Geopolitica
Partito l’«attacco esteso» dell’Iran contro Israele
È stata effettuata un’operazione contro obiettivi israeliani nei territori palestinesi occupati, ha dichiarato lunedì sera il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane (IRGC). L’attacco con droni e missili è stato una risposta a “numerosi crimini” commessi da Gerusalemme Ovest, tra cui un attacco al consolato iraniano a Damasco, in Siria.
«In risposta ai numerosi crimini del regime sionista… e al martirio di numerosi comandanti e consiglieri militari del nostro Paese in Siria, la Divisione Aerospaziale dell’IRGC ha lanciato decine di missili e droni contro alcuni obiettivi all’interno dei territori occupati», si legge nella dichiarazione.
Gli obiettivi esatti dell’attacco rimangono sconosciuti. Non è inoltre chiaro se l’IRGC si riferisse ai territori palestinesi occupati in Cisgiordania o al territorio israeliano quando ha annunciato l’attacco. Diversi media avevano precedentemente riferito che diversi droni stavano prendendo di mira il territorio israeliano. Teheran ha detto che presto fornirà ulteriori dettagli sull’operazione.
New footages show #Iranian missiles hitting their designated targets in #Israeli-occupied territories. pic.twitter.com/kdLEZkrxzc
— Tasnim News Agency (@Tasnimnews_EN) April 13, 2024
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Lo sviluppo è arrivato due settimane dopo dalla distruzione del consolato iraniano nella capitale siriana, Damasco. L’attacco, di cui incolpano lo Stato Ebraico, è avvenuto il 1° aprile, ha ucciso sette ufficiali della Forza Quds dell’IRGC, tra cui due generali.
Secondo quanto riferito, esplosioni e sirene di emergenza si sarebbero sentite in tutto Israele dopo che l’Iran ha lanciato ondate di droni e missili suicidi per vendicarsi del raid damasceno all’inizio di questo mese.
Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno riferito poco prima delle 2 di domenica che le sirene suonavano in tutto il paese. Anche i giornalisti dell’AFP francese hanno affermato di aver sentito delle esplosioni. Non ci sono state segnalazioni di vittime.
The moment when #Iran's missile directly hit Negev in the occupied territories pic.twitter.com/Lw2S5d4fXx
— IRNA News Agency (@IrnaEnglish) April 13, 2024
Le notizie sono arrivate poche ore dopo l’inizio degli attacchi iraniani sabato sera. Secondo l’IDF, le forze statunitensi e britanniche hanno abbattuto più di 100 droni iraniani prima che potessero raggiungere lo spazio aereo
«Insieme ai nostri partner, l’IDF sta operando a pieno ritmo per difendere lo Stato di Israele e il popolo di Israele», ha detto il portavoce militare Danial Hagari. «Questa è una missione che siamo determinati e pronti a compiere».
Come riportato da Renovatio 21, in seguito all’incidente, il leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha promesso di dare a Israele uno «schiaffo in faccia». Venerdì funzionari statunitensi avevano avvertito Gerusalemme Ovest che Teheran potrebbe preparare un massiccio attacco nel fine settimana.
L’attacco su larga scala con missili e droni contro Israele è stato un successo, ha affermato il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane in una dichiarazione pubblicata dall’agenzia di stampa IRNA. L’esercito della Repubblica Islamica è riuscito a “colpire e distruggere” alcuni “importanti obiettivi militari”, ha aggiunto, senza fornire ulteriori dettagli.
???????????????????? The chickens have come home to roost. pic.twitter.com/etHPSUImL8
— Jackson Hinkle ???????? (@jacksonhinklle) April 14, 2024
holy shit, Iran is going HARD. pic.twitter.com/Wwrje0diBx
— Jackson Hinkle ???????? (@jacksonhinklle) April 13, 2024
???????????????????? The IRON DOME IS FAILING — MAJOR IRANIAN SUCCESS! pic.twitter.com/DORo0ujbTa
— Jackson Hinkle ???????? (@jacksonhinklle) April 13, 2024
???????????????????? IRANIAN missiles fly over Al Aqsa Mosque on their way to the GENOCIDAL ZIONISTS. pic.twitter.com/0A9FK9EQsB
— Jackson Hinkle ???????? (@jacksonhinklle) April 13, 2024
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L’attacco della Repubblica islamica ha coinvolto più di 100 droni, hanno riferito i media israeliani e occidentali. Le forze di difesa israeliane hanno affermato che stavano monitorando i veicoli aerei senza pilota in arrivo e li stavano intercettando a mezz’aria, con l’aiuto delle forze alleate.
