Oligarcato
Klaus Schwab e dirigenti WEF accusati di sessismo e di aver usato la parola «negri»

I dirigenti del World Economic Forum (WEF), tra cui il fondatore Klaus Schwab, hanno chiuso un occhio sulla discriminazione contro le donne e i neri, nonché sulle molestie sessuali all’interno dell’organizzazione, ha riferito sabato il Wall Street Journal, citando oltre 80 dipendenti attuali ed ex dipendenti e altre fonti a conoscenza della situazione.
Le accuse contrastano con le raccomandazioni del WEF, che ha chiesto a gran voce il progresso della parità di genere, che secondo i suoi analisti, dovrebbe aggiungere migliaia di miliardi alle economie globali e aumentare significativamente la produzione economica di alcune nazioni.
Il WEF, colloquialmente noto come Forum di Davos, è stato fondato da Schwab nel 1971 ed è gestito come una fondazione senza scopo di lucro. L’incontro annuale del forum a Davos, in Svizzera, è il più grande evento annuale di economia e commercio al mondo; di solito attrae decine di leader mondiali di alto rango e CEO, con oltre 50 capi di stato presenti nel 2024.
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Il mese scorso, lo Schwab ha annunciato l’intenzione di ritirarsi dalla sua posizione dopo più di 50 anni alla guida del raduno annuale. Il fondatore, 86 anni, ha delineato la sua intenzione di passare al ruolo di presidente non esecutivo prima del prossimo forum nel 2025.
Sotto la supervisione di Schwab del forum, «un’atmosfera ostile alle donne e ai neri» sul posto di lavoro è stata «lasciata peggiorare», ha detto la testata, citando lamentele interne, scambi di e-mail e interviste con membri dello staff e persone consapevoli delle pratiche.
Almeno sei dipendenti donne sarebbero state licenziate o avrebbero visto i loro percorsi di carriera influenzati negativamente dopo essere rimaste incinte o essere tornate dal congedo di maternità, mentre un’altra mezza dozzina sarebbe stata presumibilmente molestata sessualmente da dirigenti senior, alcuni dei quali sono ancora presenti nell’organizzazione. Due donne hanno dichiarato al WSJ di essere state molestate sessualmente anni fa da ospiti VIP durante incontri del forum.
I responsabili del forum avrebbero usato la parola «negri» quando si rivolgevano ai dipendenti neri, secondo le denunce interne ottenute dalla rivista. I neri sarebbero stati esclusi dalle promozioni o «esclusi da Davos».
Secondo quanto riferito, Schwab avrebbe tentato di introdurre un limite di età per i membri del personale, hanno detto persone che hanno familiarità con la questione, aggiungendo che l’ex dirigente «ha individuato un gruppo di dipendenti di età superiore ai 50 anni e ha incaricato il suo capo delle risorse umane di sbarazzarsi di loro tutti».
Tre donne dello staff, che lavoravano a stretto contatto con lo Schwab, hanno affermato che lui ha fatto loro commenti allusivi che le hanno messe a disagio nel corso di diversi decenni. Diversi altri colleghi hanno confermato le accuse.
Il portavoce del forum Yann Zopf ha detto al WSJ che Schwab non è mai stato «impegnato nei comportamenti volgari» descritti dai media, definendo le accuse «vaghe e false» e aggiungendo che non era stata fatta alcuna «prova sessuale» ai dipendenti.
Il WEF ha anche respinto le accuse relative al limite di età, affermando che l’organizzazione dietro l’evento annuale ha «tolleranza zero per le molestie o le discriminazioni e ha risposto in modo appropriato a tutti i reclami ricevuti».
Il portavoce ha sottolineato che molte delle accuse, comprese quelle che denunciano la discriminazione contro le donne incinte, riguardavano ex dipendenti che erano stati licenziati per motivi di rendimento o come parte di una ristrutturazione. Ha aggiunto che la dirigenza aveva ricevuto tre segnalazioni che denunciavano discriminazione razziale negli ultimi quattro anni e che tutte sono state attentamente esaminate e sono state prese misure appropriate per affrontare il problema.
Come riportato da Renovatio 21, lo Schwab si è recentemente dimesso da capo del WEF, lasciando il controllo ai figli.
Fondato da Schwab nel 1971, il WEF è una fondazione senza scopo di lucro e il suo incontro annuale a Davos è il più grande evento annuale di affari ed economia del mondo. Il forum attira tradizionalmente dozzine di leader mondiali e amministratori delegati di alto rango, con più di 50 capi di stato presenti nel 2024, secondo l’organizzazione. In pratica, una Mecca dell’Oligarcato mondiale, protetta, ogni gennaio, da almeno cinquemila soldati svizzeri armati fino ai denti e percorsa imperiosamente da talmente tante meretrici che il resto della Svizzera e forse dei Paesi limitrofi ne resta sprovvisto..
