Cina
I messaggi a Taipei nelle «celebrazioni» dell’Anno del dragone di Pechino
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
La Cina ha intensificato le attività militari durante il Capodanno lunare. Palloncini aerostatici hanno sorvolato lo stretto di Taiwan per due giorni consecutivi. Per gli esperti è un avvertimento che si inserisce nella «guerra psicologica» con l’isola ribelle. Soldati armati si sono esibiti per la prima volta al gala nazionale del Festival di Primavera.
Per «festeggiare» il Nuovo anno lunare e in concomitanza per l’inizio dell’Anno del dragone, con i cinesi in vacanza e liberi davvero di spostarsi dopo anni di restrizioni per il COVID-19, Pechino ha inviato palloni aerostatici sopra i cieli di Taiwan.
Il ministero della Difesa di Taipei riferisce di ripetuti avvistamenti nei pressi dell’isole e sopra le acque dello stretto di Taiwan per due giorni consecutivi nell’arco del fine settimana. Sono almeno otto i palloni spia di provenienza cinese che hanno sorvolato lo stretto e almeno cinque nella sola giornata di ieri avrebbero raggiunto l’isola. Altri avvistamenti si erano verificati anche il giorno precedente, a conferma di una escalation delle attività militari in questo periodo di festività.
Le autorità di Taiwan hanno inoltre intercettato aerei militari cinesi e droni, oltre a corazzate e navi dell’esercito nei pressi delle acque territoriali. Negli ultimi anni la Cina ha inviato a Taiwan aerei militari e velivoli senza pilota quasi ogni giorno e anche in questi giorni di festa le operazioni non si sono interrotte, mentre il ministero cinese della Difesa interpellato dai media sulle attività militari nello stretto non ha voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali.
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La Cina ha iniziato a inviare palloni aerostatici nello Stretto di Taiwan a dicembre, un mese prima delle elezioni presidenziali di Taiwan. Analisti ed esperti ritengono che i palloni inviati Pechino siano un avvertimento ambiguo per l’isola «ribelle» che rivendica la propria autonoma.
In passato, i palloni erano avvistati raramente, ma negli ultimi giorni Taiwan ha registrato una progressiva escalation e alcuni di essi hanno anche lambito le basi militari sull’isola. Secondo Taipei i palloni aerostatici rappresentano anche una minaccia per la sicurezza aerea.
I sorvoli fanno parte della cosiddetta «zona grigia» sfruttata della Cina per minacciare Taiwan senza scontri militari diretti.
Inoltre, dopo la vittoria del candidato filo-indipendentista Lai Ching-te alle elezioni presidenziali dello scorso gennaio, i voli militari della Cina sono diventati sempre più intensi. A gennaio sono stati individuati ben 33 caccia cinesi intenti a sorvolare per due volte la linea mediana dello stretto di Taiwan, il confine tacitamente concordato ai tempi della Guerra Fredda anche se Pechino non lo riconosce ufficialmente.
Anche gli avvistamenti di palloni aerostatici si sono intensificati all’indomani del voto per le presidenziali a Taiwan, sebbene la Cina abbia sempre risposto alle critiche sottolineando che i mezzi sono utilizzati per scopi meteorologici e non hanno alcuna valenza militare. Ciononostante, anche se i palloni sono utilizzati per raccogliere dati sull’atmosfera, per gli esperti vi è il timore che siano sfruttati dall’intelligence come complemento ulteriore di satelliti e di radar.
Nel febbraio dello scorso anno, un pallone aerostatico cinese che ha attraversato gli Stati Uniti ha scatenato una crisi diplomatica tra le due potenze. Le foto mostrano il mezzo, che trasportava pannelli solari e dispositivi elettrici. All’epoca il presidente USA Joe Biden ha ordinato l’abbattimento, in una «guerra dei palloni» che secondo Washington erano dei velivoli spia usati dal Dragone per raccogliere informazioni sulle basi militari americane nelle aree del Pacifico. In risposta, la Cina ha affermato che il pallone vagante era usato per scopi meteorologici e di ricerca.
In questi giorni, infine, alcuni soldati armati sono apparsi sul palcoscenico del Gala del festival di Primavera, trasmesso dalla televisione di Stato CCTV. I soldati che hanno eseguito una canzone militare durante lo spettacolo appartenevano a una unità dell’Esercito Popolare di Liberazione a guardia della capitale, Pechino.
È la prima volta che soldati armati di una unità di combattimento appaiono sul palco del gala annuale e si esibiscono in passi d’oca (il caratteristico passo militare). Lo schermo sullo sfondo mostrava le scene delle esercitazioni dell’esercito durante l’esibizione, tra cui la portaerei, gli ultimi jet da combattimento, le scene di lancio dei missili e lo sbarco delle truppe su una spiaggia.
