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Il vaccino Dengvaxia ha richiesto vent’anni ed è stato un disastro: cosa accadrà affrettando i tempi per il vaccino contro il COVID-19?
Renovatio 21 traduce e ripubblica questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense.
Renovatio 21 offre la traduzione di questo pezzo di CHD per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Editoriale di Lyn Redwood, Presidente, Children’s Health Defense
Lo sviluppo dei vaccini è un argomento che è sulla bocca di tutti mentre il mondo è alle prese con i sistemi per proteggere la nostra salute e la salute dei nostri cari dal Coronavirus. Il team di Children’s Health Defense ha deciso di scrivere un articolo sulla febbre dengue perché una parte importante del corpus di conoscenze della medicina deriva dall’opportunità di imparare dagli errori del passato.
La febbre dengue è una malattia comune in oltre 120 paesi e, come il Coronavirus, è stata per molti anni l’obiettivo di un vaccino. Lo sviluppo e il brevetto del vaccino Dengvaxia di Sanofi hanno richiesto oltre vent’anni e 1,5 miliardi di dollari. Ma lo sviluppo del vaccino si è rivelato difficile. Gli anticorpi del vaccino contro la dengue possono anche aggravare l’infezione, specialmente nei neonati e nei bambini che non sono mai stati esposti al virus. Infatti, il virus può utilizzare gli anticorpi creati dal vaccino per diffondersi in tutto il corpo. Quindi un’infezione di dengue – quando il sangue contiene già anticorpi – può effettivamente agevolare la malattia portando a complicanze mortali.
Gli anticorpi del vaccino contro la dengue possono anche aggravare l’infezione, specialmente nei neonati e nei bambini che non sono mai stati esposti al virus: infatti, il virus può utilizzare gli anticorpi creati dal vaccino per diffondersi in tutto il corpo
Nonostante i test clinici su Dengvaxia effettuati da Sanofi su oltre 30.000 bambini in tutto il mondo e i risultati pubblicati sul prestigioso New England Journal of Medicine, ci sono stati seri problemi. Secondo gli epidemiologi che hanno esaminato i dati, gli studi erano costellati di «piccole imprecisioni, dati mancanti e rischi non calcolati”.
In quei rapporti clinici erano contenute segnalazioni relative alla sicurezza, in particolare riferite a un aumento della malattie, ma sia la compagnia sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) decisero di chiudere gli occhi e minimizzare, definendola una «possibilità teorica”. Dengvaxia è stato successivamente somministrato a migliaia di bambini nelle Filippine. Lo scorso anno è stato riportato che i decessi di circa 600 bambini che avevano ricevuto il vaccino sono oggetto di inchiesta da parte della Procura. Il vaccino è stato ufficialmente vietato nel paese.
Quello che è veramente preoccupante è che, dopo i danni e decessi causati da Dengvaxia nelle Filippine, la FDA ha approvato il vaccino negli USA e, come riporta un comunicato stampa del 1 maggio 2019, l’agenzia ha garantito l’applicazione della Revisione Prioritaria in un programma nato per incoraggiare lo sviluppo di nuovi farmaci e terapie per la prevenzione e la cura di alcune malattie tropicali. Tali azioni da parte della FDA sollevano serie domande sulla sicurezza, non solo per il vaccino Dengue, ma per i futuri vaccini in via di sviluppo.
Le domande sulla sicurezza dei vaccini sono di fondamentale importanza poiché ricerche passate hanno documentato le stesse preoccupazioni per il peggioramento delle malattie con i vaccini contro il Coronavirus. Il Dr. Peter Hotez, Decano della National School of Tropical Medicine del Baylor College of Medicine ha lavorato su un vaccino per il Coronavirus nel 2016 che ha interrotto poco prima dello sviluppo commerciale.
Le domande sulla sicurezza dei vaccini sono di fondamentale importanza poiché ricerche passate hanno documentato le stesse preoccupazioni per il peggioramento delle malattie con i vaccini contro il Coronavirus
Nonostante abbia «provato di tutto»per ottenere finanziamenti per effettuare gli studi clinici per il suo vaccino, Hotez ha detto a un comitato congressuale degli Stati Uniti (il 5 marzo) che i vaccini contro il Coronavirus sono scientificamente difficili e presentano un potenziale problema di sicurezza, lo stesso che si presenta con la reazione immunitaria che ha causato la morte dei bambini che hanno ricevuto il vaccino contro la dengue. Quando Hotez osservò questa risposta immunitaria al Coronavirus nei suoi animali da laboratorio, pensò: «Oh mio Dio, questo sarà un problema».
