Gender
Nuotatrice aggredita da folla trans
Secondo quanto riferito, la nuotatrice Riley Gaines è stata aggredita durante un tentativo di parlare alla San Francisco State University dove si trovava per un incontro programmato dall’associazione Turning Point.
La Gaines è stata portata via dall’evento e tenuta in una stanza, secondo il suo account su Twitter. Fuori, una folla di attivisti trans l’aveva minacciata e colpita ripetutamente, nonostante la presenza massiccia di agenti di polizia intorno a lei.
«Mi ha detto di essere stata colpita più volte da un ragazzo con un vestito. Stavo tremando. Mi ha fatto arrabbiare così tanto. Mi fa star male sentirmi così impotente. Era sotto la protezione della polizia ed è stata ancora colpita da un uomo che indossa un vestito» ha dichiarato il marito della Gaines a Fox News.
In seguito la nuotatrice ha pubblicato un video dell’assalto subito.
«I pazienti gestiscono il manicomio dell’Università statale di San Francisco… Sono caduta in un’imboscata e sono stata colpita fisicamente due volte da un uomo. Questa è la prova che le donne hanno bisogno di spazi protetti dal sesso».
The prisoners are running the asylum at SFSU…I was ambushed and physically hit twice by a man. This is proof that women need sex-protected spaces.
Still only further assures me I'm doing something right. When they want you silent, speak louder. 🗣️ pic.twitter.com/uJW3x9RERf
— Riley Gaines (@Riley_Gaines_) April 7, 2023
On April 6, a far-left violent extremist mob of #trans militants pursued @Riley_Gaines_ & police at @SFSU until she was cornered. The mob created a hostage situation & demanded money from her before they would let her go. pic.twitter.com/i6h6GIeT7e
— Andy Ngô 🏳️🌈 (@MrAndyNgo) April 8, 2023
La donna, assediata e praticamente sequestrata in una stanza nell’impotenza conclamata della polizia, è riuscita solo dopo ore a lasciare la struttura, tra urla dei supporter del transessualismo.
In un ulteriore video emerso in rete, si vede la polizia tentare di trattare contro la torma degli attivisti trans. Ad un certo punto, uno dei transessualisti propone che la Riley paghi ognuno di essi di modo che la lascino andare.
“Tell her to pay us, then she can go.”
Violent extremist #trans activists demanded money after creating a hostage situation over women’s sports advocate @Riley_Gaines_ at @SFSU on April 6. Those involved in the attempted kidnapping have not been arrested. pic.twitter.com/BzaBY1WRyk
— Andy Ngô 🏳️🌈 (@MrAndyNgo) April 8, 2023
Non risulta che al momento ci siano arresti per i responsabili del tumulto, delle minacce, del sequestro e delle percosse all’atleta. Gaines ha dichiarato di voler sporgere denuncia contro i suoi assaltatori all’Università di San Francisco.
La San Francisco State University, in un incredibile comunicato sull’accaduto, è parsa spendere parole di empatia per gli aggressori transessualisti. «Grazie agli studenti che hanno partecipato pacificamente all’evento di giovedì sera. Ci è voluto un coraggio tremendo per stare in uno spazio di sfida» ha scritto la vicepresidente degli affari studenteschi dell’ateneo.
La Gaines è divenuta nota per essersi opposta all’inserimenti del nuotatore Lia Thomas nelle competizioni femminili. Il transessuale, non operato, cominciava a distruggere i record femminili e a buttare fuori dai podi e dalle classifiche ragazze che si erano allenate per tutta la vita. Thomas nella classifica dei nuotatori USA stava oltre il 400° posto, tuttavia una volta dichiaratosi donna ed avuto accesso alle gare femminili ha sbaragliato le atlete femmine.
Riley era arrivata a pari merito con Thomas ad una competizione, quando la federazione ha detto che sul podio, per questioni «fotografiche», sarebbe salito il transessuale e non lei.
L’atleta lamenta inoltre che la presenza nello spogliatoio femminile di un uomo crea disagio tra le ragazze – Thomas non è operato. Di recente, erano uscite storie inquietanti dell’attività dei social del nuotatore transessuale e sulla sua vita privata. Come se non bastasse, Thomas aveva inoltre vinto il premio della federazione del nuoto NCAA come «donna dell’anno».
Please write and show your support for @Riley_Gaines_ who was violently attacked by a biological male tran-activist after a speech @SFSU
Riley, a champion NCAA swimmer, has the courage to speak out against competing with biological males like Leah Thomas. pic.twitter.com/YZIFOj1N1g
— Larry Mendte Show (@LarryMendteShow) April 7, 2023
Di recente la federazione mondiale del nuoto (FINA) così come la Federazione Mondiale di Atletica leggera (IAFF) hanno stabilito che non possono accedere alle gare femminili individui che hanno passato la pubertà come maschi. Come scritto da Renovatio 21, la regola non farà altro che aumentare il numeri di ragazzini che assumono i bloccanti della crescita sessuale, che di fatto coincidono con i farmaci che si danno agli stupratori per praticare la castrazione chimica.
