Gender
La stragista transessuale ha sparato anche alla cattedrale: distrutta la vetrata che raffigurava Adamo
La terrorista stragista transessuale Audrey Hale avrebbe voluto colpire anche la cattedrale in stile neogotico annessa alla Covenant School, la scuola presbiteriana dove in seguito avrebbe assassinato brutalmente con armi automatiche tre bambini di nove anni e tre adulti sopra i sessanta.
Tale dettaglio, che denota la furia anticristiana della terrorista transgender, non era noto. È venuto alla luce solo recentissimamente grazie ad un articolo per la testata National Review vergato da Graham Hillard, un uomo la cui moglie è sopravvissuta alla strage.
Secondo Hillard, Hale avrebbe sparato sette proiettili ad una vetrata che riprendeva la figura di Adamo, suggerendo ulteriormente il carattere politico-religioso del l’attacco.
«La mattina del 27 marzo, un “uomo” transgender di nome Audrey Hale si è fatto strada nella scuola elementare cristiana che impiega mia moglie ed educa i miei figli», scrive Hillard. «La furia che ne è seguita ha causato sette morti, inclusa l’assassina, ed è stata debitamente raccontata, interpretata e compianta, sia qui a Nashville che in tutta la Nazione».
«Nonostante il fatto che nessuno nella mia famiglia sia stato danneggiato fisicamente, o forse a causa di ciò, ho deciso all’inizio di non scrivere del massacro» continua l’articolo. «Ciò che mi ha fatto cambiare idea è stato un dettaglio non dichiarato, confermato in privato sia dalla polizia che da un diacono della chiesa responsabile della struttura».
«Ad un certo punto durante la sua furia, Hale è andata dalla scuola alla cattedrale neogotica (annessa) e ha sparato sette proiettili contro una figura in vetro colorato di Adamo, il primo uomo, secondo la narrazione della Genesi» rivela Hillard. «Uno scrittore può tentare per un po’ di resistere a un tale simbolo, ma, come dimostra l’esistenza di questo articolo, è improbabile che alla fine prevalga».
Hillard arriva a suggerire, come stanno facendo molti, che la stragista transessuale di Nashville possa parte del trend tra i sostenitori del gender che dimostrano astio verso il concetto stesso di cristianesimo.
«Scrivendo questo saggio, ho cercato di mettermi nei panni di Hale, in piedi davanti alla finestra della Genesi, fucile in mano. Nella figura di Adamo, deve aver visto non solo una mascolinità che non avrebbe mai potuto veramente raggiungere, ma un edificio vasto e incrollabile, terribile nel suo potere. Se fosse vissuta, avrebbe potuto conoscerne la grazia. Invece, ha scelto la ribellione, l’invidia, l’ira. Aggrappandosi a un dio, ne disprezzava esplicitamente un altro».
Come noto, l’assassina trans ha scritto un lungo manifesto che dovrebbe spiegare il motivo del massacro, tuttavia ad oggi non è ancora stato pubblicato: ora dicono che vi sarebbe una causa legale in corso. Vi sarebbero alcune famiglie delle vittime che non vorrebbero veder pubblicato il documento, secondo un’altra recente rivelazione.
«Nessuno è stato più traumatizzato o ha sofferto di più delle famiglie delle vittime e dei sopravvissuti alla tragedia della scuola Covenant e nessuno può rivendicare un interesse anche lontanamente simile nel caso in cui gli scritti dell’assassino debbano essere pubblicati», afferma un memoriale legale reso pubblico.
Le famiglie affermano che il manifesto è opera di una persona mentalmente squilibrata ed è «pericoloso» e «dannoso». Alcune persone, tuttavia sostengono che vada reso pubblico per soppesare la realtà di possibili minacce da gruppi di transgender radicalizzati, che negli USA hanno cominciato ad armarsi ed a indire un «giorno della vendetta Trans».
La mancata pubblicazione del manifesto della Hale è in contrasto con praticamente tutti gli altri assassini di massa, che in particolare se sono bianchi o possono essere descritti come di destra: in quei casi il loro intero background e motivazioni sono esposti in meno di 24 ore, con minuziose analisi sui manifesti e controllo febbrile di ogni post mai pubblicato sui social media.
A un giudice è stato chiesto di posticipare l’uscita del manifesto almeno fino all’8 giugno in modo che «i bambini della scuola Covenant possano finire l’anno scolastico in pace».
Come riportato da Renovatio 21, siamo in un periodo di crescente tensione con numerose occupazioni di campidogli degli Stati USA per protestare le leggi che proibiscono le mutilazioni sessuali pediatriche della chirurgia gender.
Emergono dalle cronache degli ultimi tempi episodi di violenza transgender con risse, botte pubbliche e pure omicidi efferati.
Qualcuno ha suggerito che lo zelotismo trans, e più in generale dei sostenitori del gender, sia dovuto ad un cambio teologico in corso: non credendo più in Dio, il mondo moderno non può credere più nemmeno all’anima, ma gli esseri umani continuano ad averne bisogno.
Il gender, il genere sessuale con cui ci si può identificare fluidamente ma nel profondo, rappresenterebbe appunto un surrogato dell’anima. Ecco perché gli attivisti LGBT difendono il gender con tale foga.
Ecco perché si tratta di una questione, più che sociopolitica, prettamente religiosa. Inevitabile, quindi, che finisca con violenze nelle scuole cristiane, con spari alle vetrate delle cattedrali – specie se raffigurano il primo uomo in quella Genesi dove «maschio e femmina li creò» (Gen 1, 26-27).