Come possiamo essere sicuri che la fretta di creare un vaccino contro il Coronavirus non produrrà un altro disastro come il vaccino contro la dengue? Purtroppo, almeno fino ad ora, ci sono poche garanzie che non accadrà più. Una delle questioni che devono essere affrontate sono i conflitti di interesse inerenti a un sistema che consente agli stessi enti governativi (HHS, NIH, FDA e CDC) di percepire le royalties dei brevetti dei vaccini in qualità di responsabili della ricerca, dell’approvazione, delle raccomandazioni per l’uso, dei controlli di sicurezza e del risarcimento per le lesioni.
Quando si è scoperto che le automobili presentavano difetti fatali e prevenibili, il libro scritto dal difensore dei consumatori Ralph Nader, Unsafe at Any Speed, ha portato ad audizioni al Congresso e, alla fine, alla creazione di un’agenzia indipendente per la sicurezza e la vigilanza. Per garantire che la sicurezza del vaccino diventi una priorità, dobbiamo fare un passo indietro e rivedere ogni fase del processo di sviluppo, revisione, approvazione, controllo della sicurezza e compensazione.
È tempo che il presidente Trump rinnovi il suo piano per creare una commissione per la sicurezza dei vaccini che assicuri che il processo abbia una revisione condotta da un team di controllo multidisciplinare e indipendente prima dell’approvazione di un vaccino contro il Coronavirus.
Il vaccino Dengvaxia ha richiesto vent’anni ed è stato un disastro: Cosa accadrà affrettando i tempi per il vaccino contro il COVID-19?
A cura di Children’s Health Defense
Per diverse settimane, il dottor Anthony Fauci e Bill Gates hanno parlato senza sosta di un vaccino contro il COVID-19, cercando di concentrare l’attenzione del mondo su un intervento medico che lo stesso Gates ammette essere abbastanza rischioso da richiedere una immunità contro azioni legali. I due stanno lanciando un vaccino contro il COVID-19 – che, ipotizzano, potrebbe essere pronto in appena 18 mesi – e rappresenterà un passaporto per un ritorno alla «normalità».
La mossa dei due leader sembra avere l’effetto opposto tra le persone abbastanza informate da capire che le organizzazioni, i finanziamenti e i piani di Fauci e Gates stanno guidando la corsa per un vaccino e, contemporaneamente, rimanere immuni da ogni responsabilità. Altri americani potrebbero essere troppo distratti dal blocco storico senza precedenti, tuttavia, per riflettere sui problemi di sicurezza sollevati da un potenziale vaccino per il COVID-19.
Si consiglia agli americani di rivisitare un racconto cautelativo su virus e vaccini che ha catturato brevemente l’attenzione un anno fa. Nell’aprile 2019, la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha approvato il vaccino Dengvaxia di Sanofi Pasteur, unendosi ad altri 19 paesi nel garantire l’approvazione normativa al primo vaccino al mondo contro la dengue.
La FDA ha dato il via libera non molto tempo dopo che le Filippine, il primo paese a estendere ampiamente il vaccino, avevano assistito a centinaia di ricoveri ospedalieri e morti in bambini di 9-16 anni, che rappresentano un chiaro segnale di sicurezza.
Il crollo di Dengvaxia è stato così drammatico che ha persino scavalcato le consuete polemiche sui problemi della sicurezza dei vaccini nei media statunitensi
Il crollo di Dengvaxia è stato così drammatico che ha persino scavalcato le consuete polemiche sui problemi della sicurezza dei vaccini nei media statunitensi. Come sintetizzato dalla National Public Radio (NPR), il programma di vaccinazione massiva contro la dengue delle Filippine – attuato con «indebita fretta» – non ha solo ucciso bambini ma ha provocato proteste, indagini penali, accuse, revoca della licenza del vaccino nel paese e un crollo di fiducia da parte dei genitori nella sicurezza dei vaccini dall’82% al 21%.
Vaccini virali e «potenziamento della malattia»
Dato che circa il 40% della popolazione mondiale è a rischio di infezione da dengue trasmessa dalle zanzare, non sorprende che l’industria farmaceutica abbia un vaccino contro la dengue nella sua lista da decenni.
Esistono quattro tipi di virus dengue che possono scatenare l’infezione, sebbene con una traiettoria altamente variabile che spazia dall’infezione asintomatica alla «malattia febbrile lieve e non specifica» (che rappresentano insieme circa il 75% dei casi) alla «febbre dengue classica» e, in un sottoinsieme “occasionale”, esiti più gravi come perdite plasmatiche, sanguinamento, shock o morte. Nei bambini, gli esperti ritengono che la maggior parte delle infezioni da dengue siano subcliniche.
