virgolettati.

 

«Il cannibalismo, per quanto oggi possa sembrarci una pratica estranea e raccapricciante, è stato diffuso a lungo, e se ne hanno testimonianze anche in tempi recenti».

 

Bisogna infatti ricordare al lettore che dalla Nuova Guinea alle isole Fiji, «ci sono evidenze di cannibalismo».

 

«Nella cultura Warì del Sud America, per esempio, il cannibalismo era praticato fino agli anni Sessanta, come simbolo di grande rispetto nei confronti dei morti (…) infatti piuttosto che lasciare che i vermi mangiassero i resti dei propri cari, un fenomeno percepito come una mancanza di rispetto, consumare altri individui era visto come una sorta di atto di amore».

 

Mangiare il caro estinto come segno d’affetto: dopo il vaccino come «atto d’amore» (copyright Bergoglio), facciamo ulteriori passi più in là.

Sostieni Renovatio 21

Secondo lo studio, «il corpo di questi uomini veniva infatti non solo cannibalizzato ma anche trasformato, con le ossa che venivano lavorate». Crani divenivano coppe, e sarebbero state trovate, in una grotta inglese dove la ricercatrice aveva in passato concentrato i suoi studi, ossa incise probabilmente per questioni estetiche.

 

«Il cannibalismo, concentrato in un periodo che va dai 18 mila a 14 mila anni fa, si pone dunque come un diverso rito funebre spiegano gli esperti» scrive la rivista.

 

«Per capire se in corpo è stato cannibalizzato si analizzano le tracce presenti sulle ossa, cercando delle similitudini tra il modo di macellare gli animali eventualmente presenti nel sito e il trattamento riservato ai resti umani (…) tracce di utensili nelle ossa, segni di tagli, frantumazioni per estrarre il midollo osseo, disarticolazioni delle ossa, sono tutti indizi che portano a ipotizzare la presenza di un comportamento cannibale» spiega la tafonomista (la tafonomia è quella parte della paleontologia che si occupa della formazione dei fossili a partire dai processi di decomposizione).

 

Vi sono alcuni criteri paleontologici, fissati anni fa dall’Istituto Catalano di Paleoecologia ed Evoluzione Sociale di Tarragona, che individuano i segni dei denti umani sulle ossa.

 

«Quando troviamo tracce simili negli animali nessuno dubita che venissero mangiati, nell’uomo è più difficile pensare al cannibalismo, accettarlo, anche se è stato trovato in diversi animali, e anche noi lo siamo».

 

Secondo quanto dice la ricercatrice, fra i Neanderthal diffusa di mangiarsi il proprio simile. Ma anche presso gli homo sapiens: nelle 59 località magdaleniane esaminate, che si estendono dalla Francia alla Germania, dalla Spagna all’Inghilterra, in 25 di esse sono presenti evidenti segni di cerimonie funebri, e in 13 di queste si trovano prove di cannibalismo.

 

«È una percentuale elevata, diffusa all’interno della cultura magdaleniana, e presente in diversi luoghi, alcuni con una fauna ricca, per cui è difficile immaginare che questi uomini moderni patissero tutti la fame e fossero cannibali per necessità, in luoghi così diversi» sostiene la studiosa, che cita anche analisi genetiche, «mostrano come i siti in cui si praticava il cannibalismo avevano tutti un’origine comune, mentre quelli con pratiche funebri diverse avevano anche un’origine diversa» specifica Wired.

 

In fondo all’articolo – non all’inizio, proprio alla fine – un caveat di non poco conto: «gli autori invitano però infine alla cautela: gli studi e le conclusioni per quanto verosimili si basano sull’analisi di pochi resti, estendendole anche la nostra comprensione sul comportamento umano di migliaia di anni fa potrebbe cambiare».

 

Insomma, potrebbe essere che gli ancestrali rosicchiatori di ossa fossero casi isolati? Sappiamo che atti cannibalistici sono anche oggi perpetrato da segmenti specifici della popolazione: i serial killer. Jeffrey Dahmer, Richard Chase (il «vampiro di Sacramento») e forse pure, (secondo quanto evocava l’espressione «compagni di merende»), il Mostro di Firenze sono esempi di assassini seriali antropofagi da tener presenti. Tuttavia, si tratta di frazioni infinitesimali della popolazione – si tratta, appunto, dei mostri.

 

Giudicare quindi la popolazioni a partire da pochissimi elementi devianti sarebbe un errore di distorsione dei dati di non poco conto. Un antropologo alieno caduto dallo spazio direttamente in casa Dahmer (dove il killer omosessuale aveva in programma di crearsi un tempio pagano fatto di ossa e teschi delle vittime) non si potrebbe fare un’idea statisticamente corretta dell’umanità.

 

Poco importa, il sasso nello stagno – l’ennesimo – è stato lanciato. Il titolo per la testata a grande diffusione è assicurato: «quando in Europa eravamo cannibali».

 

Dunque, i nostri antenati si mangiavano a vicenda. Dobbiamo pensarlo, o quantomeno dobbiamo accettarne la possibilità. Ma perché?

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Vogliamo ricordare che quando una dozzina di di anni fa il regista russo Nikita Mikhalkov ritirò fuori dal dimenticatoio la teoria della Finestra di Overton, scelse, durante il suo programma video, di offrire il quadro – totalmente credibile – della possibile normalizzazione del cannibalismo, dalla categoria dell’«impensabile» sino alla sua piena legalizzazione.

 

Lungo le fasi overtoniane, dimostrava Mikhalkov, il cannibalismo diveniva «antropofagia» (parola scientifica) e poi «antropofilia» (parola non disforica, etimologicamente magnanima, e pure vicina a «filantropia»). Accettato, richiesto e legalizzato per vox populi, l’alimentazione a base di carne umana sarebbe stata non solo possibile, ma pure incoraggiata, in tutta la società.

