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Bioetica

Turismo delle cellule staminali, casi raccapriccianti

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Le autorità sanitarie hanno avvertito che gli aspetti negativi dei trattamenti non provati a base di cellule staminali non riguardano semplicemente l’inefficacia, ma possono rivelarsi letali. Lo riporta un articolo del Los Angeles Times dello scorso luglio.

 

Un team di medici canadesi ha appena riportato un esempio particolarmente raccapricciante di ciò che può andare storto quando i pazienti disperati sono disposti a ricorrere a cure estreme in quello che è definito turismo delle cellule staminali. Il soggetto in esame è un 38enne di Terranova che è diventato paraplegico all’età di 20 anni in seguito a un incidente con il trampolino in cui aveva riportato una ferita alla colonna vertebrale.

 

Sei anni dopo, si è recato in Portogallo per sottoporsi a un trattamento con cellule staminali. I medici hanno trapiantato cellule della mucosa olfattiva, prelevate dalle cavità nasali superiori, nel punto della lesione spinale. Non è mai migliorato, ma anni dopo ha iniziato a peggiorare.

 

I ricercatori hanno stilato un elenco di 35 reazioni avverse derivanti da trattamenti con cellule staminali non provate eseguiti principalmente in Cina, Tailandia, Argentina, Messico, Costa Rica, Egitto, Repubblica Dominicana e Russia. Alcuni sono stati effettuati anche in Germania, Australia e Stati Uniti. Gli esiti negativi includevano tumori, cecità, emorragie cerebrali, ictus, polmonite e morte

I medici della Memorial University di Terranova hanno scoperto che le cellule olfattive non si erano mai differenziate in cellule neuronali, come apparentemente si aspettava la clinica portoghese, ma continuavano a crescere da sole, producendo un tumore di cellule nasali ormai troppo grande per essere asportato chirurgicamente.

 

«Questo era un giovane con un infortunio che gli aveva cambiato la vita e avrebbe provato di tutto pur di avere la possibilità di camminare di nuovo», ha detto Nanette Hache, uno dei medici. L’operazione in Portogallo è costata $ 50.000, senza contare le spese per viaggi, alloggio e supporto postoperatorio. I medici hanno pubblicato il caso (con il consenso del paziente) «perché vogliamo assicurarci che la stessa cosa non accada a nessun altro».

 

Altri tre casi simili sono stati identificati nei rapporti di riviste scientifiche, secondo Leigh Turner, esperto di bioetica all’Università del Minnesota che segue da diversi anni la proliferazione di trattamenti con cellule staminali non provate. Tutti si sono rivolti alla stessa clinica in Portogallo, che ha affermato di aver curato più di 120 pazienti.

 

Gli esperti hanno seriamente iniziato a mettere in guardia dai rischi del turismo delle cellule staminali. Dato che le autorità negli Stati Uniti, in Canada e in alcune parti d’Europa hanno represso il ruolo dei promotori di trattamenti a base di cellule staminali privi di validità scientifica, le cliniche in luoghi meno regolamentati rappresentano un salto nel vuoto. Questi promotori non sono sottoposti a controlli governativi, e spesso possono evitare di denunciare risultati negativi del loro lavoro che potrebbero mettere in guardia potenziali vittime.

 

L’anno scorso, i ricercatori di Berlino hanno stilato un elenco di 35 reazioni avverse derivanti da trattamenti con cellule staminali non provate eseguiti principalmente in Cina, Tailandia, Argentina, Messico, Costa Rica, Egitto, Repubblica Dominicana e Russia. Alcuni sono stati effettuati anche in Germania, Australia e Stati Uniti. Gli esiti negativi includevano tumori, cecità, emorragie cerebrali, ictus, polmonite e morte.

 

I ricercatori hanno osservato, tuttavia, che la loro lista era quasi certamente incompleta, in parte perché il vero numero di trattamenti è sconosciuto. Le prove a disposizione indicavano «un sostanziale sfruttamento del paziente usando il “potere della speranza”».

 

Il soggetto si è recato in Portogallo per sottoporsi a un trattamento con cellule staminali. I medici hanno trapiantato cellule della mucosa olfattiva, prelevate dalle cavità nasali superiori, nel punto della lesione spinale. Non è mai migliorato, ma anni dopo ha iniziato a peggiorare

Le notizie riportate in maniera ingenua dai media non fanno altro che aumentare i danni. Come dimostra l’esperienza recentemente riportata di Caroline Wyatt, importante giornalista della BBC che all’età di 49 anni ha subito un trattamento con cellule staminali per la sclerosi multipla in Messico nel 2017, attirata lì da notizie (sulla BBC) di «risultati quasi miracolosi». Ha raccolto $ 84.000 da amici e familiari, perché il sistema sanitario britannico non avrebbe coperto la procedura. Un mese dopo il trattamento, ha detto a un programma della BBC che si sentiva »meglio di quanto non si sia sentita per molto tempo».