Anche in questo caso, per gli analisti si tratterebbe di un avvertimento lanciato a Taiwan, l’isola ribelle, anche in considerazione del fatto che in passato solo guardie d’onore e divisioni artistiche dell’esercito partecipavano all’esibizione.
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Cina
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Cina
La Cina supera il trilione di dollari di surplus commerciale
Per la prima volta, il surplus commerciale della Cina ha superato i mille miliardi di dollari nei primi 11 mesi del 2025. Mentre le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite di circa un terzo a causa dei dazi, le esportazioni verso Europa, Australia e Sud-est asiatico sono aumentate.
Gran parte di questa impennata è stata trainata dalla forte crescita dei beni high-tech, che ha superato del 5,4% l’aumento delle esportazioni complessive. Le esportazioni di automobili hanno registrato un boom, sostituendo Giappone e Germania in termini di quota di mercato. Le esportazioni di semiconduttori sono aumentate del 24,7% nello stesso periodo e le esportazioni di cantieristica navale sono aumentate del 26,8%.
Il canale all-news cinese CGTN ha pubblicato un articolo che attacca le narrative occidentali di «sovracapacità» o «dumping» come spiegazioni del boom delle esportazioni cinesi.
«Per i politici e i leader dell’industria occidentali, la questione non è come presentare la Cina come un rivale, ma come riconoscere le realtà strutturali che rappresenta. Comprendendo il surplus come parte del panorama economico globale, si apre l’opportunità di adattare le strategie, esplorare le complementarietà, promuovere la collaborazione e ricercare miglioramenti dell’efficienza che vadano a vantaggio di entrambe le parti».
Vari allarmi sulla tenuta dell’economia cinese erano stati lanciati negli ultimi anni.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina, dopo la guerra dei dazi di Trump, è ancora impegnata in un conflitto con gli USA e i satelliti occidentali per i chip.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Cina
Cina, il vescovo Zhang e gli altri cattolici ridotti al silenzio
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1. Lo splendore dei comunicati e le assenze nella realtà
Il comunicato cinese ha enfatizzato la «solenne celebrazione», elencando i membri della Conferenza episcopale cinese presenti alla cerimonia, senza però menzionare l’ordinario legittimo della prefettura di Xinxiang, mons. Zhang Weizhu, neppure con un cenno formale. Il comunicato vaticano, con il suo consueto linguaggio prudente e istituzionale, afferma: il Santo Padre ha accettato la rinuncia di Mons. Zhang. Ma la realtà non detta è un’altra: – mons. Zhang non è stato autorizzato a partecipare all’ordinazione del suo successore; – pur essendo l’Ordinario legittimo, è stato tenuto completamente ai margini, come se non fosse mai esistito; – sacerdoti e religiose della comunità «non ufficiale» non hanno ricevuto alcuna informazione, né invito di partecipazione; – alcuni laici responsabili di parrocchia sono stati convocati «per un colloquio preventivo» o addirittura trattenuti per evitare la loro presenza. Una celebrazione che avrebbe dovuto coinvolgere l’intera Chiesa locale si è trasformata in una cerimonia ristretta, controllata da pochissimi.2. Come una celebrazione può rendere di nuovo «sotterranea» la comunità sotterranea
Quando a mons. Zhang fu chiesto di presentare la rinuncia, egli avrebbe posto una sola condizione: «Che si possa provvedere in modo dignitoso alla situazione dei sacerdoti e delle religiose della comunità sotterranea». Era la richiesta di un pastore che, nonostante anni di sorveglianza, restrizioni e pressioni, continuava a preoccuparsi soltanto del suo popolo. La realtà, però, ha dimostrato il contrario: – i sacerdoti sotterranei non sono stati inclusi in alcuna disposizione; – non è stata elaborata nessuna lista, nessun riconoscimento, nessuna regolarizzazione; – nessuna comunicazione è stata fatta loro prima della cerimonia; – molti hanno saputo dell’ordinazione soltanto tramite l’annuncio del governo. Non è una soluzione ai problemi: è la creazione di nuovi conflitti. Non è la guarigione di vecchie ferite: è l’apertura di ferite nuove. La Santa Sede afferma che tutto è avvenuto «secondo l’Accordo»; la parte cinese, tuttavia, ha proceduto secondo la propria logica, ignorando il ruolo di mons. Zhang, lo spirito dell’intesa e la situazione concreta della prefettura. È il risultato di una trattativa profondamente asimmetrica: l’espressione dell’arroganza del potere statale e della sofferta sopportazione della Chiesa.3. Mons. Zhang Weizhu: un vescovo reso invisibile, ma il più simile a Cristo