I ricercatori osservano che i fattori immunitari ambientali e dell’ospite svolgono un ruolo significativo nel modellare sia la suscettibilità che i risultati.
Nel 2018, il Comitato consultivo globale dell’OMS sulla sicurezza dei vaccini ha esaminato alcune delle morti associate al Dengvaxia ma ha dichiarato che non era in grado di determinare se il vaccino fosse causalmente correlato al «potenziamento della malattia»
L’infezione naturale con un tipo di virus dengue fornisce una protezione duratura contro lo stesso tipo, ma solo una protezione a breve termine contro le altre tre varietà. Il risultato irritante è che, in alcuni individui, la successiva infezione con un diverso virus dengue può aumentare il rischio di esiti gravi, un fenomeno noto come «potenziamento della malattia».
In una recensione del 2018, i ricercatori hanno elencato i rapporti di «malattia potenziata» derivante da influenza, virus respiratorio sinciziale (RSV), Zika, virus West Nile, dengue e Coronavirus – e hanno sottolineato che l’infezione o la vaccinazione potrebbero produrre questa risposta.
Nel 2018, il Comitato consultivo globale dell’OMS sulla sicurezza dei vaccini ha esaminato alcune delle morti associate al Dengvaxia ma ha dichiarato che non era in grado di determinare se il vaccino fosse causalmente correlato al «potenziamento della malattia». Questa disastrosa conclusione arriva dopo decenni di prove che dimostrano che alcuni vaccini virali sono in grado di «sovvertire» il sistema immunitario e provocare «malattie potenziate». Dubitiamo che l’OMS o Sanofi non siano a conoscenza di questo fenomeno, che numerose pubblicazioni riconoscono come un «grande ostacolo» allo sviluppo di vaccini sicuri contro la dengue e altri virus. Dopo i problemi nelle Filippine, tuttavia, il direttore medico globale di Sanofi affermò che «col senno di poi… Sanofi non farebbe niente di diverso».
Un esperto di dengue che sviluppa vaccini per le forze armate statunitensi ha avvisato in anticipo sui rischi di Dengvaxia, mettendo in guardia, inutilmente, che il vaccino somministrato a bambini tra i 9 e i 16 anni «sieronegativi» o che non erano mai stati prima esposti alla dengue poteva far aumentare in modo significativo il rischio di malattia grave durante la vita se esposti successivamente al virus dengue. (Circa il 21% dei vaccinati era sieronegativo.)
Perché questo consulente per i vaccini a pagamento di Takeda, Merck, Sanofi Pasteur e SmithKlineBeecham ha espresso queste preoccupazioni e condannato le istituzioni sanitarie internazionali per aver fornito spiegazioni non etiche, non scientifiche e «contorte»?
Perché questo addetto ai lavori –che è stato consulente per i vaccini a pagamento contro la dengue di Takeda, Merck, Sanofi Pasteur e SmithKlineBeecham – ha espresso queste preoccupazioni e condannato le istituzioni sanitarie internazionali per aver fornito spiegazioni non etiche, non scientifiche e «contorte» che «non riescono a identificare gli effetti» della malattia da dengue nei soggetti vaccinati come eventi avversi gravi»?
Come ha sottolineato in numerose lettere e articoli, la possibilità che la dengue venisse potenziata dal vaccino era evidente negli studi clinici di Dengvaxia, ma sia Sanofi sia l’OMS hanno scelto di ignorare le prove.
Più tardi- un anno e mezzo dopo il lancio della disastrosa campagna di vaccinazione delle Filippine – Sanofi annunciò che «nuove informazioni» stavano spingendo l’azienda a dichiarare che «la vaccinazione non dovrebbe essere raccomandata» per gli individui sieronegativi di qualsiasi età. Riproporre Dengvaxia come vaccino solo per le persone che hanno avuto almeno un attacco di dengue confermato da test di laboratorio è più facile a dirsi che a farsi poiché molte infezioni lievi di dengue non vengono diagnosticate né documentate.
La distribuzione del vaccino dengue
Lo sviluppo del vaccino per la Dengue è stato caratterizzato da un forte coinvolgimento dell’industria a scopo di lucro. Inoltre, abbiamo osservato «un’ampia partecipazione e comproprietà» da parte delle istituzioni governative statunitensi
Sanofi, con riluttanza, ha corretto le sue raccomandazioni per somministrare il vaccino Dengvaxia solo agli individui che avevano già contratto l’infezione in passato, il che «lascia insoddisfatto un bisogno fondamentale» che altri produttori di vaccini non vedono l’ora di sfruttare a proprio vantaggio.