 

Il miglioramento non è durato. In un controllo a febbraio, ha dichiarato: «Oggi mi sento peggio di prima.» Alcuni dei pazienti con cui è rimasta in contatto hanno riportato miglioramenti, mentre altri hanno riferito cambiamenti minimi. «Alcuni hanno detto che ora si sentono peggio di prima … e rimpiangono di aver effettuato il trattamento». Come è consapevole, le cause della sclerosi multipla – e quindi i trattamenti adeguati – sono sconosciute.

 

Le cliniche che offrono cure a base di cellule staminali negli Stati Uniti usano tipicamente cellule derivate dal grasso che vengono rimosse dai pazienti mediante liposuzione, presumibilmente trattate per concentrare le cellule staminali, per poi essere iniettate nel corpo del cliente.

 

L’uso di cellule olfattive sembra essere un’applicazione relativamente nuova per le lesioni del midollo spinale. Il procedimento non è completamente privo di logica scientifica. Le cellule della mucosa olfattiva hanno caratteristiche neuronali e sono note per rigenerarsi, il che suggerisce che potrebbero svolgere la funzione delle cellule spinali che non si rigenerano, almeno in teoria.

 

«Non è del tutto “esterno”», dice Hache. «La ricerca legittima è in corso, ma per quanto riguarda la prossima fase, il trapianto nei pazienti – non ci siamo ancora».

I tumori provocati dai trapianti potrebbero non svilupparsi per anni

 

Un problema reso evidente dal caso di Terranova e altri è che i tumori provocati dai trapianti potrebbero non svilupparsi per anni. La clinica portoghese, che ha reso note le esperienze di 20 pazienti nel 2010, li ha seguiti solo per circa due anni e nessuno è stato seguito per più di quattro.

 

Il tumore del paziente di Terranova, tuttavia, non si è manifestato per più di sette anni dopo il trapianto, ed è emerso solo perché le sue condizioni stavano peggiorando con l’avanzare del tumore.

 

La lezione, dice Turner, è che «se metti le cellule sbagliate nel posto sbagliato possono accadere cose brutte, anche se i sintomi non si manifestano subito.»

 

 

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Bioetica

Biden fa il segno della croce durante una manifestazione a sostegno dell’aborto

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Il presidente americano Joe Biden, ad un evento politico in Florida, si è fatto il segno della croce quando la signora con lui sul palco, la presidente del Partito Democratico della Florida, si è espressa a favore dell’aborto. Lo riporta Modernity News.

 

La vicenda ha generato sconvolto tra la comunità cristiana internazionale.

 

La candidata governativa fallita Nikki Fried stava sollecitando la rielezione di Biden quando ha fatto commenti su Ron DeSantis e Donald Trump che spingevano per maggiori restrizioni sull’aborto.

 

La prossima settimana in Florida entrerà in vigore un divieto di aborto di sei settimane, e questo sarebbe uno dei motivi per cui Biden si è fermato nello Stato. La Fried aveva dichiarato la scorsa settimana che Biden sa che deve trascorrere del tempo in Florida per dimostrare quanto le cose siano diventate «estreme» sotto DeSantis. «Capisci che se dobbiamo combattere contro l’estremismo dei repubblicani MAGA, devi venire al ventre della bestia».

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Mentre Biden era al suo fianco, la Fried ha dichiarato che «Ron DeSantis sentiva di dover candidarsi alla presidenza, quindi quindici settimane non erano sufficienti, dovevamo arrivare a sei settimane», sottolineando la sua opposizione alla legge sull’aborto.

 

È a questo punto che Biden, sulla carta secondo presidente «cattolico» della storia USA (e forse l’unico, che nonostante gli acciacchi, porterà al termine mandato: il primo è stato JFK e sappiamo come è andata a finire) si è fatto il segno della croce.

 


La reazione della rete è stata immediata, con commenti che davano del «vile» al vegliardo del Delaware. «Biden, l’autodefinito “cattolico devoto”, fa il segno della croce a sostegno del desiderio di questa donna di uccidere i bambini fino ai 3 mesi di gravidanza» scrive Buck Sexton. «Totalmente malvagio e sacrilego» ha twittato LifeNews. «Davvero da vomitare. Disgustoso. Insulto. Blasfemo» hanno scritto ancora su Twitter. Ancora: «Joe Biden si fa il segno della croce mentre promuove l’aborto! Questo è il male!».

 

Il fatto è avvenuto a pochi giorni dalla sostituzione della Pasqua della Casa Bianca con la giornata mondiale di visibilità trans.

 

La Fried, già Commissario per l’Agricoltura della Florida, grande sostenitrice dell’aborto, è anche esplicita riguardo alla sua pratica del giudaismo. Mentre era al liceo, partecipava al B’nai B’rith, la famigerata organizzazione ebraica. La donna ha preso anche attivamente in considerazione l’idea di fare aliya – cioè di andare a vivere in Israele –e di unirsi alle forze di difesa israeliane.

