Reazioni avverse
«Ho la pericardite per colpa del vaccino»: rivelazione della campionessa di pallavolo
«Ho avuto e ho tuttora una pericardite post vaccino, chi paga il prezzo di tutto questo?».
Il messaggio compare sull’account Instagram di Francesca Marcon, campionessa di pallavolo italiana in forze al Volley Bergamo. Lo ha rivelato il sito VolleyNews.it.
«Forse questo mio discorso può risultare un po’ blasfemo ma mi chiedo: non esiste una forma di “risarcimento” per chi subisce danni a livello di salute dopo aver fatto il vaccino?? Premetto che non sono no vax, ma di fare questo vaccino non sono mai stata convinta e ne ho avuto la conferma. Non so se vi può interessare, ma io ho avuto e ho tuttora una pericardite post vaccino… Chi paga il prezzo di tutto?» scrive la bellissima atleta sul suo profilo.
A causa del suo stato di salute seguito alla vaccinazione, la schiacciatrice di Conegliano non può partecipare al raduno del Volley Bergamo.
«Non esiste una forma di “risarcimento” per chi subisce danni a livello di salute dopo aver fatto il vaccino?»
L’infiammazione della membrana cardiaca la terrà quindi lontano dall’inizio della stagione agonistica.
Come riportato varie volte da Renovatio 21, la pericardite e la miocardite sono fenomeni registrati con sempre maggior frequenza nei vaccinati giovani, anche in soggetti molto sani e sportivi.
La Marcon non è un’atleta qualsiasi: ha vinto il campionato, la Cappa Italia, la Supercoppa nazionale e una Coppa Cev.
Il suo Instagram – dove non abbiamo ancora trovato il post finito ora su tutti i giornali – è pieno di foto che testimoniano la sua salute e il suo fascino. Se si fosse ammalata a causa del vaccino, quale delitto nei confronti dello sport, della giovinezza, della bellezza!
In cambio di cosa, poi?
Immagine di Mentnafunangann via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0); immagine modificata con sfocatura sullo sfondo e ritaglio.
Reazioni avverse
Medico parla di vaccini COVID e morti in eccesso durante l’Assemblea dell’Ordine a Brescia
Sta circolando in rete un video di una decine di minuti dove, con un telefonino tra la folla, qualcuno riprende l’intervento del dottor Paolo Schicchi, medico chirurgo presso l’ICRS di Brescia durante l’Assemblea dell’Ordine dei medici della città.
Nel suo discorso, che il medico annuncia essere polemico, il medico racconta la sua esperienza, «sospeso nell’agosto con procedura d’urgenza, mi sono sentito Vallanzasca» e rientrato nell’ottobre dell’anno successivo «grazie ai due mesi di sconto pena che ci ha offerto il governo Meloni appena insediato».
«Abbiamo attraversato uno dei periodi più bui della storia della medicina e mi dispiace dirlo, gli ordini hanno avuto un ruolo assolutamente negativo nella gestione della pandemia».
«Si è aderito totalmente a quelli che erano i diktat politici, dimenticando quella che è l’arte medica da decenni, culminata la follia vaccinale nel vaccinare donne in gravidanza, nel vaccinare i bambini e nel vaccinare, con l’obbligo comunque che ci ha purtroppo investito come categoria per primi».
«Se fossimo noi stati un pochino più energici nel dire ‘no’, perché so che tantissimi colleghi hanno dovuto chinare la testa e accettare questo diktat, probabilmente le cose sarebbero andate diverse», dice il medico, citando quindi il catastrofico caso della Talidomide.
Il dottor Schicchi ha avuto il coraggio di parlare del grande tabù dei nostri tempi, l’elefante nella stanza che occupa le cronache dei giornali senza poter essere nominato: il tema delle morti in eccesso: «sono sotto gli occhi di tutti, non possiamo negare la realtà, non possiamo negare che ci sia un esubero di morti improvvise, soprattutto nelle fasce di età».
A questo punto partono i fischi e gli schiamazzi, che pare vogliano interrompere il discorso del medico, ma il presidente dell’ordine prende la parola per farlo parlare.
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«Volevo solo dirvi che negli Stati Uniti, quelle che sono state le morti sicuramente accertate, in cui c’è un nesso di causalità per l’assunzione del farmaco, io non lo chiamo vaccino, è chiaro che non è non è un vaccino, si discosta totalmente da tutti i vaccini impiegati fino adesso» dice il dottor Schicchi citando i dati del database di eventi avversi dei vaccini in America, il famoso VAERS, secondo cui «I deceduti sicuramente sono 37.100, quindi poi ci sono tutti gli effetti collaterali, 21.000 infarti 214.000 patologie gravi, 242.000 ricoveri ospedalieri… Ci sono delle cifre veramente drammatiche».