Sebbene la formulazione di Sanofi – il cui sviluppo ha richiesto due decenni e due miliardi di dollari – sia il primo vaccino contro la dengue mai uscito dalla linea di produzione per l’immissione sul mercato, altri due vaccini (TAK-003 e Butantan-DV) sono attualmente alle ultime fasi degli studi clinici in Asia/America Latina e Brasile, rispettivamente.
Lo sviluppo del vaccino per la Dengue è stato caratterizzato da un forte coinvolgimento dell’industria a scopo di lucro. Inoltre, abbiamo osservato «un’ampia partecipazione e comproprietà» da parte delle istituzioni governative statunitensi nella ricerca e nello sviluppo di vaccini contro la dengue, anche se la malattia da dengue rappresenta una minaccia minima per il continente americano.
Con aree endemiche limitate a Puerto Rico e alcuni territori e protettorati offshore, l’HHS, l’agenzia di riferimento per il National Institutes of Health (NIH), l’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive (NIAID) di Fauci, il CDC e la FDA— possiede 65 brevetti relativi al vaccino contro la dengue, facendo impallidire Sanofi con 19 brevetti, GlaxoSmithKline con 12 e Merck con soli 4 brevetti. Tutte le compagnie private coinvolte nello sviluppo di vaccini contro la dengue condividono i brevetti con le agenzie governative statunitensi; nel frattempo, sono state depositate pochissime domande di brevetto nei paesi in via di sviluppo.
Analisi preliminari dei risultati della sperimentazione clinica suggeriscono che TAK-003 potrebbe causare problemi simili a quelli di Dengvaxia, fornendo «una protezione squilibrata tra i quattro tipi di dengue» che potrebbe «aumentare il rischio di malattie gravi dopo l’esposizione a un secondo tipo di virus»
Gli scienziati della CDC hanno progettato e prodotto il vaccino TAK-003 e poi lo hanno concesso in licenza alla giapponese Takeda Pharmaceutical Company, il maggiore colosso farmaceutico asiatico.
Tuttavia, analisi preliminari dei risultati della sperimentazione clinica suggeriscono che TAK-003 potrebbe causare problemi simili a quelli di Dengvaxia, fornendo «una protezione squilibrata tra i quattro tipi di dengue» che potrebbe «aumentare il rischio di malattie gravi dopo l’esposizione a un secondo tipo di virus». Takeda intende comunque richiedere l’approvazione nei focolai della dengue.
Alcuni esperti stanno scommettendo sul terzo candidato, Butantan-DV, sviluppato nientemeno che dal NIAID. Il NIAID ha finanziato gli studi clinici Butantan-DV in Brasile dal 2013, concedendo in licenza la sua tecnologia di vaccino al Butantan Institute del Brasile e lanciando gli studi più recenti nel 2016.
Non contenti di manovrare i fili, NIH e NIAID hanno fatto del loro meglio per richiamare l’attenzione sul loro ruolo nello sviluppo del vaccino; le pubblicazioni che presentano risultati di studi clinici riportano titoli che si riferiscono al «vaccino tetravalente contro la dengue del National Institute of Allergy and Diseases» e al «vaccino contro la dengue del National Institutes of Health». Negli studi pubblicati fino ad oggi, i ricercatori hanno monitorato le reazioni avverse per 21 giorni.
Zanzara versus iniezione
L’esperienza di Dengvaxia – che provoca una risposta immunitaria distorta e maggiori rischi – solleva interrogativi «applicabili a tutti i candidati vaccini contro la dengue» e una serie di vaccini contro altri virus.
«Il fiasco nelle Filippine offre una lezione chiave per governi e produttori quando si tratta di approvare e vendere nuovi vaccini: rallentare»
Una considerazione raramente discussa riguarda le «notevoli differenze tra un [virus dengue] di tipo selvaggio trasmesso da una puntura di zanzara rispetto ad un vaccino somministrato con una siringa», che ha il potenziale per suscitare diverse risposte immunitarie. Invece di constatare i rischi potenzialmente invincibili di questi vaccini, perché non concentrarsi sulla formazione degli operatori sanitari nella fornitura di cure di supporto note per essere «molto efficaci quando fornite da professionisti esperti»?
Anche nei casi di dengue più gravi, caratterizzati da permeabilità vascolare e perdita di liquidi, i professionisti che «accuratamente e rapidamente» sostituiscono i liquidi possono stabilizzare le condizioni dei pazienti – «e in modo piuttosto veloce» – con il risultato che «il fenomeno della permeabilità vascolare scompare nell’immediato». Inoltre, promettenti strade per la ricerca potrebbero includere lo studio dei fattori ambientali e del sistema immunitario associati alla minoranza di casi che comportano esiti di dengue più gravi.