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Il Forum di Davos – che, come sa il lettore di Renovatio 21 ha origini oscure, come le ha il suo fondatore cresciuto tra Kissinger e collaborazioni con il programma atomico sudafricano – è visto da Schwab come l’incontro di quelle élite non elette che ritiene essere le «amministratrici del futuro». L’idea alla base di Davos non dispiace al pontefice regnante Giorgio Mario Bergoglio, il quale a inizio anno, in occasione della kermesse mondialista, ha scritto una lettera allo Schwab dichiarando che la «globalizzazione è fondamentalmente morale».
I tentacoli davosiani arrivano oramai ovunque. È infatti sempre più sensibile la portata del programma Young Global Leaders, un piano di formazione di ministri e supermanager in erba formati dal World Economic Forum e poi infiltrati nei gangli del settore pubblico e privato. Vari «allievi» YGC nei governi di tutto il mondo – «penetrati», secondo la spudorata terminologia esatta utilizzata dallo Schwabbo.
Schwab è noto per aver teorizzato, in un libro che in Italia ha per qualche ragione la prefazione dell’erede Agnelli John Elkann, una «Quarta Rivoluzione Industriale» che opererà la fusione uomo-macchina, e non si è tirato indietro quando si è trattato di eccitarsi in pubblico, con a fianco il fondatore di Google Sergej Brin, riguardo all’idea di impiantare in testa alla popolazione un chip che ne legga e determini le emozioni e i pensieri.
Un articolo dello scorso anno sempre sul sito del WEF parlava di «ragioni solide e razionali» per impiantare microchip nei bambini. Un dirigente di Nokia ha parlato a Davos di cellulari che «saranno costruiti direttamente nei nostri corpi».
Assieme al transumanismo, anche un po’ di eugenetica non fa mai male: ecco la relatrice di Davos 2023 che parla di previsioni genetiche sulle malattie in grado di influire sulla decisione di avere figli.
Si comprende che lo slogan «non avrai nulla e sarai felice» è in realtà roba soft, rispetto al programma dettagliato del gruppo estremista di Davos.
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Immagine di World Economic Forum via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic
Oligarcato
L’ambasciatore britannico negli USA ha scritto una lettera d’amore a Jeffrey Epstein. Londra lo licenzia

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Oligarcato
«Surreale» cena alla Casa Bianca con Trump, Zuckerberg, Bill Gates

Il presidente Donald Trump ha organizzato una cena di alto profilo alla Casa Bianca, invitando i leader più influenti della Silicon Valley a discutere di intelligenza artificiale e investimenti negli Stati Uniti.
Tra i presenti figuravano Mark Zuckerberg, CEO di Meta Facebook, Tim Cook, CEO di Apple, Sam Altman, CEO di OpenAI, e Bill Gates, il fondatore di Microsoft con ampie attività filantrocapitaliste in corso. Molti di costoro in passato avevano pubblicamente criticato Trump. Elon Musk, tecnicamente il più ricco e di successo tra gli imprenditori tecnologici, un tempo stretto alleato di Trump, era assente, ufficialmente a causa di conflitti di agenda ma più probabilmente della rottura pubblica tra i due, non ancora sanata nonostante il ramoscello d’olivo mostrato da Trump negli scorsi giorni.
Il cosiddetto zar dell’Intelligenza Artificiale e delle criptovalute della Casa Bianca David Sacks (già tra i fondatori di PayPal, poi divenuto investitore di Venture Capital e sostenitore MAGA) era presente alla cena con l’amico e compagno di podcast Chamath Palihapitiya, già dirigente di Facebook a cui è seguito un grande successo come investitore. I due hanno offerto un resoconto privilegiato dell’evento sul loro podcast «All-In».
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«Tutto è iniziato con un gruppo organizzato da Chamath nella Silicon Valley. Erano il nucleo centrale, e poi sempre più persone hanno voluto unirsi», ha detto Sacks. «Ben presto, il presidente ha invitato i massimi leader del settore tecnologico, e la sala si è trasformata nella sala che vedete. È davvero sorprendente la capacità del presidente Trump di convocare tutte queste persone. Direi che forse metà dell’industria tecnologica era presente in termini di capitalizzazione di mercato».
Il Palihapitiya, sposato con la stupenda ereditiera farmaceutica italiana Nathalie Dompè, nel video concorda col Sacks, spiegando che trovarsi in quella stanza «sembrava surreale».
«Vedi i leader delle aziende più importanti del mondo, tutti seduti insieme, con questo senso di allineamento e cooperazione. È stato davvero fantastico», ha detto il Palihapitiya. «Queste persone non devono presentarsi da nessuna parte, ma il fatto che il presidente abbia potuto convocarle la dice lunga su di lui e sul suo programma».
Palihapitiya ha affermato che i partecipanti hanno sostenuto «incredibilmente» le politiche di Trump, che ha contrapposto alle «difficoltà sotto Biden», osservando che «anche i liberali più convinti come Tim Cook e Bill Gates hanno ormai pienamente abbracciato il presidente Trump».