Immagine screenshot da YouTube
Gender
Accontentato il canadese che aveva chiesto al governo di pagare l’operazione per avere sia un pene che la vagina
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Un uomo dell’Ontario ha ottenuto il diritto a un intervento chirurgico di affermazione di genere negli Stati Uniti finanziato dal governo che gli darà sia una vagina che un pene.
Un collegio di tre giudici della Divisional Court dell’Ontario ha stabilito all’unanimità che rifiutarsi di coprire la procedura violerebbe i suoi diritti costituzionalmente riconosciuti dalla Carta.
Al centro del caso c’è K.S., un 33enne nato maschio, ma che ora si identifica come un «dominante femminile» non binario. Usa un nome femminile. Secondo lui, l’intervento più appropriato per sostenere la sua identità di genere è una «vaginoplastica con conservazione del pene», una procedura offerta presso il Crane Center for Transgender Surgery di Austin, in Texas. Non è disponibile in Canada.
Secondo un articolo del National Post, K.S. ha sostenuto che «costringerlo a farsi rimuovere il pene invaliderebbe la sua identità e sarebbe simile a un atto illegale di terapia di conversione».
«Solo perché la vaginoplastica è elencata come un servizio assicurato non significa che nessun tipo di vaginoplastica sia qualificabile, ha sostenuto l’OHIP in tribunale».
«La corte non è stata d’accordo. La vaginoplastica e la penectomia sono elencati come servizi distinti e separati nell’elenco degli interventi chirurgici dell’Ontario ammissibili al finanziamento, ha affermato la corte. “Il fatto che la maggior parte delle persone che si sottopongono ad un intervento di vaginoplastica lo facciano con modalità che comportano anche una penectomia” non cambia la disposizione. Se la provincia avesse voluto assicurare un solo tipo di vaginoplastica (vaginoplastica con asportazione del pene), avrebbe dovuto redigere l’elenco in modo diverso, ha affermato la Corte».
È interessante notare che la corte si è basata sugli standard WPATH, che recentemente sono stati attaccati per mancanza di rigore scientifico. Gli standard WPATH «si riferiscono espressamente alla vaginoplastica senza penectomia come opzione chirurgica per alcune persone non binarie», ha scritto il giudice Breese Davies nella sentenza della corte.
La Corte ha affermato chiaramente che la «vaginoplastica con conservazione del pene» è una questione di diritti umani. «Il diritto alla sicurezza della persona tutelato dalla Carta tutela la dignità e l’autonomia dell’individuo», si legge nella sentenza. Richiedere a un transgender maschio nato o a una persona non binaria «di rimuovere il proprio pene per ricevere finanziamenti statali per una vaginoplastica sarebbe incoerente con i valori di uguaglianza e sicurezza della persona».
Michael Cook
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
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Gender
Atlete delle scuole medie si rifiutano di competere contro transessuali
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🚨🚨FIVE middle school female athletes in West Virginia refuse to throw shot put against male, Becky Pepper-Jackson.
— Riley Gaines (@Riley_Gaines_) April 19, 2024
This comes just 2 days after the Fourth Circuit Court of Appeals blocked the WV law that says you must compete in the category that matches your sex.
It's a… pic.twitter.com/RzMgh4jVRU
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Gender
Società medica promette di «eradicare» la transfobia
L’associazione medica britannica Chartered Society of Physiotherapy (CSP) ha rilasciato questo mese due dichiarazioni in merito al suo sostegno al transgenderismo e al suo obiettivo di sradicare la transfobia dalla professione medica.
«Il CSP si oppone alla transfobia. Ci impegniamo a eradicarlo dalla nostra professione», si legge nella dichiarazione del 10 aprile. La dichiarazione è stata quindi definita come una pietra miliare per i diritti «LGBTQIA+» in un’altra dichiarazione dell’11 aprile.
La dichiarazione del 10 aprile prosegue definendo la transfobia, una paura che la società considera malvagia.
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«Transfobia: la paura o l’antipatia di qualcuno basata sul fatto che è transgender, compreso il negare la propria identità di genere o il rifiuto di accettarla”» si legge nella dichiarazione.
Fornisce anche un esempio di fobia proibita: mettere in discussione l’«identità di genere» di una persona transgender, tentare di rimuovere i diritti delle persone transessuali, «rappresentare in modo errato» i trans, escludere sistematicamente le persone transgender dalle discussioni su questioni che le riguardano direttamente, e «altre forme di discriminazione».
La dichiarazione ammette anche che la paura, che ora non è più consentita, può manifestarsi in modi vaghi a seconda dell’interpretazione: «la transfobia non ha una manifestazione unica e semplice. È complesso e può includere una serie di comportamenti e argomenti».
Following dialogue involving our LGBTQIA+ Network and Equity, Diversity and Belonging committee, the CSP has adopted our first definitive position statement on transphobia https://t.co/jGqJ8Ry0It
— Chartered Society of Physiotherapy (@thecsp) April 11, 2024
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«C’è molto di più che dobbiamo fare tutti per garantire che la nostra comunità di fisioterapia sia inclusiva e libera da discriminazioni», ha affermato Ishmael Beckford, presidente del Consiglio CSP. La presidente del comitato Equità, diversità e appartenenza del CSP, Sarine Baz, ha affermato che la paura del transgenderismo non è mai accettabile.
«L’espressione di atteggiamenti o sentimenti negativi nei confronti delle persone transgender, o altre azioni transfobiche, non possono essere tollerate», ha detto la Baz.
Come riportato da Renovatio 21, la cosiddetta medicina transgender, nonostante i recenti scandali e le battute d’arresto istituzionali in vari Paesi, sembrerebbe procedere nel suo percorso anche in Italia, dove vi è stata polemica quando si è scoperto che persino il Policlinico Gemelli – l’ospedale del papa – avrebbe istituito un ambulatorio di assistenza per la disforia di genere.
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