 

È bene ripassare quale sia prima fase della Finestra di Overton, e in cosa consista. Il passaggio dalla categoria dell’«unthinkable» («impensabile») al «radical» («radicale») avviene quando l’idea passa dalla dimensione del totalmente inaccettabile alla quella in cui essa è sì ancora vietata, ma con deroghe. Essa diventa una realtà che, pur radicalmente lontana, rappresenta un qualcosa di tuttavia esistente.

 

Precisamente in questa fase entrano in scena gli scienziati: nel caso del cannibalismo, ecco che ne parlano gli antropologi, gli psicologi, perfino i nutrizionisti. Si organizzando convegni sul tema. Si ricordano le tribù della Papuasia e di altre crudeli isole del Pacifico, magari pure la disavventure dei sopravvissuti del volo schiantatosi sulle Ande da cui Hollywood trasse il film Alive – sopravissuti (1999).

 

Insomma, celo.

 

Secondo lo schema di Overton, è in questo momento che, parallelamente al «dibattito scientifico», dovrebbero apparire dei «gruppi oltranzisti», che, facendo un frastuono inimmaginabile, non si curano del fatto che risultano come estremisti, zeloti inaccettabili.

 

Ora, direte, tali gruppi che promuovono apertamente il cannibalismo ancora, per fortuna, non li abbiamo visti. O forse sì…

 

Ho recentemente appreso con raccapriccio, guardando un documentario Netflix sulla caccia agli assassini seriali, dell’esistenza su internet di forum per cannibali: gli aficionado si scambiano ricette, pensieri, immagini. Di più: interagiscono come si trattasse di un marketplace, di una piattaforma che fa incontrare la domanda e l’offerta: ci sono persone che vogliono mangiare essere umani, e – davvero, per perversioni che non si riesce e comprendere neppure sforzandosi – ci sono persone che vogliono essere mangiate da altri esseri umani.

 

I casi tedeschi, di cui abbiamo parlato su Renovatio 21, di tale «cannibalismo consenziente», sono la punta dell’iceberg: online chissà quanti accordi cannibalistici sono stati stipulati. Il forum di cui parlava la serie in streaming si chiamava Zambia Meat. Non so se il sito esista ancora, non ho verificato, e non lo farò mai.

 

Quindi possiamo leggere i segni overtoniani: la scienza che dice che di fatto potremmo essere tutti cannibali avanza. Qualche gruppo che rivendica apertamente la pratica, pure.

 

Uniamoci l’articolone con cui l’anno passato il New York Times celebrava la tendenza nella narrativa di occuparsi di personaggi cannibali (con vari libri usciti sul tema) e pure il film presentato a Venezia Bones and All, un racconto (che il cineasta definisce romance, «storia d’amore») tutto incentrato sul cannibalismo.

Aiuta Renovatio 21

Il regista è l’italiano, per qualche ragione celebrato internazionalmente, Luca Guadagnino, che aveva fatto il grande salto con la stranamente love-story gay tra un professore e un ragazzo giovane (stranamente non ritenuta controversa da stampa e opinione pubblica, nonostante qualche rimostranza da parte di qualche conservatore americano) Chiami con il tuo nome, (2017) film premiato con l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale a James Ivory.

 

Protagonista della pellicola era Armie Hammer, che negli anni successivi sarebbe stato al centro di uno scandalo immenso: nel gennaio 2021, un account Instagram anonimo ha pubblicato screenshot – non confermati – sostenendo si trattasse messaggi di testo che Hammer aveva inviato a varie donne. In tali messaggi, scrive la Wikipedia italiana «l’attore confessa di avere fantasie sessuali BDSM estreme, sangue, violenza, stupro e cannibalismo». BDSM è la sigla che indica il sadomasochismo. L’uomo era quindi stato accusato di molestie sessuali, ma le accuse sono cadute la scorsa primavera: nessun processo. Notiamo en passant che la parola «cannibal» è totalmente assente dalla voce sul divo nella Wikipedia anglofona, e abbondano citazioni dei suoi avvocati. A febbraio, l’attore ha rotto il silenzio, confidando ad un giornalista di essere stato abusato da un pastore protestante quando era tredicenne, un’esperienza che lo avrebbe portato ad interessarsi della sottocultura sadomaso.

 

Sullo scandalo Hammer, con dovizia di dettaglio sui presunti pensieri cannibalistici dell’attore hollywoodiano (come il messaggio «sono un cannibale al 100%», o la proposta alla ex di farsi asportare una costola e prepararla al barbecue), nel 2022 la rete Discovery ha prodotto un documentario in più puntate, House of Hammer, in cui si racconta l’oscura storia del casato, con il nonno Armand che petroliere e collezionista miliardario americana  e al contempo molto vicino all’Unione Sovietica – è una vicenda assai interessante, ricca di conferme per chi ha della storia una visione non superficiale, che racconteremo per esteso altrove se lo chiederanno i lettori.

 

Il clamore per l’uscita della serie sullo scandalo «cannibale» di Hammer era coincisa, l’anno scorso, con il lancio di Bones and All a Venezia. Diciamo che i giornalisti italiani non hanno fatto ressa per chiedere al regista di questa coincidenza – film sul cannibalismo, attore di precedente pellicola invischiato in uno scandalo a base di fantasie cannibalistiche. Tuttavia qualcuno è finito per domandarlo a bruciapelo come, il sito americano Deadline.

 

Il regista, di cui peraltro i giornali celebrano l’alta competenza culinaria, ha negato seccamente: «non mi è venuto in mente. Me ne sono reso conto in seguito, quando ho iniziato a sentirmi parlare di alcune di queste allusioni sui social media. Qualsiasi collegamento con qualsiasi altra cosa esiste solo nell’ambito dei social media, con i quali non mi impegno. Il rapporto tra questo tipo di scandalismo digitale e il nostro desiderio di fare questo film è inesistente e dovrebbe essere accolto con un’alzata di spalle. Preferisco parlare di ciò che il film ha da dire, piuttosto che di cose che non c’entrano nulla».