«La malattia potenziata da Dengvaxia ha creato un enorme dilemma etico per la comunità dei vaccini, una persistente crisi nella gestione della salute pubblica e un incubo legale. I vaccini non dovrebbero danneggiare i destinatari, direttamente o indirettamente. L’OMS e i produttori devono fornire al cliente un prodotto sicuro»
Con il danno da vaccino che si verifica in associazione con molti diversi vaccini, non è chiaro perché così tanti individui e organizzazioni siano saliti sul carro anti-Dengvaxia lo scorso anno, ma — con un vaccino COVID-19 progettato in fretta e furia — valga la pena prestare attenzione ai loro moniti.
Come nota NPR, «il fiasco nelle Filippine offre una lezione chiave per governi e produttori quando si tratta di approvare e vendere nuovi vaccini: rallentare». L’esperto di dengue che ha giustamente avvertito dei pericoli di Dengvaxia ha affermato:
«La malattia potenziata da Dengvaxia ha creato un enorme dilemma etico per la comunità dei vaccini, una persistente crisi nella gestione della salute pubblica e un incubo legale. I vaccini non dovrebbero danneggiare i destinatari, direttamente o indirettamente. L’OMS e i produttori devono fornire al cliente un prodotto sicuro».
Children’s Health Defense
Traduzione di Alessandra Boni
© 23 aprile 2020, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Big Pharma
AstraZeneca ammette che il vaccino può provocare trombosi mortali: documenti giudiziari
AstraZeneca ha ammesso per la prima volta in documenti giudiziari che il suo vaccino anti-COVID può causare un raro effetto collaterale potenzialmente mortale, in un’apparente dietrofront che potrebbe aprire la strada a un pagamento legale multimilionario. Lo riporta il Telegraph.
Il colosso farmaceutico è stato citato in giudizio in un’azione collettiva per aver affermato che il suo vaccino, sviluppato con l’Università di Oxford, avrebbe causato morte e lesioni gravi in dozzine di casi.
Gli avvocati dei ricorrenti sostengono che il vaccino abbia prodotto un effetto collaterale che ha avuto un effetto devastante su un piccolo numero di famiglie.
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Il primo caso è stato presentato l’anno scorso da Jamie Scott, padre di due figli, che è rimasto con una lesione cerebrale permanente dopo aver sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia al cervello che gli ha impedito di lavorare dopo aver fatto il vaccino nell’aprile 2021. L’ospedale aveva chiamato la moglie tre volte per dirle che suo marito stava per morire.
AstraZeneca contesta le affermazioni ma ha accettato, in un documento legale presentato all’Alta Corte a febbraio, che il suo vaccino anti-COVID «può, in casi molto rari, causare TTS», cioè la trombosi con sindrome trombocitopenica.
La TTS è una condizione rara, in cui una persona sviluppa coaguli di sangue che possono ridurre il flusso sanguigno se combinati con un basso numero di piastrine, causando difficoltà nell’arrestare il sanguinamento. I sintomi della TTS comprendono forti mal di testa e dolori addominali.
Cinquantuno casi sono stati depositati presso l’Alta Corte, con vittime e parenti in lutto che chiedono danni per un valore stimato fino a 100 milioni di sterline.
«L’ammissione di AstraZeneca – fatta in difesa legale contro la richiesta del signor Scott all’Alta Corte – fa seguito ad un intenso dibattito legale» scrive il Telegraph. «Potrebbe portare a dei pagamenti se l’azienda farmaceutica accettasse che il vaccino è stato la causa di malattie gravi e morte in casi legali specifici».
Si apprende inoltre che «il governo si è impegnato a sottoscrivere le spese legali di AstraZeneca». Il governo britannico ha manlevato AstraZeneca da ogni azione legale ma finora si è rifiutato di intervenire.
In una lettera di risposta inviata nel maggio 2023, AstraZeneca ha detto agli avvocati di Scott che «non accettiamo che la TTS sia causata dal vaccino a livello generico».
Tuttavia, nel documento legale presentato all’Alta Corte a febbraio, AstraZeneca avrebbe affermato: «È ammesso che il vaccino AZ possa, in casi molto rari, causare TTS. Il meccanismo causale non è noto».
«Inoltre, la TTS può verificarsi anche in assenza del vaccino AZ (o di qualsiasi vaccino). Il nesso di causalità in ogni singolo caso sarà oggetto di prova da parte di esperti».
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Gli avvocati sostengono che il vaccino AstraZeneca-Oxford è «difettoso» e che la sua efficacia è stata «ampiamente sopravvalutata», affermazioni che AstraZeneca nega fermamente.