Qualunque sia la narrazione esterna, un fatto non può essere cancellato: prima di questa ordinazione, la prefettura apostolica di Xinxiang aveva un vescovo legittimo nominato dalla Santa Sede: mons. Zhang Weizhu. Dopo anni di sorveglianza, restrizioni e isolamento, senza mai lamentarsi pubblicamente, egli è stato infine indotto a presentare la rinuncia. E proprio il giorno in cui viene ordinato un nuovo vescovo, lui, il pastore della diocesi, non può neppure varcare la porta della chiesa. È stato escluso in modo totale, silenzioso, quasi chirurgico, come un’ombra che si vuole cancellare dal tempo. Ma né la storia né la memoria della Chiesa lo dimenticheranno. Egli appare davvero come «l’agnello condotto al macello», silenzioso, mite, obbediente sotto la croce. Se in tutto questo c’è una vittoria mondana, la vittoria del Regno appartiene invece alla testimonianza di mons. Zhang.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
4. La rabbia cresce: una comunità ferita
Gli effetti di questa vicenda nella Chiesa locale sono profondissimi: – i sacerdoti della comunità sotterranea provano una rabbia senza precedenti, sentendosi ignorati e annullati; – religiose e fedeli vivono come una ferita il sentirsi esclusi dalla propria Chiesa; – molti fedeli comuni non sapevano nulla di un evento così importante; – parecchi seminaristi e sacerdoti si domandano: «Chi siamo noi? Che valore abbiamo nella nostra stessa Chiesa?» Non è un dolore che un semplice comunicato possa guarire.5. Dove andare?
Non siamo chiamati a essere ingenui, ma neppure a cedere alla disperazione. Non è la prima, e non sarà l’ultima volta, che la Chiesa, dentro un sistema di forte controllo, si trova costretta al silenzio, alla umiliazione, alla sofferenza. Tuttavia, continuiamo a credere che: – la Chiesa non si sostiene con il potere, ma con la fede; – un vescovo non è tale per volontà umana, ma per dono dello Spirito; – la vera storia non è scritta nei comunicati, ma nella testimonianza; – i dimenticati, gli esclusi, i silenziati sono spesso i segni più profondi di Dio nella storia. Oggi Xinxiang sembra aprire un nuovo capitolo, ma molte ferite restano aperte e molti interrogativi senza risposta. Forse l’unica via è questa: andare verso la croce, verso la verità, verso Colui che vede ciò che gli uomini ignorano e non cancella mai nessuno dal suo cuore.Iscriviti al canale Telegram ![]()
6. Eppure, nonostante tutto: congratulazioni al nuovo vescovo e una preghiera di speranza
Nonostante le contraddizioni, le sofferenze e le tensioni irrisolte, con cuore filiale diciamo comunque: auguri per l’ordinazione del nuovo vescovo. Ogni vescovo è un dono alla Chiesa. Per questo preghiamo con sincerità: – che mons. Li Jianlin metta al primo posto il bene della Chiesa, al di là delle pressioni esterne o politiche; – che possa davvero assumere il compito di ricostruire l’unità della prefettura, sanando le lacerazioni di tanti anni; – che abbia un cuore di padre verso ogni sacerdote e religiosa, soprattutto verso coloro che oggi si sentono ignorati o esclusi; – che non sia soltanto un vescovo ordinato, ma un vero pastore per questa terra ferita. Il peso che porta non è leggero. La strada davanti a lui non sarà facile. Ma se lo Spirito ha permesso che questo giorno arrivasse, allora possiamo solo sperare che egli sappia trovare una via realmente evangelica nel mezzo di tante tensioni. Che diventi strumento di unità, non di divisione; che porti guarigione, non nuove ferite; che risponda con sincerità, umiltà e coraggio alla voce di questo tempo.Conclusione: Su una terra lacerata, continuare a credere nella Risurrezione
Ciò che Xinxiang vive non è solo una questione religiosa o politica, ma una manifestazione delle tensioni e delle prove del nostro tempo. Eppure crediamo che: – Dio agisce nei silenzi della storia; – si manifesta nei dimenticati; – pianta semi di risurrezione proprio nelle zone più oscure. Che il nuovo vescovo sia custode di questi semi. Che la croce di mons. Zhang diventi luce per la prefettura. Che tutti coloro che sono stati esclusi, silenziati, dimenticati sappiano che per Dio nessuno è un «vuoto». Non sappiamo cosa riservi il futuro, ma sappiamo una cosa: Dio non abbandonerà la Sua Chiesa. Un sacerdote della comunità sotterranea cineseIscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
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