«Questo è una testimonianza del suo programma», ha affermato. Il Palihapitiya ha poi offerto un resoconto dettagliato di Trump che ospita i leader della tecnologia nella Roosevelt Room. «Vedevamo le persone più potenti che hanno costruito queste incredibili aziende: circa 30 persone, ma il tavolo ne può ospitare solo 15. Quindi c’erano Tim Cook, Sam Altman e Satya Nadella seduti su un divano, con Dylan Field e Alan Wag lì vicino, che si rilassavano», ha raccontato Palihapitiya. «Nel loro mondo, sono dei re, ma alla Casa Bianca sono cittadini americani lì per incontrare il presidente. L’ego di tutti è stato messo a dura prova».
«Poi ci hanno fatto mettere in fila indiana – Sundar [Pichai, CEO di Google, ndr], Satya [Nadella, CEO di Microsoft, ndr], Bill Gates – come se fossimo nel backstage di un concerto degli Zeppelin», ha aggiunto il finanziere cingalo-canadese, raccontando che il momento si è arricchito di un visita allo Studio Ovale, con partecipanti come Safra Catz di Oracle e suo marito che si sono intrattenuti per le foto al Resolute Desk.
Si è trattato momento improvvisato si è verificato quando il marito di Catz ha chiesto una penna, spingendo Trump a distribuire monete e penne. Sergey Brin di Google ha innescato una discussione politica che si è protratta fino alla cena, mentre la richiesta di un partecipante di avere la playlist di Trump ha portato alla musica dei Fleetwood Mac nel giardino delle rose della Casa Bianca, immortalata da Lisa Su del produttore di microchippi AMD.
«Il cameratismo, tuttavia, non è riuscito a mascherare la tensione di fondo: questi leader, un tempo critici accesi, ora sembravano dare priorità all’accesso e all’influenza rispetto ai loro principi passati, mettendo in dubbio se la loro precedente opposizione fosse autentica o semplicemente una posa per ottenere il favore del pubblico», scrive Zerohedge.
L’evento ha sollevato interrogativi sulle motivazioni dei leader del settore tecnologico che un tempo si opponevano a Trump. Zuckerberg, che aveva bandito Trump dalle piattaforme di Meta nel 2021 dopo la rivolta al Campidoglio del 6 gennaio, aveva giustificato la mossa come una presa di posizione contro l’incitamento, attirandosi accuse di censura da parte dei sostenitori di Trump.
Nel 2016, Zuckerberg aveva criticato la retorica di Trump sull’immigrazione definendola divisiva durante la conferenza F8 di Meta. Cook, un acceso sostenitore della giustizia sociale, si era opposto al divieto di viaggio imposto da Trump nel 2017, definendolo «un approccio non corretto», mentre Altman aveva paragonato Trump a demagoghi «odiosi».
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Lo Zuckerbergo è stato filmato durante la serata mentre, interrogato dal presidente Trump sulla quantità di investimenti negli USA dei prossimi anni fa parte di Facebook, dice di volere impegnare circa 600 miliardi al 2028. Alcuni in rete accusano lo Zuck di essersi inventato al momento una cifra a caso che potesse compiacere il Trump, che, come noto, l’anno scorso in un libro fotografico aveva minacciato di dare l’ergastolo allo Zuckerbergo qualora fosse intervenuto come nel 2020 nelle elezioni 2024.
Mark Zuckerberg gets caught on a hot mic admitting he is totally making up Meta’s U.S. investment numbers based on whatever Trump wants to hear:
— Spencer Hakimian (@SpencerHakimian) September 5, 2025
Molti hanno reagito malamente alle immagini di Bill Gates che pontifica a fianco di un’occhiuta Melania, paventando un cedimento del presidente.
Il Gates ha ostentato con vanto la sua carriera di filantrocapitalista riguardo alla sanità globale, che significa, ovviamente, vaccini.
It’s infuriating to see Bill Gates at the White House in a position of honor. I want a future where we stop giving power to evil people like Gates. He’s a globalist who hates the America First ideology. His God complex deserves nothing but contempt. pic.twitter.com/IpfuXbRekI
— Robby Starbuck (@robbystarbuck) September 5, 2025
Tuttavia, a poche ore dalla cena, Trump ha pubblicato su Truth Social un segmento di un vecchio documentario sui vaccini che mostra la loro assoluta pericolosità.
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Immagine screenshot da YouTube
Misteri
Il Congresso USA pubblica il filmato mancante della prigione di Epstein

The missing minute from Jeffrey Epstein’s surveillance footage has finally been released.
The original tape jumped from 11:58 p.m. straight to midnight—but the recovered clip reveals guards walking toward Epstein’s cell at 11:59:39, just seconds before midnight. pic.twitter.com/fi4yXML24X — Shadow of Ezra (@ShadowofEzra) September 2, 2025
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