 

Torniamo al cuore della questione, l’antropofagia detabuizzata. Il lettore si può chiedere perché mai i padroni del vapore ci stiano sommergendo di storie di mangiatori di uomini. Perché qualcuno lassù, dove vengono prese le vere decisioni, dovrebbe mai lavorare per il caricamento del nuovo cannibalismo?

 

Diamo una serie di risposte, da quelle per le persone terra-terra a quelle per chi invece vuole un pensiero più articolato, per finire con quelli che ancora conservano la Fede.

 

Innanzitutto, c’è da considerare che la società moderna, con i suoi mezzi di comunicazione in primis, è programmata per cercare i limiti della morale ed abbatterli: i tabù vengono abbattuti uno a uno, e lo abbiamo visto chiaramente per quanto riguarda la sessualità, il figlicidio, le varie perversioni. Vediamo in chiarezza come la pedofilia stia subendo un analogo trattamento overtoniano, mentre per l’incesto, come ci giunge talvolta voce, ci stanno lavorando.

 

In seconda battuta, bisogna realizzare che, esattamente con nel film distopico 2022: i sopravvissuti (1973), il potere tecnocratico contempla l’antropofagia come un’ingrediente della futura società sostenibile edificata sulla Necrocultura. Come ripetuto da Renovatio 21, ciò è immediatamente evidente nel caso del «compostaggio umano», ossia della trasformazione dei cadaveri in concime, una pratica ora legale in vari Stati USA. Chi si sofferma a riflettervi, non può non imbattersi nel pensiero che, di fatto, il compost di cadavere, che va a far crescere le piante nei campi dell’agricoltura, di fatto reimmette l’essere umano nel ciclo alimentare – un passo, insomma verso, il degrado della figura dell’uomo cannibalizzato.

 

Infine, a quanti ancora mantengono la mente aperta alle cose dello Spirito, diciamo pure che una società di cannibali è tra gli ingredienti necessari all’instaurazione del Regno Sociale di Satana, dove l’Imago Dei è umiliata, calpestata, degradata, uccisa e in fine pure consumata. Ecco l’ulteriore vilipendio all’uomo immagine di Dio, in un processo che è, se ci pensate, la solita, meccanica scimmiottatura invertitrice dell’avversario: non più l’uomo che consuma il corpo di Dio come nella Santa Messa, ma l’uomo che, in un modo senza morale e senza Dio, si deve nutrire del corpo dell’uomo stesso.

 

È sempre lo stesso schema, l’inferno sulla Terra. Ci lavorano in tanti, anche dentro i Sacri Palazzi, lo sapete.

 

Potete essere liberi di non crederci: almeno fino a quando non vi ritroverete che di addenta le cosce, vi divora le braccia, stacca via la carne dalle ossa con i denti. Magari per DPCM.

 

Roberto Dal Bosco

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21



 

 

 

Bioetica

JD Vance paragona l’aborto al sacrificio dei bambini. C’è molto più da dire e fare contro la Necrocultura

Pubblicato

il

Da

Lo scorso mercoledì, per un’ora, il vicepresidente JD Vance ha risposto alle domande degli studenti dell’Università del Mississippi durante un evento di Turning Point USA, prendendo il posto di Charlie Kirk, l’attivista assassinato che era amico anche del Vance. Lo riporta LifeSite.   Il vicepresidente americano risposto a domande sul cristianesimo, sulla sua fede personale e sull’aborto, definendo l’aborto un «sacrificio di bambini» che porta al maltrattamento delle donne.   «Non mi scuso per credere che il cristianesimo sia una via verso Dio», ha detto Vance a uno studente preoccupato per la preghiera nelle scuole pubbliche. «Non mi scuso per pensare che i valori cristiani siano un fondamento importante di questo Paese, ma non vi costringerò a credere in nulla, perché non è ciò che Dio vuole, e non è ciò che voglio io».

Aiuta Renovatio 21

Come noto, JD Vance, che ha avuto una vita difficile in una famiglia disfunzionale del proletariato bianco dei monti dell’Appalachia (gli Hillbilly) si è convertito al cattolicesimo anni fa.   La domanda sull’aborto all’evento di TP USA è stata posta da una giovane donna che ricopre la carica di presidente di Ole Miss Rebels for Life, il gruppo pro-life del campus; il nome ha suscitato un caloroso applauso tra la folla riunita e un sorriso da parte del vicepresidente.   «In passato, hai dichiarato di essere al 100% pro-life», ha detto. «Ma da quando sei entrato nella campagna presidenziale come vicepresidente, hai cambiato idea sull’aborto, quindi mi chiedevo qual è la tua posizione attuale, e se ritieni che il diritto alla ‘libertà’ di qualcun altro prevalga sul diritto alla vita di qualcun altro?»   «Hai posto la domanda: penso che la libertà di qualcun altro prevalga sul diritto alla vita di qualcun altro?», ha risposto Vance. «No, non lo credo. In effetti, non ci credo. Ora, vorrei contestare qualcosa che hai detto, solo la premessa della domanda, ovvero che ho vacillato sulla questione pro-life. Credo davvero che il presidente sia stato il presidente più pro-life nella storia degli Stati Uniti d’America».   Lo slogan fa riferimento al fatto che, durante la sua prima amministrazione, Donald Trump ha selezionato i giudici della Corte Suprema che alla fine hanno portato all’annullamento della sentenza Roe v. Wade. Durante la campagna presidenziale del 2024, tuttavia, Trump ha ribadito che l’aborto è ora una questione di competenza degli stati e si è impegnato personalmente per rimuovere il principio pro-life dal programma del Partito Repubblicano per la prima volta in decenni.   «Ci sono due cose che dobbiamo tenere a mente qui», ha continuato Vance. «Una è la questione molto difficile: quando parliamo della nostra politica sull’aborto, ci sono alcuni casi limite molto, molto complessi. Ci sono casi in cui una bambina di 11 anni è stata violentata e sarebbe pericoloso per lei portare a termine la gravidanza. Ci sono situazioni in cui portare a termine la gravidanza causerebbe gravi danni fisici, forse la morte per la madre».   «È uno dei motivi per cui noi crediamo nell’eccezione in questi casi – ripeto, sono casi limite, sono rari, la comunità pro-aborto vorrebbe farvi credere che rappresentino il 90% degli aborti e questo non è vero – ma dobbiamo essere onesti sul fatto che ci sono alcuni casi limite».   Renovatio 21 segnala che parlare dei «casi limite» significa solo voler conformare il resto dei casi ad una politica precisa, spostando la Finestra di Overton e riprogrammando la legge. La posizione anfibola di Vance era già nota a tutti, come detto, in campagna elettorale.   «La seconda cosa che vorrei dire a questo proposito è che dobbiamo essere prudenti e pratici in ciò che possiamo realizzare», ha proseguito Vance. «Potrebbero esserci disaccordi su cosa esattamente significhi, ma se si considerano le vittorie pro-life che il presidente degli Stati Uniti è riuscito a ottenere, ci è riuscito perché ha lavorato all’interno del sistema che abbiamo».   Vance ha continuato dicendo che perseguire «l’opzione pro-life più aggressiva», anche se ciò significa perdere tutte le elezioni contro i democratici, che implementeranno l’aborto su richiesta fino al momento della nascita.

