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Il Perù classifica i transgender come «malati di mente»

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Il governo peruviano ha ufficialmente classificato le persone transgender e intersessuali come «malate di mente», cosa che secondo il ministero della sanità è l’unico modo in cui i servizi sanitari pubblici del Perù possono garantire «la copertura completa delle cure mediche per la salute mentale». Lo riporta il giornale britannico Telegraph.

 

Le condizioni ora riconosciute come disturbi di salute mentale includono il transessualismo, il travestitismo a doppio ruolo, il disturbo dell’identità di genere nell’infanzia, altri disturbi dell’identità di genere, il travestitismo feticista e l’orientamento sessuale egodistonico.

 

La classificazione è teoricamente in linea con il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), che classifica la «disforia di genere» come un disturbo mentale.

 

Il decreto del Perù fa seguito alla pubblicazione della decima edizione della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD) da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

 

«Dall’esame delle diagnosi ICD-10 incluse nel Piano di assicurazione sanitaria essenziale, relative alla condizione di persona con un problema di salute mentale, è stata identificata l’omissione di sette (07) diagnosi ICD-10», hanno scritto i funzionari. «In questo senso, è necessario modificare il Piano di assicurazione sanitaria essenziale incorporando sette (07) diagnosi ICD-10».

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Il Ministero della Sanità (MINSA) ha successivamente rilasciato una dichiarazione in cui afferma che questi individui non dovrebbero necessariamente sottoporsi a «terapie di riconversione».

 

L’influencer transgender Dylan Mulvaney, noto per una serie di pubblicità per marchi come Nike e Bud Light – con quest’ultima a subire come conseguenza un collasso delle vendite – era fuggito in Perù «per sentirsi al sicuro» sulla scia del boicottaggio nazionale della birra. Finora non ha rilasciato dichiarazioni.

 

L’Associazione degli Psichiatri Americana (APA) che pubblica il prestigioso DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, nel 1973 aveva, dietro pressioni enormi da parte di attivisti e lobby, rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Prima di allora l’omosessualità era considerata una deviazione sessuale, cioè una patologia.

 

Nel 1973 fu quindi introdotta la distinzione tra omosessualità ego-distonica e omosessualità ego-sintonica – a seconda di come la propria inclinazione sia percepita dal soggetto, se con disagio o meno – e soltanto la prima rimane catalogata come devianza, per essere poi nell’80 derubricata a «disturbo dell’orientamento sessuale», e infine nell’87 diventare anch’essa una mera «forma del comportamento sessuale», cioè una normale variante della sessualità umana.

 

Il transessualismo sta seguendo, anche in termini medici, il medesimo tracciato di normalizzazione: con la differenza che l’affermazione della medicina transessuale comporta giocoforza trattamenti con ormoni sintetici ed operazioni chirurgiche di castrazione, mutilazione, etc.

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Immagine di Yssa Olivencia via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International 

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Nuova legge sul cambio di genere in Isvezia: transessualizzazione anche per 16enni senza diagnosi di disforia di genere

