Connettiti con Renovato 21

Bioetica

Eutanasia e programmi anatomici, un nuovo dilemma

Pubblicato

il

 

 

La legalizzazione dell’eutanasia – ridefinita morte medicalmente assistita – in Canada ha portato alcune persone a scegliere di donare i propri corpi alla ricerca anatomica, ma ha sollevato intricate questioni etiche.

 

Bruce Wainman, della McMaster University, afferma che la comunità scientifica degli anatomisti deve stabilire delle linee guida per questo genere di donazioni. Ci sono dubbi sulla liceità dell’accettare e utilizzare i corpi morti in seguito a eutanasia, sulla comunicazione coi donatori, sul consenso informato e sulla trasparenza circa la donazione da morte medicalmente assistita con lo staff, la facoltà e gli studenti.

 

Il suo articolo sul tema, scritto a quattro mani con l’esperto di etica medica Jon Cornwall dell’Università di Otago in Nuova Zelanda, è stato pubblicato su Anatomical Sciences Education.

«Dopo l’approvazione della legge in Canada, hanno iniziato ad arrivare i corpi  I corpi da morti medicalmente assistite rappresentano il 5% delle donazioni che riceviamo, ma può tranquillamente arrivare al 10% entro l’anno. Significa da 5 a 10 corpi all’anno»

 

«A questo punto non è chiaro quanti programmi di anatomia abbiano accettato, oggi o in passato, corpi di persone che hanno deciso di ricorrere alla morte medicalmente assistita, dal momento che non esistono informazioni attendibili su questo argomento» afferma Wainman, professore di patologia e medicina molecolare alla McMaster.

 

Il programma di donazione di corpi della McMaster University ha accettato sei corpi morti per eutanasia dall’entrata in vigore del regolamento nel giugno 2016 fino a novembre 2018.

 

«Dopo l’approvazione della legge in Canada, hanno iniziato ad arrivare i corpi – afferma Wainman – I corpi da morti medicalmente assistite rappresentano il 5% delle donazioni che riceviamo, ma può tranquillamente arrivare al 10% entro l’anno. Significa da 5 a 10 corpi all’anno»

Wainman sostiene che la ricezione e l’utilizzo di corpi da donatori sottoposti a eutanasia pone questioni etiche. «Abbiamo relazioni straordinarie con persone nel sistema delle cure palliative, quindi si presenta come punto di discussione: “Sei interessato a donare il tuo corpo agli studi anatomici?”»

 

«Una questione etica che mi pongo riguarda queste persone così vulnerabili, che si trovano in un momento della vita in cui si domandano se valga la pena viverla: noi le stiamo spingendo a donarsi? Stiamo fornendo uno stimolo in più per donarsi? È un interrogativo serio, perché l’ultima cosa che vogliamo è fare pressioni in un momento tanto delicato della loro vita».

«Noi le stiamo spingendo a donarsi? Stiamo fornendo uno stimolo in più per donarsi? È un interrogativo serio, perché l’ultima cosa che vogliamo è fare pressioni in un momento tanto delicato della loro vita»

 

Stiamo intrattenendo discussioni – molto importanti – nel nostro laboratorio di anatomia su cosa significhi ricevere un corpo morto per cause non naturali”, dice. «Il certificato di morte riporta la causa che lo ha spinto a scegliere la morte medicalmente assistita, non riguardo alla procedura ma per essere consapevoli delle motivazioni dietro la decisione. È importante essere trasparenti in ogni modo possibile … La salute umana non riguarda soltanto il funzionamento dei polmoni o dei reni, c’è anche la persona che vive in quel corpo».

 

Esistono linee guida sulla donazione di organi a istituti di anatomia, come quelle redatte dalla International Federation of Associations of Anatomists (2012) e dalla American Association of Anatomists (2009). Tuttavia, questi regolamenti non fanno riferimento all’accettazione di corpi morti per eutanasia, probabilmente perché le leggi sull’eutanasia sono troppo recenti.

 

 

Fonte: Michael Cook per BioEdge 

Continua a leggere

Bioetica

Medico argentino incarcerato per essersi rifiutato di praticare un aborto

Pubblicato

il

Da

Il medico argentino Leandro Rodriguez ha trascorso un anno e due mesi in prigione, pena inflittagli per essersi rifiutato di praticare un aborto. È nuovamente autorizzato a esercitare la professione di medico, sebbene gli fosse stata anche interdetta per due anni e quattro mesi, periodo terminato il 30 gennaio.