Iscriviti al canale Telegram

«Qualcuno prima mi ha chiesto dei miei valori cristiani», ha detto Vance. «Uno dei punti che ho sollevato è che quando i coloni arrivarono nel Nuovo Mondo, trovarono il sacrificio di bambini molto diffuso. Immagino che ci siano persone che non sono d’accordo con la mia opinione sulla questione pro-life. Vorrei solo fare un’osservazione. Se si visitano siti archeologici storici dove c’erano bordelli – e le due professioni più antiche del mondo sono il gioco d’azzardo e la prostituzione, quindi c’erano bordelli anche in civiltà molto antiche».   «Se si torna agli antichi bordelli e si dissotterrano le ossa delle donne che lavoravano in quei luoghi, si trovano molto spesso molti bambini sepolti con loro… Ogni volta che una società decide di scartare bambini innocenti, non tratta molto bene nemmeno le proprie donne. E ogni volta che una società maltratta le proprie donne, molto spesso sono i bambini a nascere subito dopo. C’è una ragione per cui la civiltà cristiana ha posto fine alla pratica del sacrificio di bambini in tutto il mondo, ed è una delle grandi conquiste della civiltà cristiana».   «Credo che dovremmo cercare di proteggere ogni vita non ancora nata», ha concluso Vance. «C’è una questione su come esattamente lo facciamo, ma non direi mai che il diritto alla vita di qualcuno debba essere sacrificato».   Come riportato da Renovatio 21, la realizzazione del fatto che l’aborto è un sacrificio umano, domandato ad una civiltà decristianizzata quindi ripaganizzata, ridemonizzata, è oramai più diffusa che mai, in ispecie tra l’opinione pubblica della destra americana, non solo cattolica.   Per qualche ragione, la visione dell’aborto come sacrificio umano non ha mai attecchito davvero nel mondo pro-vita italiano, forse perché troppo stupido, forse perché troppo compromesso con la politica e con la chiesa italiana. Ecco quindi che invece che parlarti di Moloch, il ridicolo pro-vita italiota ti parla di «protezione della maternità» e finanche di «diritti della donna», completamente trasbordato nella lingua, quindi nel campo, dell’avversario – e con la convinzione, chiara ma non sussurrata al popolo che fa loro donazioni – che la legge autogenocida 194 non si deve toccare.   Il fatto è considerare l’aborto come l’unico sacrificio umano della società attuale, con spinta della macchina infallibile dello Stato moderno, è davvero errato: l’aborto è solo una piccola parte del sistema della morte che ci è inflitto, anzi, forse è il fanalino di coda, lo specchietto per le allodole sciocche condotte così in una battaglia di retroguardia, mentre il manovratore prosegue la distruzione umana in tanti altri settori.   È sacrificio umano l’eutanasia, sì. È sacrificio umano la predazione degli organi, sì. È sacrificio umano, di tipo pure difficile da definire vista la natura umanoide della faccenda, la provetta, che oramai da anni distrugge più embrioni dell’aborto, nell’evidente silenzio degli ebeti pro-vita italici, inutili se non venduti.   C’è ancora tanta strada da fare, se vogliamo combattere davvero la NecroculturaRenovatio 21, in realtà, è qua per questo. Voi, se mi state leggendo, con grande probabilità, pure.   Roberto Dal Bosco  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr; immagine modificata
Continua a leggere

Necrocultura

La generazione perduta nel suo egoismo

Pubblicato

il

Da

La notizia era circolata la scorsa estate. Il titolo diceva già tutto: americana di 77 anni vende tutto per imbarcarsi in una «crociera infinita».

 

La signora Sharon L., 77 anni, ha venduto tutti i suoi beni e ha acquistato un biglietto per la nave di lusso Villa Vie Odyssey per una «crociera infinita». Spera di trascorrere i prossimi dieci anni a bordo, godendosi un giro del mondo. Il costo del viaggio è stato di circa 129.000 dollari per una cabina di 15 anni, più spese mensili che vanno dai 2.000 ai 3.000 dollari, inclusi pasti, assistenza medica, pulizie e internet illimitato.

 

La signora con evidenza sta realizzando un sogno, che a molti può repellere: lustri in una baracca galleggiante, un alveare di sconosciuti gozzoviglianti, tra overdose di cibo e spettacolini che servono alla narcosi funzionale del casinò, un incubo vero, ma ci rendiamo conto che è una prospettiva generazionale, la ripulsione quindi è tutta nostra. La signora, invece, sta coronando finalmente una prospettiva di vita ideale.

 

Non è tuttavia riguardo ai gusti nautici che vogliamo soffermarci: ci sono tante altre questioni che questa insignificante storia, a nostro avviso, nasconde.

