Geopolitica
Anche Xi Jinping si congratula con Joe Biden

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews.
Era tra i pochi leader mondiali a non averlo ancora fatto. Finora i complimenti erano arrivati in modo vago solo dal ministero cinese degli Esteri. Analisti: Xi si è mosso dopo che Trump ha autorizzato l’avvio della transizione e ha annunciato nuove sanzioni per le imprese di Pechino.
Xi Jinping si è congratulato ieri con Joe Biden. In un messaggio pubblicato dall’agenzia statale Xinhua, il presidente cinese ha detto al leader democratico che la comunità internazionale si aspetta «sane e stabili» relazioni tra le due potenze.
Xi si è mosso dopo che Trump ha autorizzato l’avvio della transizione e ha annunciato nuove sanzioni per le imprese di Pechino
(…)
Tra i grandi Paesi, e quelli di maggior importanza per Washington, solo Russia, Messico e Brasile non si sono ancora congratulati con il candidato democratico.
In modo alquanto vago, il 13 novembre il ministero cinese degli Esteri aveva dichiarato che la Cina «rispetta la scelta del popolo statunitense e si congratula con Biden e Kamala Harris [la vice presidente eletta]». Allo stesso tempo, esso ha sottolineato che il governo cinese è consapevole del fatto che i risultati del voto «saranno accertati secondo le leggi e le procedure Usa». Il riferimento di Pechino è ai ricorsi giudiziari presentati da Trump (…)
Tra i grandi Paesi, e quelli di maggior importanza per Washington, solo Russia, Messico e Brasile non si sono ancora congratulati con il candidato democratico.
Secondo gli analisti, le crescenti tensioni con Washington hanno spinto la leadership cinese alla cautela sul risultato finale della contesa presidenziale negli Stati Uniti.
L’intento era quello di evitare frizioni con l’amministrazione in carica prima dell’insediamento di quella nuova il 20 gennaio. (…) Trump ha inoltre annunciato nuove sanzioni per le imprese USA che fanno affari con quelle cinesi impegnate in ambito militare. Da qui la mossa ufficiale di Xi.
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Geopolitica
Il vescovo ausiliare di Gerusalemme condanna le dichiarazioni di Trump su Gaza

In risposta alle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sui suoi piani per Gaza, annunciati lunedì, il vescovo ausiliare di Gerusalemme, monsignor William Shomali, ha rilasciato una dichiarazione sul proposto trasferimento della popolazione. Lo riporta LifeSite, che ne ha raccolto la dichiarazione.
«L’idea di spostare un popolo contro la sua volontà e costringere un altro Stato ad assorbirlo è inaccettabile. Il diritto e la libertà di un popolo di vivere sulla propria terra e di non essere forzatamente sfollato non dovrebbero nemmeno essere messi in discussione».
«L’Egitto e la Giordania hanno fermamente respinto l’idea di assorbire un afflusso massiccio di palestinesi. Accogliere famiglie vulnerabili, anziani e malati è una cosa, ma non una popolazione di oltre due milioni di persone. Ogni decisione dovrebbe essere una scelta libera e deliberata presa da entrambe le parti. Non è questo il caso».
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«L’annuncio di Trump è stato uno shock per noi perché ha chiarito le sue intenzioni riguardo al futuro di Gaza. Non ha menzionato le risoluzioni ONU e la soluzione Due Popoli: Due Stati. Nella sua mente, uno Stato palestinese è un’utopia. Trump non può sostituire le Nazioni Unite e diventare il supremo decisore».
«Spero e prego che il cessate il fuoco continui e che si trovi una soluzione a questo conflitto. Lo scambio di ostaggi e prigionieri non risolve il problema di fondo, che è l’intero conflitto storico e di lunga durata. Ne affronta una parte, ma non la radice, che è la questione su chi possiede questa terra. La questione non si risolve negando i diritti di un popolo, ma affermando entrambi i diritti, altrimenti il conflitto non avrà fine».
«I cristiani palestinesi, in quanto parte del popolo palestinese, sarebbero toccati da tale decisione così come lo furono dalla guerra del 1948, che disperse migliaia di cristiani e li costrinse a cercare lavoro in altri Paesi».
Come riportato da Renovatio 21, altre figure religiose cattoliche, come Suor Nabila delle Rosary Sisters, hanno espresso il loro sgomento per la proposta Trump, definendola «inimmaginabile».
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Immagine di Fondo Andaluz de Municipios para la Solidaridad Internacional FAMS via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Geopolitica
«Né saggio, né intelligente, né onorevole»: l’ayatollah Khamenei contro i colloqui con Trump

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Geopolitica
Il braccio destro di Zelens’kyj dice che una guerra USA-Russia sarebbe «bene per l’Ucraina»

Una guerra tra Stati Uniti e Russia sarebbe vantaggiosa per l’Ucraina, secondo il principale collaboratore di Volodymyr Zelens’kyj, Mikhail Podoliak. In un’intervista con i media locali di mercoledì, pubblicata da RBK Ucraina, ha discusso la possibilità di un dispiegamento di truppe statunitensi nel paese sotto il presidente Donald Trump.
Alla domanda sulla probabilità che le truppe statunitensi arrivino in Ucraina, Podoliak ha espresso scetticismo, ma ha affermato che fare pressione sul presidente russo Vladimir Putin «non richiede necessariamente di spingere per uno scontro diretto» tra Stati Uniti e Russia, tuttavia un tale conflitto «sarebbe sicuramente positivo per noi».
Il Podoliak non è nuovo ad affermazioni sconcertanti.
Come riportato da Renovatio 21, consigliere di Zelens’kyj mesi fa aveva dichiarato che la «massima uccisione dei russi» è il fine della guerra in corso. A settembre aveva fatto commenti controversi su Cina e India e il loro «basso potenziale intellettuale».
Il consigliere presidenziale aveva definito la proposta di pace tra Russi e Ucraina avanzata dall’ex presidente francese Nicholas Sarkozy come «criminale» accusando il marito di Carla Bruni di complicità nell’organizzazione di «genocidio e guerra».
Lo scorso novembre il Podolyak in un’intervista alla stazione televisiva ucraina Canale 24 aveva dichiarato che Kiev deve impadronirsi di tutti i territori perduti dalla Russia, compresa la penisola di Crimea, altrimenti rischia di scomparire dalla mappa del mondo.
In passato il Podoyak si è scagliato contro il capo di SpaceX Elon Musk, che nel suo racconto ha «favorito il male» negando all’Ucraina l’uso dei satelliti Starlink – che Musk ha fornito a Kiev gratuitamente – per attaccare la Crimea con i droni.
Come riportato da Renovatio 21, il Podolyak esternato attacchi al papa e financo al cristianesimo tout court.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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