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Da poco più di due settimane è entrata in vigore in Isvezia la legge sull’affiliazione di genere, che ha reso più semplice cambiare genere legalmente senza bisogno di una diagnosi di disforia di genere e consentendo anche ai sedicenni di intraprendere questa strada, con il consenso di un tutore legale.   Secondo i dati del Socialstyrelsen – il Consiglio nazionale della salute e del benessere nazionale svedese – oltre 100 persone hanno presentato domanda per cambiare il proprio genere legale solo nella prima settimana.   La stampa mainstream ha concentrato la sua attenzione sui cittadini per i quali la legge «semplicemente fa piacere», citando anche (a lungo) figure politiche a sostegno, sorvolando brevemente sulle voci critiche.   La nuova legge ha tuttavia critici anche nel Parlamento di Stoccolma. Il partito dei Sverigedemokraterna (cioè i democratici svedesi) ha definito la modifica «follia, follia e insensatezza» e da allora si è impegnato ad abrogare la legge se salirà al potere l’anno prossimo. Anche i Kristdemokraterna (Cristiano-Democratici, un partito minore) hanno votato contro le misure, e i sondaggi nazionali suggeriscono che il 59% parte degli svedesi – la vede negativamente.   Tuttavia gli attivisti del gender insistono già sulla necessità di apportare modifiche più radicali per rendere ancora più facile per un uomo identificarsi legalmente come donna, o viceversa. L’agenzia di stampa AFP cita attivisti che «vogliono che la Svezia vada oltre e consenta alle persone di cambiare il proprio genere legale senza bisogno di un certificato medico».   Come riportato da Renovatio 21, la Svezia già lo scorso anno aveva abbassato l’età alla quale i ragazzini possono cambiare sesso, dai 18 ai 16 anni. Diversi Paesi dell’UE, tra cui Danimarca, Norvegia, Finlandia, Germania e Spagna, hanno già leggi simili: in tutta Europa leggi di transessualizzazione parossistica stanno facendosi largo.

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Come riportato da Renovatio 21, il Belgio ha consentito il cambio di genere nelle carte di identità.   Nell’Europa orientale, tuttavia, il transgenderismo non ha attecchito per nulla, con il patriarca della chiesa ortodossa russa Cirillo I a dichairare che le transizioni di genere «odorano di apocalisse».   In Svizzera mesi fa è emerso che i genitori che si oppongono alla transessualizzazione dei figli possono essere messi sotto accusa.   Come riportato da Renovatio 21, in base ad una nuova legge proposta nel 2022 i cittadini della Repubblica Federale Tedesca potranno cambiare legalmente sesso una volta l’anno.   La Svizzera tuttavia aveva già segnalato un grande atto di resistenza alla dittatura genderista globale: si tratta del 64enne cittadino della città svizzera di Lucerna si è dichiarato donna per incassare la pensione un anno prima. Nel suo cantone le donne possono andare in pensione un anno prima degli uomini, cioè a 64 anni invece che a 65, con pensioni piuttosto alte: dipendentemente da fattori come età e genere, possono variare dai 13 mila ai 24 mila euro.   L’uomo ha quindi investito 75 franchi svizzeri (circa 72 euro) in burocrazia anagrafica, sfruttando una nuova legge svizzera che permette ai cittadini elvetici di cambiare sesso senza dover procurare alle autorità alcuna documentazione medica. In pratica, se ti alzi al mattino e decidi che vuoi essere donna, basta andare all’ufficio pubblico preposto, e sei «ufficialmente» una donna. Così ha fatto il signore – o signora – in questione. Il quale, raggiunti i 66 anni, potrà semplicemente andare all’anagrafe e cambiare di nuovo sesso e continuare magari a godere di una pensione più elevata.   Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi anni alcuni segnali avevano fatto pensare che in Svezia stesse mondando l’opposizione alla narrativa del transessualismo. Nel marzo 2023 l’ospedale Karolinska, centro di riferimento, ha smesso di prescrivere ormoni ai minori. La decisione si basa su studi che sottolineano la mancanza di prove dell’efficacia dei trattamenti per il benessere dei pazienti e i pericolosi effetti collaterali.   Il governo ha dimostrato tuttavia che la direzione delle istituzioni è un’altra. Come noto, l’Isvezia è appena entrata nella NATO.

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Carcere per i genitori che resistono al gender per i bambini: nuovo disegno di legge in Ispagna

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Un noto avvocato penalista spagnuolo ha espresso i suoi timori riguardfo le conseguenze di una nuova legge che di fatto criminalizzerebbe la resistenza alla «transizione di genere» dei bambini nel Regno di Spagna.

 

Approvato il mese scorso dal Congresso dei deputati spagnuolo, il nuovo articolo 173 del Codice penale punirebbe, potenzialmente con il carcere, qualsiasi «atto, metodo, programma, tecnica o procedura di avversione o conversione» volti a cambiare «l’orientamento sessuale», «l’identità» o «l’espressione di genere» di un’altra persona, sia per i medici che per i genitori, inclusa la resistenza alle cosiddette «terapie affermative», anche atti lievi come la decisione di ritardare l’uso di ormoni.