Sostieni Renovatio 21

La signora, ci chiediamo, ha famiglia? I figli, i nipoti, i fratelli e le sorelle, i cugini e le cugine… come faranno a vederla? Come tipico, una volta, dell’esistenza per mare, la cesura con le proprie radici diviene netta, inevitabile. Ma lei, con probabilità, sta praticando un calcolo utilitaristico: c’è più piacere in un’esistenza a bordo piscina, con i camerieri in livrea, o nella via in casa con pranzi familiari e cene le domeniche e le feste comandate? La risposta pare se la sia data.

 

Ma andiamo ancora più sotto, nel greto materialismo sociale: i soldi ottenuti dalla vendità di beni e proprietà per la sua crociera verso la morte (questo, alla fin fine, pare che il progetto sia) sono percepiti – come vuole la legge, certo – come una sua disponibilità assoluta, individuale. Può farne ciò che vuole: così dice lo Stato, così vuole anche il senso comune moderno.

 

Qui si innesta un discorso spinoso: e se la signora ha dei figli, dei nipoti? Magari sono sistemati stupendamente, guadagnano cifre da capogiro, hanno già casa di proprietà, magari più di una, come riusciva alla generazione precedente. E poi, le mogli a casa: un altro trick che oggi sembra nemmeno solo numericamente impensabile, ma moralmente blasfemo.

 

Oppure, i figli dell’anziana boomerra come è più probabile nell’ora presente, sono parte di una società che li sottopaga, che li stritola con le tasse e i costi della vita impazziti (inflazioni, carestie artificiali come il COVID e la guerra in Ucraina, bollette pazze) che non consente loro il benessere, il risparmio, l’agio personale e famigliare che è stato invece magnificamente garantito alla generazione nata tra il 1946 e il 1964, i cosiddetti boomer.

 

I boomer hanno avuto tutto, e in cambio hanno lasciato meno di niente: hanno consegnato alla generazione successiva, e a quella dopo della loro, un mondo devastato, quasi irrecuperabile – e per questo capolavoro collettivo, ora sono anche pagati, con le pensioni d’oro che gli arrivano grazie al lavoro dei loro figli, che la pensione invece (tutti lo sappiamo) non la vedranno mai.

 

I boomer – il nome stesso lo vuole sottolineare – hanno goduto di un’era di espansione economica senza precedenti nella Storia. Impossibile, per loro, evitare il benessere, decenni di benessere, dove per stare male bisognava impegnarsi. Non parliamo solo degli imprenditori, dei bottegai, di tutti quelli che in più di mezzo secolo hanno preso e forse messo via danaro a palate: nell’era dei boomer anche la classe lavoratrice riusciva a comprarsi la casa, a volte persino due. L’operaio si comperava l’auto, magari pure senza leasing e maxirata usuraia finale, e poi andava pure a sciare – tutte cose che ho fatto in tempo di vedere con questi miei occhi.

 

Tale cuccagna, ora lo possiamo dire, ha avuto effetti distruttori sulla società umana. Il consumismo ha eroso lo spazio del sacro, come sa chiunque sia mai andato ad un grande concerto (modello Woodstock: alla fin fine, nient’altro che un ritrovo massivo di consumatori di dischi) o chi noti il culto che esiste attorno a certi marchi (Apple, per esempio, con gli adesivi della mela dietro a tante utilitarie e non solo). E senza il sacro, e senza il santo, cosa può diventera la realtà se non il contenitore del Male?

 

La generazione boomer, che ora rivendica di doversi godersi al massimo gli anni della pensione «perché abbiamo lavorato» (con lauti risparmi custoditi gollumescamente in banche che a volte poi li fregano), ha prodotto il mondo in rovina che abbiamo qui dinanzi a noi. È una generazione a cui è stata fatta trovare la pappa pronta – per questo, forse non è mai davvero cresciuta, con il fenomeno incontrovertibile dei vecchi che, tra capricci ed egomanie disperanti, si comportano come bambini.

 

E quindi eccoteli con la macchina nuova di zecca, usata per fare qualche migliaio di chilometri l’anno, eccoteli a Sharm-el Sheik, in Nepal, a Lanzarote, nella casa in montagna, eccoteli che bisbocciano ai tornei di burraco, eccoteli che intasano le stazioni termali – mentre chi è venuto dopo di loro lavora e fatica a sopravvivere, tra salassi energetici e fiscali, e una congiuntura economica che, lo sappiamo, è in realtà un aperto programma di sterminio della classe media e dell’umanità in generale.

 

I boomer hanno vissuto decenni e decenni di crescita economica, senza praticamente mai avere dovuto affrontare un vero conflitto – con l’eccezione di qualche boomer americano che è andato in Vietnam, per poi tornare e trasformare la questione in una lagna dalla quale non è possibile imparare nulla, e infatti eccoti l’Iraq e l’Afghanistan inflitti alla generazione successiva. In realtà è peggio di così: boomer italiani non hanno avuto il Vietnam, per cui si sono dovuti inventare una guerra loro, gli anni di piombo, definiti giustamente da alcuni come una «guerra civile a bassa intensità».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

La lista dei danni cosmici prodotti dai boomer non è breve.

 

I boomer hanno subito adottato, con gran voluttà, la rivoluzione sessuale – anzi, ci hanno sguazzato dentro, oscenamente. «L’amore libero» che hanno cantato e praticato da ragazzi ci ha dato divorzi di massa, omosessualità (cose che sono, come sappiamo, correlate), epidemie globali di malattie veneree (correlazione, sempre), pornografia e adulterio e disperazione, via via ramificando in milioni vite spezzate, e milioni di bambini con la psiche segnata, pronti a ripetere ciclicamente i cortocircuiti una volta divenuti genitori.

 

I boomer hanno fatto l’occhiolino alla droga libera, che si è trasformata in qualcosa di ancora peggiore: la droga farmaceutica, la droga psichiatrica, e degli otto milioni di italiani sotto psicofarmaci – e quindi, riteniamo, a rischio di violenza contro di sé e contro i famigliari e il prossimo – siano della generazione narcisa e perduta.