La Gaines la scorsa settimana era stata protagonista di un altro episodio memorabile: ad un’altra università, aveva chiesto (usando un argomento noto e convincente) se chi ritroverà i nostri scheletri tra centinaia di anni saprà il nostro genere o semplicemente ci giudicherà, su base anatomica, maschi e femmine.
And you wonder why our college graduates are not educated when they come out of college!! 😂
Riley Gaines asked University of Pittsburgh professor Gabby Yearwood if an archeologist could differentiate between two sets of bones as male and female. Professor Yearwood, who calls… pic.twitter.com/LmCh1Kvp52
— Lorrie Ann 🇺🇲🇺🇲🇺🇸 (@LorrieAnn25) April 8, 2023
Un professore di antropologia tra il pubblico si è alzato a protestare per dire che non è così. Gli studenti presenti hanno riso fragorosamente, ma il professore ha continuato a protestare, non adducendo alcun argomento se non il fatto che lui è un professore ed ha un Phd. In pratica: sono un esperto, fidatevi di me, ho studiato.
Dove è che l’abbiamo già sentita questa?
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Atlete delle scuole medie si rifiutano di competere contro transessuali
Un filmato che sta circolando in rete sembra mostrare un gruppo di cinque ragazze delle scuole medie che protestano per essere state costrette a competere contro un avversario maschio biologico transessuale fatto competere con loro.
Secondo quanto riportato dai media americani, in una sentenza all’inizio di questa settimana una corte d’appello federale si era pronunciata a favore della competizione dei maschi transgender nelle gare femminili dopo che era stato citato in giudizio lo Stato del West Virginia per la sua legge che vieta agli atleti trans di competere negli sport femminili nelle scuole pubbliche e nelle università.
Dopo la sentenza, l’adolescente è apparsa a una gara di lancio del peso per competere contro femmine biologiche.
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Per protesta, molte ragazze sono entrate nel settore del lancio del peso, si sono alzate brevemente e se ne sono andate senza lanciare un colpo.
Il video è stato condiviso dalla campionessa di nuoto, ora attivista per gli sport femminili, Riley Gaines.
🚨🚨FIVE middle school female athletes in West Virginia refuse to throw shot put against male, Becky Pepper-Jackson.
This comes just 2 days after the Fourth Circuit Court of Appeals blocked the WV law that says you must compete in the category that matches your sex.
It's a… pic.twitter.com/RzMgh4jVRU
— Riley Gaines (@Riley_Gaines_) April 19, 2024
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«Cinque atlete delle scuole medie del West Virginia si rifiutano di lanciare il lancio del peso contro un uomo» scrive la Gaines. «Ciò avviene appena 2 giorni dopo che la Corte d’Appello del Quarto Circuito ha bloccato la legge WV che dice che devi competere nella categoria che corrisponde al tuo sesso».
«È un giorno triste in cui le ragazze di 13-14 anni devono essere le adulte nella stanza, ma non potrei essere più ispirata e orgogliosa di queste ragazze. Quando è troppo è troppo. La marea sta cambiando!» chiosa la bionda nuotatrice.
Il sito OutKick riferisce che una delle ragazze che hanno preso parte alla manifestazione ha rivelato che l’atleta transgender ha vinto l’evento di lancio del peso.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso una squadra di basket femminile si ritira dal torneo per protesta contro un giocatore transgender che domina abitualmente le partite. Due mesi fa è emerso che una squadra di basket femminile di una scuola superiore del Massachusetts è stata costretta a rinunciare alla partita dopo che un giocatore transgender della squadra avversaria ha ferito tre giocatrici.
Secondo il sito web SheWon.org, gli uomini con confusione di genere hanno vinto centinaia titoli negli sport femminili.
La pagine web mostra centinaia di nomi di atlete superate in gara da transessuali in ben 29 discipline sportive: ci sono ciclismo, atletica, sollevamento pesi, nuoto, canottaggio, corsa campestre, golf, sci alpino, sci nordico, skateboard, surf, biliardo, perfino il poker.
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Come riportato da Renovatio 21, il transessualismo sta divenendo un problema in quantità impressionanti di discipline praticate dalle donne: abbiamo visto casi per il nuoto, la maratona, il ciclismo, la BMX, l’hockey, il sollevamento pesi, il basket…
Problemi si sono avuti anche in sport di combattimento come la boxe, dopo un caso avvenuto ad un torneo nello Stato della Georgia, la Federazione statunitense di jiu-jitsu ha emanato una proibizione di competizione per i transessuali maschi negli eventi femminili.