 

Dopo la sua elezione a commissario per l’agricoltura, Fried ha prestato giuramento utilizzando la prima Bibbia ebraica pubblicata negli Stati Uniti.

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Bioetica

L’India approva l’aborto alla 30ª settimana

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   La Corte Suprema di New Delhi ha dato il via libera «in via eccezionale» all’interruzione di gravidanza di una quattordicenne vittima di uno stupro. Dr. Carvalho: «Il trauma e la violenza subita dalla ragazza è innegabile, ma resta il fatto che la vita più indifesa viene uccisa».   Una vicenda molto delicata sta facendo discutere in India sul tema del diritto alla vita. La Corte Suprema ha accordato a una quattordicenne vittima di violenza sessuale di interrompere la gravidanza ormai di quasi 30 settimane.   Una corte guidata dal presidente del massimo organo giudiziario, D Y Chandrachud, l’ha definito un «caso davvero eccezionale in cui dobbiamo proteggere la ragazza» e ha scelto di avvalersi dei poteri speciali garantiti alla Corte suprema dall’articolo 142 della Costituzione indiana.   La minorenne è venuta a conoscenza delle sue condizioni solo in una fase molto avanzata. La madre della ragazza vittima dello stupro si è rivolta alla Corte Suprema dopo che l’Alta Corte di Bombay aveva negato il consenso all’aborto essendo trascorso il termine ultimo di 24 settimane previsto dalla legge indiana.

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Commentando la vicenda il dr. Pascoal Carvalho, membro della Pontificia Accademia per la Vita, ha dichiarato ad AsiaNews: «il trauma della minorenne sopravvissuta allo stupro è innegabile e la Corte Suprema ha preso la sua decisione sottolineando l’eccezionalità delle circostanze, ma resta il fatto che la vita più vulnerabile e indifesa viene uccisa. Anche il recente documento vaticano Dignitas Infinita elenca l’aborto tra le “gravi violazioni” della dignità umana, collegandolo giustamente all’erosione di “basi solide e durature per la difesa dei diritti umani”».   Carvalho ricorda che in India, le Missionarie della Carità accolgono i bambini indesiderati: «stiamo combattendo l’aborto con l’adozione», ripeteva sempre Madre Teresa.   Inoltre, fornirebbero anche alla vittima dello stupro un sostegno sociale e un trattamento terapeutico adeguato.   «I meccanismi istituzionali per la protezione dell’infanzia ci sono – osserva ancora il dr. Carvalho, membro del Comitato per la Vita umana dell’arcidiocesi di Mumbai. Il Paese ha adottato tante leggi e politiche per garantire la protezione e il miglioramento della situazione dei bambini. Ma non potrai essere uno sforzo completo se si escludono gli indifesi che necessitano di cure e protezione».   Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione AsiaNews e le sue campagne. Renovatio 21 offre questo articolo per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Bioetica

La Bioetica torna a parlare delle atrocità di Gaza

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Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

La guerra tra Israele e Hamas a Gaza sta creando tensioni all’interno della comunità bioetica. In un articolo sul blog canadese Impact Ethics, tre bioeticisti hanno chiesto alla loro professione di pronunciarsi contro la violenza e la sofferenza.

 

Fanno presente che alcune importanti associazioni mediche e di bioetica si sono rifiutate di commentare, pur avendo preso posizione nei confronti dell’invasione russa dell’Ucraina.

 

«Noi, come bioeticisti, rifiutiamo una posizione di silenzio perché crediamo nella responsabilità disciplinare di dimostrare coraggio morale e promuovere la giustizia».

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«L’American Public Health Association è la nostra unica grande organizzazione professionale negli Stati Uniti ad aver chiesto un cessate il fuoco umanitario a Gaza, attingendo alla sua politica del 2009 sul ruolo degli operatori sanitari, degli accademici e dei sostenitori della sanità pubblica in relazione ai conflitti armati e alla guerra».

 

«In netto contrasto, i delegati interni dell’American Medical Association (AMA) hanno votato contro una risoluzione di novembre a sostegno di un cessate il fuoco a Gaza, citando che la questione non soddisfaceva i criteri di advocacy, urgenza o considerazione etica. L’American Society for Bioethics and Humanities è rimasta silenziosa, nonostante la sua forte politica sulla libertà accademica».

 

Concludono:

 

«Come possiamo definirci esperti di etica e testimoniare silenziosamente migliaia di morti civili, sanzioni crescenti, privazione di beni di prima necessità, crimini di guerra, rapimenti di ostaggi, aggressioni sessuali e disumanità? Cosa stiamo insegnando ai nostri studenti se non siamo disposti a riconoscere i nostri pregiudizi e a parlare apertamente?»

 

Michael Cook

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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