 

I boomer hanno accettato, senza batter ciglio, Israele e le sue guerre: solo ora, con Gaza (ma Sabra e Shatila, qualcuno ricorda? Cosa dissero all’epoca?), l’ultimo dei massacri, la gente si sta svegliando, ma sono le nuove generazioni: è questo il pensiero che sta facendo il potere ebraico, comprando ora TikTok e testate Millenial, perché sa che una volta estintisi i boomer, indottrinati e indottrinabili bovinamente con la TV, il sostegno dell’opinione pubblica per lo Stato Giudaico sarà finito.

 

I boomer hanno permesso il dominio della NATO sull’Europa, con il risultato che nell’ora in cui l’Alleanza Atlantica, quella sì, dovrebbe essere andata in pensione, essa ci porta una crisi economica infinita (senza gas russo, crediamo che vivere costerà meno?) e il rischio pantoclastico di apocalisse nucleare mai tanto vicino alle nostre esistenze.

 

I boomer hanno permesso, in scioltezza, che i loro Paesi fossero invasi da milioni di forestieri con intenzioni platealmente criminali, e non hanno alzato un dito contro questo abominio. Anzi: privati della morale cristiana, eccoteli a fare i caritatevoli verso le orde di invasori, con la pietà pelosa verso i distruggitori della civiltà come unico motto spirituale rimasto, quello che poi giustifica la continua delizia della vita comoda ed abbondante.

 

I boomer hanno approvato, felici felici, il figlicidio: anzi hanno votato in massa per legalizzarlo. L’idea, vediamo oggi, rientra perfettamente nel disegno: tanti si stanno «godendo la pensione» perché anni fa hanno ucciso i loro figli prima ancora che nascessero. Sacrifici umani per andare al mare, che sia in vacanza o in pensione – la menta egoriferita di questa generazione è arrivata a questo abisso indicibile, e certo ha contagiato anche la successiva. Di qui la degradazione morale che ha intaccato i più giovani, giù sino al nichilismo assassino che riempie le cronache nere al di fuori degli ambulatori frulla-feti.

 

I boomer hanno accolto, in grande serenità, il Concilio Vaticano II. E ci crediamo: azzerare il cristianesimo significa togliere ogni responsabilità personale, rendere il paese della Cuccagna pinocchiesca, della goduria e del consumo ad infinitum una condizione legittima, lo stato di default della società in cui credono di vivere. Il risultato è che molti non sanno nemmeno di cosa sto parlando, e di quale immane conseguenza il Concilio ha avuto sull’umanità, di fatto alterando profondamente il codice del suo sistema operativo, liberando il diavolo e l’inferno dicendo che essi non esistono.

Iscriviti al canale Telegram

Desacralizzando il mondo, essi hanno desacralizzato la loro stessa vita: ed eccoci alla fine vera della crociera, che diventa anche quella programmabile con l’aiuto dello Stato moderno – ecco l’eutanasia, il suicidio assistito, il MAiD canadese che uccide ormai una persona ogni 25 e oltre. È l’egoismo arrivato al suo apice satanico: sono padrone di qualsiasi cosa, compresa soprattutto la mia vita, che è stata bene spremuta, e quindi, invece di soffrire, mi faccio uccidere, beninteso sempre comodamente e col danaro del contribuente, come con i lustri di ferie pensionistiche.

 

Il boomer consuma e crepa, e tutto alle spalle dei figli e dei nipoti, che non hanno avuto nemmeno una fetta della fortuna della generazione egotista, e che sembrano non in cima ai pensieri: se la vita è godimento, perché pensare alla discendenza? Perché pensare al futuro, al tempo in cui non ci saremo più? Perché pensare a tramandare – saggezza, stabilità, vita – a chi viene dopo di noi, magari pure con il nostro stesso sangue?

 

Qui torna la questione del feticidio. L’aborto altro non è che un abuso assassino del più forte verso il più debole, l’indifeso – allo stesso modo, i boomer vivono con prepotenza a discapito di quanti, con meno fortuna, sono costretti a vivere il tempo di incertezza e povertà creato dai boomer stessi: un atto soverchiante, una sorta di «diritto del più forte» della jungla della democrazia terminale, dove vige la primazia totale del più privilegiato, perché boomer o immigrato che sia, due categorie che si danno come immagini chirali della distruzione anarco-tirannica in caricamento.

 

Lo sappiamo, non tutti sono così. Anzi, diremo di più: chi legge questo sito, con buona probabilità non è un boomer, anche se ci avesse l’età. Perché se siete qui è perché sapete che importante non è la crociera INPS, ma la continuazione dell’essere, del vostro essere, cioè la vostra famiglia, e se non ce l’avete, dell’umanità che sta attorno.

 

Perché quella boomer, e crediamo sia lampante, è la generazione della Necrocultura; i loro piaceri sono un rischio per l’umanità intera, e non scherziamo – è evidente quanto essi siano connessi al piano di morte che ci è stato preparato.

 

Ci era stato detto che la generazione successiva ai boomer era la prima a essere più povera della precedente. Il problema è che anche i boomer lo sanno, perché vedono i propri agi, e gli sforzi immani di coloro ai quali è toccato questo tempo – tuttavia, non gliene frega niente. I boomer sono la prima generazione che sa perfettamente che quelle dopo staranno peggio, e va bene così.

 

Sta scritto: «siate irreprensibili e schietti figli di Dio, senza biasimo in mezzo a una generazione prava e perversa, fra cui voi risplendete come luminari nel mondo» (Fil 2, 15).

 

Cerchiamo di resistere, sì: anche se sappiamo che la nave della società umana è compromessa, è stata guastata dai parassiti perversi, da una generazione di merda che riuscirà a far danni anche da estinta.

