Geopolitica
Birmania, ucciso un volontario del seminario cattolico
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews
È stato assassinato senza ragione, durante un raid nell’edificio religioso, dove erano ospitati profughi e sfollati. Le forze di sicurezza terrorizzano la popolazione con spari, raid, perquisizioni. I sacerdoti cercano di fermarli, ma inutilmente. Dal 15 febbraio al 15 maggio sono stati uccisi 73 giovani al di sotto dei 18 anni.
Secondo alcuni locali, l’uccisione non aveva alcuna ragione, dato che il volontario non stava manifestando alcuna resistenza
Un volontario che lavorava nel seminario pre-teologico della Chiesa cattolica nella capitale dello Stato Kayah, è stato ucciso dalle forze di sicurezza. L’uccisione è avvenuta due giorni fa durante un raid dei militari nell’edificio, con perquisizione stanza per stanza. Secondo alcuni locali, l’uccisione non aveva alcuna ragione, dato che il volontario non stava manifestando alcuna resistenza.
I soldati però sono molto tesi: da almeno una settimana i gruppi armati dei karen (Forze di difesa del popolo Karenni) hanno assaltato alcune basi e ucciso 40 militari. Per contrastare l’opera dei gruppi etnici armati, i soldati stanno provocando la popolazione con violenze e uccisioni. Il 24 maggio essi hanno bombardato la chiesa del Sacro Cuore a Kayantharyar, uccidendo quattro persone che vi si erano rifugiate. Il 28 maggio essi hanno colpito la chiesa di san Giuseppe a Demoso e hanno ucciso due giovani che recuperavano cibo per gli sfollati.
Il 28 maggio essi hanno colpito la chiesa di san Giuseppe a Demoso e hanno ucciso due giovani che recuperavano cibo per gli sfollati
Per non rimanere alla mercé dei soldati, la popolazione cerca di radunarsi nelle chiese, nelle cappelle nei conventi e nel seminario. Per questo, da giorni le forze di sicurezza terrorizzano la popolazione con spari, raid, perquisizioni. I sacerdoti hanno cercato di fermarli, ma inutilmente.
I soldati continuano a far sentire la loro presenza violenta attorno al seminario, il convento delle suore e la casa per gli anziani di Loikaw. «Siamo ostaggi nelle loro mani», racconta un giovane.
Per stancare la resistenza e le manifestazioni che si susseguono dai primi giorni del colpo di Stato, i militari colpiscono in modo letale puntando ai giovani.
I soldati continuano a far sentire la loro presenza violenta attorno al seminario, il convento delle suore e la casa per gli anziani di Loikaw. «Siamo ostaggi nelle loro mani»
Il ministero per i diritti umani del governo di unità nazionale – formatosi in esilio contro la giunta – ha dichiarato che dal 15 febbraio al 15 maggio sono stati uccisi 73 giovani al di sotto dei 18 anni (63 ragazzi e 9 ragazze).
Alcuni sono stati colpiti durante le manifestazioni; altri uccisi a freddo, durante le perquisizioni nelle case; altri ancora mentre essi giocavano per strada.
L’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici ha diramato un nuovo bilancio delle violenze della giunta: fino a ieri sera, gli uccisi sono 840; i prigionieri sono 4409.
L’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici ha diramato un nuovo bilancio delle violenze della giunta: fino a ieri sera, gli uccisi sono 840; i prigionieri sono 4409
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Geopolitica
Putin: l’Oriente è meglio dell’Occidente
Le aziende occidentali beneficiano in Russia di un ambiente imprenditoriale decisamente migliore rispetto a quello che le aziende occidentali spesso ottengono all’estero, ha affermato mercoledì il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin.
Putin ha fatto questa affermazione durante una sessione di domande e risposte al forum sugli investimenti «Rossija zovet!» a Mosca, sottolineando che le aziende occidentali, e quelle tedesche in particolare, continuano a godere di condizioni favorevoli per operare nel Paese.
«Oggigiorno, tutto ciò che viene dall’Est è migliore di ciò che viene dall’Ovest», ha detto al forum. «Guardate le condizioni che vengono create per l’economia tedesca qui in Russia, e dai vostri alleati e partner tradizionali: ora stiamo parlando solo dell’ambiente aziendale».
«Ma le nostre porte sono sempre aperte, abbiamo sempre avuto ottimi rapporti con la Germania per decenni, ci siamo capiti molto bene», ha detto il presidente.
Molti Paesi occidentali, tuttavia, si sono dimostrati «partner inaffidabili», ha aggiunto, e soprattutto a partire dal 2022, quando i conflitti in corso tra Russia e Ucraina si sono trasformati in uno scontro armato.
«Sapete che nel 2022 i nostri imprenditori, le nostre aziende e interi settori hanno dovuto affrontare serie sfide a causa delle azioni di alcuni, diciamo con cautela, alcuni Paesi. O, più precisamente, delle loro élite al potere», ha osservato Putin.