«I deceduti sicuramente sono 37.100, quindi poi ci sono tutti gli effetti collaterali, 21.000 infarti 214.000 patologie gravi, 242.000 ricoveri ospedalieri… Ci sono delle cifre veramente drammatiche, però non so non è successo niente, anzi ancora qui in Europa andiamo avanti con la vaccinazione e migliaia, milioni di dosi vengono buttate e viene buttato così del denaro pubblico, denaro nostro».
Poi il medico tenta il calcolo dell’esorbitante costo della campagna vaccinale COVID: «non ci sono soldi in sanità, ma iniziamo a spendere bene quei pochi che ci sono, sapete quanto è costata in Italia così a occhio e croce questa folle campagna vaccinale? 10 miliardi di euro. Questo perché dai dati pubblicati dalla Germania, facendo la proporzione fra la popolazione nostra e la loro viene fuori una cifra del genere, quindi 10 miliardi di euro che potevano essere destinati in tutt’altra maniera».
Le affermazioni del dottor Schicchi, durante la pandemia erano stato definite dal presidente dell’Ordine «note argomentazioni delle campagne No-Vax».
Ora, tuttavia, il medico sospeso, che aveva scelto di non venire vaccinato, rivendica la bontà delle sue posizioni, parlando di «falsità ormai riconosciute smascherate dai vari organi di controllo come EMA, AIFA, Istituto superiore di sanità… sono sotto gli occhi di tutti, non possiamo negare la realtà».
«Ho pagato con 15 mesi di sospensione, un danno professionale, economico, morale perché dopo 41 anni di laurea sentirsi dire che non sei più in grado di fare il medico perché è un’idea che nel tempo si dimostra giusta, giusta, inutile negarlo».
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Immagine screenshot da YouTube
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I vaccini COVID-19 collegati a lesioni renali a lungo termine
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Vaccini COVID e ciclo mestruale irregolare: nuovo studio
Una recente ricerca ha confermato che i vaccini contro il COVID-19 sono collegati ai cambiamenti del ciclo mestruale, secondo uno studio pubblicato a marzo. Lo riporta Epoch Times.
Pubblicato sulla rivista Obstetrics & Gynecology il 1 marzo, i ricercatori dell’Oregon Health & Science University hanno scoperto che le donne che hanno ricevuto un’iniezione di COVID-19 nella prima metà del ciclo mestruale hanno maggiori probabilità di vedere cambiamenti nella durata del ciclo rispetto a quelle che hanno fatto il vaccino in la seconda metà.
I ricercatori hanno utilizzato i dati di 20.000 utenti di un’app per il controllo delle nascite approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per determinare quali effetti ha il vaccino sul ciclo. La maggior parte delle donne i cui dati sono stati analizzati avevano meno di 35 anni, mentre il 28% proveniva dal Nord America, il 33% dall’Europa e un altro 32% dal Regno Unito.
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Alcune erano vaccinate e altre no. Tra coloro che sono state vaccinate, il 63% ha ricevuto un vaccino mRNA, afferma il paper.
«Gli individui vaccinati nella fase follicolare hanno sperimentato una durata media del ciclo aggiustata di 1 giorno più lunga con una prima o una seconda dose di vaccino COVID-19 rispetto alla media pre-vaccinazione», hanno affermato gli autori dell’articolo, riferendosi alle donne che hanno ricevuto una dose di vaccino COVID-19 durante la prima metà del ciclo.
Sarebbe stato così scoperto che le donne che hanno ricevuto il vaccino nella seconda metà o quelli che non sono state vaccinate non hanno riscontrato cambiamenti.
Gli autori hanno aggiunto che ora esiste «un insieme di prove che dimostrano che il (…) vaccino è associato a disturbi temporanei del ciclo mestruale a livello di popolazione», aggiungendo tuttavia che «il meccanismo alla base di un disturbo della durata del ciclo correlato al vaccino è ancora oggetto di indagine».
«L’ipotesi principale è che questi disturbi siano dovuti alla risposta immunitaria che i vaccini sono progettati per produrre», afferma lo studio, aggiungendo che «il sistema immunitario e quello riproduttivo interagiscono strettamente tra loro». Le citochine, che sono piccole proteine che controllano l’attività del sistema immunitario e sono prodotte «come evento precoce nella risposta al vaccino», possono avere un impatto su tale processo, hanno aggiunto.