 

La legge è stata proposta dal Partito Socialista (PSOE) e «sostenuta da tutti i gruppi parlamentari, eccetto VOX (che ha votato contro) e l’Unione Popolare Navarra (UPN, che si è astenuta)».

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Il 1° luglio, il sito di informazione European Conservative ha pubblicato un’intervista con l’avvocato penalista spagnuolo Paula Fraga, che concordava con i peggiori timori dei critici sulla nuova legge.

 

«Ciò significa che se un minore dichiara di sentirsi del sesso opposto, la sua percezione soggettiva deve essere automaticamente accettata senza alcun tipo di valutazione psicologica preventiva. Qualsiasi tentativo di valutazione o rinvio senza supporto psicologico può essere considerato «terapia di conversione» e quindi punibile», ha spiegato. «L’obiettivo non è incarcerare decine di genitori o medici – casi del genere provocherebbero un’immediata reazione sociale – ma diffondere la paura. Degli psicologi mi hanno già contattata dicendomi di aver smesso di trattare casi di disforia per timore di multe fino a 150.000 euro, anche prima che la reclusione fosse un’opzione».

 

Di conseguenza, ha sostenuto la Fraga, l’Ispagna sta «di fatto istituzionalizzando l’abuso sui minori. Se un bambino non rientra negli stereotipi di genere – preferisce giocare con le bambine – o una bambina non si identifica con il rosa, viene automaticamente indirizzato a gruppi di attivisti transgender che non sono medici, ma politici. È reazionario, non progressista: stanno rilanciando gli stereotipi più obsoleti per definire cosa significhi essere un uomo o una donna».

 

Inoltre, la legge rientra in una tendenza più ampia che interessa l’Unione Europea e la Fraga «non è ottimista» sulla possibilità di superarla in tempi brevi.

 

«Non sto chiedendo l’uscita dall’UE, ma dobbiamo adottare una posizione molto più critica. Non possiamo delegare la nostra sovranità a Bruxelles», ha affermato. «La soluzione inizia con l’identificazione dei problemi e il risveglio di un movimento culturale e politico per difendere la nazione dall’interno. Perché se non lo facciamo noi stessi, nessun altro lo farà per noi».

 

Numerose prove dimostrano che «affermare» la confusione di genere comporta gravi danni, soprattutto se fatto su bambini impressionabili che non hanno lo sviluppo mentale, la maturità emotiva e l’esperienza di vita per considerare le ramificazioni a lungo termine delle decisioni che vengono loro imposte o la piena conoscenza degli effetti a lungo termine di procedure chirurgiche e chimiche che cambiano la vita, trasformano fisicamente e spesso sono irreversibili.

 

Gli studi dimostrano che oltre l’80%dei bambini che soffrono di disforia di genere la superano spontaneamente entro la tarda adolescenza e che le procedure di «riassegnazione» non riescono a risolvere la maggiore tendenza degli individui con confusione di genere a compiere atti di autolesionismo e suicidio, anzi, la esacerbano, anche rafforzando la loro confusione e trascurando le vere cause profonde del loro disagio mentale.

 

Molte persone che de-transizionano (cioè tornano al loro sesso naturale), spesso ignorate, attestano il danno fisico e mentale derivante dal rafforzamento della confusione di genere, nonché la parzialità e la negligenza dell’establishment medico sull’argomento, molti dei quali adottano un approccio attivista alla loro professione e iniziano i casi con una conclusione predeterminata a favore della «transizione».

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Leggi simili sono attive in varie parti del mondo occidentale. Come riportato da Renovatio 21, un anno fa in Scozia è stata proposta una legge che punisce con sette anni di carcere genitori che rifiutano di accettare che i propri figli si identifichino come transgender.