Gli scienziati avevano identificato per la prima volta un collegamento tra il vaccino e una nuova malattia chiamata trombocitopenia e trombosi immunitaria indotta da vaccino (VITT) già nel marzo 2021, poco dopo l’inizio del lancio del vaccino COVID-19. Gli avvocati dei ricorrenti sostengono che VITT è un sottoinsieme di TTS, sebbene AstraZeneca non sembri riconoscere il termine.
Kate Scott, la moglie del signor Scott, ha detto al Telegraph che «il mondo della medicina ha riconosciuto da molto tempo che la VITT è stata causata dal vaccino. Solo AstraZeneca si è chiesta se le condizioni di Jamie siano state causate dal vaccino».
«Ci sono voluti tre anni perché arrivasse questa ammissione. È un progresso, ma vorremmo vedere di più da loro e dal governo. È tempo che le cose si muovano più rapidamente. Spero che la loro ammissione significhi che saremo in grado di risolvere la questione il prima possibile. Abbiamo bisogno di scuse e di un giusto risarcimento per la nostra famiglia e per le altre famiglie che sono state colpite. Abbiamo la verità dalla nostra parte e non ci arrenderemo».
Sarah Moore, partner dello studio legale Leigh Day, che sta portando avanti le azioni legali, ha dichiarato che «AstraZeneca ha impiegato un anno per ammettere formalmente che il loro vaccino può causare devastanti coaguli di sangue, quando questo fatto è stato ampiamente accettato dal mondo clinico dalla fine del 2021».
«In questo contesto, purtroppo sembra che AZ, il governo e i suoi avvocati siano più propensi a fare giochi strategici e ad accumulare spese legali piuttosto che impegnarsi seriamente con l’impatto devastante che il loro vaccino AZ ha avuto sulla vita dei nostri clienti».
In un comunicato AstraZeneca ha dichiarato: «La nostra solidarietà va a chiunque abbia perso i propri cari o abbia riportato problemi di salute. La sicurezza dei pazienti è la nostra massima priorità e le autorità di regolamentazione dispongono di standard chiari e rigorosi per garantire l’uso sicuro di tutti i medicinali, compresi i vaccini».
«Dall’insieme delle prove contenute negli studi clinici e nei dati del mondo reale, è stato continuamente dimostrato che il vaccino AstraZeneca-Oxford ha un profilo di sicurezza accettabile e le autorità di regolamentazione di tutto il mondo affermano costantemente che i benefici della vaccinazione superano i rischi di effetti collaterali potenzialmente estremamente rari».
L’azienda sottolinea che le informazioni sul prodotto relative al vaccino sono state aggiornate nell’aprile 2021, con l’approvazione dell’autorità di regolamentazione del Regno Unito, per includere “la possibilità che il vaccino AstraZeneca-Oxford sia in grado, in casi molto rari, di essere un fattore scatenante» per la TTS.
L’azienda non riconosce le affermazioni di aver compiuto un dietrofront nel riconoscere che il vaccino può causare TTS nei documenti giudiziari, scrive il Telegraph.
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Il vaccino – annunciato al momento del suo lancio da Boris Johnson come un «trionfo per la scienza britannica» – non è più utilizzato nel Regno Unito.
Nei mesi successivi al lancio, gli scienziati hanno identificato l’effetto collaterale potenzialmente grave del vaccino. È stato quindi raccomandato di offrire un vaccino alternativo ai minori di 40 anni perché il rischio del vaccino AstraZeneca superava il danno rappresentato da Covid.
I dati ufficiali dell’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari (MHRA) mostrano che si sospetta che almeno 81 decessi nel Regno Unito siano stati collegati alla reazione avversa che ha causato la coagulazione in persone che avevano anche un basso numero di piastrine.
In totale, secondo i dati dell’MHRA, quasi una persona su cinque che soffriva di questa condizione è morta.
Il governo britannico gestisce il proprio programma di compensazione per il vaccino, ma le presunte vittime sostengono che il pagamento una tantum di 120.000 sterline sia inadeguato.
I dati ottenuti nell’ambito di una richiesta relativa alla libertà di informazione mostrano che dei 163 pagamenti effettuati dal governo entro febbraio di quest’anno, almeno 158 sono andati a destinatari del vaccino AstraZeneca.
AstraZeneca è la seconda più grande società quotata in borsa nel Regno Unito, con una capitalizzazione di mercato di oltre 170 miliardi di sterline. Il suo amministratore delegato, Sir Pascal Soriot, è il capo più pagato tra le società FTSE 100, con guadagni vicini a 19 milioni di sterline.