 

 

Roberto Dal Bosco

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Flowering Dagwood via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International

Continua a leggere

Necrocultura

«L’ideologia ambientalista e neomalthusiana» di Vaticano e anglicani: Mons. Viganò sulla nomina del re britannico da parte di Leone

Pubblicato

il

Da

Vale la pena di riprendere le parole dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, che ha scritto su X un testo indicando i veri temi dietro all’assegnazione di una cattedra permanente nella basilica papale a Re Carlo III d’Inghilterra, capo de facto della Chiesa anglicana.   «L’incontro tra il capo della chiesa sinodale e il capo della chiesa d’Inghilterra avrà come punto culminante una preghiera ecumenica per la cura del Creato nella Cappella Sistina, all’insegna della retorica ambientalista del “grido della terra” e della “conversione ecologica”» scrive monsignore.   «Le due autorità supreme delle proprie rispettive “chiese” si riconoscono entrambe nell’ideologia ambiententalista e neomalthusiana del World Economic Forum e dell’Agenda 2030, ed è su questa nuova religione che è impostato il dialogo tra sinodali e anglicani».  

Aiuta Renovatio 21

«A confermare la sua continuità con l’ecumenismo conciliare, Leone offrirà a Carlo un “seggio” (con la targa “Ut unum sint”) nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, già teatro dell’indizione del Vaticano II e da allora tempio dell’ecumenismo indifferentista conciliare e sinodale».   «La Fede Cattolica è la grande assente, e non a caso: sarebbe imbarazzante per Leone ricordare i Martiri cattolici massacrati dal monarca poligamo, a cominciare da John Fisher e Thomas More. Immaginate Papa Clemente VII che offre uno scranno in una Basilica Papale a Enrico VIII…» conclude Viganò, ricordando la storica nequizia anticristiana della malvagia monarchia britannica.   Proprio così: il re britannico, ora celebrato dalla Chiesa cattolica, occupa un trono che, dal XVI secolo, dopo lo scisma provocato dal crudele Enrico VIII, ha perseguitato ferocemente i cattolici, giustiziando e scorticando fedeli e sacerdoti (con la loro pelle sono stati rilegati libri ancora oggi esposti) e costringendoli alla clandestinità.   Vogliamo nominare uno degli eroi di questo disastro storico e metastorico: Guido Fawkes, il cattolico che tentò di far esplodere Westminster (definito, secondo una nota battuta della politica britannica, «l’ultimo uomo entrato lì con buone intenzioni») per restaurare un governo cattolico. Tradito, Fawkes fu catturato, torturato e squartato, con le sue parti inviate ai quattro angoli del regno, nonostante avesse accettato le condizioni del re.   Ancora oggi, ogni 5 novembre, in Inghilterra si bruciano le effigi di Fawkes – un re-enactement chiarissimo del rogo dei cattolici. Per ragioni che sembrano legate a logiche dello Stato Vaticano non dissimili a quelle attuali, il simbolo di Fawkes non è stato adottato dai cattolici, ma da gruppi pseudo-anarchici, grazie alla rielaborazione del fumettista Alan Moore nella celebre graphic novel, poi film di discreto successo, V per Vendetta.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Tuttavia, non si tratta solo di storia antica: ciò che dovrebbe indignare i cattolici è l’appartenenza della dinastia Windsor alla «Cultura della Morte», che promuove – tramandata di generazione in generazione, da Filippo a Carlo, a Guglielmo (che predica la lotta alle famiglie numerose) ed Enrico (che andà all’ONU a criticare la sentenza della Corte Suprema USA che defederalizzava l’aborto) – la riduzione della popolazione e un’avversione verso l’umanità.   L’arcivescovo ricorda la connessione di ambientalismo e malthusianesimo, che sono cifre ideologiche tramandate geneticamente nella famiglia reale inglese. Malthus, come Darwin, sono stati creati dal potere di Albione per giustificare la violenza sfruttatrice usata dall’Impero britannico sul mondo: se gli uomini sono animali, e sono pure troppi, tanto vale procedere con la massima crudeltà possibile. Le carestie genocide in Irlanda e in India sono figlie di questo pensiero, di questa volontà di dominio satanico sul mondo.   Vogliamo ricordare, in questo sens, il padre di Carlo, il principe Filippo, tra i fondatori del WWF e frequentatore di antiche edizioni delle conferenze Bilderberg, il quale si espresse in estrema chiarezza quando dichiarò di volersi reincarnare in un patogeno di modo da uccidere milioni di persone, eliminando quanta più popolazione possibile per il bene dell’ambiente. Un’idea portata avanti strenuamente dal Carlo, che con il Cambiamento Climatico pare avere pure qualche lucroso affare.   Dietro la facciata ecologista, gli Windsor (che non sono britannici e non si chiamano Coburgo Gotha: Windsor è il nome di un villaggio inglese scelto per il rebranding del loro casato germanico, ad usum del popolino anglofono) si rivelano diacronici sostenitori di quella che su Renovatio 21 chiamiamo Necrocultura: una vera e propria Famiglia della Morte. Basta pensare ai casi di Alfie Evans, Charlie Gard, Indi Gregory e molti altri di cui non sapremo mai il nome. Cosa fecero i reale per salvare questi bambini, anche quando le questioni divennero internazionali (con tanto del tentativo, a pensarci bene davvero grottesco, della Repubblica Italiana di dare la cittadinanza ad Alfie per farlo espatriare e poterlo curare).   I bambini, il popolo tutto, per il malvagio potere britannico possono essere sacrificati nell’utilitarismo più mostruoso e assassino del «bestinterest». Del resto, l’utilitarismo è un’altra invenzione filosofica degli inglesi, realizzata sempre all’altezza della sanguinaria conquista imperiale. Il pensiero di Geremia Bentham, come quello di Malthus e più tardi di Darwin, a questo serviva: a disumanizzare il mondo e a rendere possibili sacrifici di minoranze, e persino maggioranza, nel nome del principio del massimo godimento distribuito a certuni dallo Stato. Il sistema sanitario del Regno, con il boost dei giudici della Corona trucidatori di bambini, è improntato a questa logica assassina e genocida.   La storia di Carlo, come noto ma spesso ignorato, non è priva di ombre: dalla controversa morte della principessa Diana ai milioni ricevuti dalla famiglia Bin Laden in buste di plastica. Un anno fa è emerso che nel 1983 l’allora principe di Galles aveva accettato un premio da un veterano nazista, una laurea honoris causa presso l’Università dell’Alberta, in Canada, dove, oramai sappiamo abbondano i rifugiati ucronazisti.   Del resto, una certa passione per la svastica eravi tra gli Windsor, se pensiamo ad Edoardo VIII e alla sua simpatia per Adolfo Hitler, che, secondo gli storici, una volta conquistata la Gran Bretagna aveva in programma di ripiazzarlo sul trono come un Quisling incoronato.   La missione del casato della Necrocultura va oltre, e rivela pagine storiche dense per quanto dimenticate: dalle proto-vaccinazioni dei reali con i relativi danni, all’uccisione del re per eutanasia di re Giorgio (bisnonno di Carlo), dai sospetti di fecondazione artificiale ante-litteram da cui sarebbe nata Elisabetta, all’ambientalismo stragista di Filippo (che, tenetelo sempre a mente, ha fondato il WWF, organizzazione ora proibita in Russia…), dai discorsi di Guglielmo figlio di Carlo sulla sovrappopolazione, agli attacchi contro gli USA che defederalizzano l’aborto fatti da principe Enrico dallo scranno ONU… la lista è pressoché infinita, e davanti a tutto questo cadono le illazioni su Jack lo Squartore.