 

La tendenza anti-famiglia non riguarda solo il problema del transessualismo istituzionale inflitto ai bambini.

 

Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa una coppia di genitori britannici sono stati arrestati per essersi lamentati della scuola della figlia in un gruppo Whatsapp.

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Candace Owens dice che Trump le ha detto di smettere di parlare di Brigitte Macron

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La celebre commentatrice statunitense Candace Owens ha affermato la scorsa settimana che il presidente americano Donald Trump le ha chiesto personalmente di smettere di parlare della moglie del presidente francese Emmanuel Macron, Brigitte, che Owens ha precedentemente affermato essere un uomo, dopo che le era stato detto che Macron aveva sollevato l’argomento durante la discussione sui colloqui di pace tra Russia e Ucraina. Lo riporta LifeSite.   La settimana scorsa durante una trasmissione in diretta del suo podcast Candace, Owens ha raccontato come il 24 febbraio un’amica le abbia detto che qualcuno «molto in alto» alla Casa Bianca le aveva chiesto di smettere di parlare di Brigitte Macron, sulla quale aveva svolto ricerche approfondite per la sua serie Becoming Brigitte. Nella serie di podcast la Owens dà voce a giornalisti che ritengono che la première dame francese sia nata come uomo.   Per tali incredibili affermazioni, la Owens ha già ricevuto più lettere dai legali dei Macron.  

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La Owens afferma di aver inizialmente rifiutato la richiesta di tacere, insistendo sul suo diritto alla «libertà di parola». Quando, a quanto pare, avrebbe richiamato l’amica per discutere ulteriormente della questione, le è stato detto che Macron stava «bloccando i negoziati per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina» finché Owens non avesse smesso di parlarne.   All’inizio di quest’anno, la Owens aveva dichiarato di aver ricevuto una lettera da uno studio legale che rappresentava Emmanuel e Brigitte Macron, che sostanzialmente, dice, avrebbe funto da «minaccia legale». Secondo quanto raccontato dalla giovane giornalista madre di quattro figli, la lettera affermerebbe che «la signora Macron non vi deve la prova di essere, e di essere sempre stata, una donna».   La Owens dice di aver notato, poco prima di ricevere la chiamata dalla sua amica il 24 febbraio, che Macron quel giorno si trovava a Washington e che aveva lasciato la Casa Bianca solo poche ore prima. Disse all’amica che avrebbe riflettuto e pregato per la richiesta. All’epoca avrebbe anche detto al marito, il cattolico britannico George Farmer, che «nessuno avrebbe mai creduto» a quello che era appena successo.   Poco dopo, la Owens ha raccontato di aver ricevuto una chiamata da un membro dello staff della Casa Bianca che le ha detto di «fare semplicemente quello che dice il presidente» riguardo a Brigitte. Candace racconta di essere rimasta infastidita da quello che ha descritto come l’atteggiamento «pomposo» del membro dello staff. «Non avrebbe potuto essere… più arrogante», ha detto riferendosi alla persona che aveva chiamato.   L’opinionista cattolica ha poi dichiarato di aver deciso di contattare Tucker Carlson per chiedere consiglio, che le avrebbe detto, in sostanza: «alla fine, la verità è ciò che conta, ma se potessi porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia, lo farei».   «Non vuoi che il sangue dei cristiani sia sulla tua coscienza, ma anche la libertà di parola è importante» le avrebbe consigliato il Carlson. «Dovresti dire che lo farai, “finché…”, ma a un certo punto devi informare la gente di quanto accaduto».   Candace racconta di aver quindi ricevuto una telefonata dal presidente Trump in persona. Il presidente sarebbe subito entrato nella questione, dicendole: «sto negoziando… questa persona vuole questo e quest’altra vuole quest’altro… e non hai idea di quanto sia complicato portare a termine uno di questi accordi».   Secondo la Owensa, Trump ha continuato a raccontarle di come, mentre accompagnava Macron alla sua auto durante la sua recente visita alla Casa Bianca, il presidente francese gli avesse chiesto se conoscesse Candace, e poi lui gli avesse chiesto di «smettere di parlare» di sua «moglie».   Trump avrebbe detto durante la loro telefonata che Brigitte è «vecchia, questo la sta davvero, davvero colpendo», prima di aggiungere: «l’ho vista da vicino e mi sembra una donna».