 

Il dottor Rodriguez è stato intervistato da EWTN News e ha spiegato le origini della sua condanna: «iel 2017 ho lavorato presso l’ospedale pubblico nella città di Cipolletti, in Patagonia; ho ricevuto una paziente in cattive condizioni generali a causa di una gravidanza avanzata; era in corso un processo di parto prematuro, che ho deciso di interrompere, e migliorare lo stato di salute della paziente».

 

«Questa decisione è stata interpretata dai tribunali, o dal potere giudiziario della provincia di Río Negro, come un ostacolo al desiderio della paziente di interrompere la gravidanza, e per questo sono stato condannato nel 2019, e questa sentenza è appena stata scontata», ha spiegato.

 

Il medico ha descritto questa esperienza come «molto significativa». Secondo lui si tratta di «una sorta di esempio di ciò che può accadere se non ci si sottomette alle decisioni arbitrarie dei poteri in carica».

 

Spiega inoltre che questo lo ha portato ad «una situazione di maggiore impegno per la cura della vita, la tutela della vita del nascituro, la tutela della donna». A questo proposito ha evidenziato la situazione della paziente che in questo caso è stata considerata dal sistema giudiziario come la persona lesa.

Sostieni Renovatio 21

Poiché era stata vittima di stupro, la sua storia è stata ampiamente pubblicizzata dalla stampa locale, dove è stata presentata come la principale vittima di questa situazione. Tuttavia, una volta terminato il processo ed emessa la sentenza, questa donna è stata dimenticata e nessuno si è preoccupata del suo benessere. Ed è stata costretta a cercare aiuto da sola per sopravvivere.

 

Tali eventi dimostrano chiaramente «che gli argomenti avanzati all’epoca, secondo i quali si trattava di proteggere le donne, erano assolutamente falsi».

 

«L’unica cosa che hanno cercato di fare – prosegue il medico – è distruggere la vita di un bambino che tra poco avrà 7 anni, che è felice, che ha una famiglia adottiva che si prende cura di lui e che gli offre la possibilità di futuro che ognuno di noi merita, e non hanno potuto lottare contro questo», dice.

 

E prosegue: «Il bambino è vivo, la donna che è stata vittima di tutto questo sta bene, gode di buona salute, quindi sotto questo aspetto sono felice perché ha trionfato la vita, ha trionfato la verità, al di là delle ingiustizie subite».

 

Per quanto riguarda il suo futuro e la sua carriera, il dottor Rodriguez conferma che continuerà a lavorare nel settore privato, perché «è difficile per me tornare negli ospedali pubblici». Ha riaffermato la sua posizione pro-vita, assicurando che se si fosse trovato in una situazione come quella che ha portato al processo, avrebbe agito di nuovo allo stesso modo.

 

«Quando sono stato condannato, e anche prima che lo fossi, la gente si aspettava da me una sorta di pentimento o un altro messaggio», ricorda. «Ma il messaggio è lo stesso, e con sempre più convinzione: la vita va difesa, non è in discussione», dice ai medici: «È il momento di affermare le nostre convinzioni, le nostre convinzioni morali, non è una cosa negoziabile».

 

(…)

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Arcibel via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
 

 

Continua a leggere

Bioetica

Azienda americana pubblicizza kit per il furto di sperma

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.   Un’azienda del Texas che commercializza il suo «kit per l’inseminazione domestica» sui social media incoraggia le donne a utilizzare lo sperma del preservativo usato dal partner per rimanere incinta senza il suo permesso.   Secondo un articolo del New York Post, la società MakeAMom avrebbe pubblicizzato il suo kit da 250 dollari per il «furto dello sperma» come un modo per aggirare le leggi negli Stati Uniti che rendono illegale fare buchi nei preservativi all’insaputa di entrambi i partecipanti.   Uno dei suoi annunci su X sottolinea che mentre fare dei buchi nei preservativi all’insaputa di entrambi i partner sessuali è illegale nella maggior parte degli Stati, «rubare il preservativo a sua insaputa» «non è illegale in nessuno stato».   La pubblicità del prodotto su X rasenta l’oscenità.   «Una donna ruba silenziosamente un preservativo dalla spazzatura per eseguire l’inseminazione domestica mentre il suo partner dorme nell’altra stanza. Cosa ne pensi di questo? È legale? Dovrà ancora il mantenimento dei figli?» dice un post su X. Un altro dice: «Devo dirgli che è suo figlio?» e «Non hai bisogno del suo permesso per rimanere incinta».