Iscriviti al canale Telegram

Del re Carlo, tanto a lungo «principe» in prima linea per la successione, vanno ricordate anche l’amicizia e le donazioni milionarie di Armand Hammer, enigmatico petroliere americano (per alcuni spia del KGB): quando nel 1988 la piattaforma petrolifera Piper Alpha della Occidental Petroleum esplose a 200 miglia da Aberdeen, causando 160 morti, il futuro re si affrettò a difendere Hammer, che ne uscì indenne. La dinastia Hammer, miliardari ebrei americani di origini russe, vicini al Cremlino per motivi poco chiari, meriterebbe un’indagine a parte, soprattutto dopo le accuse contro il nipote, la star di Hollywood Armie Hammer, che includono presunti stupri e insinuazioni su perversioni cannibalistiche.   Non va dimenticata l’amicizia personale con Jimmy Savile, popolare DJ e conduttore britannico che, secondo accuse emerse dopo la sua morte nel 2011 ma già vociferate da decenni, avrebbe abusato di circa 400 ragazze in scuole e istituzioni psichiatriche di cui era benefattore.   Di recente, forse l’episodio che ha messo in luce la maligna natura della corona britannica è stato il ritratto ufficiale del re presentato nel maggio 2024, un’immagine dai toni infernali, realizzata da un artista noto per collage con riviste pornografiche.  

Aiuta Renovatio 21

Nel frattempo, l’odierno malvagio re britannico a Roma riceve il plauso pure dei parlamentari italiani.
  In un momento di profonda umiliazione per il popolo italiano, nel suo discorsone alle Camere il re rammentò a tutti l’«importanza» del supporto inglese a Garibaldi, che poi andava ospite dagli inglesi. Chi conosce la vera storia dell’Italia unita non può che sorridere, nell’amarezza più profonda: il re sbatte in faccia agli italiani il fatto che, con il Risorgimento (fiancheggiato e ideato dai britannici), la penisola è divenuta uno Stato vassallo di Londra.   Ora, a infeudarsi con l’infernale potere di Albione non vi è solo la Repubblica Italiana, ma persino il papato.   Una conclusione che, per chi conosce la storia del mondo e della tradizione cattolica, può sembrare sconvolgente, e impone meditazioni di grande profondità.   Vogliamo lasciar andare i pensieri ricordando l’affresco sull’abside di Chiesa di San Paolo dentro le Mura– la principale chiesa degli anglicani ed episcopaliani a Roma.  

Immagine di Luca Aless via Wikimedia CC BY-SA 3.0

Iscriviti al canale Telegram

L’imponente mosaico fu disegnato dal pittore preraffaellita Edward Burne-Jones, e ha tema apocalittico, con Cristo assiso sul trono della Gerusalemme Celeste. È un Cristo imberbe, dai tratti piuttosto femminili. I Santi sotto Nostro signore hanno i volti di mecenati e personaggi legati all’edificazione della chiesa, mentre a destra vi è il gruppo più interessante, quello dei cristiani a cavallo, dove Sant’Andrea ha il volto di Abramo Lincoln, San Patrizio è il generale Ulysses S. Grant, e San Giacmo è… sì, lui, il terrorista massone anticristiano, ladro di cavalli e marito di bambine, epperò tanto utile agli inglesi, Giuseppe Garibaldi.   È la «chiesa militante», secondo gli scismatici di Albione.  

Immagine CC0 via Wikimedia

  Sì, per loro Garibaldi è un santo. Chi frequenta quella chiesa adora Cristo sotto l’immagine santificata di colui che più di altri combattè il Regno Sociale di Cristo.   C’è, tuttavia, un dettaglio ancora più esplicito: a fianco di Cristo, nel mosaico si vedono delle nicchie dove sono disposti gli angeli. Vediamo qui Uriele che regge il sole, Michele che appare maestoso in armatura, Gabriele reca il giglio dell’Annunciazione, Chemuel, l’angelo del Graal, stringe nella mano sinistra il calice sacro, Zophiel sorregge la luna.   Tuttavia, alla destra del signore, la nicchia è enigmaticamente vuota. Fu un fedele della chiesa, una volta che la visitati anni fa, a spiegarmene il significato.   «Quello è il posto per l’angelo Lucifero» mi disse, quasi compiaciuto di questa teologia sovvertritrice.   Ora, Lucifero, lo sappiamo bene, non è invitato solo nelle chiese anglicane di Roma.   Roberto Dal Bosco

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Continua a leggere

Più popolari