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La Owens avrebbe spiegato a Trump che l’aspetto di Brigitte è dovuto al fatto che si rivolge a un «medico straordinario» specializzato in interventi chirurgici per transgender. Candace gli avrebbe anche detto di non essere «molto soddisfatta della richiesta», insistendo rispettosamente sul fatto che non era «colpa» sua se Macron aveva sposato un uomo.   Trump avrebbe risposto: «siamo davvero vicini a concludere questa cosa», riferendosi ai negoziati di pace tra Ucraina e Russia. «È stato davvero facile lavorare con Macron».   La giornalista ha affermato che, sebbene Trump non le abbia detto specificamente che Macron aveva minacciato di ostacolare i negoziati di pace, le ha detto che lui e Macron avevano discusso della guerra tra Russia e Ucraina «tutto il giorno» e che lui stava cercando di negoziare un accordo di pace.   Owens avrebbe detto a Trump di essere disposta a smettere di parlare di Brigitte a breve termine, ma ha chiarito di aspettarsi che entro pochi mesi avrebbe potuto tornare a parlare di Brigitte. Inizialmente Trump si sarebbe mostrato aperto a questo compromesso, ma poi avrebbe insistito sulla necessità di poter collaborare con Macron «a lungo termine». Pertanto, la chiamata si sarebbe conclusa in un vicolo cieco.   Commentando la sua interazione con Trump, la Candazza ha rincarato la dose nel suo podcast chiedendo a Emmanuel Macron di «dimettersi» dalla carica di presidente della Repubblica Francese.   «Non c’è esempio più grande della mancanza di moralità di un leader» che minacciare di bloccare i negoziati di pace e «lasciare morire la gente» finché un podcaster non smetterà di parlare di sua moglie, ha affermato.   «Sono terrorizzati. Perché ovviamente tutto quello che ho scoperto è vero. La finzione non ti farebbe fare una cosa del genere», ha continuato Owens.   La Owens afferma di credere che la reazione provocata dai suoi commenti non sia semplicemente una risposta ai suoi tentativi di denunciare la possibilità che Brigitte sia un uomo, ma piuttosto che coinvolga una rete di eventi «profondamente sinistra» che coinvolge una rete mondiale di persone, aggiungendo di avere sentore che dietro la richiesta di smettere di parlare della coppia ci sia qualcuno più potente dei Macron.   Come chiarito nei suoi podcasti, Candace ipotizza che esista una setta pedofila al potere – non necessariamente confinata a un solo paese, ma che esiste anche in Francia – il che, secondo lei, spiega la reazione negativa alle narrazioni di cui ha parlato nel suo podcast.

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In uno degli ultimi episodi, la Owens ha celebrato il fatto che Macron è tornato a parlare con Putin dopo tre anni, attribuendosi una parte del merito, ma dicendo al contempo che quello era il segnale per cui poteva, come da accordi con Trump, riprendere a parlare della questione Brigitte.   Candace ha dichiarato di aver più volte reiterato il suo invito alla prima dama di Francia ad essere intervistata per mettere a tacere ogni dubbio, ma la risposta degli avvocati della coppia presidenziale (ultimamente sulle cronache per un supposto litigio con manata in faccia visti sull’aereo che li portava in Vietnam) è stata quella di dire che la moglie di Macron non deve provare niente.   Ancora un anno fa Macron aveva respinto pubblicamente le voci sul sesso della moglie.   Come riportato da Renovatio 21, la giornalista francese che sosteneva che la Macron fosse un uomo cinque mesi fa ha chiesto asilo in Russia. L’anno scorso un tribunale francese aveva multato due donne che sostenevano la tesi di Brigitta nata maschio.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

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