Come riportato da Renovatio 21, le cause in Gran Bretagna che sostengono che il siero abbia causato morti e lesioni gravi sono molteplici. Autopsie su cittadini morti erano giunti a conclusioni sulla coagulazione del sangue dei vaccinati ancora due anni fa. Ricerche supponevano una correlazione tra coaguli e vaccino ancora nel 2021.
Durante un’intervista di inizio 2022 il professor Sir Andrew Pollard, direttore dell’Oxford Vaccine Group e presidente del Comitato Congiunto Britannico per la Vaccinazione e l’Immunizzazione (JCVI), aveva affermato che il lancio del vaccino contro il COVID dovrebbe essere frenato per «concentrarsi sui vulnerabili» piuttosto che iniettare infiniti booster all’intera popolazione.
«Non possiamo vaccinare il pianeta ogni quattro o sei mesi. Non è sostenibile o conveniente» aveva detto lo scienziato.
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Come riportato da Renovatio 21, ancora tre anni fa per i periti della Procura, la morte della giovane Camilla per trombosi – una vicenda che sconvolse l’Italia allora in piena campagna di vaccinazione genica universale – «è ragionevolmente da riferirsi a un effetto avverso da somministrazione del vaccino anti COVID». La 18enne ligure si era vaccinata con un siero AstraZeneca.
«Non avevo mai visto un cervello ridotto in quelle condizioni da una trombosi così estesa e grave» dichiarò a La Stampa il direttore della clinica neurotraumatologica che aveva seguito il caso genovese.
I genitori di Camilla avevano ripetuto che la ragazza, morta dopo la prima dose, non aveva patologie pregresse, né assumeva farmaci di qualsiasi tipo. La famiglia aveva poi assentito all’espianto degli organi della ragazza.
Il padre di Camilla è morto per un malore improvviso nel marzo 2022, a neanche un anno dalla tragica scomparsa della figlia. Il nonno paterno di Camilla era morto a poche settimane di distanza dalla nipote ancora nell’estate 2021.
In Italia, ad ogni modo, sui giornali sono molti i casi finiti sui giornali, casi che riguardano anziani, adulti e pure i giovani. Effetti avversi gravi e mortali sono stati discussi anche in Canada, in Austria e in tantissimi altri Paesi.
Tre anni fa la somministrazione del vaccino AZ alle donne incinte fu sospesa in Brasile, mentre la Corea del Sud ha rifiutato il siero AZ per gli over 65. Degna di nota la mossa degli USA che nel 2021 inviarono dosi extra di AstraZeneca in Messico e in Canada.
AstraZeneca, la grande farmaceutica a cui l’allora ministro della saluta Speranza aveva detto nel 2020 di aver ordinato 400 milioni di dosi, era già nota anche in Italia per vicende controverse riprese anche in Parlamento. Nel 2013, il presidente della commissione antitrust italiana Giovanni Pitruzzella, nella relazione annuale presentata al Parlamento, stigmatizzò il comportamento dominante di alcune multinazionali farmaceutiche tra cui l’AstraZeneca.
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Immagine di UKinUSA via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
Big Pharma
Affermazioni fuorvianti sul vaccino Pfizer «hanno portato discredito» a Big Pharma: parla un autorità di autoregolamentazione britannica
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Grave censura per aver portato «discredito su» Big Pharma
La denuncia si concentrava su un tweet che Phillips di Pfizer ha condiviso su Twitter, ora X, originariamente realizzato da un dipendente Pfizer con sede negli Stati Uniti. Il tweet affermava: «Il nostro vaccino candidato è efficace al 95% nella prevenzione del COVID-19 e al 94% nelle persone di età superiore ai 65 anni. Archivieremo tutti i nostri dati presso le autorità sanitarie entro pochi giorni. Grazie a tutti i volontari della nostra sperimentazione e a tutti coloro che combattono instancabilmente questa pandemia». Il comitato investigativo della PMCPA ha scoperto che quattro dipendenti di Pfizer UK avevano ritwittato il post e altri lo avevano messo «mi piace». Hanno detto che probabilmente il pubblico e gli operatori sanitari avrebbero visto il tweet.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Altri cinque rimproveri legati alla promozione del vaccino anti-COVID
Pfizer è stata rimproverata sei volte dall’autorità di regolamentazione per la sua promozione non etica del vaccino COVID-19. Il 4 marzo, pochi giorni dopo che la PMCPA aveva annunciato la sua sentenza sui tweet del 2020 che promuovevano il vaccino, l’agenzia ha anche annunciato una seconda sentenza , rilevando che Pfizer aveva violato un’altra clausola del codice di condotta in un tweet del 2022 di Pfizer UK che «non è riuscita a mantenere standard professionali». Tale sentenza, emessa anche in risposta a una denuncia presentata da UsForThem, riguardava una serie di tre tweet pubblicati sul feed Twitter di Pfizer UK che includevano un collegamento a un articolo di Pulse Today.Aiuta Renovatio 21
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Alimentazione
Pfizer sospende la nuova pillola dimagrante dopo che i pazienti hanno riscontrato gravi effetti collaterali
La nuova pillola sperimentale per la perdita di peso della Pfizer ha funzionato nel raggiungere il suo obiettivo dichiarato, ma con alla perdita di peso si sono aggiunti effetti collaterali così gravi che la ricerca è stata interrotta.