Sostieni Renovatio 21

Gli annunci sono stati ripresi dalla giornalista investigativa Samantha Cole, della cooperativa giornalistica di notizie tecnologiche 404Media. Ha scoperto che le credenziali di MakeAMom erano altamente sospette. Interrogato sulla sua etica, l’apparente CEO dell’azienda ha risposto:    «Sembra che ci sia stato un grave malinteso riguardo ai nostri contenuti di marketing e all’etica della nostra azienda. Ci assumiamo la piena responsabilità per questo e stiamo attualmente rivedendo le nostre strategie pubblicitarie per garantire che riflettano il nostro impegno verso pratiche etiche».   «La nostra intenzione è sempre stata quella di dare potere alle persone nel loro viaggio verso la genitorialità, ma non a scapito del consenso e dell’integrità morale».   La FDA ha approvato un paio di altri kit per l’inseminazione domestica, ma non quello di MakeAMom.    Michael Cook   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine su licenza Envato
Continua a leggere

Bioetica

Biden fa il segno della croce durante una manifestazione a sostegno dell’aborto

Pubblicato

il

Da

Il presidente americano Joe Biden, ad un evento politico in Florida, si è fatto il segno della croce quando la signora con lui sul palco, la presidente del Partito Democratico della Florida, si è espressa a favore dell’aborto. Lo riporta Modernity News.

 

La vicenda ha generato sconvolto tra la comunità cristiana internazionale.

 

La candidata governativa fallita Nikki Fried stava sollecitando la rielezione di Biden quando ha fatto commenti su Ron DeSantis e Donald Trump che spingevano per maggiori restrizioni sull’aborto.

 

La prossima settimana in Florida entrerà in vigore un divieto di aborto di sei settimane, e questo sarebbe uno dei motivi per cui Biden si è fermato nello Stato. La Fried aveva dichiarato la scorsa settimana che Biden sa che deve trascorrere del tempo in Florida per dimostrare quanto le cose siano diventate «estreme» sotto DeSantis. «Capisci che se dobbiamo combattere contro l’estremismo dei repubblicani MAGA, devi venire al ventre della bestia».

Sostieni Renovatio 21

Mentre Biden era al suo fianco, la Fried ha dichiarato che «Ron DeSantis sentiva di dover candidarsi alla presidenza, quindi quindici settimane non erano sufficienti, dovevamo arrivare a sei settimane», sottolineando la sua opposizione alla legge sull’aborto.

 

È a questo punto che Biden, sulla carta secondo presidente «cattolico» della storia USA (e forse l’unico, che nonostante gli acciacchi, porterà al termine mandato: il primo è stato JFK e sappiamo come è andata a finire) si è fatto il segno della croce.

 


La reazione della rete è stata immediata, con commenti che davano del «vile» al vegliardo del Delaware. «Biden, l’autodefinito “cattolico devoto”, fa il segno della croce a sostegno del desiderio di questa donna di uccidere i bambini fino ai 3 mesi di gravidanza» scrive Buck Sexton. «Totalmente malvagio e sacrilego» ha twittato LifeNews. «Davvero da vomitare. Disgustoso. Insulto. Blasfemo» hanno scritto ancora su Twitter. Ancora: «Joe Biden si fa il segno della croce mentre promuove l’aborto! Questo è il male!».

 

Il fatto è avvenuto a pochi giorni dalla sostituzione della Pasqua della Casa Bianca con la giornata mondiale di visibilità trans.

 

La Fried, già Commissario per l’Agricoltura della Florida, grande sostenitrice dell’aborto, è anche esplicita riguardo alla sua pratica del giudaismo. Mentre era al liceo, partecipava al B’nai B’rith, la famigerata organizzazione ebraica. La donna ha preso anche attivamente in considerazione l’idea di fare aliya – cioè di andare a vivere in Israele –e di unirsi alle forze di difesa israeliane.

 

Dopo la sua elezione a commissario per l’agricoltura, Fried ha prestato giuramento utilizzando la prima Bibbia ebraica pubblicata negli Stati Uniti.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Più popolari