In una lettera di protesta contro la follia transgender, l’ex campionessa di ciclocross Hannah Arensman aveva annunciato l’anno scorso che si è ritirata causa della presenza di transessuali nelle competizioni.
«Negli ultimi anni, ho dovuto gareggiare direttamente con ciclisti uomini negli eventi femminili», si legge in una lettera resa pubblica dalla Arensman. «Poiché questo è diventato sempre più una realtà, è diventato sempre più scoraggiante allenarsi duramente come me solo per dover perdere contro un uomo con l’ingiusto vantaggio di un corpo androgenizzato che intrinsecamente gli dà un evidente vantaggio su di me, non importa quanto mi alleno duramente».
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Società medica promette di «eradicare» la transfobia
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Following dialogue involving our LGBTQIA+ Network and Equity, Diversity and Belonging committee, the CSP has adopted our first definitive position statement on transphobia https://t.co/jGqJ8Ry0It
— Chartered Society of Physiotherapy (@thecsp) April 11, 2024
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La Svezia abbassa l’età alla quale i bambini possono cambiare sesso
Il Parlamento svedese ha approvato una legge che abbassa l’età minima per cambiare legalmente genere da 18 a 16 anni, oltre a semplificare il processo. La misura è stata approvata nonostante le critiche provenienti dalla coalizione di governo.
La legislazione sull’autoidentificazione è stata approvata con 234 voti favorevoli e 94 contrari nel parlamento svedese composto da 349 seggi.
La Svezia è stata il primo paese a rendere legale la transizione di genere nel 1972. Tuttavia, attualmente una persona necessita di una diagnosi medica di disforia di genere per poter cambiare il proprio genere legalmente riconosciuto.
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Secondo la nuova legge, che entrerà in vigore l’anno prossimo, sarà sufficiente una consultazione più breve con un medico o uno psicologo. Eliminerà inoltre la necessità di ricevere una diagnosi di disforia di genere, in cui una persona può provare disagio a causa di una mancata corrispondenza tra il proprio sesso biologico e il genere in cui si identifica.
I cittadini svedesi potranno cambiare sesso a 16 anni, anche se quelli sotto i 18 anni avranno bisogno dell’approvazione dei genitori, di un medico e del Consiglio nazionale della sanità e del welfare. La nuova legge separerà anche il processo di cambio di genere legale dall’intervento chirurgico di cambio di sesso, che sarà comunque consentito solo a partire dai 18 anni.
La legislazione ha scatenato un intenso dibattito e la coalizione di centrodestra al potere è stata divisa sulla questione. I moderati e i liberali sostengono ampiamente la legge, mentre i democratici cristiani si oppongono.
«Quella che stiamo facendo oggi non è una rivoluzione, è una riforma», ha detto Johan Hultberg dei moderati durante un dibattito parlamentare. «Non è ragionevole che ci siano gli stessi requisiti per cambiare genere legale e per effettuare un intervento chirurgico irreversibile di conferma del genere».
Il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha difeso la proposta definendola «equilibrata e responsabile». Nel frattempo, molti parlamentari hanno sollecitato prima maggiori ricerche sulla disforia di genere.
Il leader dei democratici svedesi, Jimmie Akesson, ha affermato che è «deplorevole che una proposta che ovviamente manca di sostegno tra la popolazione venga votata con tanta disinvoltura».
Carita Boulwen dei Democratici svedesi l’ha definita una proposta «riprovevole», che rischia di avere «conseguenze impreviste e gravi» per la società.
Secondo ricerche demografiche, il disegno di legge è impopolare anche tra il pubblico. Secondo un recente sondaggio condotto dalla rete televisiva svedese TV4, il 59% degli svedesi ritiene che si tratti di una proposta cattiva o pessima, mentre il 22% ritiene che sia stata una mossa positiva, ha riferito Reuters.
Diversi Paesi dell’UE, tra cui Danimarca, Norvegia, Finlandia, Germania e Spagna, hanno già leggi simili.
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In Svezia, nel 2001, a 12 persone di età inferiore ai 25 anni è stata diagnosticata la disforia di genere. Nel 2018 erano quasi 1.900, per lo più ragazze. Per molti medici una delle cause di quest’ondata è una sorta di contagio sociale, che scaturisce dai social network.
Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi anni alcuni segnali avevano fatto pensare che in Svezia stesse mondando l’opposizione alla narrativa del transessualismo. Nel marzo 2023 l’ospedale Karolinska, centro di riferimento, ha smesso di prescrivere ormoni ai minori. La decisione si basa su studi che sottolineano la mancanza di prove dell’efficacia dei trattamenti per il benessere dei pazienti e i pericolosi effetti collaterali.
Il governo ha dimostrato tuttavia che la direzione delle istituzioni è un’altra.
Come noto, la Svezia è appena entrata nella NATO.
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