In un comunicato stampa, il colosso farmaceutico ha affermato che avrebbe interrotto gli studi clinici sul danuglipron, la sua pillola dimagrante da prendere due volte al giorno. Questo farmaco utilizza un meccanismo simile a semaglutide, perché un’ampia percentuale delle persone che l’hanno assunto nelle prime due fasi sperimentali ha avuto disturbi gastrointestinali ed effetti indesiderati come nausea e diarrea.
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«Mentre gli eventi avversi più comuni erano lievi e di natura gastrointestinale coerenti con il meccanismo, sono stati osservati tassi elevati (fino al 73% di nausea; fino al 47% di vomito; fino al 25% di diarrea)», si legge nel comunicato stampa. «Tassi di interruzione elevati, superiori al 50%, sono stati osservati con tutte le dosi rispetto a circa il 40% con il placebo».
«Al momento, la formulazione di danuglipron due volte al giorno non avanzerà negli studi di Fase 3» scrive il comunicato.
Come il semaglutide, il principio attivo dei famosissimi iniettabili Ozempic e Wegovy, il danuglipron è un agonista del recettore del peptide-1 (GLP-1) simile al glucagone, il meccanismo esatto è oggetto di dibattito ma che a livello generale si ritiene imiti la sensazione di pienezza nell’intestino. Sebbene le iniezioni di semaglutide – che solo negli ultimi anni sono state approvate in USA per la perdita di peso – siano sempre più in voga, anch’esse possono avere alcuni importanti effetti collaterali gastrointestinali.
Con la popolarità degli iniettabili di semaglutide è arrivata una crescente spinta a trovare un modo per ottenere gli effetti del farmaco sotto forma di pillola. Fino a quando Pfizer non ha deciso di interrompere i suoi studi, il danuglipron sembrava destinato a diventare il prossimo grande passo nel trattamento della perdita di peso, soprattutto considerando che i risultati di studi precedenti suggerivano che fosse efficace quanto Ozempic.
L’azienda a fronte degli investimenti fatti e dei possibili grandi guadagni, ha sostenuto nella sua dichiarazione che, sebbene stia interrompendo i test sul danuglipron, sta ancora cercando di immettere sul mercato una pillola dimagrante.
«I risultati degli studi in corso e futuri sulla formulazione a rilascio modificato di danuglipron una volta al giorno forniranno informazioni su un potenziale percorso da seguire con l’obiettivo di migliorare il profilo di tollerabilità e ottimizzare sia la progettazione che l’esecuzione dello studio», ha affermato il dottor Mikael Dolsten, direttore scientifico e presidente di Pfizer.
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«Lo sviluppo futuro di danuglipron si concentrerà su una formulazione una volta al giorno, con dati farmacocinetici attesi nella prima metà del 2024» annuncia il comunicato Pfizer.
Come riportato da Renovatio 21, il semaglutide – commercializzato come Ozempic – sta rivoluzionando il settore farmaceutico e si annuncia, secondo alcuni analisti, come quello che potrebbe divenire il farmaco più venduto della storia. Il fenomeno potrebbe avere consegue trasformative per la società e l’economia: la banca d’affari Morgan Stanley ha pubblicato un rapporto sull’impatto dei farmaci contro l’obesità sui produttori di cibo spazzatura.
Il problema degli effetti collaterali tuttavia è già stato posto.
Come riportato da Renovatio 21, oltre al pericolo per le donne incinte, vi sarebbe un’inchiesta in corso per stabilire se esiste una possibile correlazione tra l’assunzione del semaglutide e l’ideazione di pensieri suicidi.
Una recente intervista di Tucker Carlson ad un ex dirigente di enti di regolazione del farmaco ha aperto numerosi dubbi riguardo gli effetti avversi del farmaco e riguardo alla bontà dell’intera filiera industrial-sanitario-statale che si prepara a sostenerne la massima diffusione.
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