In passato sono state condotte poche ricerche su come i vaccini, sia per il COVID-19 che per altri, potrebbero influenzare il ciclo mestruale, hanno inoltre osservato gli autori dello studio.
Rispondendo ai risultati dello studio, la dottoressa Alison Edelman, autrice principale dello studio dell’Università dell’Oregon, ha affermato che «sappiamo che i sistemi immunitario e riproduttivo interagiscono strettamente tra loro», aggiungendo che con le vaccinazioni «è certamente plausibile che gli individui possono vedere cambiamenti temporanei nel loro ciclo mestruale a causa della risposta immunitaria», scrive Epoch Times.
I risultati dello studio suggeriscono anche che potrebbero esserci cambiamenti nella durata del ciclo, anche se sembrano essere di breve durata. Tuttavia, i ricercatori aggiungono che le donne che notano cambiamenti significativi dovrebbero contattare un operatore sanitario.
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In precedenza, i funzionari norvegesi raccomandavano alle donne che manifestavano sanguinamento abbondante e persistente dopo la vaccinazione di rimandare ulteriori dosi fino a quando non fosse stata indagata la causa o finché i sintomi non fossero scomparsi.
Non si tratta della prima volta che gli stessi ricercatori dell’Oregon Health & Science University scoprono che i vaccini contro il COVID-19 sono associati a un cambiamento nel ciclo. Nel 2022, avevano scoperto che il cambiamento era fissato a meno di un giorno e non è stato rilevato alcun cambiamento nella durata delle mestruazioni.
Come riportato da Renovatio 21, la correlazione scoperta dalla dottoressa Edelman tra vaccinazione e mestruo irregolare trovò spazio perfino sul New York Times.
All’inizio del 2022, un altro gruppo di ricercatori aveva scritto che tra le donne che hanno ricevuto uno dei vaccini COVID-19, circa il 42% degli intervistati ha affermato di aver sperimentato un aumento del sanguinamento mestruale. La maggior parte di coloro che non avevano le mestruazioni hanno riferito di sanguinamento dopo aver ricevuto l’iniezione, compresi due terzi delle donne in post-menopausa e poco meno di due terzi delle donne che stavano utilizzando trattamenti ormonali.
La maggior parte degli intervistati aveva ricevuto un vaccino mRNA prodotto da Moderna o Pfizer, ma secondo il giornale, alcuni hanno ricevuto anche iniezioni di Novavax, Johnson & Johnson e AstraZeneca.
Circa un anno fa, un dipendente della Pfizer è stato visto in un video sotto copertura mentre raccontava a un giornalista di Project Veritas di essere preoccupato per i possibili effetti collaterali dell’iniezione di mRNA relativi ai cicli mestruali.
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«C’è qualcosa di irregolare nei cicli mestruali. Quindi le persone dovranno indagare su questo in futuro perché è un po’ preoccupante», diceva il dipendente della grande farmaceutica nel video, aggiungendo che «non dovrebbe interferire» con i cicli.
Come riportato da Renovatio 21, in un grande studio di questo tipo fino ad oggi, il 42% delle donne che avevano regolarmente le mestruazioni ha riportato emorragie da rottura dopo aver fatto un vaccino contro il COVID-19. Il campione includeva 39.129 partecipanti attualmente e in precedenza con mestruazioni di età compresa tra 18 e 80 anni che erano state completamente vaccinate con i vaccini Pfizer-BioNTech, Moderna, J&J, Novavax o AstraZeneca e non avevano precedentemente avuto COVID-19.
A inizio 2021 autorità israeliane presero in considerazione di riesaminare il potenziale collegamento dopo che le donne hanno segnalato sanguinamenti mestruali precoci a seguito di somministrazioni vaccinali.
I casi aneddotici di donne che testimoniavano un’alterazione totale del proprio ciclo mestruale dopo la vaccinazione COVID emersero già dai primi mesi della campagna di sierizzazione mondiale, ma furono trattati come un rumore di fondo magari prodotto e promosso dalle forze no-vax.
Nel frattempo un lavoro di statistica comparso l’anno scorso – intitolato Diminuzione del numero dei bambini nati vivi in Europa – parla di un calo delle nascite in 18 Paesi UE, con decrementi che possono arrivare vanno dal -7,4% della Spagna al -18,8% della Romania, dove in pratica nei primi cinque mesi del 2022 sarebbe un bambino su cinque non sarebbe nato.
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