L’IDF ha confermato solo danni «minori» a una singola base militare derivanti dall’attacco iraniano. L’unica persona ferita finora nell’attacco è stato un bambino di 10 anni nel sud di Israele.
Nella sua dichiarazione, l’IRGC ha anche avvertito esplicitamente gli Stati Uniti che «qualsiasi sostegno» che Washington potrebbe fornire a Israele nel «danneggiare gli interessi dell’Iran» sarebbe accolto con una risposta «decisiva» da parte dell’esercito della Repubblica Islamica. Teheran ritiene inoltre Washington «responsabile delle azioni malvagie» dello Stato Ebraico, aggiunge la dichiarazione. L’Iran ha anche messo in guardia i suoi vicini dall’aiutare gli Stati Uniti o Israele nei loro potenziali attacchi contro la Repubblica islamica. Anche Teheran darebbe una «risposta proporzionata» a tali azioni, ha affermato.
Sulla scia dell’attacco, i media israeliani hanno riferito che Israele stava pianificando una massiccia ritorsione all’attacco iraniano. Lo ha riferito TV Channel 12, citando un “alto funzionario israeliano”, poiché è in corso una “risposta senza precedenti” all’attacco. Il ministro israeliano della Cultura e dello Sport Miki Zohar ha anche affermato che lo Stato degli ebrei «ha ricevuto stasera un’ampia legittimità internazionale per colpire l’Iran con una forza senza precedenti».
Come riportato da Renovatio 21, Israele ha dichiarato di essere pronto ad attaccare i siti nucleari iraniani.
La settimana passata politico israeliano Nissim Vaturi aveva lanciato una sorta di minaccia, affermando che se gli americani non invieranno armi per combattere una guerra con l’Iran, Israele «dovrà usare tutto ciò che ha», facendo pensare immediatamente all’uso dell’arsenale atomico israeliano e alla cosiddetta «Opzione Sansone», secondo la quale Israele lancerebbe tutte le sue armi nucleari, dando potenzialmente inizio ad un Armageddone globale, come «ultima risorsa» per preservare la propria esistenza.
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Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior. In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW — Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
Il presidente statunitense Donald Trump sta esaminando proposte per operazioni militari americane contro presunte «strutture per la produzione di cocaina» e altri bersagli legati al narcotraffico all’interno del Venezuela. Lo riporta la CNN, che cita fonti anonime.
Due funzionari non identificati hanno dichiarato alla rete che Trump non ha scartato l’ipotesi di un negoziato diplomatico con Nicolás Maduro, nonostante recenti indicazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero interrotto del tutto i colloqui con Caracas, mentre valutano una possibile campagna per destituire il leader venezuelano.
Tuttavia, una fonte della CNN ha precisato che «ci sono piani sul tavolo che il presidente sta esaminando» per azioni mirate all’interno del Venezuela. Un terzo funzionario ha indicato che l’amministrazione Trump sta considerando varie opzioni, ma al momento si concentra sulla «lotta alla droga in Venezuela».
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A giudizio di alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, una campagna antidroga nel Paese sudamericano potrebbe accrescere la pressione per un cambio di regime a Caracas. Trump ha pubblicamente smentito l’intenzione di rimuovere Maduro dal potere.
Nelle scorse settimane, le forze armate americane hanno condotto vari raid contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico e, secondo Washington, collegate al Venezuela, causando decine di vittime.
Giovedì, Trump – che aveva già confermato l’autorizzazione di operazioni della CIA in Venezuela – ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero estendere la loro campagna antidroga dal mare alla terraferma, senza entrare in dettagli. Inoltre, la portaerei USS Gerald R. Ford è stata inviata nei Caraibi per sostenere l’operazione antidroga.
Maduro ha respinto ogni legame del suo governo con il traffico di stupefacenti, insinuando che gli Stati Uniti stiano usando le accuse come copertura per un cambio di regime. Dopo le notizie sul dispiegamento della portaerei, il presidente venezuelano ha accusato Washington di perseguire «una nuova guerra eterna».
Secondo un reportaggio del New York Times, Maduro stesso avrebbe proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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