«Questi Paesi hanno dimostrato di essere partner inaffidabili», ha spiegato, e di conseguenza «molte catene di fornitura, legami commerciali che si erano sviluppati nel corso di decenni, sono stati compromessi o addirittura completamente distrutti».
Come riportato da Renovatio 21, Putin ha accusato l’occidente di essere un «impero della menzogna» nel suo discorso alla viglia dell’operazione militare speciale in Ucraina.
«Possiamo affermare con sicurezza che l’intero cosiddetto blocco occidentale, formato dagli Stati Uniti a propria immagine e somiglianza, è tutto un vero «impero della menzogna» aveva detto Putin.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0); Immagine tagliata
Geopolitica
L’Iran dice di essere pronto a inviare truppe in Siria
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Geopolitica
L’ex ministro della Difesa israeliano: lo Stato Ebraico commette «crimini di guerra»
L’ex ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon ha accusato il primo ministro Beniamino Netanyahu di aver pianificato la «pulizia etnica» di Gaza e ha affermato che le truppe delle Forze di difesa israeliane (IDF) stanno commettendo «crimini di guerra» nell’enclave palestinese.
L’assalto partito con la strage del 7 ottobre 2023 ha ucciso quasi 45.000 palestinesi, creato condizioni di carestia e sfollato quasi tutti i residenti del territorio densamente popolato.
Nelle ultime settimane, Israele ha concentrato gran parte della sua potenza di fuoco sulla parte settentrionale di Gaza, avendo emesso un ordine di evacuazione che copriva ampie fasce della regione lo scorso fine settimana.
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Questo ordine di evacuazione, ha affermato lo Yaalon domenica, è un tentativo di nascondere la «pulizia etnica» in corso dei palestinesi.
«Sono costretto a mettere in guardia su ciò che sta accadendo lì e che ci viene nascosto», ha detto all’emittente israeliana Kan. «Alla fine, vengono commessi crimini di guerra», ha aggiunto, citando informazioni presumibilmente fornite dai comandanti delle IDF a Gaza.
«Il percorso che ci stanno trascinando verso il basso è quello di occupare, annettere e ripulire etnicamente. Cosa sta succedendo lì? Non c’è Beit Lahia, non c’è Beit Hanoun, stanno operando ora a Jabalia e stanno sostanzialmente ripulendo la zona dagli arabi», ha detto in un’intervista separata con Democrat TV sabato, riferendosi a diversi quartieri all’interno della zona di evacuazione.
Lo Yaalon è stato capo dello staff dell’IDF durante la Seconda Intifada, una rivolta palestinese iniziata nel 2000 e conclusasi dopo il summit di pace di Sharm El Sheikh nel 2005. Ha continuato a servire come ministro della difesa di Beniamino Netanyahu dal 2013 al 2016, supervisionando la guerra di sei settimane di Israele a Gaza nel 2014. Da quando ha lasciato l’incarico, è diventato un ardente critico del Netanyahu.
Sebbene lo Yaalon si sia opposto al ritiro di Israele da Gaza nel 2005, ha criticato i «falchi» nel gabinetto di Netanyahu per aver pianificato il reinsediamento dell’enclave. Netanyahu è stato riluttante a rivelare il suo piano per Gaza post-bellica, ma alcuni membri del suo gabinetto hanno dichiarato apertamente il loro desiderio di spopolare e reinsediare il territorio.
Durante una visita al confine di Gaza la scorsa settimana, il ministro per l’edilizia abitativa Yitzhak Goldknopf ha posato con una mappa degli sviluppi israeliani proposti a Gaza, dicendo ai giornalisti che «l’insediamento ebraico qui è la risposta al terribile massacro e la risposta alla Corte penale internazionale dell’Aia».
All’inizio di quest’anno, il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich e il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir hanno entrambi chiesto che la popolazione di Gaza venga ridotta di dieci volte attraverso l’emigrazione forzata, mentre un documento politico trapelato, redatto dal ministero dell’intelligence israeliano, ha esortato Netanyahu a occupare permanentemente Gaza e a reinsediare i suoi circa 2,3 milioni di abitanti in Egitto, negli stati del Golfo e in Europa.
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Il mese scorso la Corte penale internazionale (CPI) ha emesso mandati di arresto per Netanyahu e per l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, accusandoli di aver commesso crimini contro l’umanità e crimini di guerra a Gaza.
In una dichiarazione di lunedì, l’IDF ha affermato di «respingere le gravi accuse di pulizia etnica» da parte di Yaalon, insistendo sul fatto che emette ordini di evacuazione temporaneamente e «in conformità con le esigenze operative».
Il partito Likud di Netanyahu ha accusato Yaalon, un ex membro, di diffondere «menzogne calunniose», mentre Gallant ha chiesto all’ex ministro di «ritrattare le sue parole e scusarsi con i soldati dell’IDF».
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Immagine di IDF Spokesperson’s Unit via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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