Scienza
«Antigravità», gli scienziati della NASA, della DARPA e del MIT si sono incontrati per discutere della tecnologia

Diversi scienziati della NASA, della DARPA, del MIT e dell’Aeronautica USA si sono incontrati su Zoom il novembre scorso – secondo quanto riportato dal sito Debrief – per discutere di qualcosa solitamente riservato ai teorici marginali e agli eccentrici: come sconfiggere la gravità.
La prima Conferenza sull’energia a propulsione alternativa (APEC) è stata costituita per dare agli scienziati la possibilità di discutere di quelle teorie considerate dei tabù e su delle idee che esulano dai confini della scienza ufficiale.
Gli incontri su questa particolare tematica sono stati circa una ventina – secondo il rapporto del Debrief – con scienziati che hanno discusso di argomenti che vanno dalla propulsione non newtoniana agli avvistamenti di fenomeni aerei non identificati (UAP).
Una «Woodstock della ricerca sulla modifica della gravità»
In altre parole parrebbe essere una «Woodstock della ricerca sulla modifica della gravità», come affermato da Ron Kita, il fondatore di un’impresa chiamata Chiralex che sta lavorando su materiali di «schermatura gravitazionale».
Tutto sommato è un evento che desta profonda curiosità e fa sorgere spontanei e legittimi interrogativi.
«La comunità di Alt Propulsion è altamente intersezionale e siamo inseriti tra le culture aerospaziale, della difesa, dell’ingegneria elettrica, della fisica, degli UFO e della “scienza di frontiera”», ha detto a Debrief il moderatore e organizzatore della conferenza, Tim Ventura.
«Abbiamo persone di tutte queste culture che visitano la conferenza e si presentano, e nonostante il fatto che queste varie comunità non siano sempre d’accordo su alcuni argomenti, siamo stati in grado di evitare conflitti».
Nonostante lo strano argomento, 16 dei 71 partecipanti all’evento di novembre erano scienziati e ingegneri della NASA attuali o precedenti e altri 14 erano affiliati a istituzioni blasonate come il MIT e Harvard.
«La comunità di Alt Propulsion è altamente intersezionale e siamo inseriti tra le culture aerospaziale, della difesa, dell’ingegneria elettrica, della fisica, degli UFO e della “scienza di frontiera”»
Il tema degli UFO ha avuto grande risalto alla conferenza. L’argomento ha avuto una significativa rinascita dopo che alcuni piloti militari hanno parlato apertamente di avvistamenti di «oggetti non identificati».
«In passato, tutti erano consapevoli degli UFO, ma non erano molto rilevanti perché non sono ben compresi», ha detto Ventura a Debrief, affermando che la comunità scientifica sta affrontando l’argomento più seriamente che mai.
Nonostante i loro sforzi, tuttavia, la gravità rimane imbattuta, sebbene sia probabilmente positivo che alcuni ricercatori stiano trovando il tempo per intrattenere conversazioni a lungo termine su come ciò potrebbe cambiare.
Riprogenetica
Micro testicoli coltivati dagli scienziati in laboratorio

Alcuni scienziati sono riusciti a coltivare in laboratorio minuscoli organoidi di testicoli. Lo riporta il sito Futurism.
Il fenomeno apre la strada ad una riproduzione artificializzata a partire dalla stessa produzione dei gameti.
A febbraio l’Università israeliana Bar-Ilan ha annunciato in un comunicato stampa che i suoi ricercatori sono riusciti a far crescere con successo testicoli artificiali da cellule di topo in una capsula di Petri, in uno sviluppo che, dicono come sempre, potrebbe essere utilizzato in futuro per contribuire a curare l’infertilità maschile umana.
Come mostrano le riprese ravvicinate al microscopio degli organoidi, è evidente che hanno formato le strutture di base dei testicoli, compresi i tubuli attraverso cui passa lo sperma e anche il contorno oblungo generale dell’organo vero e proprio.
Sebbene questa non sia la prima volta che gli scienziati riescono a far crescere testicoli in laboratorio (è già successo almeno una volta, quando nel 2015 alcuni scienziati americani ne crearono una coppia in grado di produrre testosterone utilizzando cellule staminali umane per aiutare i soldati le cui gonadi erano rimaste ferite in combattimento), questo, secondo la vulgata transumanista degli scienziati, ultimo successo potrebbe rappresentare una svolta nel trattamento dell’infertilità maschile.
La «scienza» quindi prevede di produrre spermatozoi da testicoli in vitro, aggiungendo un livello ulteriore all’artificio della riproduzione artificiale, usando come scusante il crollo della fertilità maschile registrato in questi anni.
Come riportato da Renovatio 21, ricerche oramai comprovate segnalano una tendenza allarmante: il numero di spermatozoi degli uomini è diminuito, i livelli di testosterone sono precipitati e la disfunzione erettile è in aumento.
Anche il cosiddetto «periodo COVID» ha influito negativamente su questa problematica già abbondantemente conclamata. Come se non bastasse, un nuovo studio ha concluso che la fertilità maschile è ridotta per diversi mesi dopo l’iniezione del vaccino COVID-19 a base mRNA.
Nonostante non se ne parli con la stessa frequenza dell’infertilità femminile, è comunque un problema molto serio: come spiega uno studio del 2015 pubblicato sul Journal of Human Reproductive Sciences, fino al 2% degli uomini in tutto il mondo presenta problemi di «spermatozoi non ottimali».
In un’intervista al quotidiano israeliano Haaretz, la dottoressa Nitzan Gonen del Bar-Ilan, specialista nella determinazione del sesso del feto e direttrice dell’Istituto di nanotecnologia e materiali avanzati dell’istituto, ha espresso il desiderio di demitizzare le discussioni comprensibilmente imbarazzanti che circondano testicoli, sperma e infertilità maschile mentre lei e i suoi colleghi lavorano alla loro ricerca, pubblicata di recente sull‘International Journal of Biological Sciences.
«La scienza oggi riconosce più di 100 geni in cui le mutazioni possono causare l’inversione sessuale, ma pensiamo che questa sia solo la punta dell’iceberg», ha detto la Gonen. «E ora arriviamo al motivo per cui sono entrato in questo ramo di ricerca; stavamo cercando un sistema cellulare, un sistema in vitro, per studiarlo. Fino a quel momento non esisteva un sistema biologico per modellare il testicolo».
I ricercatori non sono ancora riusciti a far crescere i testicoli in vitro, né sono riusciti a fargli produrre sperma. Tuttavia, questo progresso segna la prima volta dalla 2015 che un’obiettivo simile viene raggiunto.
Il fine ultimo sembra quello di voler artificializzare non solo l’unione dei gameti, ma la produzione dei gameti stessi.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Nucleare
La Svizzera ordina l’espulsione di centinaia di scienziati russi dal CERN

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Scienza
Scienziati russi creano elementi per il controllo della radiazione laser terahertz

Le caratteristiche dei fasci terahertz ad alta potenza nei nuovi sistemi laser possono essere controllate utilizzando elementi ottici in silicio e diamante creati presso l’Università di Samara.
I ricercatori hanno creato un’ampia gamma di elementi ottici che consentono la manipolazione della radiazione laser terahertz.
Secondo gli scienziati, sono stati creati per la prima volta elementi ottici diffrattivi in silicio e diamante per la gamma terahertz, il che rende possibile formare fasci potenti con caratteristiche specifiche (inclusi i cosiddetti «fasci rotanti») e focalizzare la radiazione in aree specifiche dello spazio.
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La radiazione terahertz ha proprietà uniche per l’optoelettronica, hanno detto alla testata governativa russa Sputnik gli scienziati della Samara National Research University che prende il nome dall’accademico capo progettista del programma di razzi sovietico Sergej Pavlovič Korolëv (1907-1966).
I ricercatori hanno sviluppato metodi efficienti per calcolare e creare elementi ottici che operano nella gamma terahertz dello spettro elettromagnetico, situata tra le gamme infrarossa e microonde.
Secondo gli autori della ricerca, lo sviluppo può essere applicato nella lavorazione dei materiali, nella creazione di dispositivi optoelettronici per l’elaborazione delle informazioni, nonché nelle telecomunicazioni. I risultati della ricerca sono stati pubblicati nella monografia collettiva dell’Accademia russa delle scienze Terahertz Photonics.
Per studiare le proprietà dell’atmosfera si utilizzano fasci rotanti e la sostituzione della scansione punto per punto con la focalizzazione su aree uniformi consente di aumentare l’efficienza dei sistemi di scansione.
I nuovi elementi consentiranno di sfruttare in modo efficace le potenzialità delle radiazioni terahertz, ha affermato Vladimir Paveljev, capo del Dipartimento di Ingegneria chimica presso l’Università di Samara.
«La radiazione terahertz ha proprietà uniche che aprono nuovi orizzonti per la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico. La capacità di penetrare molti materiali senza danneggiarli rende la radiazione terahertz uno strumento indispensabile per il controllo non distruttivo. Grazie alla sua elevata sensibilità a varie sostanze, questo tipo di radiazione è ampiamente utilizzato nella spettroscopia per identificare i materiali», ha affermato.
Lo scienziato ha osservato che la radiazione terahertz viene utilizzata nella ricerca atmosferica, nello studio della sua composizione e dinamica. Lo sviluppo delle tecnologie terahertz apre nuovi orizzonti in settori quali la lavorazione dei materiali, la creazione di dispositivi optoelettronici terahertz per l’elaborazione delle informazioni e le telecomunicazioni.
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Gli sviluppi sono stati il risultato di ricerche condotte per oltre 10 anni su apparecchiature specializzate. Tra queste, il Novosibirsk Free Electron Laser (NFEL) presso l’Istituto di fisica nucleare SB RAS, che consente di ottenere potenti radiazioni terahertz coerenti a una data lunghezza d’onda e di condurre ricerche fondamentali e applicate.
Per creare elementi di ottica terahertz, gli scienziati hanno utilizzato metodi per calcolare elementi ottici diffrattivi sviluppati presso la Samara University e l’Institute of Image Processing Systems dell’Accademia russa delle scienze e precedentemente utilizzati nella gamma ottica. Per strutturare piastre di diamante policristallino, sono state utilizzate tecnologie sviluppate presso l’Istituto di Fisica Generale dell’Accademia Russa delle Scienze di Mosca).
Presso l’Università di Samara sono state sviluppate tecnologie litografiche per la produzione di elementi ottici in silicio nell’ordine dei terahertz .
Nel prossimo futuro, gli scienziati inizieranno a creare elementi fotonici in una gamma di lunghezze d’onda più lunga, scrive Sputnik.
Come riportato da Renovatio 21, la Russia – come altri Paesi (gli USA, la Cina, Israele) – sta implementando sempre più apertamente l’uso di laser anche come armi belliche. Armi laser russe sarebbero in preparazione anche in funzione ASAT, ossia per distruggere i satelliti spia nemici.
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